Un nuovo anno scolastico
Il Kadema Senior High School era una della migliori scuole
superiori della città. Vantava uno degli esami d’ammissione più difficile che
ci fosse, ma, una volta entrati, garantiva un livello di istruzione tra i
migliori. I diplomati di quella scuola risultavano sempre i migliori, e
raggiungevano, quasi sempre, alti livelli professionali. Era la scuola che
tutti sognavano di potere frequentare, era la scuola che ogni genitore voleva
per i suoi figli. Entrare lì dentro voleva dire potere aspirare a raggiungere
successo e fortuna in un futuro. Era anche una scuola molto temuta. Agli alunni
veniva richiesto un impegno costante, messo alla prova da frequenti test ed
esami. Chi riusciva ad entrare lì dentro, entrava a far parte di una elite, di
un gruppo di studenti fra i migliori della città, forse del paese.
Kimiko, guardandosi allo specchio quella mattina, mentre si
osservava con indosso la sua nuova divisa scolastica, desiderava solo una cosa:
potere fuggire il più lontano possibile da lì. Non voleva andare a scuola,
l’ultima cosa che voleva fare era uscire da casa sua, affrontare una noiosa
cerimonia d’apertura e conoscere nuova gente. Tanto sapeva cosa sarebbe
successo appena tutti avrebbero scoperto il suo cognome. Non voleva andare a
scuola.
-Saranno tre anni d’inferno…-
Quando quella mattina Shuya aveva indossato la sua nuova
divisa, aveva pensato subito alla Raimon. Non poteva credere che non avrebbe
più rivisto i suoi compagni di scuola e soprattutto di squadra, che non avrebbe
più parlato con Mamoru di strategie e tecniche speciali. Non poteva pensare che
quei due anni di scuola fossero passati così velocemente. Solo due anni che lo
avevano segnato più a fondo di quanto potesse pensare. Dentro di lui si sarebbe
sempre sentito uno della Raimon.
-Saranno tre lunghi anni…-
La classe era assolutamente identica ad una classe qualunque.
File di banchi perfettamente allineati, la lavagna nera intonsa, la cattedra
perfettamente centrata… tutto era pronto per iniziare un nuovo anno scolastico.
Kimiko si sentiva osservata. Non conosceva nessuno in quella classe, non aveva
nessun compagno delle medie con lei. Non che avesse avuto molti amici…
preferiva il silenzio a delle chiacchiere vuote e inutili. Era una persona
diffidente per natura, tendeva sempre a stare per conto suo, non riusciva a
fare amicizia facilmente. Dell’amicizia, poi, non aveva un ricordo piacevole.
Aveva avuto “amici” prima, o almeno così credeva, e dopo essere stata tradita
da una persona, di amici proprio non ne voleva. Sperava di passare il più
inosservata possibile, ma sembrava che per lei fosse inammissibile. Tutta colpa
di sua madre. Perché doveva avere una madre così bella che aveva deciso di
trasmettere tutti i tratti migliori alla figlia? Soprattutto, perché le aveva
dato i suoi capelli? Una lunga cascata di boccoli biondo dorato che non
facevano altro che esaltare i suoi grandi occhi verdi, altro regalo di sua
madre. Tutti non facevano che dire quanto assomigliasse ad una bambola, e tutto
quello che Kimiko voleva evitare era essere proprio una bambola.
-Hai visto quella? È stupenda-
-Accidenti! Sembra una bambola-
Kimiko si mise seduta il più lontano possibile da tutti.
Scelse un banco vicino alle finestre, in fondo. Se non poteva sparire, almeno
poteva nascondersi. Il suo unico desiderio era solo quello di passare i tre
anni in pace. Non voleva che si ripetesse quello che le era già successo.
Piano, piano, la classe andava riempiendosi di ragazzi e ragazze, tutte con
indosso la stessa divisa e lo stesso sguardo, un misto di eccitazione e paura,
eccitazione per l’inizio di un nuovo anno, di un nuovo percorso e paura per
tutto quello che poteva portare. Kimiko guardava fuori dalla finestra. La
scuola non era nemmeno iniziata che già voleva andare via. Fu sorpresa quando
sentì un rumore provenire dal banco vicino al suo. Si girò, e la prima cosa che
vide fu un colore. Rosso. Era una ragazza, con lunghi capelli rossi raccolti in
una coda di cavallo fermata da un fiocco nero. Poi, due grandi occhi verde
scuro che la guardavano, pieni di curiosità.
-Ti dispiace se mi siedo qui? Sai non conosco nessuno, e
sembra che anche tu sia nella mia stessa situazione. Posso vero?-
Senza nemmeno aspettare la risposta, la ragazza si era seduta.
