Los Angeles changed my life

di LogieLos_btr
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Non ci posso credere. Sta succedendo di nuovo. Perché a me?” penso, con la testa appoggiata al finestrino dell’auto di famiglia.
Il mio terzo trasferimento in due anni. Adesso basta,dopo questo non avrei permesso che i miei mi rovinassero la vita per la terza volta!
Mentre vago con la mente in questi pensieri,mi addormento. Dopo tre ore di viaggio che mi pargono interminabili :“Katia svegliati,su siamo arrivati!”
Ah a proposito, mi chiamo Katia Johnson, ho appena compiuto 16 anni. Non sono molto alta, ho i capelli e occhi castano scuro, quindi una normale ragazza. Ma ho una passione che altre ragazze al solo pensierorabbrividiscono di ribrezzo: amo giocare ad hockey e a football. Lo so,lo so è…strano, ma a me piace!
Scesa dalla macchina, tutta assonnata, mi guardo intorno: sono a Los Angeles!
Mi fiondo dentro la casa: spaziosa e comoda proprio come l’ho immaginata!
Mentre sto per salire al piano di sopra papà mi blocca: “Katia! Dai una mano a portare questi scatoloni!”
Di malavoglia vado verso i miei, impegnati con un mucchio di pacchi.
Prendo tutti gli scatoloni che riesco a potare e li lascio nell’ingresso,e così continuo finchè gli scatoloni non sono finiti.
Sono le 23:30 e sto per crollare dal sonno.
Do la buona notte ai miei e vado nella mia camera dove mi distendosu un materasso di fortuna. Dopo aver guardato per un po’ il soffitto mi addormento con ancora i vestiti addosso.
Lo squillo della dannata svegliami fa saltare di soprassalto. Mi alzo e guardo l’ora: 7:20. Ho solo più di mezz’ora per prepararmi e andare a scuola!
Apro l’armadio dove mamma ha sistemato i mei vestiti,scelgo un paio di jeans chiari, una maglietta sul blu, e un paio di Converse basse nere, vado in bagno volando e dopo 15 minuti sono pronta. Scendo di volata le scale e trovo mamma e papà intenti a svuotare gli ultimi scatoloni.
“Giorno” dico io.
“Hai fatto veloce!”dice papà.
“Dov’è la colazione? Ho fame!”
“E’ sul tavolo in cucina”.
“Okaay”
Mangio in fretta e furia un toast con la nutella e bevo una tazza di latte. Prendo i soldi, l’iPod e le cuffiete e mi avvio verso la porta quando mamma mi ferma:”Ma Katia è presto! Sono ancora le otto meno venti! Non ti ho mai vista così desiderosa di iniziare la scuola! Ahahahah!”
“Spiritosa! Volevo solo fare un giro per il quartiere prima di andare a scuola! Vado ciao!”.
Esco di casa e il sole mi colpisce dritto in faccia così prendo gli occhiali da sole dallo zaino e mi avvio nel quartiere con la musica sparata a tutto volume nelle orecchie.
Mentre cammino qualcosa mi intima di fermarmi. Di solito nulla mi ferma quando ascolto la musica, però se qualcosa mi ferma deve essere proprio particolare.
In un garage sulla mia destra trovo un gruppo di 4 ragazzi che cantano. Mi avvicino cercando di non farmi scoprire e mi metto in ascolto.




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