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Salve a tutti :D
Torno
scrivendo una one-shot dopo il finale di stagione dove mi sarei
aspettata di tutto tranne un episodio semi-drammatico che mi ha fatto
dire: "Embè, cosa ci trovano di così divertente?"
Sta
di fatto che fino al 22 settembre non so come farò a resistere
(siamo al primo luglio, dai solo due mesi e mezzo T.T), probabilmente
mi farò ibernare, perciò nell'attesa ho scritto questa
roba e spero vivamente che non sia uno schifo ma probabilemente lo è.
È
una songfic, la prima che scrivo, e la canzone che fa da sottofondo
è "Il mio pensiero" del grandissimo Ligabue (ascoltatela poi
ditemi se non è perfetta per questo contesto u.u)
Detto questo spero di leggere un vostro commento a riguardo :)
Alla prossima^^
Can you feel me when I think about you?
Cosa c'entra questo cielo lucido
Che non è mai stato così blu
E che se ne frega delle nuvole
Mentre qui manchi tu.
Amy si accanì su Leonard con la prima cosa che trovò. Un semplice cuscino nel suo caso.
<< Perché l'hai lasciato andare via?! >>
Amy si chiese per quanto tempo avrebbe dovuto aspettarlo ancora. Erano
passati diversi mesi, l'estate stava giungendo al termine e ancora non
era riuscita ad accettare completamente la sua scelta.
Si tolse il camice bianco e i
guanti in lattice prima di prendere la borsa e uscire dal laboratorio.
Per tutto quel tempo non aveva fatto altro che pensare al motivo per
cui avesse deciso di andarsene di punto in bianco. Senza dare
spiegazioni a nessuno, sopratutto a lei, l'unica che ne avesse davvero
motivo di esserne a conoscenza. Più passava il tempo più
si auto convinceva di essere, in fondo, poco importante per lui.
"Se davvero gli fosse importato
qualcosa di me, non se ne sarebbe mai andato." continuava a ripetersi
mentalmente in tono sconsolato.
Aveva cercato in tutti i modi di
farsi dare qualche chiarimento al telefono, ma Sheldon usava un tono
vago e cercava sempre di cambiare argomento. Forse la causa era lei,
pensava.
Aveva insistito troppo con questa
faccenda dell'andare a vivere insieme e lui doveva aver pensato che
l'unico modo per cambiare idea fosse quello di allontanarsi per un po',
capendo così l'importanza che Amy aveva ormai nella sua vita.
Sospirò mentre cercava le
chiavi della macchina. Ma chi voleva prendere in giro? Doveva smetterla
di fantasticare su cose irrealistiche come quella. Se aveva lasciato
Pasadena era solo perché si era stancato di lei, della sua vita
che stava prendendo una piega inaspettata e aveva bisogno di cambiare
aria.
Eppure questo era quello che
pensava lei. Quando Sheldon l'aveva chiamata qualche giorno prima
ciò che aveva sentito da lui era qualcosa che non si sarebbe mai
aspettata. Le aveva detto che, fra tutti, lei era quella che più
gli mancava. Non sapeva se essere felice o arrabbiata.
Felice perché per la prima volta le mostrava apertamente un lato di sé, quello più fragile e nascosto.
Arrabbiata perché c'era
voluta la distanza di centinaia di chilometri per fargli capire che
lei, ormai, era diventata parte integrante nel suo mondo perfettamente
calcolato.
Pomeriggio spompo di domenica
Come fanno gli altri a stare su
Non arriva neanche un po' di musica
Quando qui manchi tu.
<< Ho dovuto farlo, Amy!