-Sono arrivata giusto in tempo, credevo di non farcela.
Insomma, stamattina è stato il delirio. Sia io che mio fratello iniziamo un
nuovo anno, lui è appena entrato alle medie, io alle superiori…e mia madre ha
insistito per farci delle foto con le nuove divise… mamme, sempre le solite
vero?-
Kimiko fece un mezzo sorriso e annuì.
-Anche la mia ha voluto farmi una foto…-
-Allora abbiamo già qualcosa in comune! Io mi chiamo Nonomi
Nashimoto-
-Kimiko-
-Solo Kimiko? Scusa, tendo sempre a parlare più del dovuto.
Bene Kimiko, spero che andremo d’accordo quest’anno-
Kimiko fece un cenno con il capo.
-Sai con chi saremo in classe quest’anno? Quando mio fratello
me l’ha detto non ci volevo credere-
-Non ho guardato, sinceramente. Non m’interessa molto…-
-Non eri curiosa, nemmeno un po’? Insomma, dovrai passare come
minimo un anno con questa gente… non volevi nemmeno sapere se c’era qualcuno
che conoscevi?-
-Non sto molto simpatica, di solito. La gente tende ad
evitarmi-
-Perché?-
ma Kimiko non rispose. Fu salvata da un urlo proveniente da
alcune ragazze.
-Ma che succede?-
In classe erano appena entrati due ragazzi. Erano entrambi
alti, uno con i capelli biondi sparati da tutte le parti, molto simile ad un
porcospino, l’altro con lunghi capelli grigio-azzurri, raccolti in una coda.
Tutti conoscevano quei due ragazzi, era impossibile non sapere chi fossero.
Erano due dei campioni della Inazuma Japan, la squadra che aveva finto il
football frontier international, Kazemaru Ichirouta e Gouenji Shuuya.
-No, dimmi che è uno scherzo-
Nonomi si voltò verso Kimiko.
-Non lo sapevi? È quello che stavo per dirti prima. Siamo in
classe con Kazemaru e Gouenji-
-Dimmi che non è vero…-
-Mi dispiace, ma è proprio così-
e poi Nonomi fece l’ultima cosa che Kimiko si potesse
aspettare
-Kazemaru, Gouenji, ciao!-
Kimiko si voltò verso la ragazza.
-Ma che fai?-
-Perché? Li conosco e quindi li saluto-
-Li conosci?-
Nonomi fece un cenno affermativo con la testa.
-Nonomi, che ci fai qui?-
Chiese Kazemaru. Si erano avvicinati tutti e due, e avevano
preso posto nei banchi davanti a loro due.
-Ma come? Mio fratello non ve lo ha detto?-
-No-
-Non ci credo. Mi ha tormentato per dirmi quanto fossi
fortunata ad essere in classe con voi due e a voi non ha detto proprio niente?-
fu Gouenji a risponderle.
-Aveva detto che avremmo avuto una sorpresa, a dire la verità.
Ma non pensavo fossi tu-
Nonomi si mise a ridere.
-Tipico di Toramaru-
tutti e tre si misero a ridere. Kimiko non poteva credere a
quello che stava succedendo.
-Sono circondata dalla Raimon…-
Nonomi si voltò verso di lei.
-Giusto, che sbadata, non ho nemmeno fatto le presentazioni.
Kazemaru, Gouenji, questa è Kimiko, una mia nuova amica-
-Piacere-
disse Kazemaru, mentre Gouenji fece un cenno con la testa.
Kimiko ero come pietrificata.
-Tutto bene Kimiko? Sembri molto pallida-
le chiese Nonomi. La bionda, non staccando mai gli occhi di
dosso dai due ragazzi, disse
-Fareste meglio a non farvi vedere troppo cordiali con me.
Forse è meglio se cambio posto-
Fece per alzarsi, ma fu fermata da Nonomi.
-Non dire sciocchezze. Perché mai dovresti cambiare posto?-
Nonomi la stava guardando con uno sguardo sorpreso. Stava per
risponderle, quando un’altra ragazza s’intromise nella conversazione
-Perché lei è Kimiko Mizutani!-
Nella classe calò improvvisamente il silenzio.
-Ma che fortuna che ho… Sachiko, quanto hai dovuto pagare per
farti promuovere?-
si levarono alcune risate.
-Vedo che non hai perso il tuo sarcasmo Kimiko… ma vorrei
ricordarti una cosa. Qui non siamo più alla Teikoku. Non sei più la favorita di
Kageyama… qui non sei nessuno-
-Cosa?-
-Quella è…-
-Non ci posso credere! Quella lì è…-
-Si, è proprio lei. La famosa principessa della Teikoku,
Kimiko Mizutami. Volete un consiglio? Statele lontata… Kageyama le ha insegnato
tutto quello che sapeva, se c’è una persona falsa, crudele, spregevole e
doppiogiochista, quella è lei-
Ora tutti la guardavano, tutti avevano sentito quello che
Sachiko aveva detto. Proprio come alla Teikoku, gli stesso sguardi diffidenti.
