destiel
Il numero da
lei chiamato non è esistente.
Il numero da lei chiamato non è esistente.
- Ma fanculo!- fu la pacifica risposta che Dean
Winchester, due giorni dopo la festa di addio al celibato di suo
fratello sentì di dedicare alla voce elettronica della
segreteria.
Ricontrollò il numero più volte, ma la situazione
non cambiava.
Era, infondo, la storia più antica di tutte: dare il numero
sbagliato.
Ma ok, tentò di ragionare Dean mentre si dirigeva
all'officina
che gestiva con Bobby, un conto era chiedere un numero e dettarlo
sbagliato per non essere infastito, un altro paio di maniche era
consegnarlo spontaneamente con numeri a caso!
Prima di provare a chiamare era stato vittima di crisi di
bipolarità: passava da stati in cui era convinto di
imbarcarsi
in quella... storia, e altri in cui diceva di non essere pronto per
gesti così ehm, definiti?
Alla fine si era deciso, complice una bottiglia di rum invecchiato
abbandonata nella credenza.
Quella storia rischiava di farlo diventare scemo.
Ovviamente non poteva chiedere a Sam.
Non che dopo quattro giorni l'idea l'avesse sfiorato, eh.
Era una semplice constatazione.
Che poi, quale coglione lo baciava -bacio? era stato a malapena uno
sfiorarsi di labbra, che cazzo- e poi gli rifilava un numero sbagliato?
Quel Castiel di certo non aveva l'aria di essere completamente a posto
con sé stesso.
Uhm,
pensò Dean, forse
con sé stesso stava pure bene, i problemi cominciavano
quando
doveva relazionarsi con gli altri comuni esseri umani.
Dopo una settimana Dean aveva sognato Castiel due volte e
i
vestiti dell'altro, nei suoi sogni, andavano scomparendo ogni volta di
più.
Quella mattina poi si era risvegliato sudato e con un amico piuttosto su
di giri nelle parti basse. E quel
giorno non
poteva assolutamente permetterselo.
Si voltò verso l'armadio e sospirò vedendo il suo
abito
da testimone perfettamente stirato che lo guardava di rimando.
Già immaginava gli sguardi comprensivi degli altri, tutti
con la
stessa frase in mente: "Poverino, è il maggiore ed
è
ancora scapolo".
- Che vadano al diavolo, - sbottò tra sé e
sé
mentre scendeva dal letto e cominciava a prepararsi per la grande
giornata di Sam.
Si era quasi
commosso, durante la cerimonia.
Jessica era radiosa ed elargiva sorrisi a profusione.
L'assenza dei loro genitori in quel giorno più che mai era
pressante, era la tacita ombra che tutti tentavano d'ignorare. Erano
morti in un incidente, quasi dieci anni prima. Era stata dura,
ma come ripeteva sempre loro padre, loro erano i Winchester ed i
Winchester superano tutto. Bobby in tutta quella
situazione era stata la loro ancora e inconsciamente lo sapevano tutti
e tre.
Sam aveva gli
occhi lucidi ma Dean fece finta di niente per non metterlo
ulteriormente in imbarazzo.
Quando arrivò al ricevimento voleva già ammazzare
metà degli invitati. Bobby lo fissava da lontano con uno
sguardo
sornione e ogni tanto lo vedeva scuotere la testa.
Era seduto al tavolo più vicino a quello degli sposi,
ovviamente, con Bobby accanto, Garth - un amico di famiglia, e altri
colleghi stretti di suo fratello.
C'era ancora un posto libero al loro tavolo: a riguardo Dean aveva un
orrendo
presentimento e, solitamente, quando i Winchester avevano brutti
presentimenti avevano ragione.
Il karma non lo deluse nemmeno quella volta quando, cinque minuti dopo
i primi antipasti, il posto libero venne occupato da Castiel.
Venne accolto da saluti e sguardi amichevoli ed anche Bobby lo prese
subito in simpatia.
Quanto a lui, appena i loro occhi s'incrociarono, Mr Trenchcoat si
aprì in un sorriso innocente ed esordì con il suo
"Ciao,
Dean" dalla voce profonda. Di rimando lui alzò il calice
nella sua direzione e bevve una lunga sorsata di vino.
