Sora, 28.11.1990

di xX_Nemesi
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Mi chiamo Sora, almeno credo.
Sulla mia pelle sono scritte queste parole: Sora, 28.11.1990.
Credo che il tatuaggio sul mio avanbraccio indichi tutto ciò che devo sapere sulla mia identità.
Qualcuno dove aver provveduto alla mia esistenza.
Questa mattina, quando ho aperto gli occhi, ho avuto paura; non sapevo dove mi trovassi.
La stanza era buia, illuminata lievemente dalla poca luce che passava attraverso le rosse tende di tessuto.
Fuori dalla porta ho trovato un giornale su cui era scritta a grandi caratteri la data di oggi: Venerdì 28.11.2008.
"Quindi è il mio compleanno" pensai con il giornale tra le mani.
Lo lasciai sul tavolo della stanza, presi il vestito che era adagiato allo schienale della sedia e lo indossai.
Dalla tasca destra volò un foglietto che si posò sul pavimento di legno.
Erano scritte queste parole: "Ciao Sora, io sono la ragazza di ieri, la te stessa del giorno prima.
Ti scrivo questo biglietto per augurarti un felice diciottesimo compleanno.
Se guardi nel cestino vicino alla scrivania sono presenti i biglietti lasciati da ogni Sora di ogni giorno che è passato.
Tra meno di ventiquattro ore arriverà una nuova te e prematuramente dovrai lasciare questo mondo per dare vita a lei. Ogni giorni ci sarà una nuova te stessa.
Come il cielo, che non ne esiste mai uno uguale, così è la nostra sorte. Non esisterà mai una Sora uguale alla precedente.Forse è per questo, che ci chiamiamo Sora. Tutto ciò è a causa di una disfunzione cerebrale che ci fa perdere i nostri ricordi ogni giorno.
Vivi la tua breve vita, sorella mia. Faccio il tifo per te.
" Non ho paura di perdere i miei ricordi, ma ho paura di venir dimenticata dal mondo. Per questo sto scrivendo questa lettera.
La lascerò volare per le città, per le campagne, in modo che tutti sappiano della mia esistenza e non si dimentichino di me.
Ora uscirò e cercherò di assimilare in questo breve spazio di tempo le bellezze del mondo che mi circonda.
Addio.


Sora, 28.11.1990





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