Come facevi da bambino

di LemonCloud
(/viewuser.php?uid=457160)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Prima storia. Non è un gran che ma mi serve per prendere dimestichezza con il sito. Grazie in anticipo per chiunque si fermi a leggere.

Come facevi da bambino

Il mare è sempre il mare.

 Quando arrivi proprio all’imboccatura della passeggiata che costeggia la spiaggia subito riconosci quel paesaggio.

Quando eri bambino ti piaceva venire a giocare qui d’estate. Quando era ora di tornare a casa tu protestavi finché tuo padre doveva prenderti in braccio o trascinarti.

Da ragazzo avevi portato qui la tua prima fidanzata e proprio su quella spiaggia le avevi dato il tuo primo bacio.

I ricordi riaffiorano rapidi, ti tornano alla mente i momenti passati su quella costa.

Come a fare da ambientazione per quel salto nel passato, l’odore del mare, quel misto di salsedine, alghe, vento e crema solare ti sale alle narici. 

Non c’è nessuno, nemmeno sul lungomare. Intorno a te soffia una brezza fresca e il rumore delle onde che si infrangono sulla sabbia fa da colonna sonora ai tuoi pensieri, seguendo il loro ritmo.

O forse sono i tuoi pensieri a seguire quel ritmo fresco e rilassante.

Quando ancora abitavi lì, ogni giorno ragazze e ragazzi di ogni età si rincorrevano sulla spiaggia e si schizzavano ridendo.

Nemmeno un ombrellone. Con questo tempo significa solo che anche questo luogo della tua infanzia è passato di moda.

Lasci libera la tua mente, mentre con le dita percorri il bordo freddo e ruvido del muretto.

Come inconsapevolmente guidato, svolti a destra, dove il muretto si interrompe, e inizi a scendere le scalette di pietra. Ti fermi sull’ultimo gradino, come hai sempre fatto, e ti togli calze e scarpe.

Hai sempre adorato la sensazione dei granelli di sabbia sotto le piante dei piedi.

Sempre animato da un istinto sconosciuto - ormai hai deciso che sia proprio l’istinto a fare da capo in questo ripercorrere le tappe della tua infanzia - ti avvicini alla riva e cammini nell’acqua. Man mano ti allontani dal bagnasciuga.

Ora l’acqua ti arriva alle ginocchia, facendoti rabbrividire e rischiando di bagnare i pantaloni tirati su con le sue ondine.

Quasi improvvisamente ti giri su te stesso e torni nel punto in cui hai lasciato le scarpe. Non sei più padrone di te stesso mente ti sfili pantaloni e maglietta per poi correre in acqua in mutande. Come facevi da bambino.

La sensazione dell’acqua ghiacciata sulla pelle è rigenerante.

Cominci a nuotare verso il largo e, tra una bracciata e l’altra, pensi che non sei poi così cambiato.






Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2675067