Tutto quello che è accaduto nell'ultimo anno per lui è
stato molto, molto difficile. Ha bisogno di staccare un po' e credo che
andarsene sia stata la cosa migliore da fare. >>
Anche se ormai non lo dava
più a vedere, dentro di sé incolpava ancora Leonard e
Penny per avergli permesso di lasciarla. La vita ovviamente procedeva
come sempre, tra i primi preparativi del matrimonio e la nuova fiamma
di Raj e a Amy tutto ciò sembrava quasi surreale. Avevano
un'aria tranquilla, quasi serena si potrebbe dire, nonostante si
sentisse la mancanza di qualcuno. Era ancora difficile abituarsi a
quell'atmosfera così calma, priva di puntigliose osservazioni su
ogni gesto considerato sbagliato o lunghissimi ed esasperanti monologhi.
Era stato un sollievo i primi giorni e un ricordo nostalgico in quelli successivi, che poi divennero settimane e infine mesi.
Spesso si domandavano dove fosse,
mentre erano seduti intorno al solito tavolino, o cosa stesse facendo e
più di una volta balenò nella mente di alcuni l'idea di
rintracciarlo e raggiungerlo, solo per dirgli che quello che stava
facendo era superfluo e che soltanto insieme avrebbero potuto risolvere
ogni problema.
Cosa c'entra questa notte giovane
Non mi cambia niente la tv
E che tristezza che mi fa quel comico
Quando qui manchi tu.
L'autunno era arrivato da un pezzo
e un vento freddo che preannunciava l'arrivo dell'inverno
scompigliò i lunghi capelli di Amy, ma non se ne curò
affatto.
Aprì la porta di casa e si buttò sul divano con sguardo assente, ignorando la chiamata di Penny sul cellulare.
Accese il televisore, un po' per abitudine e un po' perché le voci e i suoni l'avrebbero fatta sentire meno sola.
Quello non era un giorno come gli
altri. Era giovedì sera, la serata del loro consueto
appuntamento. Ma c'era dell'altro: quello era il giorno del loro
anniversario. Ben quattro anni, mica cosa da poco.
Dopo il famoso bacio sul treno si
aspettava un anniversario degno del suo nome. Una serata che non si
sarebbe dimenticata, che avrebbe portato dentro di sé per molto
tempo.
Sospirò. Chiuse gli occhi e
cercò di immaginarselo lì, seduto accanto. Provò
ad immaginare come si sarebbe vestito: elegante o inconfondibile maglia
da nerd?
Nella sua mente se lo
raffigurò mentre criticava il lavoro di Leonard, la
superficialità di Penny, l'inettitudine di Howard, le lamentele
di Rajesh. Sembrava quasi potesse sentire la sua voce, ma quando
riaprì gli occhi era di nuovo sola nel suo appartamento.
Perché infondo ciò
che voleva solamente era passare un po' di tempo con lui. Non chiedeva
poi molto. Venne riscossa dai suoi pensieri quando il cellulare
vibrò una sola volta sul tavolino di fronte a sé. Aveva
intenzione di ignorarlo, ma qualcosa la spinse ad afferrarlo e a
leggere il messaggio.
Buon anniversario, Amy.
Sorrise.
Stavano pensando la stessa cosa.
E adesso che sei dovunque sei
Chissà se ti arriva il mio pensiero
Chissà se ne ridi o se ti fa piacere
Amy era arrabbiatissima. Non si era mai sentita così con qualcuno prima.
<< La
cosa migliore da fare?! Non hai pensato a me? Cosa dovrei fare adesso?
Restare qui e aspettarlo fino a quando si deciderà a tornare?
>>
Leonard prese un lungo sospiro. << È difficile Amy, ma devi farlo. Devi farlo per lui. >>
Si ritrovò a pensare a lui
in ogni momento della giornata, nonostante facesse di tutto per non
pensarci. Eppure ogni cosa lo ricordava. Il modo con cui aveva disposto
gli oggetti in casa seguendo dei criteri ben specifici adottati
direttamente da lui perché il modo in cui erano disposti prima
lo infastidiva. Oppure quando passava un episodio di Star Trek e lei si
ritrovava a guardarlo invece di cambiare canale, sentendo nella sua
mente come ne parlava affascinato con gli amici.
