Un
dolore lancinante lo colpì
al petto. La
vista si annebbiò. Si accasciò a terra,
prendendosi tra
le mani il volto, una maschera di sofferenza indicibile.
Il
cuore perse un battito mentre la consapevolezza di ciò che
era
accaduto si faceva strada dentro di lui, lacerando ogni cosa al suo
passaggio...lasciandolo come un guscio vuoto, incredulo...morto.
Avrebbe
voluto versare calde lacrime ma il suo corpo non voleva saperne di
ascoltarlo, gli impediva ogni movimento, gli negava di sfogare tutta
la rabbia che gli ribolliva dentro urlando...
Intorno
a lui, gli altri parlavano, piangevano, cercavano conforto...ma a lui
tutto questo era negato.
Alzò
il viso e incontrò lo sguardo incredulo di John, un uomo a
pezzi, sconvolto dal dolore... in lacrime, eppure in cerca di una
risposta da lui. Una risposta che non sapeva dargli, non poteva
dargli o forse non voleva perché in quel preciso momento il
tempo riprese a girare e con esso arrivò il suo urlo
straziante.
Il
giorno prima
Erano
di fronte alla fine della storia.
Malcolm
avrebbe pagato per tutto il male che aveva commesso, per aver cercato
di traviare Thea e convincerla ad uccidere Oliver, per aver fatto del
male alle persone che amava e aver ucciso così tante persone
innocenti.
Era
stato catturato ma i suoi scagnozzi circolavano ancora liberi per le
strade della città.
La
resa dei conti era vicina.
Ora
sua sorella era di nuovo al suo fianco e, conoscendo la
verità
sull'identità di Arrow, il loro rapporto sarebbe cresciuto e
migliorato. L'avrebbe protetta.
Roy
era tornato il giovane tenace ed intraprendente di prima, ma l'amore
lo aveva reso più prudente e maturo e perfetto per il ruolo
di
collaboratore che Oliver aveva sempre sognato per lui.
John
era sempre al suo fianco, nonostante Layla avesse da poco partorito
sua figlia, pronto ad aiutarlo nella lotta contro il male.
L'ultimo
tassello del diabolico piano di Malcolm era stato scoperto grazie a
Felicity.
La
sua Felicity.
Quella
donna così forte e ostinata da sapergli tener testa, quel
genio indiscusso dell'informatica che nessuno poteva eguagliare. La
stessa donna a cui mesi prima aveva detto Ti Amo, lasciando che
credesse fosse soltanto un piano per sconfiggere Slade. La stessa
donna a cui aveva ammesso di tenere come ad un'amica, una sorella,
imbastendo una serie infinita di menzogne e stratagemmi soltanto per
convincerla a stargli lontano. La stessa donna che l'aveva visto
tornare da Laurell e cercare con lei di farsi una vita. La stessa
donna di cui si era perdutamente innamorato, in silenzio, e alla
quale, come un codardo, aveva rinunciato.
-Se
davvero Malcolm ha piazzato delle bombe...di nuovo...in
città,
dobbiamo sbrigarci a trovarle. Non sappiamo se le informazioni che ci
ha fornito Thea siano esatte...-intercettando lo sguardo arrabbiato
di Roy-...non perché non mi fido di lei, cioè io
non mi
fido, ma...-prendendo un profondo respiro la ragazza riprese a
parlare-...potrebbe aver deliberatamente mentito per depistarci. Ma,
fortunatamente, i nostri amici dell'Argus, amici per modo di dire
visto che sono più le volte che cercano di farci fuori...
-Felicity!
-Scusa.-mortificata
dalla sua solita e inutile parlantina, e dal tono sbrigativo di
Oliver.-Dicevo...Grazie a loro, sono riuscita a localizzare le bombe,
due per la precisione, ho le coordinate.
-Sento
che c'è un ma.-John se ne stava a braccia conserte di fronte
al gruppo, teso e pronto a scattare per difendere la sua famiglia.-Ho
chiesto a Layla di lasciare Starling City ma non riuscirà a
farlo, la bambina non può essere dimessa.
-Tutto
bene?
-Si,
Felicity, grazie, è per precauzione. Quindi dimmi
qual'è
il problema.
-Il
problema è che ci sono gli uomini di Merlin ancora in giro,
quindi voi dovrete occuparvi di loro mentre io mi occupo delle bombe.
-Non
pensarci neanche!-Oliver tuonò, facendo sobbalzare la
ragazza
che gli era accanto.-Non ti avvicinerai a quelle cose. Niente
obbiezioni.
-Nessuna
obbiezione solo fatti. Tu, John, Roy e compagnia bella dovete
impedire altri danni. Ho già disinnescato bombe e poi ho un
aiuto speciale.
I
due uomini si guardarono perplessi.
-Anatoli!-esclamò
la donna.-E' ancora in città, l'ho contattato...
-Tu
hai fatto cosa? Felicity, Anatoli è parte della mafia russa
tu
non...
