1.
Da quando
-Perché?-
Quando le mani del
ragazzo le si serrarono con un fremito attorno al viso, poté scorgere quello stesso tremolio di
rabbia e tormento rispecchiarsi in quegli occhi grigi, gli stessi occhi con cui
la teneva incollata al suo sguardo. Una luce pallida balenò nelle sue iridi la
seconda volta che quelle mani rudi e forti si serrarono maggiormente sulle sue
guance, senza tuttavia ferirla.
Lui prese fiato e, con
quello che le parve uno sforzo immane, lo vide risponderle. -Perché erano
questi gli accordi. Avresti superato l’ultimo test e, invece di raggiungere gli
altri iniziati per la cerimonia di ingresso alla fazione, saresti corsa nel mio
alloggio e saresti rimasta chiusa lì fino al mio arrivo.-
La ragazza scosse la
testa e la malinconia negli occhi del suo interlocutore raggiunse i suoi. Non
riusciva a capire, non riusciva a comprendere ciò che stava succedendo senza
sospettare qualcosa di molto grave nascosto dietro l’insolito comportamento del
ragazzo.
-Gli accordi, Eric? Perché
dovrei separarmi dal gruppo per nascondermi nella tua camera? Non ha senso!-
Eric lasciò la presa
attorno al suo viso diafano come se si fosse improvvisamente scottato, restò
per qualche secondo attonito, apparentemente privo della forza che solitamente
lo contraddistingueva.
-Non nascondermi la
verità, so benissimo che c’è qualcosa che non va!- insistette lei.
A quel punto, come se
il mondo avesse smesso di girare, Eric guidò la sua mano lungo la guancia della
ragazza che gli stava ad un palmo dal viso, aggrappandosi a quel contatto come
se da quello dipendesse tutta la sua esistenza. Immergendosi poi in quegli
occhi cobalto, che erano sempre stati capaci di trasmettergli sicurezza e
conforto, si ritrovò a chiedersi da quando quella presenza fosse per lui una
vera e propria dipendenza.
Quando aveva iniziato
a mettere al secondo posto la sua fazione, i suoi obiettivi e suoi doveri, solo
per una ragazza il cui sguardo esprimeva un coraggio ed una determinazioni
quasi pari alla sua?
Fu in quel preciso
istante che capì che c’erano due cose che gli stavano realmente a cuore, una
era la sua fazione e la guerra che stava per iniziare per togliere il potere
agli Abneganti, e l’altra gli stava difronte. In un secondo momento, perdendosi
a studiare quel viso di cui ormai conosceva ogni centimetro, sentì dentro di sé
una cocente rabbia crescere, al pensiero che rischiava di perdere entrambe le
cose che per lui erano essenziali se solo il suo piano non fosse andato a buon
fine in ogni minima parte.
Prese un profondo
respiro per trattenersi e per impedire che la sua rabbia si focalizzasse su
l’unica persona che non meritava di soffrire per mano sua, ma l’afferrò dalle
spalle avvicinando i loro volti nel tentativo di apparire più deciso che
poteva. Era cosciente che in quel modo l’avrebbe spaventata, ma non gli
restavano altre carte da giocarsi, e ciò che c’era in ballo era troppo
importante per permettersi il rischio di fallire.
Ad ogni modo la
colpevole era proprio lei, ed era solo sua la colpa se adesso stava rischiando
la propria posizione, e forse anche la propria vita, solo per proteggere una
ragazzina testarda. Era colpa sua se, ad ogni secondo che passavano lì a
discutere, i rischi per entrambi aumentavano.
Fu sull’onda di quel
risentimento che parlò in maniera letale, mirando il suo sguardo adirato dritto
in quello della ragazza, incatenandola.
