Letters from another universe

di Death Lady
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Letters from another universe

Da Rose Tyler
A Dottore
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Terra 23.05.2014
Ore 10:13
Caro Dottore,
Come stai? Spero che vada tutto bene. Spero che tu sia felice e che la vita nel TARDIS continui allegra come al solito.
Come vanno le cose nel tuo -nostro- universo? Spero bene. Spero che i Dalek abbiano smesso di tormentarti.
A volte, molte volte, mi manca il TARDIS. Lo sogno spesso.
Proprio ieri ho sognato Cassandra, il solo pensiero mi mette ancora i brividi.
Io sto bene. Noi stiamo bene.
Mamma ha ricominciato a lavorare in un outlet vicino a una delle sedi del Torchwood qui a Londra, è così felice ora che lei e papà stanno di nuovo insieme. Ora ho un fratellino: è biondo come me ma ha gli occhi azzurri. Spesso per farlo addormentare gli racconto, sotto forma di storie, i giorni che abbiamo passato insieme in giro per l’universo. Mamma gli ha cucito un maglioncino con l’immagine del TARDIS. È così carino! Ho sempre amato i bambini.

Il mondo in cui ora stiamo è così simile e allo stesso tempo così diverso dalla Terra da cui provengo. È tutto così … tecnologico! Sebbene sia qui da tempo non mi ci sono ancora abituata.
Qui con me c’è il tuo … clone? La tua copia umana? Non so ancora come definirlo quando ripenso a te. Lavoriamo entrambi in una struttura del Torchwood, i nostri colleghi sono così affascinati da lui! O forse è meglio dire da te? Hanno sempre sperato di incontrare il Dottore e, ora, possiamo dire che ne hanno uno. Ti assomiglia tantissimo: non sta mai zitto e fa il sapientone. Sembra quasi di essere ancora con te, nel TARDIS, in giro per l'universo a salvare pianeti e intere civiltà.
I mesi che ho passato qui da sola sono stati così tristi …

Con Lui (te, insomma) abbiamo lavorato per molti mesi ad un progetto che prima era solo teorico: abbiamo costruito un “attraversatore di mondi” (lo so, non è il termine corretto, tu probabilmente utilizzeresti qualche termine tecnico difficilissimo e impronunciabile). L’abbiamo programmato per trovarti in qualsiasi posto tu ti trovi. È una specie di mini-TARDIS, non abitabile poiché vivo al 100%.
No.
Non ti arrabbiare.
Ti conosco perfettamente e so che ora stai sbuffando e probabilmente imprecando nella tua lingua contro di Lui.
Calmati.
Respira: Lui è te. Non metteresti mai in pericolo due universi, ne sono sicura.
Su questa versione della Terra esiste un materiale molto interessante capace di resistere a temperature e pressioni molto elevate, flessibile e leggero. Lui è convinto al 90% che possa attraversare il confine tra questo e il tuo universo senza creare crepe. Al tempo di Gallifrey passare da un universo all’altro era possibile, l’hai detto tu stesso.

Scusa, i colleghi mi stanno mettendo fretta. Devo terminare la lettera molto velocemente altrimenti diventerà troppo tardi e dovremmo saltare il pranzo per riuscire a spedirla in orario.
Spero che ti arrivi sana e salva: non siamo sicuri che il Robot sia in grado di attraversare la barriera. È il quarto tentativo che proviamo.
Dicono che forse un catalizzatore come questo -una lettera scritta da chi prima era dall’altra parte- possa aiutare. Beh, come dico sempre, tentar non nuoce (anche se l’altra volta abbiamo quasi rischiato di distruggere la baia del Lupo Cattivo, dove la barriera è ancora debole dall’ultima volta).
Spero che un giorno potremmo rincontrarci. Voglio dire … non fraintendermi, ti sono grata di avermi dato Lui ma non posso fare a meno di pensarti ancora, qualche volta. Io e Lui, che qui si fa chiamare John Smith (originale, eh?), viviamo una vita felice ma … ci manchi, anche a Lui in qualche modo.

Spero che la leggerai.
A presto,
Tua Rose.




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