-Grazie per il consiglio ma... tendo sempre a fare di testa
mia. E per ora, tanto mi basta.-
Kimiko si voltò verso Nonomi, sconvolta.
-Peggio per te rossa. Io ti ho avvisato, spero solo tu non te
ne debba pentire-
-Grazie ancora per questo consiglio non richiesto ma… come ho
già detto, tendo a fare di testa mia e non mi faccio influenzare difficilmente.
E un’ultima cosa… chiamami ancora rossa, e ti faccio vedere io chi è crudele e
spregevole!-
Kimiko scoppiò a ridere, seguita subito dopo da Nonomi.
Sachiko le guardò tutte e due, prima di andarsene, visibilmente indignata.
-Grazie. Nessuno mi aveva mai difesa prima!-
-Sul serio? Ma che razza di gente hai conosciuto fino ad ora?-
-Tu non conosci
molta gente della Teikoku, vero?-
-A dire il vero no-
-Si vede!-
tutte e due le ragazze scoppiarono a ridere. Anche Kazemaru si
unì alla risata.
-Allora tu conosci Kidou vero? Prima di andare alla Raimon
giocava nella Teikoku, no? almeno, è quello che mi ha detto mio fratello-
Kimiko si irrigidì sulla sedia.
-No, non lo conosco. Pensavo di conoscerlo… ma mi sbagliavo-
-Che vuoi dire?-
Kazemaru, Gouenji e Nonomi la fissarono. Kimiko voltò la testa
verso la finestra. L’ultima cosa che voleva fare era parlare di Kidou, o della
Teikoku.
-La Teikoku… non è un periodo di cui mi vada di parlarne.
Quello che ha detto Sachiko prima… forse dovreste ascoltarla-
-Ma Kimiko…-
l’ingresso in aula del professore chiuse la discussione.
Dopo un mese di scuola, Kimiko aveva tenuto una certa distanza
da tutti, ed era stato molto facile. La maggior parte dei suoi compagni tendeva
ad evitarla, la sua fama di principessa della Teikoku si era diffusa molto
rapidamente. Solo Nonomi cercava di diventarle amica. Ogni mattina cercava di
parlare con lei, e anche se Kimiko di solito non le rispondeva, lei continuava
a parlare. Nonomi era diversa da tutti. Lei era sempre allegra e solare,
parlava con tutti e aveva stretto amicizia con un sacco di persone. E,
assolutamente non voleva mollare con Kimiko.
-Si può sapere perché continui a volere parlare con me?-
-Perché mi stai simpatica. E ormai sei una sfida. Riuscirò a
farti crollare quel muro che ti circonda, Kimi, fosse l’ultima cosa che faccio-
-Ma io…-
-Si, si, lo so. Sei la principessa Kimiko, terrore della
Teikoku. Ma da quanto ho visto fino ad ora, tu non fai male a nessuno, e la
gente tende ad esagerare. Non si può stare sempre soli, sai?-
Kimiko ci aveva rinunciato. Anche Kazemaru cercava di
intavolare dei discorsi con lei, esortato da Nonomi. Kimiko si limitava a
rispondere a monosillabi o con dei piccoli cenni del capo, così finivano per
parlare solo lui e Nonomi, anche se Kimiko si trovava sempre a seguire i loro
discorsi e a ridere quasi sempre. Nonomi finiva sempre per dire qualcosa di
buffo e divertente. Ogni volta che lei rideva, Nonomi sorrideva contenta, per
lei erano tutte piccole vittorie. Gouenji, invece, la osservava e basta. Lui
era molto silenzioso e riservato, tendeva a parlare quasi esclusivamente con
Kazemaru e con gli altri ragazzi della classe. Kimiko faticava a ricordalo
scambiare qualche parola con le ragazze, almeno che non ne fosse costretto o non
si trattasse di Nonomi. Sembrava un ragazzo molto freddo e distaccato, Kimiko
non riusciva a decifrarlo. Eppure si era trovata ad essere attratta da quegli
occhi scuri.
Kimiko adorava stare a scuola la sera. Le piaceva la classe
vuota e il silenzio. E le piaceva la luce del tramonto che entrava dalle
finestre, era una luce calda, avvolgente. Rendeva ogni cosa piacevole. Non si
rese conto di essersi addormentata fino a quando non fu svegliata da una mano
che la scuoteva.