-Adesso farai come ti
ho detto. Sei ufficialmente un’Intrepida adesso, ed io sono un tuo capofazione
che ti da un ordine, e non hai altra scelta che eseguirlo. Perciò corri.-
Stretta fra quelle
mani che in altre circostanze erano state capaci di accarezzarla e di
proteggerla, la giovane si lasciò andare alla superiorità di Eric e, mordendosi
il labbro inferiore, sentì i proprio occhi inumidirsi. Nessuno avrebbe creduto
quel capofazione capace di mettere da parte la propria durezza per difendere
qualcun altro, ma con lei lo aveva fatto. Era riuscita a far breccia nel suo
muro impenetrabile e a raggiungerlo nelle profondità del suo essere, a tal
punto da avere imparato a riconoscere ogni segnale di allarme nel suo
comportamento.
E, da quello che
vedeva, i segnali presagivano una catastrofe.
-Perché?- Sussurrò ancora,
ad un palmo delle labbra di Eric.
Suo malgrado, e
nonostante gli sforzi per controllare la voce, calde lacrime erano sfuggite al
suo controllo.
Eric prese un respiro
profondo, non voleva arrivare a tanto, era disposto a spaventarla ma avrebbe
preferito non doversi imporre con la forza.
Avrebbe preferito
farla ragionare ma, dacché quella soluzione era ormai esclusa, la strada della
cattiveria era l’unica da percorrere.
-Non ti riguarda. Ora
fai come ti ho ordinato e sappi solo che, se potessi, ti ci trascinerei io con
la forza. Vedi di fare un favore ad entrambi e obbediscimi.-
-Non ha senso…- Sussurrò
la ragazza e, nell’abbassare lentamente la testa, diede quasi ad Eric
l’illusione di essere stata sconfitta. -Perché mi stai chiedendo di
allontanarmi adesso per andare nella tua camera?-
-Perché?- chiese Eric,
deciso a non lasciar trapelare alcuna emozione anche mentre un guizzo intrigante
gli attraversava lo sguardo. -Non te l’ho mai chiesto?-
La ragazza scosse
bruscamente il capo e, con un unico gesto stizzito, si liberò della presa del
ragazzo attorno alla sue spalle. -Non così! Perché cerchi di nascondermi? Da
cosa vuoi che io…-
Nell’istante che passò,
Eric trattenne il fiato. Era a conoscenza che la realtà dei fatti rappresentava
un ulteriore rischio, ma sperò con tutto sé stesso che la mente brillante della
giovane non la conducesse alla verità.
-Gli Eruditi!- Esclamò
lei in un soffio, spazzando via ogni speranza di Eric. -La guerra… il potere
che vogliono togliere agli Abneganti… Santo cielo! Non fidarti di loro!-
Proprio mentre la
ragazza stava per indietreggiare, terrorizzata dalle sue stesse affermazioni,
Eric la riafferrò dalle spalle e con uno scossone la riportò in sé.
-Adesso piantala e vai
via di qui prima che possano scoprirci!-
La ragazza scosse la
testa. -Stavano studiando un sistema di controllo, ho contribuito alla sua creazione.
Tu non puoi neanche immaginare quanto io sia dentro a questa storia, io so
tutto! Eric, non fidarti di loro!-
-È l’unico modo che ho
per proteggerti, Aria!-
Quando con un gesto
improvviso le mani di Eric tornarono a cingerle il viso, Aria capì che ogni suo
incubo si era avverato, e che ciò che ancora non sapeva era peggiore di quanto
potesse immaginare. Sentì altre lacrime caderle dagli occhi, poi la presa di
Eric si rafforzò e sentì le sue labbra scivolarle sulla fronte, posandole un
bacio rude e carico di significati.
Era stata una sciocca
a sperare e, l’improvvisa consapevolezza che il suo errore avesse rischiato di
mettere in pericolo Eric, le piombò addosso come un pugno allo stomaco.
Perché sapeva che era
quella la verità, sapeva benissimo che lui stava rischiando tutto e
allontanarla era l’unico modo per salvarla, dato che non avrebbe certo potuto
agire liberamente senza rischiare di compromettere la sua posizione.
-Non noteranno la mia
assenza?- Provò a dire, sperando che lui la tenesse con sé e che le permettesse
di affrontare qualsiasi cosa a cui andavano incontro senza farla fuggire via
come una codarda.