-Moriranno
altri innocenti Oliver. Farò tutto ciò che mi
è
possibile per evitarlo e tu...voi farete lo stesso. Senza
discussioni, sono stata chiara?-spostando lo sguardo dall'uno
all'altro con fare convinto.-Ok, ricapitolando il piano: voi ragazzi
vi occuperete dei problemi in città. Io e il tuo amico della
mafia disinnescheremo le bombe e, prima che possiate dire qualsiasi
cosa, ho contattato Caitlin a Central City...
Perchè
il suo corpo reagiva così male ogni volta che sentiva
pronunciare Central City? Oliver non riusciva a capirne il motivo. Il
piano era allontanarla e Barry sarebbe stato perfetto per quello
scopo. Ma prima l'inferno avrebbe dovuto gelare.
Perso
nei suoi pensieri, non sentì l'amico.-Cosa?
John
lo squadrò divertito beccandosi una frecciatina dall'arciere.
-Dicevo
che sembra un piano perfetto, non credi?-ora sorrideva apertamente.
-Ripetimelo,Felicity...per
favore.-cercando di essere meno aggressivo.
-Se
qualcosa dovesse andare storto, la nuova macchina ideata dagli
StarLab creerà una barriera in grado di indebolire le onde
d'urto delle bombe, in modo da poter restringere il campo d'azione
delle esplosioni e salvare più vite possibili. Nel frattempo
il Detective Lance e la sua squadra evacueranno le aree circostanti
le coordinate degli ordigni. In un modo o nell'altro salveremo delle
vite stasera.
Il
suo sorriso era contagioso, ma non poteva permettere ai suoi
sentimenti di complicare le cose ancora di più. Presto o
tardi, Felicity avrebbe scoperto che aveva rotto con Laurell e, a
quel punto, sarebbero tornati al punto di partenza.
Lui
non poteva stare con la donna che amava, doveva proteggerla a costo
di dover far soffrire entrambi. Era giusto così, continuava
a
ripetesi.
-Io
naturalmente me la svignerò il prima possibile. Cronometro
alla mano...-giurò con fare sornione, cercando di convincere
gli amici.-Me la darò a gambe legate e Anatoli
farà lo
stesso, non appena avremmo accertato che il macchinario funziona,
anche senza aver disinnescato le bombe...Giuro.
Né
Oliver né tanto meno John sembravano particolarmente
convinti,
ma conoscevano i rischi che correvano tutti i giorni e avrebbero
lottato fino alla fine.
-Ok,
ma ti voglio lontana dalla zona di pericolo al più presto,
intesi?
-Agli
ordini, capo.
Gli
mancavano le sue battute senza senso e le sue allusioni, ma le cose
erano cambiate tra loro. Come aveva sperato, pian piano i rapporti
tra loro si erano freddati, in un certo senso. E questo faceva un
male infernale.
Anatoli
fu avvertito del piano e tutti presero posto.
Laurell,
consapevole del pericolo, si era dichiarata disposta ad aiutare ma
Oliver non poteva permetterlo, era ancora troppo inesperta, non
poteva permettersi il lusso di preoccuparsi della sua
incolumità
durante la guerriglia, così le aveva chiesto di collaborare
con suo padre per l'evacuazione, insieme a Thea.
L'atto
finale era cominciato.
Mentre,
da un parte, Oliver, John e Roy neutralizzavano i pochi nemici
rimasti in giro per la città, il detective Lance si occupava
dei poveri cittadini di Starling City e del loro allontanamento.
Felicity
arrivò alle coordinate della prima
bomba. Era un edificio abbandonato nel centro della città.
-Signor
Knyazev,
mi sente?
-Forte
e chiaro, signorina Smoak.-l'uomo rispose all'auricolare con suo
strano accanto.-Lei è una donna estremamente coraggiosa. Lo
sa?
-Grazie,
ma non sto facendo niente di speciale.
-Disinnescare
bombe non è speciale? Coraggiosa e divertente aggiungerei.
Felicity
non poté evitare di sorridere, quell'uomo si era dimostrato
molto disponibile durante il viaggio a spiegarle come occuparsi
dell'ordigno e sentiva di potersi fidare di lui nonostante non lo
conoscesse.
-Sto
cercando di contattare la mia amica per essere sicura che tutto fili
liscio.
-Come
funzionerebbe questa barriera?
Mentre
parlavano, entrambi si addentrarono nei rispettivi edifici in cerca
delle bombe.
-Tramite
uno dei satelliti orbitanti sulla nostra città, Caitlin
creerà
un campo elettromagnetico in grado di bloccare...oddio,
speriamo...l'onda d'urto.
-Perché
allora noi siamo qui?
-In
caso il prototipo non funzionasse e dovesse essere necessario
impedire l'esplosione.
-Prototipo...bene...moriremo
tutti.
-No,
mi fido di lei, di loro....sono in gamba quei ragazzi... Trovata!
Felicity
si trovò davanti all'ordigno, posto su un specie di rialzo
del
pavimento, come se qualcuno avesse voluto metterla in mostra. Intorno
non c'era nulla, la stanza era vuota.
-Anatoli,
l'ho trovata...
-Anch'io...
Perfetto
e ora non restava che pregare che il piano funzionasse.
