L'ULTIMO
SEGRETO
Kaori
fissò la luna piena brillare alta nel cielo, uno spettacolo che ogni volta la
lasciava senza fiato. Era il 23 dicembre e faceva molto freddo, ma la neve non
accennava a farsi vedere, anzi in quelle giornate il cielo era stranamente sereno,
quasi non volesse regalare ai cittadini di Tokyo la neve, tanto agognata dai
bambini.
Kaori
era riuscita a convincere (ehm….Forse è meglio dire "costringere")
Ryo ad invitare Umi, Miki e tutti gli altri a festeggiare la notte di Natale da
loro e lei aveva passato tutta la giornata a preparare tutto per la sera dopo.
Si
voltò e un sorriso triste le inarcò le labbra nell’osservare Ryo disteso sul
divano dormire profondamente Era rientrato mezz’ora prima ubriaco fradicio,
dopo essere stato chissà dove e chissà con chi….
Ma
perché la faceva soffrire così? Perché se ne andava sempre senza dirle nulla,
né dove andava, né con chi? Era la terza sera che rientrava a quell’ora in
quello stato… le prime due sere aveva creduto che si fosse trattato di una
semplice coincidenza, ma tre sere era troppo…. A Ryo piaceva uscire e ritirarsi
sbronzo, ma mai troppe sere consecutivamente, perché anche lui sapeva che
altrimenti l’alcool avrebbe potuto causargli molti guai in una missione
improvvisa. E allora perché….? Cosa era accaduto di così terribile? Non
riusciva più a parlargli da un po’ di tempo, quasi lui la evitasse. Ma cosa
stava succedendo? Ma perché la faceva preoccupare sempre così? E con chi
usciva? Da solo o con una donna? Al solo pensiero un martello da 1000t si
materializzò nelle mani di Kaori (NdN riflesso condizionato!!! ^__^) e stava
per colpirlo quando lo vide muoversi e un foglio uscire dalla tasca dei
pantaloni. Incuriosita lo prese e lo aprì.
Impallidì
di colpo, poi, senza far caso al rumore che stava facendo, prese il cappotto e
uscì dalla stanza sbattendo violentemente la porta.
.
Ryo
si svegliò di soprassalto. Era stato qualcosa a svegliarlo…. Un rumore, un
urlo….In strada o dentro casa? E se fosse stata Kaori? Lentamente, senza far
rumore salì nella stanza della sua socia e la scoprì vuota. Guardò l’orologio.
Le tre. Ma dove cavolo era finita? Velocemente scese al primo piano e solo
allora si accorse che la luce era ancora accesa. Ma dove poteva essere finita?
Meccanicamente iniziò a camminare avanti e dietro per la stanza, cercando di
riordinare le idee e calmarsi. E se fosse stata rapita? Possibile che non si
fosse accorto di nulla? Come aveva potuto? Era stato uno stupido, si era
ubriacato e non aveva sentito nulla… non ricordava neanche come avesse fatto a
tornare a casa… ma perché si era comportato in quel modo invece di raccontarle
tutto?
Ed
ecco che si rese conto che il suo piede aveva calpestato qualcosa. Si chinò a
raccorglierlo e il sangue gli si gelò nelle vene. Quel foglio… era nella sua tasca….
Come faceva a trovarsi là? Non poteva essere, eppure…. Si toccò istintivamente
la tasca e si rese conto che era vuota. Allora…. Kaori l’aveva letto! Come
aveva potuto perdere quel foglio, come aveva potuto commettere un errore così
stupido?
"Maledizione!"
esclamò e si precipitò fuori dalla stanza.
"Perché?
Perché Umibozu? Perché non mi hai detto nulla? Cosa ho fatto di male per
meritarmi anche questo dalla vita? Cosa gli ho fatto? Perché non mi ha mai
detto nulla in questi anni? Perché non si fida di me?". Kaori era furiosa,
urlava e piangeva, mentre Umi non riusciva a trovare le parole giuste per
spiegarle tutto e soprattutto a capire come Kaori potesse essere venuta a
conoscenza di una cosa del genere.
"Calmati
Kaori" intervenne allora Miki, ancora mezza addormentata: Kaori era
piombata a casa loro, alle tre di notte, urlando come una pazza "Se Ryo ti
ha tenuta nascosta una cosa del genere ci deve essere una spiegazione!"
"No,
non c’è! La verità è che non si fida di me, che non mi considera una socia
degna di lui. Questa è la verità! Lo odio, lo odio!!!!!" urlò fra le
lacrime e veloce come era venuta se ne andò.
Miki
guardò la porta poi il marito "Umi non è possibile…non posso credere che
Ryo…."
La
porta si riaprì e Ryo comparve sulla soglia trafelato "Mi spiace, ma non
hai fatto in tempo!" fu tutto quello che Umibozu riuscì a dirgli prima di
veder scomparire anche lui nel buio della notte.
Ryo
si guardò intorno e nonostante tutto non riuscì a non sorridere: sapeva che
l’avrebbe trovata lì, ormai la conosceva bene. Risalì la collinetta senza fare
rumore e in poco tempo fu dietro di lei.