-Tengo io i registri
degli iniziati…-
Ogni speranza persa.
-Corri e non voltarti
indietro- Le ordinò, mentre con un braccio solo la stringeva bruscamente a sé.
Persa nei suoi
tormenti, Aria rimase a fissare il pavimento mentre Eric scioglieva il fugace
abbraccio e si voltava, pronto ad andarsene.
Ma non si lasciò
sfuggire un ultima promessa.
Con una mano si
allungò per bloccarlo dal polso e, quando lui si voltò a guardarla, lei si concesse
poche parole.
-Promettimi che dopo
mi dirai tutta la verità.-
Senza risponderle, ma
con uno sguardo che valeva più di mille spiegazioni, Eric si sottrasse alla
presa e si allontanò deciso, perdendosi fra le ombre del cunicolo.
Mentre avanzava per lo
stretto corridoio, Aria decise che era più opportuno trasformare l’angoscia che
provava in energia per andare avanti. Avrebbe anche potuto farsi sopraffare
dalla rabbia, o dalla paura, ma non poteva permettersi nessuna incertezza.
Lo stretto passaggio
che si snodava verso il Pozzo, il punto di raccolta per gli Intrepidi, era più
buio e silenzioso del solito e, ad ogni passo, poteva sentire il battito del
suo cuore rimbombarle nelle orecchie, nelle tempie, nei polsi e lungo le pareti
di roccia.
Non poteva fare a meno
di essere spaventata all’idea che qualcuno avrebbe potuto scoprire la sua
assenza, o intercettarla lungo il suo percorso, perciò non le rimaneva che
affrettarsi e sperare che niente andasse storto.
Se l’avessero vista
dirigersi dalla parte opposta al luogo della cerimonia avrebbero potuto
insospettirsi, tuttavia, se avesse seguito la scorciatoia che Eric le aveva suggerito,
le possibilità di raggiungere la sua camera di nascosto e in poco tempo,
sarebbero decisamente aumentate.
Immaginò di potersi
già considerare al sicuro e, nel ripercorre quei passi che già tante altre
volte l’avevano condotta da Eric senza che nessuno fosse a conoscenza del loro
rapporto segreto, dovette veder crollare davanti ai propri occhi il castello di
sabbia che aveva costruito mentalmente quando, di fronte a lei, si
materializzarono due uomini che azzerarono completamente le sue probabilità di
salvezza.
Decisa com’era, non si
era accorta dei due che avanzavano verso di lei, fino a quando non se li era
ritrovati a pochi passi di distanza.
Ma il problema non era
stata la sua distrazione, d'altronde, che differenza avrebbe fatto tornare sui
suoi passi?
Il vero problema,
tuttavia, stava nel fatto che, tra tutte le persone al mondo che avrebbero
potuto intercettarla, non poteva capitarle niente di peggio.
Finn era un uomo alto
e dal fisico asciutto, con folti capelli grigi e mento spigoloso. Aveva sicuramente
più di quarant’anni ed era uno dei capifazione più temuto e rispettato fra
tutti quelli al comando. Già una volta in passato, Aria, aveva avuto a che fare
con la furia di quell’uomo quando, ad un suo comportamento sbagliato, era stato
egli stesso ad impartirle la punizione che meritava. Il tutto era avvenuto
sotto gli occhi di Eric che non aveva potuto fare altro che acconsentire in
silenzio e assire a quella tortura.
Inseguito, Aria era
venuta a sapere che il comandante Finn aveva scoperto l’unione clandestina tra
lei ed Eric, e che aveva appesantito la sua punizione proprio per punire Eric
per la sua trasgressione alle regole e per sfidarlo ad opporsi al volere di un
suo superiore, disubbidendo ancora alle leggi della fazione.
-Dove va così di
fretta, signorina? La cerimonia di ammissione si svolge dall’altra parte…- La
canzonò il capofazione, con quella sua aria falsamente affabile.
