Il primo amore non si scorda mai, specie quando coincide con l’ultimo.

di Iaia2
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“Fliss! È ora di alzarsi.”                                                                                                                                                                                  Ecco, come ogni mattina, la voce di mia madre irrompe nel mio sonno portandomi brutalmente via dalle braccia di Morfeo.
Anche se ormai ho terminato i cinque strazianti anni di liceo, tra pile e pile di libri, false amicizie, professori insopportabili, ragazze presuntuose e amori sbagliati e non corrisposti, tutti i santi giorni sono costretta ad alzarmi alle 7.15 del mattino per badare alla mia sorellina Juliet, dato che la mia dolce mammina pensa bene di lasciarmi sola per andare a lavorare.
Aveva provato ad affidarla a quell’impiastro di Michael, mio fratello, ma quel giorno tornò a casa e, come volevasi dimostrare, scoprì che la nostra piccola Juliet era arrivata a scuola con tre ore di ritardo perché Michael si era riaddormentato.
Ops! Non mi sono ancora presentata! Il mio nome è Felicity May Skinner, ma tutti mi chiamano semplicemente Fliss.
Ho diciannove anni e, come vi ho già accennato, ho terminato il liceo ed ora sto aspettando una risposta dall’University College di Londra.
I miei genitori sono separati da otto anni ed ora vivo con mia madre, mio fratello maggiore e la mia sorellina.
Tutti pensano che il periodo del liceo sia il più bello e che per tutti i ragazzi abbandonarlo vuol dire perdere una parte di sé stessi. Per me, però, non è stato così.
Da quando ho rotto con l’unico ragazzo che è riuscito a farmi battere il cuore a mille, ad illuminare il mio sguardo con un semplice sorriso e a rendermi felice, ho iniziato ad odiare l’amore. Odiare è proprio il termine giusto. Dopo di lui non sono più riuscita a provare un sentimento forte come quello per nessun altro ragazzo. Respingevo chiunque mi si avvicinasse e umiliavo tutti i ragazzi che ci provavano con me. Per questo, ormai, sono passata alla storia come: “Fliss cuore di pietra.”
Oggi, come ogni mattina, ho accompagnato mia sorella Juliet a scuola e mi sto dirigendo a casa.
Dopo aver varcato la soglia d’ingresso, mi catapulto in camera mia per riordinare prima dell’arrivo di mia madre, accompagnata, come sempre, dalle mie amate cuffiette che mi permettono di ritrovare la tranquillità attraverso il ritmo delle mie canzoni preferite.
Sono intenta a rassettare la mia libreria quando, grazie alla mia delicatezza, faccio cadere un grande album fotografico di cui non ricordavo l’esistenza. Lo raccolgo e, incuriosita, decido di sfogliarlo…




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