Una
pagina.
Ad Harry
piaceva svegliarsi prima dell'alba, fare colazione sul tetto con una
tazza di caffè fumante in una mano e un tost al formaggio
nell'altra; stava lì e aspettava l'alba,amava guardare il
cielo che piano piano diventava più chiaro perché si
stava avvicinando il sole, che si lasciava intravedere con i suoi
primi raggi e poi amava sognare.
Forse è
un po' controsenso perché si sogna di notte e per farlo
avrebbe dovuto continuare a dormire, ma lui era fatto così,
credeva che i sogni debbano essere vissuti da svegli e che magari si
debba fare qualche progetto su quello perché se la mente l'ha
proiettato ci sarà un motivo,no?
Lui
per esempio quando guardava l'alba sognava ogni mattina un posto
diverso, uno di quei posti che avrebbe tanto voluto visitare e poi lo
segnava sul taccuino blu notte che portava sempre con lui; aveva
l'abitudine di scrivere il posto e poi, dopo tutto, dopo il lavoro,
dopo lo studio riapriva il taccuino e incominciava a scrivere una
storia.
Le
sue storie non avevano dei protagonisti veri e propri, delle volte
erano solo delle frasi senza senso che in qualche modo riusciva a
collegare, ma nonostante tutto veniva fuori sempre qualcosa che
valeva la pena rileggere; poi andava al computer, scriveva su google
la città di quella storia e cercava una foto che la
rappresentasse in tutta la sua bellezza per poi stamparla e
attaccarla nella pagina a fianco alle frasi o al racconto.
Hobart.(Tasmania)
Caro
il mio John,
ormai
è passato un anno da quando l'ultima volta io e te
riuscimmo
a vederci di nascosto;
era
una relazione clandestina la nostra, che viveva in aria
e
piena di segreti e di promesse per poter restare insieme solamente
qualche
minuto in più.
Ti
sono sempre stata fedele, avrei voluto un figlio da te
che
sei stato il mio primo amore,
ma
non riesco ad aspettare ancora il tuo ritorno, il dolore che mi
flagella
il petto da ormai trecentosessantacinque giorni mi è
insopportabile.
Non
penso che riuscirò a patirlo minuto in più ed è
per questo che ho
deciso
di scriverti questa lettera, l'ultima per esattezza, prima che
io
muoia.
Tua
per sempre Bernice.
Hobart,
1806.
E
se fosse . . .
Hobart.(Tasmania)
Caro
Louis,
Scrivo
di te trecentosessantacinque giorni dopo ed ho il cuore
alla
gola mentre lo faccio.
Ormai
è passato un anno da quando l'ultima volta io e te
ci
vedemmo, la nostra non era una relazione, non era nemmeno
amicizia,
era semplicemente vivere quei momenti fino alla fine.
Sai?
Da quella nostra prima volta non sono più riuscito
ad
andare a letto con un uomo, mi venivi in mente tu e il tuo
sorriso,poi
i nostri baci e le tue battute sul mio fondo schiena.
Harry.
Liverpool,2014.
Louis
era sempre stanco e ogni mattina alle sette, quando sua madre
incominciava a cantare, era costretto ad alzarsi, di malavoglia
s'intende.
Non
aveva un vero e proprio lavoro lui, ogni tanto gironzolava al mercato
di Salamanca e la strada da Geevestone a Hobart era davvero lunga, ma
a lui non importava perché quel mercato aveva un potere
speciale per chi come lui amava cucinare; pensava non ci fosse niente
di più bello che mescolare profumi, provare nuovi sapori e
unirli e poi il cibo rende felici le persone.
Il
fine settimana nel suo quartiere organizzavano una fiera, lui
partecipava sempre e chi se ne fregava se sua madre diceva che fosse
uno spreco di tempo, se diceva che dovesse trovarsi un vero lavoro e
smettere di campare alla giornata.
Louis
all'inizio aveva scelto la scuola alberghiera solo perché non
aveva voglia di studiare, non sapeva che poi si sarebbe così
innamorato della cucina; sarebbe dovuto diventare l'aiuto cuoco in
un ristorante di Sydney, era così lontano, ma a Louis non
importava e così aveva preso un aereo per la città
della sua occasione ed era andato.
Quindici
giorni dopo l'inizio del suo lavoro entra nel locale un ragazzo alto,
riccio, con gli occhi verdi, dall'accento inglese e dannatamente sexy
che si lamentava del suo pies dalla
pasta brisè troppo salata.
Venti
giorni dopo Louis e il riccio sexy stavano amabilmente parlando
davanti una tazza di tè.
Un
mese dopo il riccio sexy, Harry, era nel letto di Louis e dormiva
profondamente dopo una nottata di sesso.
Tre
mesi e mezzo dopo il riccio sexy tornò in Inghilterra.
Quattro
mesi dopo Louis è di ritorno a casa e non perché
l'avessero licenziato.
Quella
mattina non aveva proprio voglia di alzarsi, aveva già
programmato tutto per quella giornata: dormire fino all'ora di
pranzo, pretendere il pranzo in camera e poi continuare a dormire
finché quella giornata non fosse terminata.
-Louuuuuuuuuuuuuuuuis
il telefono.- ma ecco che sua madre rovina i suoi piani, apre la
porta della sua stanza, rovina l'oscurità della sua camera e
gli lancia il telefono vicino al viso rischiando pure di colpirlo.
-Spero
che tu abbia una ragione valida per interrompere il mio sonno,
comunque ciao.- antipatico e molto impaziente, perché se non
fosse una cosa di vitale importanza non sarebbe più
responsabile delle sue azioni.
-Ciao
Lou.-
-Harry.-
era un sospiro il suo, oggi lo sentiva che era proprio una merda.
-Ti
facevo a Sydney a migliorare la tua pasta brisè.- e rise e
Louis cerca di immaginarlo mentre lo fa, perché ricorda ancora
quelle fossette e quel sorriso e poi i suoi occhi e ricorda di come
ogni volta il suo cuore accelerasse la sua corsa.
-Ho
mollato, non sono abbastanza bravo.- si era alzato e si era messo
seduto, fissava un punto indefinito della sua stanza e aspettava con
ansia la risposta.
-A
me piaceva la tua cucina.- e stavolta a sorridere fu lui, forse è
proprio Harry uno dei motivi per cui Lou continuava a cucinare; era
una delle poche cose che ancora erano rimaste in lui, una di quelle
che non lo stancavano come le altre.
-L'altro
giorno mentre sognavo mi è venuta in mente Hobart.-
-Non
sono di Hobart.-
-Lo
so, ma ami il mercato di Salamanca.-
-Questo
è vero.- era piacevole parlare con Harry, certo sarebbe stato
meglio averlo davanti, ma se lo avesse avuto davanti non sarebbe
stato responsabile delle sue azioni.
-Ho
scritto una pagina, poi l'ho riadattato perché mi sono
ricordato che oggi sarebbe stato un anno e avrei voluto tanto
mandartela quella pagina.-
-Perché
non lo hai fatto?.- Louis sapeva delle strani abitudini di Harry,
sapeva che si alzava all'alba e che faceva colazione sul tetto e che
amava sognare; sapeva che prendeva nota di una città che gli
veniva in mente e poi scriveva.
-Perché
è l'unico pezzo di te che ho qui con me.-
Ennesima
Larry dal titolo assurdo.
Magari
è un ennesimo delirio, ma avevo così tanta voglia di
scriverla; non aggiungo altro, vorrei solo che questo lavoro venisse
apprezzato, ma non sarà così …
Notte.
Love. Larry.
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