Prologo:
Bonus Day #1 - Carnival
Hanabi,
questo termine stava ad indicare un evento molto particolare, che
avveniva in estate.
Uno
spettacolo pirotecnico stava per avere inizio nella città di
Magnolia, dove il cielo si sarebbe riempito di colori.
Un
cielo oscurato dalla notte ma illuminato da una mezza luna che
splendeva in alto nel firmamento, contornato da tante stelle che
brillavano nella volta celeste.
Le
luci delle città erano ancora accese, perché
presto sarebbero state
estinte per poter sparare nella notte, tanti fiori scoppiettanti,
frizzanti e anche dai mille colori.
Era
il mese di luglio, il secondo sabato del mese, una ragazzina di soli
13 anni, si era ritrovata da sola, smarrita in quella via costeggiata
dalle bancarelle di ogni tipo di leccornie.
Senza
rendersene conto stava indietreggiando che invece avanzando, era
insicura, infondo lei non conosceva quella città.
Aveva
paura e suo padre molte volte le aveva detto di non mostrarsi in
pubblico, se qualcuno l’avrebbe riconosciuta, le avrebbe
potuto
fare del male, per lei era l’ultima cosa che voleva accadesse.
Presa
da quel sentimento, corse verso una bacheca di legno, dove vi erano
delle maschere, erano davvero strane e alcune ritraevano animali,
molte però sembravano uscite dal carnevale o come lo
definiva spesso
lei, carnival, così ne prese una e si avvicinò,
la indossò per non
farsi vedere in viso e pagò.
Tornò
poi su i suoi passi ma appena ci provò, sbatté il
suo viso coperto
contro il petto di un ragazzo, che presumeva fosse, visto che se era
una ragazza sarebbe una tavola da surf.
Con
il volto strisciò verso l’alto, mantenendo quel
contatto fisico
che le trasmetteva calore, ma il suo interlocutore indossava
anch’esso una maschera, quindi del suo viso non si vedeva
nulla.
I
loro sguardi, fissi l’uno sull’altro, non
accennavano la voglia
di distogliersi, troppo occupati nella loro curiosità.
Una
spinta fu ciò che li ridesto dalla loro assenza connessa, la
strada
si stava affollando e ogni tanto la ragazzina finiva per essere
spintonata inconsciamente.
Il
ragazzo o meglio, il ragazzino, dato che sembrava avere la sua stessa
età, almeno per la fisionomia, si ritrovò a
portare le sue mani ad
afferrarla dolcemente per le spalle, tutto per l’istinto del
momento.
Quello
era il primo contatto che le aveva mostrato, oltre lei che aveva le
mani posate sul suo petto, che per quanto potesse essere giovane, era
leggermente e di poco scolpito dai lineamenti dei muscoli.
Senza
dirsi nulla, lui incominciò ad incamminarsi, tenendola al
suo fianco
con il suo braccio destro a cingerle la vita, non voleva che si
allontanasse da se.
Arrivarono
all’inizio del percorso e si sedettero per un istante su una
panchina, il ragazzino la lasciò per poi guardarla meglio e
senza
rendersene conto le spostò piano la maschera, per poterle
vedere il
viso.
Dalle
labbra di lui uscì un semplice “waoh”,
incantato dalla sua
immagine, non riusciva a spostare il suo sguardo altrove e la fissava
con insistenza, mettendola in imbarazzo che la portò ad
abbassare lo
sguardo.
Le
alzò il viso con la sua mano destra e i loro occhi si
specchiarono
l’uno sull’altra, con quella libera invece le
spostò una ciocca
di capelli che le era sul viso.
Erano
così lunghi e lisci come la seta, profumanti di vaniglia che
li
accarezzava il suo delicato olfatto, quel viso dalla pelle delicata,
quasi sembrava fatta di gomma per la sua elasticità, per non
parlare
di quei suoi occhi nocciola, no, per lui era qualcosa di più
delizioso, proprio come il cioccolato, si, esattamente il cioccolato.
La
sua mano si spostò dal suo mento, fino ad arrivare a toccare
la sua
guancia, voleva un contatto più diretto con la sua pelle e
lo si
vedeva nel suo sguardo.
Anche
lei voleva, si, desiderava vedere quel ragazzino che l’aveva
fatta
sentire bene nel suo petto, si sentì più
imbarazzata ma ora
l’importanza primaria era un’altra.
La
sua mano, incerta, avanzava verso il suo obiettivo, quella maschera
che copriva il volto di quel ragazzino che tanto la incuriosiva.
Ciò
che si nascondeva dietro ad essa, era un bel ragazzino, era un viso
con stampato un sorriso sfavillante e così dolce che le
annebbiò la
mente e inconsciamente si concentrò su
quell’espressione semplice.
Quando
la mano della biondina sfiorò la gote di lui, si senti
invadere dal
calore bruciante di quel tocco, era ruvida, odorava di selvatico
forse per via di qualche pianta, vedere però le sue iridi
così
profonde, quel verde smeraldo la catturò ancora di
più, ora che ne
aveva un contatto così diretto.
