hiccelsa
Ebbene,
amo questa coppia, e così ho provato a cimentarmi in una
storia tra di loro.
Premetto che ho cercato di mantenere il più possibile il
carattere dei personaggi...
Ed ora, buona lettura.
Pretending
Change
Introduzione
Cause
all I know is we said hello
And your eyes look like coming home
All I know it’s a simple major, everything has changed
All I know is we held the door
You’ll be mine and i’ll be yours
All I know since yesterday is everything has changed
All
I know is we said hello
So just stop your high is tall
All I know is pouring rain
And everything has changed
Don’t let go, cause I knew it felt great
All my dates, I know your face
All I know since yesterday is everything has changed
Biiip Biiip
Biiip
Due grandi occhi verdi si
spalancarono nella penombra.
-Ma
che...ODDIO LE 7.45! è tardissimo!!!-
Un tonfo sordo spezzò l'oscurità della stanza.
-Ahi!- si lamentò un ragazzo castano, rialzandosi dal
pavimento su cui era appena ruzzolato.
Cominciò a massaggiarsi la schiena, lanciando occhiatacce
verso un punto indefinito tra le lenzuola.
-Grazie Tooth per avermi svegliato!- bofonchiò sarcastico il
giovane -La domenica alle 7, però sei puntuale! Cavolo! lo
sai
che devo andare a scuola, ne avevamo già parlato...-
Un grosso gatto nero aprì pigramente un occhio smeraldo, per
poter fissare il padrone con aria svogliata, per richiuderlo poco dopo.
-Ah, Bene! Fai pure il finto tonto!- Gracchiò il castano,
infilandosi un paio di Jeans scuri -Ora vado... ma non finisce qui,
Toothless!- urlò lanciandosi giù per le scale.
-Hiccup!- tuonò una voce dalla cucina -Sbrigati che
è tardi!-
Il giovane infilò in bocca un pancake e
caricò la cartella sulle spalle.
-Muoviti!- Disse un omone massiccio dai lineamenti scandinavi ed i
capelli mogano -Ti lascio giù io passando in azienda-
-Grazie Pa'- rispose Hiccup masticando.
La sua famiglia era arrivata in America poco dopo la su nascita.
Suo padre aveva cominciato con una piccola impresa di disinfestazione,
che negli anni era cresciuta a dismisura... fino a diventare una sorta
di Impero, mentre sua madre aveva optato per la carriera veterinaria.
-Mamma dove è?- chiese il ragazzo salendo in auto
-Nevada... oggi tiene un seminario sui cavalli.- Rispose distratto,
l'omone
-In Nevada? Un solo giorno?!?- gracchiò incredulo
Hiccup
-E che ti devo dire. Dopo il suo terzo libro... o quarto, va beh, hai
capito, è richiestissima!-
La macchina si fermò davanti ad un imponente vialetto: la
meta di Hiccup.
-Ah! Prima che mi dimentichi: Il sindaco ci ha invitato all'ennesimo evento
mondano, stasera. Tua
Madre ci tiene.-
-Dai Pa'... sarà la solita serata di beneficenza...-
-No, è per l'arrivo di qualche pezzo grosso straniero... e Tua Madre ci tiene-
-Ho capito... ho capito....- bofonchiò chiudendo la portiera
-
ci sarò.- rispose avviandosi attraverso il vialetto,
inforcando
gli occhiali.
Da quando sua madre aveva in cura i barboncini della moglie del
sindaco, la loro vita era stata catapultata nella grande
società. Cosa
che non stava a genio al ragazzo... e forse nemmeno al padre.
-Ehi Vecchia Pellaccia!-
Un ragazzo dai capelli dall'inusuale candore, si piazzò
davanti a Hiccup.
Indossava un paio di pantaloni a scacchi strappati sulle ginocchia ed
una maglia dei Sex Pistols.
-Ciao Jack...- lo salutò.
-Hic! Salvato qualche foca, questa estate?-
il moro sbuffò. Da quando aveva trovato
-Ehi... cos'è quel muso lungo? Comincia l'ultimo anno, Bello! Sventole,
feste e birra a fiumi!.- esplose il ragazzo -UNA FIGATA PAZZESCA!-
Hiccup sorrise.
Jack era il suo migliore amico sin dai tempi delle elementari, ed
eccezione fatta per i capelli, non era cambiato di una virgola.
Persino da bambino possedeva la lingua tagliente e sciolta.
-E chi mi prende?- ridacchiò Hiccup, indicando con un gesto
veloce prima gli occhiali e poi la maglietta verde militare degli
"Imagine Dragons".
l'amico rise di gusto.
