Non essere più soli

di larrygreenocean
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Contava le stelle Bulma pur sapendo che esse erano infinite. Cercava di dar loro un nome e memorizzarne la posizione. A volte avrebbe preferito essere una di loro,  essere lontana dal mondo in cui viveva, un mondo troppo ingiusto e crudele per sembrare reale. Si sentiva protetta avvolta tra le sue fresche coperte di lino, si sentiva protetta abbracciando il suo roseo cuscino e avrebbe certamente preferito rimanere nel suo letto che affrontare il giorno successivo, il primo giorno nella sua nuova scuola. Aveva paura, una paura tremenda.
Era sempre stata una ragazza socievole, solare ma dopo ciò che era successo era irrimediabilmente cambiata. Non usciva più, non parlava quasi più con nessuno, aveva reciso ogni rapporto con il mondo esterno. Si sentiva tremendamente sola e in cuor suo sperava che la situazione cambiasse, che quell'alone di tristezza depositatosi sulla sua vita sparisse via. Una lacrima solitarià rigò il suo viso, una lacrima che rappresentava un passato troppo doloroso per una ragazza di soli 16 anni, un passato che aveva lasciato sulla sua anima un indelebile segno.                                                                                      
Chiuse i suoi occhi cerulei ed entrò nel mondo dei sogni.                                                                                                                                                                                                                                                
Si ritrovò in un bosco. Sola nuovamente sola. La notte era calata e un vento gelido avvolgeva il suo corpo inerme.Si sentì persa, disorientata...                                                                      
Corse, corse fino a mancarle il fiato cercando di scappare da quel luogo così nefasto e buio. Improvvisamente inciampò cadendo sul terreno sporco e ricoperto di foglie secche. Pianse, gridò fin quando non sentì una mano che gentilmente accarezzava la sua nuca, una mano che le trasmise un'immensa sicurezza e gioia. Cercò di alzare il viso per scrutare la persona che le aveva porto quel gesto dolcissimo ma non poté perché era già scomparsa.

                    
Si svegliò con il fiato corto Bulma, con gli occhi rossi e la labbra gonfie. Quel sogno le era sembrato così reale ma dal significato così nitido. Guardò l'orologio e scoprì che era giunta l'ora di prepararsi e di affrontare un nuovo anno scolastico.




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