Storse il naso e nella sua testa ripetè il suo credo nei
confronti della birra.
-Allora, come procede la giornata di Sam?- lo sentì
chiedergli
poco dopo, quando le luci si erano abbassate e gli sposi danzavano per
la prima volta al centro della pista.
Dean gli riservò un'occhiata un po' scocciata -ma in
realtà era solo orgoglio ferito,- e gli indicò
Sammy che
sorrideva a sua... cognata.
Oddio, gli faceva decisamente impressione chiamare Jessica in quel
modo.
Si sarebbe abituato, prima o poi.
-Sta andando tutto a meraviglia- disse semplicemente, non voltandosi
nella sua direzione.
Erano a bordo pista, un po' più indietro rispetto agli altri
che stavano immortalando il momento con flash a raffica.
-Antonio Meucci-.
Dean aprì e chiuse le palpebre talmente velocemente da
vederci
doppio. Si voltò verso Castiel, incredibilmente vicino a lui
per
giunta, e lo guardò un po' stranito. -Co... cosa scusa?-
Castiel lo stava fissando. - Antonio Meucci,- ripetè
convinto.
Dean sospirò. -No, io sono Dean Winchester. Quell'altro chi
è, un tuo parente straniero?-
L'altro assottigliò i suoi incredibili occhi azzurri e
inclinò lievemente la testa, fissandolo come se si trovasse
davanti ad una creatura strana.- Non hai finito i tuoi studi, vero?-
Il maggiore dei Winchester stava per rispondergli che ehi, sei dell'ufficio di
collocamento?
quando la sua attenzione fu richiamata da Sam e solo allora si accorse
che la musica era decisamente cambiata e suo fratello lo invitava in
pista insieme agli altri.
Guardò prima Castiel e poi di nuovo Sammy e scuotendo il
capo si avviò verso quest'ultimo.
Quando la musica lentamente scemò ed il dj li
invitava nuovamente a prendere posto, Sam trascinò Dean in
bagno.
Oh Signore,
pregò il maggiore, fa
che non gli sia venuta la prima crisi matrimoniale.
-Ti
ho visto parlare con Castiel anche
oggi Dean- esordì lui, mentre si lavava le mani nel bagno
degli uomini.
Lo stava fissando attraverso lo specchio, visto che Dean era alle sue
spalle.
Impercettibilmente s'irrigidì. Lui sa? Cosa sa? Non
c'è niente da sapere!
La proverbiale calma
di Dean infuriò nella sua testa in quegli
istanti.
-E
allora? Mi hai parlato bene di lui- si difese Dean, incrociando le
braccia in una posa istintivamente difensiva.
-Sì infatti, è proprio una brava persona. Ma
Dean, forse
è meglio che tu lo sappia...- disse lasciando la frase in
sospeso e voltandosi a guardarlo direttamente.- Lui è...
interessato agli uomini, ecco- sputò fuori non prima d'aver
preso un respiro.
Maddai!
sentì di voler esclamare l'altro e il nodo sullo stomaco si
scioglie.
- Samantha, non devo mica andarci a letto stasera -, gli
rispose per poi rendersi conto d'aver aggiunto quel stasera che di certo
non era da lui.
Sam infatti lo guardò aggrottando le sopracciglia. -
Stasera? - riecheggiò infatti, scrutandolo.
Dean scosse la mano. -Lascia perdere. Anzi, torniamo dentro prima che
tua moglie cominci a preoccuparsi- e sgusciò fuori dal bagno
non
dopo aver visto suo fratello spalancare impercettibilmente la bocca.
Quando tornò al tavolo la sicurezza di Dean
vacillò un attimo.
D'accordo che la preferenza di Castiel l'aveva già
ampiamente
afferrata, ma questa certezza l'aveva un po' spiazzato.
Chissà
perché, nella sua mente credeva che tutti gli altri gay -gli altri, perché chi
altro c'era?- avessero
i suoi stessi dubbi. Forse lo faceva per ripararsi da sé
stesso.