-Ma sei fuori?!?-
gli diede una pacca sulla spalla - Hai la fila, mio caro Nerd!-
-Ma non scherzare, idiota...- ridacchiò.
-Mai stato tanto serio in vita mia- disse saltando davanti all'amico,
con espressione solenne. -Croce
sul cuore- lo schernì
Hiccup scoppiò a ridere, alzando il dito medio in risposta.
In quell'istante passarono davanti a loro due ragazze, una bionda ed
una rossa.
la biondina portava un abitino rosa confetto lungo fino alle ginocchio,
e la rossa, un paio di jeans slavati e strappati ed una canottiera
grigia, molto sbracciata.
-Ehi Bambole,
passata bene l'estate?- le fermò Jack
-Come al solito Jack... WOW CHE MAGLIA FIGA! Complimenti per la
scelta!- poi gli occhi della rossa caddero su Hiccup -A...Anche la tua
è carina, Idiota...-
Era un classico di Merida fargli un complimento ed insultarlo nella
stessa frase, sin dal loro primo incontro alle medie.
Sia Rapunzel che Merida, conoscevano i due ragazzi da tanto tempo,
talmente tanto da potersi permettere alcune confidenze eccessive... o
quasi.
-E tu Punzie?- Jackson si rivolse all'altra ragazza.
-Ciao Hiccup!-disse la bionda, cercando di ignorare la voce di Jack,
cosa non lo fece desistere.
-Ehi Punzie... io e te, ci vediamo dopo in bagno?- cercò di
stuzzicarla
-VAFFANCULO JACKSON, Andiamo Merida... - sbottò
allontanandosi a grandi passi con la rossa al seguito.
Jack la osservava allontanarsi ancheggiando
-Vedrai amico mio... entro fine anno, quella è mia!-
-Ma chi?!?- sgranò gli occhi il moro
-Rapunzel!-
-Ma se non ti fila dalla prima liceo! E poi non sta con Eugene?-
-Si ma quello ora è al college! Non si vedranno mai!-
rispose con sufficienza l'amico - è mia...-
La classe di arte era la solita.
Caotica.
Disastrata.
Minuscola.
Così come la gente che la frequentava...
Le stesse facce da quattro anni.
Hiccup sospirò... tutto come l'anno prima, o quasi.
Il solito banco in fondo all'aula, accanto a Jack, a tre banchi di
distanza da Merida e Punzie, cinque da Astrid.
Astrid, la sua ex ragazza storica ... o meglio, la sua unica ex.
Testarda ed orgogliosa, non bellissima ma simpatica.
La loro storia non era durata poco: Due anni... ed era finita da un
mese.
-Ma con l'Iceberg
lì davanti?- sussurrò Jack - cosa è
successo?-
-Ancora non ho capito- mentì Hiccup.
-Ma almeno...?- Jack completò la frase con un gesto
inequivocabile con la mano.
Il castano scosse la testa.
-No Jack, lo sai... te l'ho raccontato un milione di volte! Guardale il
dito!-
L'amico aguzzò la vista, per poi sgranare gli occhi.
-E' uno di quegli anelli della castità?-
Hiccup annuì.
-Amico mio... bella sfiga.- aggiunse mentre entrava una nuova figura
nell'aula -Ciao
bellezza... da che nuvola sei caduta? Oddio, Hiccup
girati... sventola ad ore dodici-
- Cazzo Jack, ho capito che fai il filo a Punzie, ma ora... WOW-
Il ragazzo rimase senza parole.
Aveva fatto il suo ingresso in aula una ragazza formosa dagli occhi
chiari ed i capelli biondi raccolti in una crocchia.
Indossava un paio di jeans stretti ed una lunga felpa color porpora. La
camminata era impettita... e quasi titubante.
Hiccup la osservò scivolare tra i banchi, per prendere posto
a due banchi di distanza da lui.
Eterea, sembrava quasi irreale con quella pelle porcellana e quegli
occhi freddi e taglienti come il ghiaccio. Fu in quel momento che quei
diamanti si posarono su di lui per qualche istante... prima che la
pelle della ragazza avvampasse, vedendo il suo sguardo ricambiato.
Jack osservò la scena divertito.
-Beh, che aspetti...- disse all'amico, ridestandolo dai suoi pensieri.
-Uhm?!? che intendi?- rispose Hiccup confuso.
-Presentati.-
-Cosa?!?- disse lui -Dimmi che scherzi, ti prego-
Fu in quel momento che il suo migliore amico lo afferrò
trascinandolo fino alla nuova arrivata.
-Piacere, splendore. Io sono Jackson Overland, ma puoi chiamarmi
Jack... o Frost, il mio amico timido è Hiccup Haddock...
come ti chiami, splendore?-
-Elsa... Elsa Dronning (*) , Piacere...- rispose lei con un accento
strano
-Piacere Nostro- sorrise sornione Jack.
