DIARIO DI UN RAGAZZO ''SPECIALE''

di gab_demigod
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Ciao, sono Alejandro Martinez, sono argentino, ho 15 anni e vivo a Manhattan.
Vivo con mia madre, e non so nulla di mio padre, so solo che era un ammiraglio della marina militare americana, scomparso dopo che la sua nave era stata affondata.
Vabbe, tralasciamo questi particolari, oggi c'è l'interrogazione di storia e io non so niente, non ho potuto studiare perchè ero troppo impegnato a fare cose molto più importanti dello studio, come per esempio giocare ai videogiochi, o leggere.. vi starete chiedendo perchè non esco con gli amici, il problema? non ho amici.
Eh gia, sono un ragazzo molto strano, taciturno, che si isola da tutto e da tutti e con molti problemi.
Scendo da casa, saluto mia madre frettolosamente, e corro verso il pulman, salgo appena in tempo e mi siedo vicino alla mia migliore amica July Vasquez.
-hei sempre in ritardo eh?- mi dice - colpa della sveglia mongola che mi hai regalato hahah- mi tira una piccola sberla per scherzo e si mette a ridere.
Arriviamo a scuola, e ci incamminiamo verso la classe quando si avvicina il classico bullo del liceo Brian Johnson, - ciao mezza cartuccia- mi dice tirandomi un pugno sulla spalla, July mi difende - vattene Brian prima che ti tiro cosi' tanti pugni che ti ricostruisco la faccia- Eh si, lei è fatta cosi', tanto forte quanto bella.
Arriviamo in classe e il prof Monroe inizia a fare l'appello e a scegliere chi interrogare,e stranamente chiama me.
Inizia a chiedermi chi era Ulisse e mi chiede anche di spiegargli il suo viaggio da Troia a Itaca, come al solito feci scena muta e allora fece un schema alla lavagna per farmi capire meglio il viaggio di Ulisse, siccome ero dislessico non riuscivo a capire cosa scriveva e invece di leggere le lettere normali leggevo in alfabeto greco, la cosa che mi preoccupava era che io non sapevo ne leggere ne parlare il greco, per l'agitazione sono svenuto.
Rinvengo in infermeria, con il bidello che mi chiedeva come stavo, io gli risposi che stavo meglio e che dovevo andare in classe. Suonata la campanella io e July prendiamo l'autobus e arriviamo a casa mia, saliamo e appena entro vedo un biglietto di mia madre con scritto '' Il pranzo è a tavola, sono dovuta scappare al lavoro, ci vediamo stasera'', ci sedemmo a tavola e nel momento in cui iniziamo a mangiare suona il citofono - chi è? - chiedo -sono il postino, devo salire perchè c'è un pacco per la signora Martinez- risponde. Appena entra in casa, mi sento a disagio, perchè è un uomo altissimo, massiccio e molto brutto, -cosa c'è nel pacco?- chiesi stupidamente - adesso lo vedrai - disse sogghignando, apre il pacco a tira fuori un'ascia gigantesca e mi attacca. Schivo un fendente e scappo in salotto dove mi barrico mettendo davanti alla porta qualsiasi cosa mi capitasse a tiro, -July c'è un gigante in casa- lei mi disse - è un Lestrigone..dobbiamo scappare prima che ne arrivano altri-. Ci lanciamo dalla finestra proprio nel momento in cui il gigante irrompe in sala, - come ce ne andiamo? - mi chiese July - ho due monopattini, sempre meglio di niente- dissi, iniziamo a scappare mentre ci accorgiamo che una decina di postini giganteschi affamati ci rincorrevano sui loro motorini, in preda al panico strillai a pieni polmoni e dalle piscine del mio quartiere esplose tutta l'acqua che investe i postini, -siamo salvi, per adesso- disse July - dove mi stai portando? cosa sono...o meglio cosa siamo ? e come fai a sapere chi erano quelli? e perchè ci inseguono?- lei mi rispose solo - avrai le tue risposte quando saremo al campo..-




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