Tra le stelle

di Elly J
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Capitolo 16 - Fantasmi dal passato

Connor arrivò alla tenuta bagnato fradicio. L'umidità le era penetrata fin dentro le ossa e dei brividi avevano iniziato ad infastidirlo. Ma non gli importava. Non ora.
Sistemò Hidalgo al coperto nella stalla e, dopo aver sistemato un po' di fieno accanto all'animale, si diresse a passo deciso verso la tenuta.
Troppi misteri, troppe domande, troppi guai.. Connor doveva mettere a posto quella situazione e c'era un unico modo per farlo.
Quando l'indiano aprì la porta d'ingresso della casa si ritrovò di fronte Achille. Sembrava che il vecchio lo stesse aspettando.
- Dobbiamo parlare. Ora. - disse Connor con un'espressione serissima.
- Lo so. - rispose Achille con voce calma. Poi si girò e iniziò a camminare con passo incerto lungo il corridoio. - Vieni. Ora saprai chi è veramente Scarlet.
 
 
 
***
 
 
 
Non parlarono per molto. Anzi, ad essere precisi parlarono per pochissimo tempo.
Per tutta la durata del loro breve dialogo Connor fissò Achille con un espressione che vagava tra il sorpreso e l'arrabbiato. Perché quel vecchio non gli aveva mai parlato di tutta quella storia? Perché non aveva mai accennato a Scarlet?
- Ora conosci tutta la faccenda. - disse Achille alla fine della sua spiegazione.
Connor lo fissò duramente. - Perché non mi hai mai parlato di lei?
Achille diede alcuni colpi di tosse. - Perché non ce n'era motivo. Se i Templari non l'avessero trovata non ti avrei mai accennato nulla di questa storia.
Connor vagò con lo sguardo nello scantinato della tenuta e si fermò sui quadri dei Templari attaccati alla parete di fronte a lui. Sopra alcuni quadri era stata incisa una grande X rossa, segno che indicava la morte della persona raffigurata. Molti di quei Templari li aveva uccisi lui, ma alcuni anche Achille.
In particolare uno era stato ucciso dal vecchio. Il padre di Scarlet.
- Chi era la madre? - chiese Connor tornando con lo sguardo su Achille.
- Non lo so. E' morta dando alla luce Scarlet, o Ginevra, come la si vuol chiamare. - il vecchio fece una pausa, poi continuò. - Kian Hinchinghooke era un gran bastardo, il classico Templare. Amava molto andare a donne, quindi la madre di Scarlet potrebbe essere stata una nobildonna come una serva.
- Dove è nata Scarlet?
- Inghilterra, Londra per essere precisi.
Connor assunse un'espressione pensierosa. - In ogni caso ha riconosciuto la figlia.
Achille annuii. - La nostra ragazza prima di chiamarsi Scarlet era registrata come Ginevra Hinchinghooke. Quindi sì, l'ha riconosciuta.
Per alcuni secondi nessuno dei due parlò, come se ognuno dovesse fare i conti con i propri pensieri interiori. Fu Achille a rompere quel silenzio carico di ricordi.
- Venni mandato a Londra per uccidere Kian. A quel tempo era uno dei Templari più pericolosi in circolazione, veniva temuto in diverse parti del Regno Unito, ma anche in Italia, Francia, Spagna e via dicendo.
- Un personaggio di spicco, insomma. - commentò Connor.
Il vecchio annuii. - Esatto. Non sapevo avesse una figlia, e a quanto pare lo sapevano in pochi. - fece una piccola pausa, come se i ricordi li opprimessero il petto. Poi, con voce spezzata, continuò. - Ricordo ancora bene il giorno in cui lo uccisi. Avevo rimediato diverse ferite, alcune anche abbastanza gravi, ma non mi importava. Quel maledetto era morto. Stavo per lasciare la sua abitazione quando sentii dei leggeri passi dietro di me. Mi girai.. - Achille si fermò ancora e prese un bel respiro. - Una piccola bambina di circa 5 o 6 anni mi stava fissando con due enormi occhi viola. Mi chiese dove era suo padre e non ricevendo alcuna risposta da parte mia si mise a piangere.
Connor fissò il suo Maestro quasi con tenerezza.
- Era così piccola, indifesa. Cercava il suo papà, lo cercava. E suo papà era quell'uomo che avevo appena ucciso senza alcuna pietà. - Achille si appoggiò al suo bastone e abbassò lo sguardo scuotendo la testa. - Ringrazio solo che lei non ricordi quell'avvenimento. - concluse poi il vecchio.
Connor continuava a guardare il suo Maestro. Doveva soffrire molto ricordando quella brutta storia. - Quindi la portasti con te? - chiese dopo l'indiano.
- Sì, non potevo di certo lasciarla da sola, ma non potevo nemmeno farle da padre. Così una volta tornato in America la affidai ad una amica che lavorava in un orfanotrofio. Andai a trovarla diverse volte, mi sentivo in qualche modo legata a quella bambina. - Achille alzò lo sguardo e lo posò sul quadro di Kian Hinchinghooke solcato dalla grossa X rossa. - Era colpa mia se aveva perso il padre e soprattutto era colpa mia se da quel momento avrebbe dovuto vivere come un'orfana. Ordinai alla mia amica di cambiarle il nome e di eliminare tutti i suoi certificati di nascita. Nessuno doveva scoprire di chi era figlia.
Connor posò lo sguardo su un altro quadro non ancora solcato dalla X rossa, vicino a quello di Kian. - A quanto pare non è servito, i Templari l'hanno trovata. - disse poi.
Achille guardò il suo allievo. - Non so come, ma ci sono riusciti.
Connor scosse leggermente la testa. - Ma perché la vogliono?
Achille sospirò. - E' pur sempre la figlia di un Templare, ma non un Templare qualunque. Qui il punto è proprio il legame di sangue con Kian Hinchinghooke, un Templare che nessuno dimenticherà molto facilmente.
Connor rimase in silenzio, fissando il quadro vicino a quello di Kian.
- Connor. - disse ad un certo punto Achille con voce grave.
L'allievo si girò verso il suo Maestro.
- Promettimi che la troverai e che non permetterai che i Templari la prendano.
Connor fissò negli occhi Achille. - Te lo prometto.
Il vecchio annuii stancamente, poi si avvicinò a Connor. - Promettimi anche che non le racconterai nulla di tutta questa storia. Lei non deve sapere. Non deve.
- Te lo prometto, Maestro.
Achille fissò il suo allievo. - Ora va, trovala e riportala qui.
Connor annuii con convinzione. Diede un ultimo sguardo al quadro non ancora solcato dalla X rossa e poi risalì le scale dello scantinato con velocità.
Avrebbe trovato e protetto Scarlet ad ogni costo.




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