Someday I'll arrive
Someday I'll arrive
Introduzione
Normal
Il vento passava leggero sul volto di Rock, in piedi
davanti a quelle due lapidi, dove comparivano quei due volti così innocenti,
così dolci, eppure… Le lacrime gli salivano agli occhi ogni volta che si recava
lì… ricordava ancora la prima volta che ci era andato, dopo quella telefonata di
Balalaika; sentire da lei quelle parole gli sembrò un sogno, non pensava che lo
avrebbe mai fatto… ed invece… lei personalmente aveva chiesto che i due bambini
fossero seppelliti in quel cimitero, sopra il mare… e non sapendo cosa scriverci
sopra, aveva semplicemente fatto scolpire i nomi con cui li avevano conosciuti:
Hansel e Gretel… Si era recato lì immediatamente, e aveva pianto la prima
volta che aveva rivisto il visino dolce di Gretel stampato su quel freddo marmo…
e ogni volta che passavano di lì, per lui era inevitabile fermarsi e parlare un
po’ con loro… gli pareva ancora di vederla mentre scendeva dalla Black Lagoon
con quel cappello e gli proponeva di fare un pic-nik… “Rock!!! Ti vuoi
muovere porco di un cane??? È un’ora che ti aspetto cazzo!!!” la solita dolce
grazia di Revy aveva fatto tornare il ragazzo sulla terra; si voltò per scusarsi
e la guardò mentre se ne stava appoggiata ad un alberello… “scusami… lo so
che ti faccio aspettare, ma cerca di capirmi…” “Rock, erano due mocciosi
fastidiosi ed ora sono morti! Che cosa devi venire a fare ogni volta
qui??” “se vuoi puoi tornare alla nave… non c’è bisogno che mi aspetti sempre
qui…” “tze…” era bravo a farle prendere i sensi di colpa, tanto che la
ragazza, per quella volta, si rigirò pronta ad andarsene; quando ad un tratto
qualcosa catturò le loro attenzioni… “Someday I want to run away… to the
world of midnight…” Revy si fermò di scatto: il sangue le si gelò nelle vene
nel sentire quella canzone, quella vocina che la cantava, era come tornare
indietro nel tempo… La voce continuava a cantare… “Where the darkness fill
the air… where it’s icy cold…” Revy sentì dei brividi di terrore
percorrerla; si voltò di scatto sperando fermamente che quello che immaginava
non si fosse avverato e non vide più Rock… lo cercò con lo sguardo e lo
riconobbe mentre correva verso quella voce “brutto idiota!!! Ti farai
ammazzare!!” Rock era come rapito da quella canzone che le ricordava tanto la
piccola Gretel e sperò nel profondo del suo cuore, anche se sapeva perfettamente
che non poteva accadere, di rivederla cantare e poi fare quell’inchino davanti a
lui… “Where nobody has a name… where living is not a game… “ La voce
ormai era vicina… veniva da dietro una lapide… ormai il momento della verità era
vicino; Rock si sporse da quella lapide timoroso e… vide una ragazza
inginocchiata… ma, come immaginava, non era Gretel… era una ragazza dalla pelle
leggermente scura, i capelli castani chiari, sui quattordici anni a occhio e
croce, seduta davanti ad una lapide, che cantava quella canzone dedicandola
probabilmente alla persona sepolta lì… La sua voce era dolce e malinconica, e
Rock non poté fare a meno che restare a guardarla finché il canto non fosse
finito… ma… la ragazzina si era già accorta di lui; Rock non aveva notato che a
terra c’era una fondina con una pistola, che ora si ritrovava puntata in faccia…
“chi sei?? Cosa vuoi?” quando la ragazza si alzò e guardò Rock, la sua
espressione cambiò radicalmente, ed il ragazzo riconobbe lo stesso istinto
omicida di Revy… ma quello era molto più deciso… deciso a farlo fuori! “eih
eih aspetta!! Non volevo spiarti, veramente, è solo che…” le giustificazioni di
Rock non le importavano affatto, la presa alla pistola fu più forte, il dito sul
grilletto, le parole amare… “muori schifoso uomo!!!” Lo scoppio dello
sparo rimbombò nel silenzio di quel cimitero; dopo di che nemmeno una mosca
mosse più l’aria, mentre la pistola della ragazzina giaceva a terra e il fumo
della Cutlass di Revy si dissipava nel vento… “ no no baby non ci siamo…
possibile che senza la balia sei perso?” Rock era a terra e guardava Revy come
se fosse stata un super eroe, mentre la ragazzina la fissava con occhi
sbalorditi e quasi tremava alla sua presenza… “tu… tu… tu sei Two Hands!!!”
Revy sbarrò gli occhi senza capirci più un acca, quando quella ragazzina gli
corse incontro continuando a ripetere “tu sei Two Hands” sorridendo felice come
una pasqua… “si sono io, e allora??” rispose semplicemente con la sua
grazia “era una vita che ti stavo cercando”
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