Niente scuse

di Piumadoro
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Niente “Caro amico”, “Caro Dio” o “Caro sconosciuto” per cominciare questa lettera,
le mie parole sono amare per essere odiate perché non esiste un posto dove io possa non essere raggiunta da quei pensieri che mi tormentano.
Una volta c’era, ed era con due care persone, ma ovviamente loro non riescono a vedere oltre l’orgoglio, oltre le loro ferite e non capiscono che se non lasciano andare il passato non riusciranno mai ad andare avanti nel presente. Credono che nulla tra loro possa essere come prima di quel incidente e per me hanno ragione solo che non riescono a credere che possa andare meglio, non vi è meglio per loro.
Non capisco come una persona possa essere così pessimistica nei confronti della sua vita, bisognerebbe sempre sperare in meglio per se stessi, anche quando non è facile.
Facile. Nulla che sia giusto è facile, nulla che ci faccia bene è facile. La vita è difficile. Fine della storia.
Difficile però non vuol dire triste, anzi, quando fai fatica per qualcosa a cui tieni quella cosa diventa ancora più speciale, ancora più meritata. La fatica è nostra amica e noi dovremmo stringere i denti e accettarlo.
Niente “Come stai?” o “Cosa ne dici tu?” in questa lettera,
non voglio risposte, non voglio porre domande, non voglio sapere cosa credete voi. Non mi interessa.
Ora parlo io ed esigo essere ascoltata almeno per questo fragile momento.
Mi tormento in continuo con pensieri che non mi riguardano quasi mai e un momento dopo la mia mente è altrove, in un luogo che non è casa mia, in un luogo che forse non è mai esistito, e io sono lì con persone che conosco tanto bene ma che non incontrerò mai, e vivo con loro. Sono assente, cerco di essere assente.
Vorrei non essermi abituata a fuggire così, perché lo faccio quando sgarbugliare i pensieri e rispondere diventa difficile, ed è l’unico difficile che non riesco a superare.
E’ difficile non odiare un amica perché non ti parla di come sta realmente di cosa la preoccupa e di quali sono i suoi segreti. Soffri e lei forse anche di più, ma non te lo lascia sapere.
E’ difficile.
E’ difficile rivivere i momenti brutti della tua vita comparandoli a quelli di una tua amica, ascoltarla anche se dentro muori, cercare qualcosa da dire anche se vorresti lasciarla a sé stessa perché tu non avevi nessuno.
E’ difficile.
Ma non più di vedere fingere le persone che più ami al mondo, vederle così distanti eppure così tristi dell’esserlo. Sapere che non riusciranno mai ad andare avanti senza l’altra ma non poterne essere mai sicura. Non sapere cosa fare, come rimediare, e sentirti in colpa perché dovresti fare di più ma non ti viene permesso.
E’ difficile.
Ci puoi provare ma forse farai solo peggio.
Ci sto provando ma forse farò solo peggio.
Niente “Scusa” o “Mi dispiace” alla fine di questa lettera. Non intendo scusarmi ancora. Voglio solo provarci con tutta me stessa.
Dire che un rapporto forte, che è stato forte, non può morire così. Certo cambia, ovviamente non può cambiare solo in peggio. Non qualcosa di così potente. Qualcosa di così vivo può solo alimentarsi di ciò di negativo che ha vissuto e andare avanti. Migliorare. Diventare ancora più forte, più bruciante.
Caldo come fuoco che brucia i cattivi pensieri, fresco come quelli buoni.
Non esiste errore più grande di far cadere in un brutto avvenimento un sentimento così bello.
E’ difficile, fa male, ma sono necessari la fatica e il dolore, per sentire poi la soddisfazione, la vittoria, la felicità.
Amare la cura al punto di creare la malattia.
Sembra impossibile, è distruttivo, ma funziona.
E’ la vita.
Niente “Ciao” o “Scrivimi presto” in conclusione.
Non intendo salutare gentilmente la causa dei miei tormenti voglio solo che finisca. Che vada avanti. Lo stallo non mi piace. Ci deve essere una soluzione migliore per tutti quanti.
Troviamola, vi prego.
Salviamoci.
Salvatevi.
Salvatemi.




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