Nel
frattempo, gli altri avevano adempiuto ai loro compiti. La
città
era deserta. I nemici sconfitti.
Oliver
tirò un sospiro di sollievo vedendo discendere sulla sua
città
un leggero manto di staticità.
-Ha
funzionato!-Roy sembrava al settimo cielo.
John
sorrise e cercò l'amico per rassicurarlo.-Piano perfetto,
per
una donna perfetta.
Arrow
sbuffò consapevole dell'allusione ma cosciente di quanto
fosse
vero. Quella donna era incredibile.
Click.
Un lieve rumore sotto il tacco le riportò alla mente quel
giorno sull'isola e un brivido le percorse la schiena.
-Anatoli,
fermo!-intimò in preda all'ansia.-Non si avvicini...la bomba
è
posizionata al centro della stanza per un motivo. Tutt'intorno, sotto
al pavimento, ci sono delle cariche.
Il
russo si fermò e contemplò il locale.-Credo le
cariche
siano collegate alla bomba come un'enorme mina antiuomo. Se ne
calpestiamo una attiveremo la bomba. Complimenti, come l'avete
capito?
Dall'altra
parte silenzio.
-Felicity,
tutto ok?-ora era preoccupato.
-Ne
ho calpestata una.
Terrore,
ecco cosa provava in quel momento, terrore puro. Stava per morire.
-Ok,
non si muova, avverto Oliver e ...
-No.
Esca dall'edificio e si allontani dal raggio d'azione. E' evidente
che la barriera funziona.-cercava di essere calma ma...non voleva
morire, non così, non senza...
Oliver.
Un solo pensiero nella mente, sempre e soltanto lui. Lo amava ancora,
nonostante lui l'avesse allontanata e le avesse chiaramente detto che
non l'amava. Non gli credeva però. Non gli aveva creduto
neanche quando lo aveva visto tornare con Laurell, ma era successo e
lei aveva pensato di morire dal dolore ma gli era rimasta accanto,
sempre e comunque. Lo amava e non avrebbe potuto mai dirglielo.
-Felicity
non posso lasciarla là da sola. Se mi...
-No,
se avverte Oliver, lui cercherà di venire qui e sarebbe
inutile, lo sa anche lei. Non arriverebbe in tempo. Il timer
è
partito e segna 6 minuti.
Il
tono della sua voce sembrava freddo e determinato ma dentro la paura
la stava logorando.
-Non
posso farlo...
-Si,
invece. Vada. Ora!
Il
suo timer non era partito, questo avrebbe diminuito i danni.
Felicity
lo pregò ancora e, alla fine, l'uomo capitolò.
Corse
nella notte, a bordo della sua auto, cercando di allontanarsi il
più
possibile.
-Felicity?
Tutto ok, potete rientrare, la barriera funziona.
La
voce di Roy ruppe il silenzio, scuotendola dal suo torpore. Calde
lacrime le rigarono le guance mentre lo sguardo cadeva nuovamente sul
timer. 4 minuti.
-Felicity?
Questa
volta era stato Oliver a chiamarla. Avrebbe dovuto rispondere, lo
sapeva, ma non si sentiva pronta. Non ancora a dirgli addio.
-Felicity,
rispondi! Anatoli?-il tono era terrorizzato ora, riusciva a
percepirlo.
-Sono
fuori dalla portata dell'esplosione.-fu la secca risposta del russo.
-Felicity?-ora
implorava.
-Ci
sono.
Soltanto
due parole, ma così difficili da pronunciare.
-Dove
sei?
Silenzio.
3 minuti.
-Mi
dispiace.
La
voce un lieve sussurro e il terrore puro s'impossessò di
lui.-Dove sei, Felicity?
Ancora
silenzio assordante.
John
e Roy, accanto a lui, raggelarono consapevoli del dramma che si stava
svolgendo.
Li
avevano raggiunti anche Thea e gli altri e si erano radunati oltre il
ponte che portava fuori dalla città.
Oliver
fece un passo avanti come a voler colmare la distanza con Felicity ma
qualcosa lo bloccò. Il suo corpo smise di collaborare e un
freddo gelido lo immobilizzò.
-Felicity?-quasi
una preghiera.
-Ho
azionato la bomba. Non posso muovermi.
No.
Non stava accadendo davvero. Lei doveva essere al sicuro, per questo
non si era permesso il lusso di stare con lei, di ammettere i suoi
sentimenti...per proteggerla.
-Mancano
meno di 2 minuti, Oliver....mi dispiace.
Riusciva
a percepire il suo respiro irregolare, cercava di stare calma...la
sua guerriera. La sua donna. Ma le lacrime arrivarono presto e questo
gli tolse il respiro. Sentiva la sua paura perché era anche
la
sua, il suo dolore perché lo stava lacerando dentro ed era
impotente. Impotente mentre l'unica donna davvero importante della
sua misera vita stava per morire.
-Felicity...
Perché
le parole si rifiutavano di uscire? Perché continuava ad
essere un codardo?
-Oliver...io
ti...
L'esplosione
fu assordante. La città fu pervasa da una scossa gigantesca
che si infranse sulla barriera elettromagnetica.
Era
tutto finito.
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