Bobby lo guardò ma non disse nulla, infondo non avevano
bisogno
delle parole per spiegarsi e mai come il quel momento Dean
ringraziò che fosse così. Non poteva dirgli nulla.
Evitò accuratamente di guardare dalla parte di Mr Trenchcoat
-
che, per la cronaca, quel giorno indossava un altro completo elegante
con tanto di cravatta nera- ma lo sentiva comunque sempre troppo vicino.
Ma che senso ha questa
cosa? Ed io che pensavo che gli uomini fossero più facili da
capire delle donne!
Avano servito il secondo. Con sommo piacere di Dean si
trattava di una bella bistecca e questo servì a distrarlo,
almeno per qualche minuto; questo perché sentì
Castiel chiedere a Garth di quell'Antonio Minuzzi, Meucci o come
diavolo si chiamava lui.
-Ma certo che so chi è, non è mica l'inventore
del telefono?- rispose Garth un po' sorpreso ma andandogli dietro.
A Dean andò di traverso il boccone, tanto che dovette
prendere un sorso dell'odioso vino per non soffocarsi.
-Tutto bene ragazzo?- gli chiese Bobby e lui fece cenno con la mano che
sì, era apposto.
In realtà non era affatto fottutamente apposto.
Era quello che cercava di dirgli? Il telefono?
Scoccò un'occhiata a Cass dalla serie "fai sul serio, amico?" e
lo trovò ancora una volta a fissarlo senza tanti fronzoli.
Te lo tiro in testa, il
telefono pezzo d'idiota!
Il realtà Bobby non si perse quello scambio
d'occhiate, non era mica nato ieri, ma si ripromise di non
immischiarsi.
Per il momento.
Erano quasi alla torta quando arrivò l'altro, quasi in
un battito d'ali.
Lo vide avvicinarsi tutto sorridente a Castiel e scompigliargli i
capelli in modo affabile.
Salutò gli altri colleghi seduti al tavolo con loro e poi si
diresse a passo spedito verso Sam, stritolandolo in un abbraccio che
mise suo fratello abbastanza in imbarazzo, vista l'irruenza, e poi fece
altrettanto con Jessica.
In realtà Dean era rimasto fermo alla mano di quel Gabriel
sulla testa di Mr Trenchcoat.
Quindi le cose stavano così. Era impegnato,
mr-ti-do-il-numero-sbagliato-e-poi-faccio-battute-sul-telefono?
Se lo stava giusto chiedendo quando sentì un picchiettio
sulla sua spalla e si trovò proprio Gabriel in piedi di
fronte a lui.
Il tavolo era vuoto, ad eccezione di Castiel che era appena tornato da
una capatina al bagno.
La pista era decisamente affollata e Dean per un motivo non ben
definito in quel momento avrebbe preferito essere tra di loro.
-Dean, vero? Congratulazioni al fratellone dello sposo!-
esordì l'altro e si abbassò per abbracciarlo,
dandogli delle sonore pacche sulle spalle.
-Ma che diav...- tentò di dire, ma fu fermato nuovamente dal
nuovo venuto.
-Io sono Gabriel, sono passato solo per un saluto veloce
perché devo tornare a lavoro. Ma è stato un
piacere conoscerti, Dean-o,
ho sentito parlare di te!- concluse, e Dean vide che alzava gli occhi
su Castiel, che invece era rimasto immobile a guardare quel teatrino.
-Gabriel...- sospirò.
L'altro alzò le mani in segno di resa.- Sto andando, sto
andando. Alla prossima allora!- e si precipitò fuori,
allegro e stralunato così com'era venuto.
In un certo senso, Dean si sentiva stuprato mentalmente.
Sentì Castiel sospirare e poco dopo spostò la
sedia vuota accanto a lui e vi si sedette.
Il maggiore dei Winchester lo guardò. -Tipo ehm...- era
improvvisamente a corto di parole.
-Mio fratello-, buttò lì Castiel.
-Tu... tuo fratello?-
-Già. Siamo molto diversi-.
Dean ridacchiò. Non si sentiva per niente
sollevato da quella notizia. -Amico, l'hai detto-.