Gli occhi di Elsa si posarono per l'ennesima volta sul castano, e
sorrise dolcemente.
Tutto quello che riuscì a scappare a Hiccup fu una sorta di
espressione ebete.
-Le piaci!-Esordì Jackson -Non ti stacca gli occhi di
dosso... e ride alle tue battute! Cazzo, RIDE ALLE TUE BATTUTE!-
-Grazie Frost... meno male che ci sei tu...- disse sarcastico il
ragazzo- Guarda che abbiamo parlato con lei cinque minuti, ed ho fatto
una sola battuta!-
-Basta e avanza, amico mio!- gli fece l'occhiolino
I due si trovavano sulla panchina davanti all'ingresso dell'istituto,
durante la pausa pranzo.
Hiccup sapeva perfettamente che prendere sul serio Jack, voleva dire
illudersi. Conosceva fin troppo bene il suo modo esagerato e
sarcastico...e la sua totale incapacità di dare consigli
sensati.
Eppure, oltre a Kris, suo compagno di banco al corso di falegnameria,
era l'unico parere maschile che aveva.
Il giovane non si era mai fatto avanti con una
ragazza, in tutta la sua vita... Nemmeno con Astrid, infatti fu lei a
cercarlo.
-Ciao ragazzi, che combinate?- saltellò Merida, seguita da
Rapunzel.
-Niente di...-
-HICCUP HA FATTO CENTRO!-
Le due ragazze spalancarono gli occhi
-Ma con chi?!? Ancora Astrid? Ti prego, Idiota, dimmi che...-
-Nono ma che Iceberg! La pollastra nuova!- saltellò gaio,
Jack.
-ELSA?!?- risposero in coro, e a voce troppo alta le ragazze.
-Shhhh- rispose Hiccup -Ancora gli credete?- scrollò la
testa.
-Ma... a te...-sussurrò Punzie - piace?-
-OVVIO CHE LE PIACE! NON VEDI CHE ESPRESSIONE EBETE HA DA STAMATTINA???-
-Grazie Jack, vuoi andare in giro spargendo volantini, già
che ci sei?-
-Davvero Jackson, hai il tatto di un pachiderma!- disse Merida
-Beh - aggiunse la bionda -Vai a conoscerla meglio... prima che lo
faccia Pitch- indicò alle sue spalle due tavoli. Elsa se ne
stava seduta ad uno dei due, leggendo un libro... Pitch era all'altro,
ad osservarla con aria famelica.
-MA SCHERZATE?!? L'AVETE VISTA? Lei è... è...-
Merida lo osservò scuotendo la testa.
Punzie lo guardava divertita.
-Vai! Prima che lo faccia quello stro...- ma prima ancora che Merida
potesse finire la frase, Pitch era già passato all'attacco.
-Hiccup, sei pronto?!?- tuonò una
voce femminile, dalle scale
-Arrivo!!!- sbuffò il ragazzo, annodandosi la cravatta -Uff,
beato te Toothless...che non sei costretto a questi calvari!-
Il grosso gattone, per tutta risposta si strusciò sulla
gamba del padroncino, emettendo sonore fusa.
Hiccup sospirò, desolato, guardandosi allo specchio.
Sua madre l'aveva obbligato ad indossare il completo preso qualche mese
prima per un evento analogo, ed una cravatta violacea.
Per
l'occasione, il giovane, aveva rinunciato agli occhiali, per far posto
alle lenti a contatto.
-DEVO VENIRTI A PRENDERE DI PESO?!?- Urlò questa volta il
padre.
-ARRIVO!- Urlò correndo giù dalla scala
Sua madre era avvolta in un abito lungo color crema, drappeggiato. I
Lungi capelli erano stati raccolti appena sotto la nuca.
-Ma sei bellissimo!- Esordì la donna.
-Ti prego, mamma andiamo e facciamola finita...- rispose imbronciato.
Salendo in macchina, sua madre cominciò a raccontare vita,
morte e miracoli del famoso "pezzo grosso".
Si trattava del nuovo ambasciatore estero in carica, ed era
appena arrivato dalla Norvegia con tutta la famiglia.
-Mi
raccomando...-
-Mamma, oramai ho quasi diciotto anni, e ancora mi fai le
raccomandazione come si fanno ai bambini?-
Lei ridacchiò divertita e continuò a parlare
dell'ambasciatore.
Arrivarono poco dopo in un grand hotel in pieno centro
città, dove si sarebbe tenuto il ricevimento.
L'atrio era terribilmente pomposo agli occhi del ragazzo: troppi
lampadari di cristallo, troppa argenteria, troppa gente... troppo tutto.