Si
fermò un attimo ad ammirare il panorama di fronte a loro. Eh già, la sua socia,
aveva proprio un animo romantico, nonostante volesse sempre mostrarsi forte
davanti a tutti. Dalla piccola collinetta su cui si trovavano, si poteva
ammirare un laghetto dalle acque cristalline e in lontananza le luci della
città che si rispecchiavano in esse. Più a ovest, la luna piena su di loro,
mostrava il campanile di una chiesa, riflesso sull’acqua, una chiesa a cui era
annesso un cimitero… quello in cui riposava Hideyuki (NdN se devo essere del
tutto sincera non mi ricordo bene dove Maki sia sepolto, però siccome anch’io
ho un animo romantico, nonostante non mi piaccia ammetterlo, ho deciso di
inserirlo! Dunque perdonatemi se non è proprio il luogo descritto nel manga!).
Ryo
si inginocchiò dietro di lei e senza dir nulla abbracciò la sua socia. Kaori
non si mosse, ma la sua freddezza e il suo distacco si potevano avvertire dalle
sue parole. "Perché non mi hai detto nulla?" chiese.
Ryo
la guardò, ma Kaori sembrava non aspettare una risposta, infatti continuò
"E’ mai possibile che il tuo passato debba scoprirlo così? Non mi racconti
mai nulla… prima Mary, poi Kaibara e infine quel foglio….Sono stufa di essere
trattata così da te! Quando imparerai a fidarti di me?" chiese e questa
volta pretendeva una risposta, perché non disse più nulla, anzi si voltò verso
di lui.
"Perdonami"
bisbigliò, non sapendo cos’altro dire. Sapeva di aver sbagliato a tenerle
segreta una cosa del genere, che prima o poi l’avrebbe scoperto…. Aveva sperato
che non accadesse mai… dopotutto lui non aveva documenti, era morto in
quell’incidente… solo in America qualcuno avrebbe potuto trovare tracce del suo
matrimonio…
"A
quei tempi lavoravo con Mary. Avevamo ricevuto un caso all’apparenza molto
semplice: proteggere la figlia di un politico dal mirino di un mafioso. Nulla
di strano, insomma. Finché non venni a conoscenza che Annie soffriva di un male
incurabile e che le restava poco da vivere. Era una splendida ragazza,
ventun’anni, capelli castani, due occhi color del mare…. Mi spezzò il cuore
venire a conoscenza di una notizia del genere. Una sera… mentre ero con lei mi
rivelò il suo male, convinta che i suoi non mi avessero detto nulla, poi mi
disse –Sai Ryo…. Mi piacerebbe tanto sposare l’uomo che amo e avere tanti
figli… ma ho sempre saputo che non vivrò abbastanza per poter realizzare il mio
sogno….-"
"Il
caso fu risolto pochi giorni dopo, ma non me la sentì di lasciarla sola…. E
ormai il suo male peggiorava a vista d’occhio… non riuscivo a credere che
quella ragazza era davvero quella che avevo conosciuto… era dimagrita e
pallida…. Le rimaneva si o no una settimana di vita. Fu allora che i suoi
genitori mi fecero la proposta: -Mr. Saeba… non so se conosce il sogno di mia
figlia…. Vorrebbe… vorrebbe sposarla?… In fondo non sarebbe un vero
matrimonio…e poi nostra figlia sta per…-. Sapevo che era impossibile perché non
avevo documenti… ma loro mi dissero che avrebbero pensato a tutto loro… e
infatti mi procurarono una falsa carta di identità.. una cosa illegale,
insomma…. Ma per la loro figlia sarebbero anche andati in prigione…."
"Il
sacerdote venne tre giorni dopo e noi due ci sposammo, anche se in realtà non
era un vero matrimonio…. Non ebbe il tempo di dire nulla…. Mi sorrise e poi
chiuse gli occhi per sempre."
"Naturalmente
i suoi genitori non dissero nulla, mi ringraziarono e mi consegnarono il
certificato. Da allora non li ho più visti."
"L'altro
giorno ritirando la posta trovai il certificato nella buca….. mi era stato
spedito da Mary che l’aveva ritrovato per caso nel suo ufficio…. Ora che è
modella potrebbe anche venderlo, ma non ha mai avuto il coraggio di farlo, così
ora che lei e Erik si sono sposati ha deciso di andarci a vivere. Così nel
riassettarlo ha trovato il documento e me l’ha spedito…convinta probabilmente
che te ne avessi parlato…."
"E
invece io non ho mai avuto il coraggio di parlartene… anzi non ho avuto il
coraggio di parlarti e basta, temendo di lasciarmi scappare qualcosa… per
questo tentavo di stare fuori casa il più possibile…. Perdonami."
Kaori
era rimasta in silenzio per tutta la durata del triste racconto.
"Eri
innamorato di lei?" chiese infine.
"Non
lo so. Mi faceva tanta pena, ma non so se fosse solo questo o qualcosa di
più."
