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- Un altro messaggio di Toudou? Santo cielo, non è necessario che si scusi ancora… -
Borbottando tra sé e sé quelle parole gli uscirono quasi
spontaneamente dalle labbra mentre fissava con un espressione
rassegnata lo schermo del telefono, riponendolo nuovamente nella tasca dei
propri pantaloni.
Già dall’inizio della giornata il climber della squadra
avversaria non aveva fatto altro che bersagliarlo di messaggi, inviandogli muri
di testo gonfi di emoticon disperate e frasi pregne di
scuse per non essere stato capace di liberarsi e farsi vedere da quelle parti
in un giorno così speciale.
“Prometto che mi farò perdonare, Maki-chan!
Entro la settimana prossima mollo tutti e vengo lì, così festeggiamo
il tuo compleannocome si deve!”
Così recitava l’ultimo messaggio, ma ormai gliel’aveva già detto così tante
volte che non aveva più, quasi, neanche voglia di rispondergli subito.
Già, perché quel giorno YuusukeMakishima compiva gli anni, sebbene lui prima di tutti se
ne fosse scordato quasi come un idiota.
D’altronde, non aveva mai considerato particolarmente diverso
dagli altri un giorno del genere; i suoi compagni di squadra, però, parevano
essere di tutt’altra opinione.
Nel momento in cui dopo le lezioni aveva messo piede nella
sede del club di ciclismo si era trovato
immediatamente lanciata addosso una manciata di coriandoli (molti dei quali
erano ancora incastrati tra i suoi capelli), e una serie di sorrisi radiosi gli
si era manifestata davanti: gli ci era voluta un’accoglienza del genere per
fargli tornare alla mente la data scritta sul calendario, e per tutto il
pomeriggio gli altri furono sicuri di non fargliela dimenticare nemmeno per un
secondo.
Certo, doveva ammettere che per uno
come lui, schivo e nelle peggiori giornate insofferente nei confronti della
compagnia umana, tutta quella festosità aveva fatto sorgere una marea di dubbi
– primo tra tutti, era davvero necessario fare tutto quel chiasso
solamente per un giorno che altro non segnava l’ufficiale invecchiamento della
sua persona? Ma soprattutto, era opportuno farlo proprio quando i preparativi
per l’Inter-High erano sempre più frenetici, e praticamente
tutti sentivano già gli avversari respirargli sul collo?
A quanto pare sì, visto e considerato che
i festeggiamenti erano durati tutto il pomeriggio, concludendosi solo a fine
giornata: congedando tutti con un minaccioso “Domani torneremo al solito
regime, non lasciatevi distrarre troppo”, Kinjou
aveva chiuso le danze, lasciando andare tutti quanti a casa.
E proprio sulla strada di casa si trovava lui adesso, da una
parte segretamente grato per quelle attenzioni, dall’altra sentendo una
fastidiosissima sensazione amara permeargli il fondo della gola.
- … è un peccato che Tadokorocchi non ci fosse, si sarebbe
divertito. –
Sospirò, stringendosi nelle spalle. Lo sprinter si era
defilato immediatamente dopo la fine delle lezioni, dicendo semplicemente che
c’era stato un imprevisto in panetteria e che doveva immediatamente fiondarsi
lì per dare una mano ai propri genitori.
Non aveva aggiunto altro quando lui e Makishima
si erano divisi davanti al cancello di scuola, non accennando nemmeno un attimo
a ciò che ricorreva in quel preciso giorno.
… che se ne fosse scordato davvero? Makishima si sistemò distrattamente un ciuffo di
capelli che gli era piovuto davanti al viso,
mordicchiandosi nervosamente l’interno della bocca. Certo, lui doveva stare
zitto a riguardo perché pur essendo il festeggiato gli
era completamente passato di mente, ma per qualche motivo, sebbene non avesse
mai prestato troppa attenzione a questa ricorrenza, il presentimento che
l’altro se ne fosse del tutto dimenticato lo disturbava e non poco.
E, purtroppo, i suoi presentimenti avevano la pessima
abitudine di avverarsi uno dopo l’altro.
Si era ritrovato, contro ogni sua abitudine, a controllare il
cellulare ad ogni minimo squillo, sperando che in
mezzo a tutti gli sms ricevuti da Toudou e non solo
sbucasse anche qualche parola da parte di Tadokoro.
Gli sarebbe bastato anche solo un minuscolo augurio per mettergli il cuore in
pace! Ma d’altronde, cosa pretendeva?
Sin dal primo momento in cui si erano conosciuti non
aveva mai avuto nessuna pretesa nei confronti degli altri per tutto ciò che
riguardava il suo compleanno, quindi era anche naturale che le persone
finissero per dimenticarsene, o per reputare un qualsiasi messaggio di auguri
tutto meno che necessario. Doveva farsene una ragione, smettendo di pretendere
da altri cose che non aveva mai richiesto.
Spinse con aria vagamente apatica il cancello di casa,
trascinandosi lungo il sentiero che portava alla porta d’ingresso.