Le mancavano il modo saccente con
cui si rivolgeva alle altre persone e i suoi sproloqui esasperanti su
qualsiasi cosa potesse stuzzicare il suo interesse.
Più si sforzava di non
pensarci più si accorgeva di dettagli a cui non prestava
attenzione quando lui era lì. Dettagli che, si era ripromessa,
non avrebbe più ignorato.
Prese il cellulare e digitò velocemente sulla tastiera prima di uscire di casa.
Torna presto.
<< Mi ha lasciata non è così? Mi ha lasciata e non ha avuto il coraggio di dirmelo. >>
mormorò pur sapendo che non era affatto così. Era la paura, paura di essere stata abbandonata a farla parlare.
Leonard si avvicinò prendendole le spalle.
<< No, non ti ha lasciata. Non lo ha fatto e non lo farà mai. Ne sono sicuro. >>
<< Come fai a saperlo? >>
<< Sheldon tiene a te molto più di quanto pensi e questo lo sai anche tu. >>
Scosse la testa. Non era convinta di quello che aveva appena detto.
<< Amy, prova a fidarti di lui. >>
Cosa c'entra quel tramonto inutile
Non ha l'aria di finire più
E ci tiene a dare il suo spettacolo
Mentre qui manchi tu.
Sheldon guardava distrattamente fuori dal finestrino il panorama
scorrergli davanti. Dopo aver viaggiato a lungo, fermandosi nei posti
più disparati, aveva deciso di tornare a casa in Texas da sua
madre. Aveva bisogno di un posto familiare, ma non era ancora pronto a
tornare a Pasadena.
Eric, seduto al suo fianco, gli
raccontava con grande entusiasmo qualche aneddoto sui treni che aveva
scoperto di recente. Il fisico però non lo stava neanche
ascoltando. Nonostante la passione che li accumunava, il lungo tragitto
che avevano trascorso insieme e l'intesa che ormai si era creata tra di
loro, c'era qualcosa che gli mancava e Eric non sarebbe mai riuscito a
colmare il vuoto che sentiva.
Provò a riflettere per capire cosa esattamente
gli mancava. Ripensò a quando leggeva i fumetti, cosa che
non faceva da solo da molto tempo poiché con Leonard aveva
creato una buona base su cui discutere e scambiarsi opinioni. Gli venne
in mente quando Leonard gli regalò la biscottiera di Batman che
sfoggiava con orgoglio nella parte più visibile della cucina.
Ripensò al suo lavoro in
università tra equazioni e formule intricate, a quanto tempo
passasse immerso nella sua amata matematica e a quando senza riflettere
aveva parlato male di Howard alla tizia dell' FBI mandando a monte la
sua opportunità lavorativa e rallentandogli la carriera di ben
tre anni. Era riuscito a farsi perdonare regalandogli il suo posto sul
divano, il fulcro su cui si basava il suo intero universo.
Sorrise. Doveva essere fuori di
testa in quel momento per avergli offerto una cosa a cui teneva
così tanto. Fortunatamente era tornato in sé in tempo per
reclamare ciò che era suo.
Ripensò a Raj e al breve
periodo in cui lavorarono insieme e a come, nonostante le piccole
diatribe e incomprensioni, fossero riusciti a spiegare quella cosa dei
buchi neri lasciando piacevolmente stupito il direttore
dell'università.
Si ricordò anche di Penny e di quando gli cantava soft kitty
quando stava male o quella volta che gli regalò il tovagliolo
autografato da Leonard Nimoy o di quando gli aveva preso il
teletrasporto dell'Enterprise per il signor Spock -che aveva poi rotto,
ma quelli sono dettagli-, e di tutte le volte che sì, litigavano
e si facevano i dispetti, ma tutto sommato sapeva di poter contare su
di lei.
Sospirò. Sentiva davvero la loro mancanza.
Così solo da provare panico
E c'è qualcun'altra qui con me
Devo avere proprio un'aria stupida
Sai com'è, manchi te.
