Convinzioni

di Vulcania
(/viewuser.php?uid=9769)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Convinzioni

CONVINZIONI

 

 

Le convinzioni sono patate.

Sono commestibili e rotonde, e non portano da nessuna parte.

Le giri e le rigiri fra le dita distrattamente,

e non cambiano mai. Il sapore è quello, la forma è tutto.

Sarebbero buone se non fosse che sono scadute da secoli.

Questa l’aveva già detta qualcuno. Non ci si può mai fidare

delle convinzioni; non sai mai se ti entrano nella testa per cambiare proprietario o se le hai create dal nulla.

Bisognerebbe chiudersi in una stanza buia. Tabula rasa. Di chi era questa? Bisognerebbe alzarsi la mattina e uscire senza lavarsi per il puro gusto di veder scappare le persone.

Bisognerebbe andare in giro con le ciabatte, la destra al piede sinistro e la sinistra al piede destro, e disegnarsi una svastica dentro una falce, e per simpatia abbinarci una stella nera.

Bisognerebbe fumare dal naso e mangiare dalle orecchie, e mettersi una sciarpa sulla spiaggia.

Bisognerebbe guardare i Teletabbies con una tuta rosa addosso e un corno che ci trafigge il cranio, in una stanza pitturata di rosso.

Bisognerebbe sostituire le patate con un piatto di carne al sangue.

Di sicuro non è scaduto un secolo fa.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=268183