Quante volte mi sono guardata
allo specchio e ho rivisto il mio volto?
In tutti questi anni ho perso il
conto.
I miei occhi mi rivolgono la mia
stessa espressione. Sorrido con le mie labbra rosse che riempiono il mio volto.
I capelli voluminosi mi ricadono dolci sulle spalle.
Il trucco è leggero e quasi
invisibile.
Mi aggiusto il colletto della
camicia, infilata nei pantaloni, ed esco dal bagno.
Scendo le scale di corsa,
trattenendo a fatica la felicità che sento uscire da tutti i pori.
Ho voglia di urlare, di
strepitare al mondo intero quanto mi piace il ragazzo con cui sto per uscire.
Voglio che tutto il mondo sappia che è lui il ragazzo che voglio per sempre al
mio fianco. Lo voglio sentire mio per sempre. Lo amo e so che è vero. So che
questi sentimenti sono veri, sentiti.
Le scale, i muri, tutto mi separa
da lui.
Corro. Devo correre ancora di
più. Le mie scarpette da ginnastica me lo permettono, cosa che non avrei potuto
fare se avessi messo quelle bellissime scarpe col tacco.
Ho una voglia matta di arrivare
da lui.
Ecco, dopo questo passo sono
finite le scale.
Sento il pavimento girare sotto
di me, e cadere fin troppo. Un terremoto, una voragine. Sta cadendo il
mondo.
Caccio un urlo spaventato.
- Bella!- sento due voci maschili
preoccupate arrivare dal salone.
Batto il piede per terra e vengo
portata giù dalla gravità, maggiore di quanto mi fossi immaginata.
Lentamente mi alzo e ingoio la
saliva.
Sono una stupida! Cadere in
questo modo. Avrei potuto fargli del male, e non sto scherzando.
Vedo Edward correre e arrivare
prima di Charlie a soccorrermi.
Mi prende con le sue mani gelide.
Rabbrividisco per quel tocco. Lo guardo.
Ha un viso preoccupato.
Mi porto una mano sul grembo,
leggermente rigonfio, e porto l’altra su una sua mano poggiata sulla mia
guancia.
Mi perdo nelle iridi dorate del
mio ragazzo.
Edward.
Un vampiro speciale, un ragazzo
speciale. Padre del nostro bambino.
Sorrido. Non voglio vederlo così
preoccupato. Devo stare attenta. Un bambino non è una scemenza! E io a volte
sembro ancora una bambina. Non mi sembra vero che qualcosa si sta muovendo nel
mio grembo.
- Bells, cara, tutto bene?-
Charlie, con il suo volto
imbruttito dalle rughe mi guarda preoccupato da sopra una spalla marmorea di
Edward.
Annuisco.
Che dolci a preoccuparsi di me.
Corrugo la fronte. Siamo sicuri che si preoccupano per me, o lo fanno per il
bambino che porto?
Ma evidentemente io sono proprio
una cretina! Mi pare che con quello che ho passato un poco non si preoccupano
per me?
Tre mesi lottati e sudati, tre
mesi in cui il mio bambino, il nostro
bambino ha iniziato a svilupparsi, tre mesi durante i quali mi dicevano di non
essere pronta.
Sono sempre la solita Isabella
Swan, un po’ sbadata, ma alla fine sono determinata fino all’inverosimile.
Ho lottato per avere mio figlio.
E ora non me lo lascio andare via così.
- Tutto bene, papà- gli rispondo
da sopra la spalla di Edward.
Torno poi a dare tutta la mia
attenzione al mio ragazzo, al padre di mio figlio.
- Sono pronta ad andare-
Lui mi prende in braccio.
Ehi, non scherzo! Cavoli, mi ha
preso in braccio, come ogni tanto fa lui.
Mi aggrappo al suo petto grande e
freddo. Sorrido soddisfatta. Nostro figlio avrà un padre dolce e premuroso,
anche se molto possessivo. Sa però quando stare al suo posto.
Stammi accanto Edward.
Una volta nato, lui avrà una
madre come suo padre.
Saremo due vampiri, e lasceremo
crescere nostro figlio nel migliore dei modi.
Mi rattristo quando ripenso a
Jacob. A lui sarebbe piaciuto conoscere mio figlio, anche se avrebbe avuto molto
da ridire sul padre, ma in fondo avrebbe riso e pianto con me. Mi manca tanto
accarezzare quel grande cane-lupo nel quale si trasformava.