La
cosa che attirò di più la sua attenzione, erano
quei buffi color
ciliegio o meglio, gli ricordavano il rosa dei petali del ciliegio in
fiore e le mettevano freschezza.
I
due ragazzi si sorrisero e insieme camminarono per le bancarelle,
infondo potevano divertirsi soltanto stando insieme che da soli,
visto che entrambi non avevano ricevuto grandi notizie in quel
giorno.
Gli
stand erano occupati la maggior parte di venditori di yakisoba e
takoyaki, non c’erano solo quelli ma anche i chioschetti con
granite e gelati, infondo era pur sempre estate, quindi non mancavano
gli zuccheri filato.
Il
rosato gli camminava vicino, le stava alla sua sinistra e teneva la
sua andatura, per evitare che si affaticasse, mentre la bionda
sorrideva tutta felice, soprattutto di non essere sola.
Si
fermavano in qualche stand per prendersi qualche cosa da
sgranocchiare, lei rimase molto sorpresa nel constatare che mangiasse
di continuo, come se non si fosse mai saziato e in effetti era
così.
Videro
un’altra bancarella col gioco del tiro al bersaglio,
già i giochi
erano diversi, ce n’era uno anche per pescare i pesciolini
col
retino di carta e grazie al ragazzino, erano riusciti a vincere
cappellini, braccialetti, peluche e la cosa li divertiva.
Camminando,
le loro mani si sfiorarono ed entrambi ebbero una strana scarica
lunga la schiena, nessuno dei due ebbe il coraggio di guardare
l’altro, troppo imbarazzati da qualcosa che non capivano.
Le
cose non sarebbero andate bene ancora per molto, più
avanzavano e
più si faceva affollata la strada, il rischio di separarsi
c’era e
il rosato infatti per un attimo lo pensò.
Si
voltò verso la bionda e vide come ogni tanto finiva addosso
a
qualcuno, era davvero impacciata e questo lo fece sorridere, poi la
prese per mano e l’avvicinò a se.
La
ragazzina a quel contatto sussultò e prese ad avere caldo,
più che
altro era la sua faccia che prendeva fuoco per l’imbarazzo e
stranamente si sentiva pure felice, stando mano nella mano con lui.
Finalmente
riuscirono a raggiungere l’altra parte della via e
oltrepassandola,
si ritrovarono davanti al fiume di Magnolia, entrambi esultarono e si
misero a seguire il corse dell’acqua.
Non
si erano resi conto di tenersi ancora per mano, più che
altro non
volevano lasciare quel contatto così piacevole per entrambi,
poi
però dovettero farlo di malavoglia, l’imbarazzo
cresceva e anche
la sudorazione.
Si
sedettero vicino al fiume e osservarono il cielo notturno, con tutte
quelle stelle a formare varie costellazioni e all’improvviso,
come
prima o poi doveva succedere, tutte le luci, nessuna esclusa, vennero
soffocate dall’oscurità della notte.
Ora
la volta celeste brillava in tutto il suo splendore ma poco dopo, il
cielo si riempì di fiori rossi, gialli, bluastri e altri
colori
possibili, con i loro scoppiettanti suoni frizzanti.
Il
tempo volava e anche la fine di quello spettacolo era alle porte,
però i due giovani si godevano quel panorama, lui
però fissava
tutt’altro che i fuochi, il rosato osservava la ragazzina che
gli
sedeva accanto.
Era
rimasto incantato fin dall’inizio a guardare il suo volto
stupefatto e sorridente ma poi tutto ebbe fine.
Una
voce che apparteneva ad una donna, chiamava la bionda che si
alzò di
scatto, spostò il suo sguardo al ragazzino che le aveva
fatto
compagnia e lo ringraziò per la giornata, lui si
sollevò da terra,
si avvicinò al suo volto, le prese la mano e le diede un
bacio a
fior di labbra.
Dopo
vari secondi si staccò, le sorrise e con un semplice
“ci
rivedremo” se ne andò nella direzione opposta da
cui veniva la
donna, nonché madre della tredicenne.
Era
rimasta felicemente sorpresa, già, quel bacio
l’aveva shockata ma
resa molto felice e nella sua mente scolpì il volto del
rosato, quel
bacio e “non lo dimenticherò” con queste
parole, prese il suo
percorso verso casa con la madre.
In
quel giorno, iniziato con la notizia di un matrimonio futuro ma
finito con un incontro indimenticabile, i due giovani ragazzi
camminarono verso il loro futuro.
Angolo
Autore
Finalmente
ce l’ho fatta a finirlo!! Allora, inizio col dirvi la mia
idea su
questa long, come avreste capito dal titolo, è una storia a
più
capitoli per la Nalu Week. Ciò che voglio fare è
semplice, ogni
prompt avrà il suo capitolo che formerà questa
storia, quindi spero
mi diciate cosa ne pensiate perché ho un pò paura
che non possa
piacere.
Detto
questo, vi lascio con le vostre domande, se ne avrete, la vostra
curiosità, se ne avrete, e a domani con il primo capitolo
prompt
della Nalu Week, ciao!! :)
Fin_Light
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