Kaori
tacque non sapendo cosa dire. Nella sua mente si formularono tante domande,
tanti perché… non sapeva neanche lei cosa stesse provando in quel momento… non
era stato certo il matrimonio in sé ad averla fatta star male, ma ciò che lui
le aveva rivelato. Si, Annie si era innamorata di Ryo, altrimenti non gli
avrebbe mai rivelato il suo sogno, ma lui, Ryo cosa aveva provato per lei? E
cosa provava per lei? L’aveva amata? Pensava ancora a lei? Si domandò se non fosse
morta cosa sarebbe successo….se non fosse mai tornato in Giappone e non avesse
deciso di lavorare con suo fratello…. Se lui non fosse morto e lei non fosse
diventata sua assistente… se lei si sarebbe innamorata di lui, anche senza
essergli assistente…e se forse in quel caso lui l’avesse tratta come una donna
vera….si domandò perché il destino aveva deciso di farli incontrare, di farli
diventare l’uno l’àncora per l’altro e se qualcuno avesse potuto tornare
indietro nel tempo e cambiare tutto…
"Kaori….
Ti prego parlami…" la supplicò, maledicendosi per la sua stupidità. Se le
avesse raccontato tutto molto tempo prima…. "Kaori…."
"Se…
se Annie non fosse morta, tu… avresti comunque esaudito il suo sogno? Dimmi la
verità Ryo… ti prego Ryo… ho bisogno di sapere la verità…" chiese infine,
ormai prossima alle lacrime.
La
verità… ecco cosa voleva Kaori… la verità…
La
verità era che lui l’amava, che ormai il suo passato era passato e non sarebbe
più tornato indietro, proprio come lei gli aveva insegnato a credere, e che
doveva pensare al futuro e che lui voleva viverlo con lei… per sempre…
Questa
era la verità… ma forse una bugia…l’avrebbe allontanata da lui e da quel mondo
pericoloso in cui lui viveva…. E non era quello che lui aveva sempre sperato,
continuando a trattarla in quel modo? Quella era l’occasione giusta… eppure…
cosa sarebbe stata la sua vita senza di lei?
"Ti
prego … rispondimi" la sua voce era ferma e sicura anche se non aveva il
coraggio di guardarlo negli occhi "Voglio sapere la verità… anche se la
tua risposta sarà affermativa… perché allora significherebbe che tu l’amavi e
che la tua ferita è ancora aperta. E io ho il dovere di aiutarti a dimenticare,
perchè sono la tua socia… e una tua amica……"
Al
diavolo tutto, pensò Ryo in quell’istante. Al diavolo il passato, il futuro, i
pericoli, i problemi, le ansie, le paure, le incertezze…. Kaori aveva deciso di
restargli accanto comunque e di aiutarlo a dimenticare, perché lo amava, non
pretendendo nulla da lui, solo la sua amicizia. Al diavolo tutto. Non gli
importava più di nulla solo di lei.
Con
forza, ma dolcemente la voltò e lei lo guardò. I suoi occhi erano colmi di
lacrime e questo non fece altro che renderlo ancora più sicuro.
"Si…
forse l’avrei sposata, ma da allora sono passati tanti anni… e ormai il passato
è passato e quel che conta è il presente… e nel mio presente ci sei tu, e solo
tu…. Io sono felice di quello che sono ora… di essere venuto qui in Giappone…
di averti incontrato… di… di essermi innamorato di te…" esclamò tutto d’un
fiato.
Kaori
lo guardò, i suoi occhi erano decisi, ma allo stesso dolci, innamorati. I loro
sguardi erano persi l’uno nell’altro chiedendosi come mai avessero aspettato
otto lunghi anni per incontrarsi… per fissarsi… e senza rendersene conto
lentamente si avvicinarono fino ad unirsi in un tenero ma lungo bacio.
"Aishiteru…."
Bisbigliò Kaori prima di lasciarsi andare completamente.
"Beh,
spero che tu sia contento…. Il tuo sogno si è realizzato."
Dall’alto
di un campanile due sagome guardavano verso la collinetta lì vicino, dove due
anime si stavano incontrando per la prima volta.
"Già…
e tu?" chiese l’altra figura.
"Io
cosa?" chiese la più bassa.
"Non
stai soffrendo….? Anche tu l’amavi, no?"
La
figura sorrise dolcemente: "No. perché sono felice che lui abbia imparato
cos’è l’amore. Nonostante sia stato così caro con me, lui non mi ha mai
veramente amato… e io l’ho sempre saputo… però ha realizzato il mio sogno,
nonostante tutto… e questo non lo dimenticherò mai."
Le
due figure continuarono a fissare le altre due, poi una delle due parlò.
"E’
ora Hideyuki… il nostro compito è finito… dobbiamo andare…"
"Si,
Annie, hai ragione. Addio Ryo… Kaori…. Spero che siate felici… per
sempre…."
Poi
si presero per mano e insieme volarono verso le stelle lontane, mentre una
dolce neve iniziò lentamente a cadere.
FINE
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