Ricordo il 29 giugno come fosse ieri ...

di Gaia Sleepwalker 99
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Sono passate quasi 24 ore. Quasi un giorno fa ero a San Siro, con quei cinque angeli senza ali a una trentina di metri da me. So solo che vorrei essere lì di nuovo … vorrei tornarci tutti i giorni.
Più di nove mesi fa comprai il biglietto. Ricordo ancora l’ansia, il tamburellare con le dita sul banco di scuola, le parole della professoressa di italiano buttate all’aria … non riuscivo ad ascoltarla. Continuavo a controllare il cellulare, in attesa di un messaggio da parte di mia zia che dicesse “ce l’abbiamo fatta”. Persistevo nel lanciare occhiate verso le mie compagne di classe, anche loro in attesa di sapere se avrebbero realizzato il loro sogno. Ricordo i pianti quando, all’intervallo, scoprimmo che i biglietti erano finiti. Ricordo anche la gioia provata quando lessi il messaggio “hanno aggiunto un’altra data”. Ricordo ancora meglio come il mio cuore si fermò, nel momento in cui lessi “presi”. Urlai, uscii dalla scuola insieme alle mie amiche, e ridemmo, piangemmo, urlammo. Sembra una vita fa, a ripensarci.
Ieri ero su quella dannata tribuna, talmente ripida da farmi venire le vertigini, talmente piena di ragazze emozionate da farmi sciogliere il cuore. Ieri portavo una fascia in testa riportante la scritta One Direction, ieri urlavo in continuazione insieme alle altre fan, ieri continuavo a guardarmi in giro, a fissare il palco, tutta quella gente, perché ancora non potevo crederci. Quando è giunto il momento dell’esibizione dei 5Sos ero euforica, perché, pur non essendo una loro grande fan, non mi dispiace ascoltarli. Ho riso un sacco osservando le buffe facce di Calum … e i capelli verdi di Michael.
Ricordo di aver mandato a quel paese la direzione quando, dopo l’esibizione dei 5Sos, continuavano a trasmettere sullo schermo dei video musicali. Pensavo: “io voglio vedere i miei idoli, non mi interessa il video di Wake me up!”
Ricordo il delirio quando, finalmente, dopo un intro, sono apparsi su quel palco. Non respiravo quasi, non riuscivo nemmeno a piangere … non potevo crederci.
Forse ho realizzato di essere lì davvero solo alla terza canzone … perché al ritornello di Kiss you sono scoppiata in lacrime. Ho continuato per mezz’ora … era una sensazione orribile. Non riuscivo a godermi il concerto, avevo un peso enorme sul petto.
Poi, però, mi sono calmata e mi sono detta: “smettila di piangere, i tuoi idoli sono qui”. Ascoltai quell’ordine, e allora presi a cantare, a saltare, a urlare. Ricordo gli intermezzi comici dei ragazzi, Harry che cercava di zittirci perché voleva raccontarci qualcosa, Niall che saltava in alto con la chitarra, Zayn che girovagava sul palco con quell’aria tenebrosa, Liam che si avvicinava in continuazione ai bordi del palco, e Louis che ridacchiava e si sistemava quei capelli troppo lunghi.
Ricordo che, mentre percorrevano il palco alla fine di Best song ever, tutto attorno a me si è fermato, e mi sono detta “guardali bene, ma soprattutto, guarda Niall … è l’ultima volta che vedrai il ragazzo di cui sei innamorata”. Mi sono sentita triste e felice allo stesso tempo. Ho sentito qualcosa che mi diceva “lui lo sa che sei qui, lui lo sa che lo ami”. Ho sorriso e li ho salutati, per l’ultima volta.
Insieme alle mie amiche e a mia madre abbiamo recuperato tutta la nostra roba, io ho preso il mio cartellone azzurro, che riportava la scritta “Thank you guys for being my heroes”, e ce ne siamo andate, tra le urla generali.
Oggi ci ho ripensato tutto il giorno, ho ripetuto almeno cento volte “voglio ritornarci”. E spero che succederà … spero di poter fare agli One Direction questa promessa: ci rivedremo, non sarà mai un addio.
Grazie ragazzi per essere i miei eroi.
 




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