Rimasero in silenzio per qualche minuto. Dean si allentò la
cravatta e si concesse un'occhiata ravvicinata verso il suo
interlocutore.
Decisamente era un bell'uomo. Quella zazzera di capelli ribelli urlava
proprio di essere toccata.
Fu proprio guardando quei lineamenti che gli tornò in mente
la frase di Gabriel.- Cass, hai parlato di me a tuo fratello?-
L'altro si girò talmente in fretta a guardarlo che per un
attimo fu convinto che la sua testa si staccasse.
-Dean-, lo richiamò e lui alzò le sopracciglia.
-Cass- rispose sarcastico.
-Perché non mi hai richiamato?-
Ahia. La situazione stava degenerando.
E adesso che gli diceva? Che aveva provato ma il numero era
fottutamente inesistente?
-Aspettavo una tua chiamata- continuò l'altro e sotto i suoi
occhi blu, Dean si arrese.
Sospirò.- D'accordo. Ti ho chiamato, ma il numero non era
corretto- si ritrovò a sibilargli in risposta. Ma come
diavolo ci era finito in quella situazione?
Castiel lo guardò aggrottando le sopracciglia. -Oh-. Le sue
labbra si erano aperte in un cerchio perfetto per creare quella sillaba.
E Dean non
le stava assolutamente fissando.
-Ti chiedo scusa, Dean. Non mi sono accorto dell'errore-
cominciò l'altro, abbassando lo sguardo e Dean vide nella
sua espressione un vero abbattimento - quella sera non ero molto
sobrio-.
Ma davvero? A me
sembravi sobrissimo!
-Er... non fa niente Cass, - tentò di rincuorarlo e
poggiò una mano sulla sua spalla a mo di conforto. Ma chi
voleva prendere in giro, voleva toccarlo e basta.
Subito dopo la mano dell'altro la copriva interamente. Era grande
quanto la sua, e la ricopriva interamente. Castiel puntò gli
occhi nei suoi e quel qualche momento non riuscì a vedere
nient'altro.
Stava per aggiungere qualcosa quando Dean sollevò lo sguardo
e vide Sam ergersi in tutta la sua non indifferente altezza proprio
davanti a loro.
E le rughe tra i suoi occhi marcate più del solito per
quanto la sua fronte fosse aggrottata.
-Io ehm... ero venuto per...- ma non riusciva a staccare gli occhi
dalle loro mani.
Dean si affrettò a sfilarla e ad alzarsi subito in piedi.
-Stavamo arrivando-.
Non ebbe il coraggio di guardare suo fratello in faccia mentre gli
passava accanto, ma non potè impedirsi di sogghignare
ricordando la sua espressione stranita.
Aprì e chiuse le dita più volte: la mano di
Castiel era dannatamente calda.
Stavano scattando le mille foto dietro la torta quando Sam decise di
fare il Sam
della situazione.
-Ho visto bene, Dean?- gli chiese mentre Jessica si allontanava per
permettere di scattare la foto con lo sposo e il suo testimone.
-Non hai visto niente, Sammy- gli rispose il maggiore, passandogli il
braccio intorno alle spalle con più forza del dovuto.
-Questa non me la bevo- mormorò, mentre sorrideva ai flash,
il bastardo. - Dobbiamo
decisamente parlare di Castiel-.
E per l'ennesima volta quella sera Dean desiderò una bella
birra.
SPAZIO AUTRICE.
Sì, sono decisamente passati secoli dall'aggiornamento.
Ciò non vuol dire che il mio amore per questi due sia
diminuito, anzi. Solo che il finale di stagione mi ha talmente tanto
sgretolato il cuore che non sono riuscita più a mettere
insieme parole non angst. Comunque, spero apprezzerete questo abbozzo
di ritorno.
Ringrazio chi ha aggiunto la storia tra le preferite/seguite/ricordate
e chi più ne ha più ne metta e spero di leggere
una recensione anche da voi.
Al prossimo capitolo!
*Il titolo è un chiaro riferimento alla puntata "We need to
talk about Kevin" 8x01.
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