La ragazza
indietreggiò, sapeva che oramai ogni speranza era persa, il suo piano di fuga
era stato intercettato e nessuna scusa avrebbe funzionato perché, semplicemente,
quell’uomo era troppo furbo per essere ingannato.
-Io…- Provò facendo
appello a tutto il suo coraggio. -Ho dimenticato di prendere una cosa…-
Mentre parlava tutto
il suo corpo si era immobilizzato, vittima di un fastidioso torpore che le
impediva di apparire rilassata. Ogni suo muscolo era teso, le braccia
ricadevano saldamente lungo i fianchi, ma i suoi occhi erano spalancati a
tradire il terrore che provava.
La sua paura triplicò
quando l’altro uomo, un ragazzino smilzo e con i capelli rasati, si avvicinò
all’orecchio del comandante Finn per sussurrargli qualcosa. Qual ragazzo era il
suo tirapiedi più fidato e, forse, la sua intenzione non era propriamente
quella di nascondere alla ragazza ciò che aveva da dire, considerato il fatto
che quest’ultima colse ogni parola.
Non solo Aria poté ascoltare
ciò che il ragazzino aveva da dire, ma riuscì anche a cogliere la nota di
scherno e la cattiveria con cui sussurrò il suo messaggio al capofazione.
-…Forse ha perso
qualcosa nella stanza di Eric…-
Aria impallidì.
Si accorse troppo
tardi, e con un suo rammarico, di aver fatto un passo indietro. La più banale
delle scuse aveva ovviamente fallito. Se avesse realmente dimenticato un
qualsiasi oggetto, non era certo quella la direzione verso cui avrebbe dovuto
correre. I dormitori degli iniziati non erano lì, da quella parte, c’erano solo
quelli degli istruttori e dei capifazione.
Venne richiamata all’attenzione
da una sottile risata da parte di Finn. -Sì, e scommetto che lui sarà felicissimo di vederla…-
Non c’era più
speranza, avevano fallito.
Prese un respiro
profondo e sperò con tutta sé stessa che Eric non finisse in guai seri a causa
sua. Quei due uomini sapevano tutto, sapevano che Eric teneva a lei più di
quanto avrebbe dovuto, e avrebbero usato quella debolezza contro di lui.
-Vieni, non perdiamo
tempo!-
Detto ciò Finn si
avvicinò a lei, seguito dal suo fedele braccio destro e, insieme a lui,
l’afferrarono bruscamente e la fecero voltare, trascinandola poi verso la
direzione da cui era appena arrivata.
Mentre veniva portata
via, senza alcuna speranza di opporsi, Aria si lasciò sfuggire un’occhiata alla
sue spalle verso la meta che avrebbe dovuto raggiungere ma alla quale non
sarebbe mai arrivata.
Tutta la fatica che
aveva fatto per arrivare fino a lì era stata inutile, adesso stava tornado
esattamente nel posto dalla quale Eric aveva tentato, con tanto impegno, di
allontanarla.
Chiuse gli occhi, alla
fine sarebbe riuscita davvero a deluderlo.
Ma come erano arrivati
a quel punto? Cosa li aveva legati fino a condurli a quella miserevole fine?
Da quando il loro
rapporto era diventato così profondo da essere pericoloso?
Fra i suoi primi
ricordi che potevano spiegare l’inizio del suo rapporto con Eric, Aria non
poteva fare a meno di pensare al loro primo incontro.
Era il giorno della Scelta,
il giorno in cui avrebbe finalmente potuto liberarsi della sua vecchia fazione
e passare a quella a cui si era sempre sentita di appartenere veramente.
Un’arrampicata per
prendere un treno in corsa e un salto sul tetto, senza che quello stesso treno
si fermasse, non era certo ciò che immaginava, ma niente le avrebbe fatto
cambiare idea.
Ogni fibra del suo
essere le urlava che era fatta per appartenere Intrepidi.
