intro
INTRODUZIONE
Mi chiamo Annabelle, ho 28 anni e abito in California. Oggi
vorrei pubblicare la mia storia, per questo sto battendo queste parole
a macchina. Voglio far conoscere la mia storia, la storia di Annabelle
la fantastica ragazza - mascotte della band più famosa al mondo:
gli Avenged Sevenfold.
Ma vorrei partire dal principio, dal giorno in cui i miei occhi color
nocciola hanno incontrato gli occhi color acqua marina del secondo
chitarrista di questa band. Zacky Backer.
Era un giorno d'estate, Luglio mi pare, la mia famiglia ha insistito a portarmi al fiume che alla fine accettai. Avevo 15 anni.
Sembrava molto famoso come posto e mi immaginavo le ragazze con i
costumi sgargianti a prendere il sole e i ragazzi a giocare in acqua;
eppure quel giorno non c'era anima viva. Una volta arrivati i miei
iniziarono a preparare la tovaglia per il pic nick, mentre io ero
seduta sull'erba con i piedi nell'acqua. Ero una persona un po'
solitaria, non mi piaceva stare in mezzo alla gente, al casino.
Preferivo starmene da sola, in pace e tranquilla, come in quel momento;
da sola con i piedi che ondeggiavano mi persi nel mio mondo, ma il
rumore di un sasso che balza sull'acqua mi fece ritornare in me. Mi
voltai per vedere chi fosse stato a lanciare qual sassolino, che
saltava sulla superficie dell'acqua come fosse fatta di gomma. La prima
cosa che mi colpì erano i suoi grandi occhi azzurri, che si
abbinavano perfettamente al colore limpido dell'acqua. Mi sorrise e si
mise a sedere accanto a me porgendomi la mano, che ricambiai subito.
"Sono Zacky" Mi disse tranquillo accennando un sorriso. "Io sono
Annabelle" Risposi a mia volta. Ci guardammo sorridendo come pesci
lessi, ma non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, cosa che
nemmeno ora riesco a fare, è una delle cose che Zacky riesce a
fare, mantenere l'attenzione su di se senza far nulla. Passammo tutto
il pomeriggio insieme, tra risate e scherzi. QUando fu ora di andare mi
sentivo triste, non l'avrei più rivisto, non avrei più
sentito quella sintonia che si era creata tra di noi in un solo
pomeriggio. Lui mi tese un foglio di carta con il suo numero di
telefono. "Chiamami quando ti va". Sorrisi e gli diedi il mio.
Un paio di giorni dopo ci trasferimmo in Inghilterra e da quel momento
persi il contatto con quel meraviglioso ragazzo.
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