Com'era con te

di Valerie Clark
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Com’era con te
 
Ieri sera mi mancavi come non mi eri ancora mai mancata; ieri sera, stanca, mi sono messa sul letto e mi sembrava vuoto. No, non vuoto, di più.
Ho pensato al male che ti avrei fatto chiamandoti e chiedendoti di restare. Io l’ho provato, un male così grande, un dolore così straziante; non potevo farlo provare anche a te, non me lo sarei mai perdonato.
Allora mi sono rivestita e con la mia biancheria provocante addosso, sono uscita, fuori, in giro per la città che mi chiamava a gran voce. Volevo trovare qualcuno che mi facesse dimenticare il vuoto che mi hai lasciato dentro, ero determinata a trovare una ragazza che, almeno per una notte, provasse a sostituirti. Sono entrata in un pub e ho conosciuto una ragazza. Mi sono fatta offrire da bere, abbiamo parlato, flirtato, esattamente come era successo con te. Abbiamo bevuto, forse troppo, e abbiamo dimenticato perché eravamo lì.
Ci siamo strette nel freddo della notte, ridendo, inciampando ad ogni passo, fino a casa.
Ci siamo baciate sulla porta, e da lì è stato tutto un vortice di emozioni e di piacere; i vestiti che cadevano, le mani che correvano sulla pelle, le lingue che si cercavano.
 
Stamattina lei dorme nel mio letto, al tuo posto, ed io sono accovacciata sulla finestra a fumare. Ma che dico, non sto fumando; mi porto la sigaretta alle labbra, ma quello è un gesto meccanico, automatico. Sto pensando a te. Di nuovo. Per la millesima volta, Britt, come ho fatto tutta la notte.
Nulla è cambiato, ho solo scopato, fine, tu mi manchi ancora.
L’abbiamo fatto una, due, tre, quattro volte; l’abbiamo fatto sul letto, sul divano, sul tavolo; l’abbiamo fatto sul mio cuore che urlava il tuo nome e sul tuo che piangeva, ma a me non importava. L’abbiamo fatto come non l’avevo mai fatto, ma non l’ho fatto come lo facevo con te. Non com’era con te. 




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