Radunati tutti davanti
ad un muretto basso che segnava la fine del tetto, i nuovi arrivati cercavano
di non guardare troppo a lungo i volti dei dirigenti che li avevano accolti e, in
particolare, fuggivano con lo sguardo da colui che aveva parlato.
Aveva detto di
chiamarsi Eric e si era presentato come uno dei capifazione. Era alto e
l’insieme di muscoli, tatuaggi e piercing che esibiva, sembrava studiato a
tavolino per incrementare la sua aura minacciosa.
Sembrava uno di quegli
uomini a cui puoi dare fastidio anche solo respirando, e che è meglio non fare
arrabbiare troppo, se non si vuole finire all’altro mondo. Nessuno sarebbe
stato così pazzo da avvicinarglisi, e nemmeno Aria voleva farlo, eppure non
poteva fare a meno di guardarlo.
Era come il fuoco per
lei, intrigante e affasciante proprio per la sua pericolosità. Non lo si può
toccare senza bruciarsi, ma lei avrebbe volentieri corso il rischio.
Lui rappresentava perfettamente
tutto il mondo degli Intrepidi che per anni aveva sognato, senza tuttavia poter
mai raggiungere.
Esprimeva forza,
coraggio, determinazione e potenza. E lei desiderava con tutta sé stessa quella
forza.
Voleva quella potenza,
e avrebbe fatto di tutta per ottenerla e per diventare una vera Intrepida.
-Vado io, adesso!- Esclamò
senza paura.
Prima di lei avevano
saltato una ragazza Abnegante e un altro ragazzo che non conosceva.
Era stato detto che il
modo che avevano per accedere alla nuova fazione era quello di saltare nel
vuoto, e lei avrebbe fatto quello e non solo pur di dimostrarsi degna di
entrare.
Quando avanzò tra gli
altri ragazzi, qualcuno il cui intelletto era contenibile all’interno di una
noce, decise bene di lasciarsi scappare un apprezzamento poco educato ad alta
voce.
-Però, niente male!-
fece seguire ad un fischio volgare.
Aria fece un altro passo
in avanti come se nulla fosse, poi si fermò per un istante, si riabbottonò la
sua giacca blu notte e prese un respiro profondo.
In quello che potrebbe
essere definito come una frazione di secondo, la ragazza si voltò e con un
gesto fulmineo fece scattare il pugno verso il volto del ragazzo che aveva
parlato. Il mal capitato non immaginava che Aria non avesse alcuna intenzione
di colpirlo e che si sarebbe fermata con il pugno ad un soffio dal suo naso. Perciò
si lasciò scappare un gridolino spaventato e, nel tentativo di sottrarsi al
colpo, fece un passo indietro che gli fece perdere l’equilibrio e che per poco
non lo spedì gambe all’aria.
Quando il giovane con
la divisa degli Intrepidi addosso si accorse della figuraccia che aveva fatto,
fece una smorfia mentre cercava di ricomporsi. Qualcuno si fece scappare
qualche risolino, erano rimasti tutti senza fiato pensando ad una rissa, e una
donna adulta lì presente si era già preparata ad intervenire, ma tutto si era
risolto tranquillizzando i presenti.
Una ragazza bionda
vestita di giallo e arancio mostrò entrambi i pollici ad Aria che, come se
nulla fosse successo, ritrasse il pugno fermo a mezz’aria e si ricompose con
tranquillità.
Con passo fermo e
deciso si avvicinò al cornicione, vi si aggrappò sopra e attesa qualche secondo
in piedi mentre fissava il vuoto. Stava calcolando l’altezza e chiedendosi cosa
le avrebbe impedito di farsi del male, quando si accorse di colui che la stava
osservando.
Girò piano la testa,
attenta a non perdere l’equilibrio, e si ritrovò con il capofazione Eric a
fissarla.
Le stava donando uno
sguardo freddo e tagliente come una lama ma, nell’arricciatura delle sue labbra
e nello scintillio dei suoi occhi ghiacciati, Aria colse una punta di
divertimento.