Ma non ebbe nemmeno il tempo di capire esattamente in che luogo fosse
capitato realmente, quando senti la mano di sua madre afferrargli il
polso.
-Vieni che ti porto a salutare il sindaco e conoscere l'ambasciatore e
la sua famiglia!-
Hiccup fu catapultato davanti ad un gruppetto di persone. Il primo che
gli strinse la mano, fu un omone corpulento che il ragazzo conosceva da
tempo: il sindaco. Accanto a lui, un uomo alto, sulla quarantina, dai
capelli castano ramati ed una giovane signora, dal portamento elegante
e di bell'aspetto, al suo fianco.
-Signore e Signora Dronning, vorrei presentarvi mio figlio Hiccup-
-Piacere mio, giovanotto- disse l'Ambasciatore stringendogli la mano.
-vorrei presentarti le mie figlie: Anna e...-
E fu proprio in quell'istante che gli occhi verdi del castano
incontrarono due pozze ghiacciate.
-Elsa...- sussurrò lui.
Accanto ad una ragazzina dai capelli castano ramati, si trovava la sua
nuova compagna.
Indossava un abito lungo, color cobalto, molto castigato.
Un brivido percorse la schiena del ragazzo.
Lei sembrava a suo agio in quell'abito e nonostante coprisse ogni
centimetro del suo corpo, fuorché le braccia ed il volto,
fasciava perfettamente le curve della ragazza, lasciando poco
all'immaginazione.
-Vi conoscete?- Sussurrò la donna accanto al norvegese.
-Sì, frequentiamo alcuni corsi insieme- rispose la ragazza
con voce cristallina.
Hiccup sorrise, mentre lo sguardo indagatore dell'ambasciatore, lo
passava in rassegna.
-Molto bene... - disse quasi tra i denti, fulminando il poveretto con
lo sguardo, per poi rivolgersi alla madre del ragazzo -Noi,
signora, dobbiamo parlare di affari: Olaf...-
Il gruppetto di adulti si allontanò, lasciando Hiccup, Elsa
ed Anna al centro della sala.
Cadde un gelido silenzio tra i tre.
Il castano e la bionda riuscirono a spiccicare qualche flebile sillaba.
La più piccola osservò i due giovani con aria
interrogativa.
-Piacere, Anna!- esplose, gaia, dopo alcuni minuti di imbarazzante
silenzio -Tu devi essere il...- Ma la ragazza s'interruppe bruscamente.
-Dere må
være stille- (Devi stare in silenzio .ndr)
sibilò la bionda, lasciando interdetto Hiccup.
Anna ridacchiò.
-Raggiungo Mor ...-
si rivolse alla sorella, prima di voltarsi verso il giovane - A Presto Grønne
øyne - sorrise sorniona la ragazzina, prima di
allontanarsi.
Hiccup rimase interdetto.
-Ma cosa... come mi ha chiamato?-
Elsa arrossì, e cercando di evitare lo sguardo del ragazzo
gli fece cenno di seguirla.
I due ragazzi attraversarono la sala e si diressero verso il corridoio
accanto. Qui , la bionda, guidò il ragazzo verso una
saletta.
Arrivati nella stanza, Hiccup ripropose la domanda.
-"Occhi verdi"- bisbigliò lei evitando di incrociare gli
sguardi.
-Ehm...-
-Ehm...-
-Come ti trovi?-
-Bene, Grazie...-
-Hai già visitato la città?-
-No...-
-Ok...-
Di nuovo quel silenzio pesante,
Ancora una volta.
Ma Hiccup non si lasciò perdere d'animo.
Prese fiato e...
Un paio di labbra lo zittirono.
Rimase interdetto, bloccato.
Non poteva essere accaduto...
Lei si allontanò velocemente, come una bambina che combina
un guaio e cerca di allontanarsi dal luogo del misfatto.
Ma lui, cercando di rimediare alla figura da stoccafisso, la prese e la
strinse a se.
Per un istante la fissò nel profondo ghiaccio di cui erano
fatti i suoi occhi, per poi chinarsi su di lei e baciarla...
Continua.
La
canzone che trovate ad inizio capitolo è "EVERYTHING HAS CHANGED" di Taylor Swift e Ed Sheeran
Legenda. (Se uso termini in Norvegese, devo assolutamente darvi la
traduzione... sappiate che spesso Anna ed Elsa, davanti agli altri,
parleranno nella loro lingua madre)
(*) Dronning
è la traduzione Norvegese di "Regina".
Dere
må være stille : letteralmente Devi stare in silenzio!
grønne
øyne
: Occhi verdi. Mi piace l'idea che Anna chiami Hiccup in
questo modo
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