<< Aspetta Leonard. >> disse quando l'amico si voltò
per andarsene dopo averlo salutato. Leonard si girò aspettando
che continuasse.
Sheldon sospirò.
<< Prenditi cura di Amy mentre io non ci sono. >>
Leonard annuì. << D'accordo. >>
Poi c'era Amy.
Fra tutti lei era a cui si
ritrovava a pensare più a lungo. L'aveva lasciata da sola, senza
dirle nulla e si sentiva davvero in colpa. Sapeva di poter contare sui
suoi amici, ma non si sentiva poi così tranquillo. Rimurginava
su come, senza pensarci, l'aveva accusata di dire una cosa stupida e
fuori dal mondo quando gli aveva proposto -per la seconda volta- di
vivere insieme. Ora che però Leonard stava per sposarsi non era
una cosa poi così assurda. Non poteva restare con loro come
aveva precedentemente presupposto, -Leonard era stato ben chiaro al
riguardo- perciò occorreva stabilire un nuovo piano che
riguardasse la sua possibile locazione futura.
Prima di questo però c'era un'altra cosa che lo tormentava.
Amy era arrabbiata con lui? Cosa avrebbe fatto una volta tornato?
Non lo sapeva e aveva paura che non lo avrebbe mai saputo fino a quando non si fosse trovato di fronte a lei.
<< Ti è arrivato un
messaggio. >> disse Eric sentendo la suoneria e vedendo il
cellulare che si illuminava nella tasca dei pantaloni.
Sheldon lo guardò
leggermente sorpreso per non aver sentito nulla. Strano, di solito il
suo udito da vulcaniano non lo tradiva mai.
Prese il cellulare e lesse il messaggio che conteneva soltanto due parole.
Piegò un angolo della bocca in un mezzo sorriso sghembo.
Eric lo guardò curioso, ma Sheldon non gli disse nulla.
Ripose l'oggetto in tasca e ritornò con lo sguardo sul panorama monotono che gli passava davanti.
Tornerò presto. Te lo prometto.
E adesso che sei dovunque sei
Ridammelo indietro il mio pensiero
Deve esserci un modo per lasciarmi andare.
Dopo tutti quei mesi in cui Amy aveva provato più solitudine che
in qualsiasi altro momento della sua vita, capì che era inutile
cercare di isolarsi ancora di più. Ritornò a frequentare
il gruppo di amici più assiduamente, esattamente come faceva
prima. E anche gli altri erano ben felici di riaccoglierla nuovamente.
Ovviamente però non era più esattamente come prima e
nonostante lei cercasse di nasconderlo, si accorsero che c'era qualcosa
che non andava, non ci voleva un genio per capirlo.
<< Non mi
importa, dico davvero. >> disse quando Penny le chiese ancora una
volta come si sentisse e cosa ne pensasse di Sheldon. << Per me
può fare quello gli pare. Ormai non mi interessa più
nulla. >>
Aveva ancora ben in mente il modo
in cui l'avevano guardata quando aveva risposto a Penny in quel modo
così freddo e inconsueto. Erano perplessi, stupiti, amareggiati.
Aveva detto quelle parole solo per
cercare di mostrarsi forte, una a cui non importava nulla esattamente
come era prima di conoscerli. Anche se dentro di sé soffriva
ancora non voleva che gli altri scoprissero quanto in realtà
fosse fragile e insicura in questo momento.
Se lui aveva preso una decisione tanto drastica, beh, perché non poteva farlo anche lei?
Cominciò a insinuarsi nella
mente il pensiero che forse, se avesse deciso di interrompere la
relazione con lui si sarebbe sentita meglio. Avrebbe potuto iniziare
una nuova vita, no? Infondo aveva tutte le ragioni del mondo per farlo.
Ma sarebbe riuscita davvero a fare una scelta simile?
Era così assorta che quando
improvvisamente sentì bussare alla porta trasalì. Decise
di ignorare lo scocciatore che aveva deciso di disturbarla a quell'ora.
