Titolo: Le Ali~
Fandom: Le Cronache di Narnia
Coppia: Peter/Caspian (sta diventando
un'ossessione *O*)
Rating: PG-13 per un
misero bacino
Riassunto: "In quella posizione le ali
pendono dai loro colli e si sfiorano, come volessero tornare unite.
-Adesso entrambi abbiamo almeno un'ala. Siamo entrambi angeli, no?- Lo
sta prendendo in giro, si sente lontano un miglio."
Note: Ispirata da uno strano segnalibro
che ho comprato ieri e dalla più che stupenda canzone di
Lamb, "Gabriel".
Avvertenze: Slash, LWL (Leaving?What
Leaving?), sproloquio sugli angeli e fluff. Molto fluff.
Disclaimer: Nessuna di queste cose mi
appartiene, sono tutte frutto della mente di C.S.Lewis. Che ho tanta
paura si stia rivoltando nella tomba in questo momento.
-Cos'è un "angelo"?-
Peter si volta sorpreso dalla domanda improvvisa verso
Caspian. Sono seduti contro un albero nei giardini del
palazzo, uno accanto all'altro. La mano
del biondo è intrecciata a quella
dell'altro e le sue dita accarezzano ogni tanto la sua
pelle scurita dal sole. Niente rompe
il tranquillo silenzio che si è creato
attorno a loro e per questo quella domanda così strana
sembra uno sparo tanto è rumorosa.
In realtà il principe non sa per quale motivo ha
rivolto a Peter quella domanda ma le parole sono
uscite dalla sua bocca prima che potesse fermarle.
-Chi te ne ha parlato?-
Per un momento Caspian pensa che lui non voglia rispondergli.
Ma sarebbe assurdo.
-Lucy. Mi ha detto che... - esita. Forse non è la
cosa migliore riferire quello che gli ha detto Lucy,
o dovrebbe anche spiegare il come lui e la bambina fossero
finiti in tale argomento. Sprezzante del pericolo
però, continua, dopo un sospiro rassegnato.
-Che quando vuoi sai essere un angelo.-
Peter lo guarda attonito per un attimo, poi ridacchia.
Spera fortemente che "angelo" voglia dire qualcosa di bello,
non vorrebbe averlo offeso. Ma Peter lo guarda con ancora quel mezzo
sorriso sulle labbra e stringe ancora di più la sua mano,
poi sposta lo sguardo sul cielo azzurro senza nuvole e inizia a parlare.
-Nel nostro mondo gli angeli sono creature del cielo, sono messaggeri
di pace e di amore. Non sappiamo davvero com'è il loro
aspetto, perchè non si possono vedere, ma tutti sanno che
hanno un paio di ali bianchissime e piumate come quelle di un cigno e
sono belli oltre ogni immaginazione. Molti credono che ci siano degli
angeli che sono chiamati "custodi". Sono come dei
... guardiani delle persone, seguono e proteggono la
persona che hanno più a cuore. Ci sono tantissimi disegni di
angeli nel nostro mondo, tutti diversi ma la cosa che resta sono sempre
le ali. Quelle sono la cosa più importante. Un angelo non
è un angelo se non ha le sue ali ... -
Lascia la frase a metà e si volta nuovamente verso Caspian.
-E tu quindi sei uno di questi angeli, nel tuo mondo?-
Peter scoppia a ridere ed è quasi tentato di rispondergli di
sì.
-No, te l'ho già detto. Nel mio mondo sono un
semplice ragazzino senza amici che passa il primo giorno di scuola a
fare a botte con degli stupidi. Non sono nè un re
nè tantomeno un angelo.-
Fa un sorriso appena accennato, che ha qualcosa di amaro. A Caspian non
piace per niente quell'espressione, che lo fa sentire in colpa anche se
in realtà non ce ne sarebbe il motivo. Peter la assume
sempre quando parla del suo mondo o del suo passato.
Il silenzio torna come poco prima, tanto profondo che i due riescono a
sentire le voci che vengono dal palazzo, attutite ma udibili.
Centimentro dopo centimentro, Caspian si avvicina a Peter, fino a far
sfiorare le loro vite e allora poggia la fronte sulla spalla
dell'altro. Sente il cuore che batte, il ritmo del respiro regolare
come appartenessero a lui.
-Se non sei un angelo ... - mormora quasi a sè stesso, ma sa
che Peter lo sta ascoltando. -per quale motivo hai un paio di ali?-
Ha dato alla sua voce quella punta di malizia che infastidisce tanto
Susan ma che sa diverte il ragazzo.
Non lo vede, ma intuisce che lui lo sta fissando con
lo sguardo confuso. Per risposta lui allunga la mano
libera e gliela poggia sul petto, proprio sotto al
collo. -Qui.-
Peter sente la pressione del metallo freddo sotto il tocco di Caspian e
capisce. Quasi ridendo di sè stesso tira fuori dalla tunica
un ciondolino di metallo che, ricorda, Lucy gli ha regalato il giorno
del suo compleanno l'anno prima. Poco dopo essere tornati da Narnia.
Sono due ali d'angelo con una pietra che le tiene unite al centro,
semplici ma bellissime.
Caspian lo guarda sorridendo, accomodato sulla sua spalla, tutto
contento di essere riuscito a trovare le ali del suo angelo.
Peter si rigira il ciondolo tra le dita, lo studia come fosse la prima
volta che lo vede.
Poi lo prende saldamente con una mano per un'ala, lasciando la
mano del principe. E con l'altra prende la seconda e la spezza.
Caspian si alza di scatto a sedere, guardandolo ad occhi spalancati.
Nelle mani regge le due ali del ciondolo, spezzate perfettamente senza
che si rovinassero.
-Ma ... ma perchè?! Perchè l'hai spezzato?!-
L'altro non gli risponde e con un'espressione che vaga tra il
concentrato e il divertito, prende una delle corde che tengono la sua
tunica chiusa sul petto e la lega ad un'ala, rendendola uguale
all'altra che ancora tiene il precedente laccio di pelle.
Poi lo chiude e prima che Caspian possa aprire bocca gliela mette al
collo, facendo lo stesso con la sua.
-Adesso va meglio.-
-Ma ... insomma ... perchè l'hai messa a me? Erano
... erano le tue ali...-
Quella frase gli suona tremendamente infantile, ma esprime in pieno il
suo pensiero. Peter ride e si avvicina, poggiando la fronte sulla sua.
In quella posizione le ali pendono dai loro colli e si sfiorano, come
volessero tornare unite.
-Adesso entrambi abbiamo almeno un'ala. Siamo entrambi angeli, no?-
Lo sta prendendo in giro, si sente lontano un miglio.
-Ma come, non avevi detto che un angelo senza ali non è
niente? Come farai adesso?-
Gli è uscita più astiosa e petulante di quanto
volesse. Un po' se ne pente, ma non intende darla vinta a Peter. Che
comunque non sembra molto infastidito e anzi, sorridendo stavolta senza
una singola ombra sul viso:
-Vorrà dire che per volare dovremo fare lavoro di
squadra...- sussurra ad un passo dalle sue labbra, prima di baciarlo
spingendolo verso di sè con una mano. E in quella
posizione, anche se i due troppo occupati non possono notarlo, le ali
sono davvero unite, come quando erano un ciondolo unico.
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