Aggrappata al collo di Edward,
con una mano affondata nei suoi capelli morbidi e rossicci, mi pare di
intravedere il mio vecchio amico di ritorno dal limbo.
Questo, però, so che è
impossibile.
- Non farmi prendere più quello
spavento- mi dice Edward.
Senza neanche pensarci, gli
rispondo: - Quale?- e lui mi guarda con un volto adirato.
Io sorrido divertita e mi sporgo
per baciargli le labbra. Sono fredde, come al solito, ma sanno di lui. Chiudo
gli occhi, perché sento che tutto combacia, ogni tassello della mia vita ritorna
al proprio posto, dopo essere stato sconvolto di tanto in tanto.
Ma siamo sicuri che ora tutto è
tranquillo?
Sento Edward fermarsi e
irrigidirsi tutto quanto.
- cosa c’è?- chiedo
preoccupata.
Lui mi stringe a sé, ma io mi
dimeno. Voglio mettere i piedi a terra, maledizione!
- Fammi scendere!- ordino,
adirata.
Lui mi guarda come se fossi
colpevole di averlo accoltellato, ma mi fa mettere i piedi per terra.
Mi guardo attorno. Per un attimo
penso che qualche vampiro è in agguato, pronto a succhiare il sangue a me e a
nostro figlio.
Un’ombra.
Mi accorgo che c’è un’ombra tra
gli alberi.
Ecco, lo sapevo io! Un vampiro
maledetto!
Mi sposto dietro Edward. Tanto
c’è lui che mi protegge. E se dovesse farsi male? E in casa c’è anche Charlie!
E’ una situazione sconveniente! Se Edward dovesse mostrarsi per quel che è e
Charlie dovesse vederlo, di sicuro proverebbe ad ammazzarlo, mi farebbe abortire
e mi proibirebbe di lasciarmi uscire finché non muoia.
L’ombra si sposta molto
lentamente. Lascia che un raggio del sole pomeridiano lo illumini. E io
finalmente lo riconosco.
Ora so perché Edward faceva tanto
l’esasperato, ma mi ha lasciato scendere.
Era solo…non solo! Che solo! Era
lui! E’ lui!!
- Jake!- esclamo, correndogli
incontro.
Erano mesi che non lo vedevo.
Avevamo avuto una discussione sulla mia convinzione di avere un bambino da
Edward. Non era d’accordo. Era molto arrabbiato.
Pensavo di non rivederlo più. E
invece eccolo là, di fronte a me, con il suo sorrisino e l’aria da cagnolino
scodinzolante.
Non m’importa che se corro e cado
mi faccio male.
Voglio Jake, voglio sentirlo
vicino come non mai. E’ il mio Jacob, quello che quando voglio con tutte le mie
forze, quello di cui quando ho bisogno, eccomelo spuntare davanti con un
sorrisetto bastardo e innocente allo stesso tempo.
E’ Jacob. E’ proprio lui.
E me ne accorgo sentendo la sua
pelle bollente sotto i suoi e i miei vestiti. È lui, con i suoi capelli lunghi
solo perché piacciono a me. È lui che mi abbraccia come se fossi un pupazzetto.
Voglio urlare e ridere e
piangere. E a piangere ci riesco.
- Oh, Jacob!- non faccio altro
che ripetere, quasi come se potessi tenerlo stretto a me per sempre.
So che lui non se ne andrà mai. E
c’è sempre, anche quando lo maltratto, anche quando gli dico che non voglio più
vederlo. C’è.
E’ questa la mia vita.
Il puzzle è stato di nuovo
mandato in frantumi, ma, ehi!, chi se ne frega! I puzzle si ricostruiscono con
un po’ di buona volontà. E posso sempre farmi aiutare da Jacob ed Edward.
Ragazzi, non sentite la felicità
che provo?
Edward mi tocca la schiena e
guarda cattivo Jake.
No, Edward, non guardarlo male.
Lui non ha fatto niente di male. Nessuno ha fatto niente di male.
- Voglio che mio figlio viva con
tutti e due voi- sussurro tra le lacrime.
Entrambi però lo sentono e mi
guardano stranita, come se avessi qualche rotella spostata.
E rido.
Tanto vinco io.
Così come ho bisogno io di
entrambi, così mio figlio avrà bisogno del padre e dello zio.
Papà Edward. Zio Jacob.
Mi piace, ma ancor di più essere
chiamata mamma e tenere al mio fianco le persone che più amo al mondo: mio
figlio, il mio prossimo marito, e il mio amico di sempre.