Bussò un'altra volta,
tre colpi esatti e Amy spalancò gli occhi. Rimase immobile per
secondi che parvero infiniti.
Quando lo sentì per la terza volta scattò in piedi e fissò la porta con il cuore in gola.
Non può essere qui
pensò e intanto si stava già avvicinando lentamente. Fece
scivolare la mano sulla maniglia e la girò con un semplice
scatto sperando che non si fosse illusa inutilmente.
Trattenne il fiato quando se lo
ritrovò davanti. Era come se il tempo in realtà non fosse
mai passato, come se non se ne fosse mai andato e si fossero visti
soltanto il giorno prima.
<< Ciao Amy. >> disse stringendo nervosamente la tracolla.
<< Sheldon...>> mormorò con un filo di voce.
<< Sono tornato. >>
Amy annuì e il fisico
abbozzò un sorriso. Entrò e abbandonò la valigia
in un angolo, poi la guardò nuovamente.
<< Appena sono sceso dal treno ho deciso di venire prima qui. Nemmeno Leonard sa che sono tornato. >>
<< Perché? >> chiese socchiudendo gli occhi.
<< Non lo so. >>
sospirò. << Immagino che sia per il fatto che ti ho
lasciata sola per tutto questo tempo. Quando Leonard era tornato dalla
spedizione al Mare del Nord mi aveva mentito sulla sua data di ritorno
per stare da solo con Penny. Ora capisco perché l'abbia fatto.
>>
Amy scosse la testa. << No, intendo perché sei andato via? >>
Sheldon indugiò qualche secondo. << Pensavo che ormai fosse ovvio. >>
<< Voglio sentirtelo dire. >>
<< Avevo solo bisogno di
capire cosa volessi davvero dalla vita e per farlo era necessario
tagliare ogni tipo di ponte con le persone che più mi
influenzano. >> si avvicinò di più a lei,
accorciando la distanza e Amy si sentì improvvisamente
più vulnerabile. Era passato molto tempo dall'ultima volta che
si erano ritrovati così vicini. << Sono accadute molte
cose che mi hanno messo in una condizione in cui non sono più
certo di nulla. Non posso controllare tutto quello che mi sta attorno,
come non posso convincere le persone a fare quello che voglio io.
>>
<< E cosa sei riuscito a capire? >> chiese.
Il fisico si sedette sul divano e
si prese una lunga pausa prima di rispondere. Era una domanda difficile
e non era del tutto sicuro della risposta, ma Amy voleva sapere ed era
giusto provare almeno a darle qualche chiarimento.
Vedendo la sua esitazione Amy si
avvicinò con cautela fino a sedersi accanto a lui, mantenendo
comunque una certa distanza. L'ultima cosa che voleva era metterlo a
soggezione ulteriormente.
<< Ho capito che fuggire non
è servito a nulla. Tutto quanto sarebbe proseguito nello stesso
identico modo sia che fossi rimasto o no. Sono stato egoista nel
prendere questa decisione e ho pensato solo a me stesso. >> si
fermò un attimo prima di proseguire. << Mi dispiace.
>> mormorò infine.
Amy rimase colpita da quelle
parole. Per una volta Sheldon si era scusato e aveva ammesso di aver
sbagliato, di essere in errore. Una cosa non da poco considerando il
suo spropositato egocentrismo.
Amy addolcì lo sguardo. No,
non poteva essere ancora arrabbiata con lui. Forse, però, non lo
era mai nemmeno stata veramente.
<< Non importa, Sheldon. >> disse. << Adesso sei qui. Questo è l'importante. >>
Il fisico si sentì
improvvisamente e inspiegabilmente più sollevato. Era come se si
fosse liberato da un grosso macigno. Un grosso macigno che si era
portato dietro dal preciso momento in cui aveva messo piede su quel
treno che lo aveva portato via da Pasadena, dai suoi amici, dalla sua
vita. Il suo viso si illuminò e prese a trafficare nella borsa
finché non tirò fuori il uso fedele ipad.