Anche se non aveva
abbandonato il suo muro di glaciale autorevolezza, aveva in qualche modo
gradito lo spettacolo che gli aveva fornito e glielo stava comunicando.
Non era certo cosa di
tutti i giorni vedere una ragazzina Erudita riuscire a fingere di colpire un
giovane Intrepido per terrorizzarlo.
Non la stava ammonendo,
ritenendo quel comportamento fuori regola, ma si stava addirittura dimostrando
complice di quel gesto tanto sfrontato eppure così follemente intrepido come
solo lui poteva apprezzare.
Mai uno sguardo aveva
comunicato tanto, mai due iridi grigie erano entrate tanto in simbiosi con lei
dopo un solo istante.
Eric piegò ancora le
labbra in un sempre più evidente sorriso, per quanto minaccioso apparisse in
realtà, poi inarcò le sopracciglia con decisione.
Forse, altri al suo
posto avrebbero fatto diversamente, ma lei fece ciò che le venne più naturale:
ricambiò il suo sguardo e sollevò la bocca in un breve sorriso.
Si sentiva felice come
mai prima d’ora, aveva quasi aggredito un suo coetaneo e nessuno era corso a
rimproverarla. Per una volta, nonostante ciò che avesse fatto fosse sbagliato,
aveva ricevuto un piccolo gesto d’ approvazione, e non era arrivato da un
Erudito.
Ma da un Intrepido.
Un mezzo sorriso
nascosto dietro uno sguardo arrogante era riuscito a liberarla e a farla
finalmente sentire a casa dopo sedici anni.
Prima di voltarsi
rivolse ad Eric un’ ultima occhiata maliziosa, poi si voltò verso il vuoto
davanti a sé, chiuse gli occhi e provò ad immaginare la sua tunica e la sua
giacca blu, sapendo che quella era l’ultima volta che la indossava. Non serviva
a nulla calcolare la distanza o la velocità d’impatto che l’attendeva, adesso
non era più parte degli Eruditi.
Adesso era un’
Intrepida.
Un Intrepida che,
mentre saltava nel vuoto per la sua prima volta, era già schiva di uno sguardo
che le aveva fatto battere il cuore.
Inutile chiedersi,
arrivati a quel punto, se fosse stato quello l’inizio di un’attrazione
pericolosa.
A nulla serviva sapere
cosa avesse innescato la valanga di emozioni e sensazioni che avevano portato
lei, una trasfazione, a perdersi tra le fiamme del fuoco.
Mentre ad ogni passo
si avvicinava alla sua fine, trascinata a forza dai due uomini, non poteva fare
altro che immaginarsi, con un nodo alla gola, la reazione di Eric quando
avrebbe scoperto che il loro piano era fallito.
E in più si domandò,
da quando Eric era pronto a rischiare per proteggere qualcun altro?
Forse era amore? E, se
lo era, da quando era iniziato?
Continua…
*****
Brevi note:
buon inizio di storia a tutti, spero che abbiate trovato
piacevole la lettura e che vi abbia incuriosito per leggere i capitoli
successivi.
Volevo, oltre a ringraziarvi per aver letto, precisare alcuni
adattamenti per poter seguire al meglio la Fic.
Tanto per iniziare, io seguirò principalmente la trama del
film, e poco il libro. Perciò, se trovate alcuni particolari fuori testo
rispetto alla storia narrata nel romanzo, non preoccupatevi ma fate riferimento
al riadattamento cinematografico.
In oltre ci saranno nuovi personaggi e alcuni particolari di
quelli già conosciuti, come l’età e altri piccoli dettagli, che verranno
modificati per garantire un adattamento migliore per questa piccola storiella.
Il mio intento è quello di rimanere il più fedele possibile
al film, perciò non vorrei modificare i caratteri dei protagonisti o
stravolgere il tutto con eventi troppo fantasiosi. Qualche ritocco sì, ma
niente di stravolgente!
Detto questo, grazie ancora, spero di poter sapere le vostre
opinioni attraverso qualche commento =)
Baci!