- Sono a casa… - biascicò, mettendo piede dentro la lussuosa
residenza, notando in quel momento la madre sbucare da una porta.
Cosa voleva? Era sempre troppo
impegnata da qualche mansione per venire ad accoglierlo ad
ogni suo rientro, tant’è che di solito gli rispondeva con un cinguettante
‘Bentornato, Yuu-kun’
che risuonava da chissà quale stanza. Gli aveva già fatto gli auguri quella
mattina, precisando che avrebbero aspettato il fine settimana
per festeggiare più sfarzosamente con tutta la famiglia, quindi cosa… ?
- Bentornato, Yuu-kun – che poi, per quanto ancora l’avrebbe chiamato in
quel modo? Era terribilmente imbarazzante – C’è un tuo amico che ti sta
aspettando in salotto, ha la stessa uniforme della tua scuola… è un tuo
compagno di classe? –
Domandò allegra la donna, maYuusuke si era già proiettato oltre il corridoio,
raggiungendo la porta del salotto a grandi passi.
Un compagno di classe? Dubitava si trattasse davvero di
qualcuno del genere, non si era mai rapportato al punto con gli altri da fargli
sapere dove abitasse. Certo, due persone c’erano a conoscere quei dettagli, ma
erano semplicemente Kinjoue…
- Tadokorocchi... ? –
Domandò quasi senza fiato, fermandosi proprio sulla porta.
Seduto sul divano ad aspettarlo c’era davvero lui, e appena lo vide lo salutò con un
ampio sorriso e un cenno della mano, alzandosi da quella postazione.
- Yo, Makishima! Buon compleanno, heh! –
Il ragazzo con i capelli verdi sgranò gli occhi, rimanendo
imbambolato sul posto.
“Buon compleanno”? Quelle due parole lo colpirono più o meno con la stessa veemenza di due ceffoni, o forse
come due fulmini in mezzo ad un cielo sereno, come nuovamente dimentico della
ricorrenza che cadeva in quel giorno.
Quindi non se ne era scordato, sul
serio? Ma perché se ne usciva proprio ora? E
soprattutto, perché con sé aveva quel pacchetto strano?
- Quello… che cos’è? – domandò, indicandolo con un ditino ossuto appena appena sollevato. L’altro incurvò perplesso le
sopracciglia, per poi scoppiare nuovamente a ridere.
- È la tua torta, cos’altro?! –
esclamò, avvicinandosi un po’ a lui - Ho pensato fosse meglio farla con calma
nel pomeriggio e portartela piuttosto che al club, so che non ti piace essere al centro dell’attenzione, hahah!
Anche se chissà cos’avranno fatto gli altri! –
Un attimo, un attimo, un attimo
– farla nel pomeriggio e portarla qui invece che al club? Di cosa stava
parlando?
L’espressione di Makishima si stava facendo sempre
più perplessa davanti a quello snocciolare continuo di informazioni,
e l’altro parve accorgersene eccome.
- … prima sono scappato perché dovevo fare questa. E dire che
non pensavo neppure di fare in tempo, heh! –
Quindi… questo voleva dire che non
c’era nessun problema alla panetteria, che tutto quello che aveva impedito
all’altro di fargli gli auguri era semplicemente l’intenzione di fargli una
sorpresa?
Deglutì, sentendosi scioccamente emozionato. Non solo non si era scordato del
suo compleanno, al contrario, aveva preferito mettere sopra a tutti gli altri
impegni quello di avere entro sera pronta una torta per lui. Non solo: aveva
anche tenuto di conto la sua complessiva inettitudine nello stare in situazioni
troppo sociali, preferendo recapitargliela con calma una volta lontani da contesti che avrebbero potuto metterlo in inutile imbarazzo.
Certo, poco poteva saperne che alla fine gli altri del club
avevano comunque fatto la loro parte, ma tutte quelle premure non poterono che
farlo sorridere.
Non era mai stato bravo con le parole, e nemmeno con i fatti:
nonostante questo, però, esitò solo qualche secondo prima di accorciare le
distanze tra di loro, ritrovandosi ad accennare un impacciatissimo abbraccio.
Non aveva nessun motivo di negarlo: era felice come non mai
che, per una volta, i suoi presentimenti si fossero rivelati del tutto
sbagliati.
Salve a tutti!
Questa è la entry per il prompt “Festa di compleanno”
della challenge#Spokon69minITA, anche se forse
stavolta sono rientrata nel tema solo di striscio (senza contare che continuo a
fare schifo con i titoli).
Era da tanto
che volevo scrivere un po’ di TadoMaki, mia otp assoluta della
serie (insieme alla IshiMi), e mentre ho da parte
qualcosa di più succoso che sto scrivendo con molta calma ho deciso di
indulgere in questa storiellina tranquilla dedicata al compleanno del nostro Peak Spider preferito ~
Al solito, ringrazio chiunque
commenterà, favoriterà, o deciderà anche solo di
leggere, mi farà immensamente piacere! Ogni recensione è accolta a braccia più
che aperte, non vedo l’ora di sapere cosa ne pensate ~