Lei lo guardò leggermente divertita.
<< Cosa stai facendo? >> chiese notando la sua espressione concentrata mentre faceva scorrere il dito sullo schermo.
<< Vorrai vedere tutto il mio
viaggio suppongo. >> rispose con ovvietà. << Non ti
ho aggiornato accuratamente durante questi mesi e diverse cose, quelle
più superflue, le ho tralasciate. >>
Amy si sistemò meglio sul posto e lisciò la gonna sulle ginocchia. << D'accordo. Fammi vedere. >>
Sheldon le avvicinò l'ipad per farle vedere una cartina.
<< Queste sono state le tappe
principali, mentre questi i posti in cui mi sono fermato un giorno
soltanto. >> disse indicando cerchi di due colori differenti.
<< Ho anche incontrato il mio amico Eric esattamente due giorni
dopo la mia partenza. Un vero colpo di fortuna non trovi? Non che io
credi alla fortuna sia chiaro, solo gli ignoranti e i creduloni posso
affidarsi a una cosa senza alcuna base scientifica, però posso
dire che sia stata una fortuita coincidenza, ecco. >>
Amy sorrise. Non aveva ancora perso il suo tono saccente.
<< Così mi ha tenuto
compagnia per tutto il tempo. Dovresti vedere quante cose sa sui treni,
sembra un'enciclopedia ambulante. Non pensavo di trovare qualcuno con
una passione addirittura superiore alla mia e...>>
La neurobiologa smise di
ascoltarlo. Non per cattiveria o per mancato interesse, ma
perché si stava concentrando su altro. Più che ascoltare
le sue parole, Amy stava osservando il suo volto, i suoi occhi posarsi
alternativamente su di lei e sull'oggetto che aveva in grembo, i suoi
gesti così enfatici ogni volta che argomentava qualcosa a cui
teneva particolarmente.
Senza pensarci due volte si allungò velocemente verso di lui appoggiando le labbra sulle sue.
Il fisico aveva gli occhi sgranati,
completamente colto alla sprovvista. Non si aspettava certo una cosa
simile dopotutto. Eppure non voleva che lei si allontanasse, che lo
lasciasse. Rilassò i muscoli tesi e Amy notò che poco
alla volta il suo disagio iniziale si stava affievolendo sempre di
più per cui con una mano appoggiata sul cuscino del divano fece
leva per avvicinarsi di più, quel tanto che bastava per sentire
il calore del suo corpo a contatto con il suo. Per poco l'ipad non
cadde per terra quando Sheldon spostò la mano per sfiorarle il
viso.
Lei si staccò lentamente specchiandosi nei suoi occhi azzurro ghiaccio.
<< A Houston mi avevano
offerto la possibilità di lavorare nella loro università
e poter proseguire le ricerche sul campo che avevo scelto io, non per
forza sulla teoria delle stringhe. >> disse Sheldon con un voce
così bassa da risultare roca.
L'espressione serena sul volto di
Amy si spense improvvisamente e rimase completamente immobile
aspettando la sua risposta nonostante avesse paura di sapere cosa
avrebbe scelto.
<< Ho rifiutato. >>
Sorrise perché capì
il motivo di quel rifiuto. Non lo avrebbe mai ammesso, ma se non ci
fossero stati lei e i suoi amici non sarebbe mai riuscito a lavorare e
a vivere in un posto che non sembrava familiare, nonostante in quella
città ci fosse cresciuto.
<< Ora che Leonard e Penny si
vogliono sposare come pensi di comportarti a riguardo? >>
domandò sinceramente incuriosita.
<< Pensavo di trasferirmi nel
vecchio appartamento di Penny così che, dopo aver disinfettato
accuratamente ogni angolo dell'abitazione, io possa sistemarmi e vivere
per conto mio. >>
Amy rimase delusa, ma sapeva fin da subito che sarebbe finita così. Non c'era bisogno di illudersi.
<< Però poi
considerando i vari pro e i contro ho pensato che forse avrei potuto
cambiare la connotazione del mio piano iniziale che prevedeva per
l'appunto il restare da solo nell'appartamento di Penny, per vertere su
un'opzione in cui forse avrei potuto considerare l'idea in cui tu
subentravi al posto di Leonard nel contratto tra coinquilini che
abbiamo sottoscritto e che quindi avresti potuto diventare, forse, mia
coinquilina, vivendo perciò nel mio vecchio appartamento.
>>
Amy sgranò gli occhi incredula. Le stava davvero offrendo la possibilità di diventare sua coinquilina?
Assottigliò lo sguardo. << D'accordo. Ora ripetilo senza il triplo uso di avverbi dubitativi. >>
Sheldon si irrigidì.
<< Ogni volta diventa sempre più difficile...>>
mormorò contrariato. << E va bene. >> si
sistemò meglio sul posto giusto per prendere un po' di tempo.
<< Amy, presupponendo che comunque non ci sarà alcun tipo
di contatto fisico che non sia già stato discusso e approvato e
posto nel nostro contratto e che in alcun modo la nostra relazione si
sposterà di un ulteriore livello, saresti disposta a
sottoscrivere un documento in cui ti sottopone formalmente e legalmente
a una coabitazione con il sottoscritto? >>
Amy avrebbe preferito qualcosa di
più semplice e diretto, senza tanti giri di parole, ma sapeva
che il termine "semplicità" poco si addiceva alla sua
personalità.
La neurobiologa gli mostrò un grande sorriso. << Quando si firma? >>
Sheldon si schiarì la voce.
<< Ci sono alcuni aspetti da verificare ancora, ma nel giro di
pochi giorni dovrebbe essere pronto. Il documento avrà
validità il giorno successivo le nozze di Leonard e Penny.
>> scosse la testa sconsolato. << Leonard avrebbe potuto
trovare di meglio invece di accontentarsi di una mediocre cameriera con
un sogno impossibile da realizzare. >> fece una smorfia e
rifletté per qualche secondo fissando un punto dietro di lei.
Poi fece spallucce tornando a guardare Amy. << Nah, in fin dei
conti quello è il massimo a cui può aspirare uno come
Leonard. >>
Amy alzò gli occhi al cielo. Poteva dire quello che voleva, ma infondo era felice per il suo amico. Molto, molto infondo.
Sheldon stava per alzarsi, ma venne bloccato per il braccio.
<< Prima di firmare però promettimi che non andrai più via lasciandomi qui. >> mormorò.
Lui sbatté gli occhi un paio
di volte come se stesse cercando di metabolizzare bene il senso di
quello che aveva appena detto.
<< D'accordo. >> disse con un filo di voce.
Amy si tranquillizzò sapendo che poteva avere fiducia in quelle parole.
<< A meno che non mi offrano
l'opportunità di lavorare al CERN. In quel caso non credo sarei
in grado di mantenere la promessa. >> aggiunse.
<< In questo caso non
c'è bisogno. >> Amy appoggiò una mano sulla sua e
finalmente poté farlo senza alcuna remora ora che aveva appurato
che a lui, tutta questa vicinanza, non intimidiva.
<< Perché io verrò con te. Ovunque deciderai di andare. >>
***
Non so perché, ma sono quasi convinta che nella prossima
stagione 'sti due andranno a vivere insieme. Ok forse non nel primo
episodio, magari all'ultimo, però penso che stavolta ci siamo.
Infondo se
Leonard e Penny si sposano davvero Sheldon non penso proprio che
vivrà con loro (anche se ha affermato il contrario ma
vabbè xD) e sappiamo tutti quanto sia impedito a badare a se
stesso per cui con qualcuno dovrà pur andare (speriamo non
Stuart, vi prego xD).
Chi lo sa, ma ho fiducia negli autori u.u
Spero di non aver reso tutto troppo surreale e inverosimile :/
Va bene ora scappo.
Adios.
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