-cosa…-
-Tra poco la scuola chiude. Sarebbe meglio se tornassi a casa-
Kimiko si alzò di scatto dalla sedia. Davanti a lei c’era
l’ultima persona che si sarebbe aspettata di trovare.
-Gouenji…-
-Mizutami-
Kimiko sentì le sue guance imporporarsi.
-Io non dormo di solito in classe. Cioè, non mi capita mai.
Io…-
Gouenji la osservò in silenzio, un piccolo accenno di sorriso
sulle labbra.
-Ora sarà meglio che vada-
Kimiko raccolse le sue cose il più velocemente possibile, e si
avviò verso la porta. Era praticamente già uscita dalla scuola, quando si sentì
chiamare.
-Mizutami, aspetta-
Si voltò, sorpresa. Gouenji le era corso dietro.
-Ti accompagno-
Kimiko guardò sconvolta il ragazzo.
-Non ce n’è bisogno-
-Sei una ragazza, e si sta facendo buoi. Ti accompagno-
Gouenji la osservò con calma. Kimiko si sentì terribilmente in
imbarazzo.
-Non devi… insomma, devo solo arrivare alla stazione della
metropolitana, è vicino e…-
-Ti accompagno lo stesso-
Gouenji si avviò lentamente per la strada. Kimiko era
indecisa. Se voleva tornare a casa era costretta a seguirlo, ma fare la strada
con lui era l’ultima cosa che voleva. Gouenji le metteva soggezione. Alla fine
si decise a seguire il ragazzo.
-Come mai eri ancora a scuola?-
-Allenamenti-
-Allenamenti?-
Gouenji la guardò un po’ stupito.
-Allenamenti di calcio. Sono entrato nella squadra della
scuola-
-Davvero? Non lo sapevo…-
-Io e Kazemaru siamo in squadra-
-Oh…Sarà strano... insomma, voi siete quelli della Raimon.
Sarà strano vedervi con una divisa diversa, no?-
Gouenji la guardò stupito.
-Un po’ si, è strano. Ma non potevamo far parte della Raimon
per sempre, anche se ci sentiremo sempre parte di quella squadra-
Kimiko ridacchiò leggermente, meritandosi un’occhiata strana
da parte del ragazzo al suo fianco.
-Non sto ridendo di te. Stavo pensando che sono un po’
invidiosa-
-Invidiosa?-
-Si. Tu hai un buon ricordo delle medie, hai degli amici e una
passione profonda per uno sport. Io, invece, non posso dire lo stesso-
continuarono in silenzio per alcuni minuti.
-È stata così terribile? La Teikoku intendo-
Kimiko ci pensò su prima di risponderle.
-Il primo anno non è stato male. La scuola mi piaceva, e
Kageyama… so che per voi è una persona orribile, ma per me… mi ha insegnato ad
avere fiducia in me stessa-
Gouenji la osservò meravigliato. Si erano fermati, e ora erano
là, in mezzo alla strada, a guardarsi.
-Lo so… sembra strano, soprattutto per uno della Raimon, lo
capisco. Kageyama e mio padre erano amici, soci in affari, per così dire. Sono
andata alla Teikoku per quello ed è vero che Kageyama mi dava attenzioni che
non prestava ad altri. Io e Kidou eravamo i suoi pupilli, certo in ambiti
diversi. Sono sempre stata brava a scuola, e con i numeri sono formidabile. Mio
padre gestisce una società che si occupa di borsa, ci occupiamo di consigliare
clienti su investimenti e cose così, prendendo poi una percentuale del
profitto. Ho un buon talento per queste cose, e Kageyama mi ha sempre esortato
a continuare. Mi ha fatto capire che sono brava, e che se m’impegno posso
ottenere ciò che voglio. Credo che sia per questo che m’iniziarono a chiamare
la principessa della Teikoku. E quando Kageyama si è rivelato essere quello che
era… io mi sono ritrovata tutti contro. Tutti pensavano che fossi esattamente
come lui, e nessuno mi ha più rivolto la parola, avevano tutti paura di me. Gli
amici che credevo di avere non erano poi così amici. Quindi si, la Teikoku è
stata terribile…-
Kimiko non ci poteva credere di avergli raccontato tutto.
Guardò Gouenji, che la fissava intensamente.
-Scusa, non volevo buttarti tutto addosso. Di solito non parlo
di queste cose…-
-Non devi scusarti. Sono stato io a chiedere-
ripresero a camminare in silenzio.
-Devi odiare la Raimon immagino…-
la ragazza guardò sorpresa il ragazzo.
-No. Perché mai dovrei avercela con voi? Insomma… voi non avete
fatto niente di sbagliato, anzi. Avete rivelato che uomo fosse Kageyama in
realtà, e quali crimini avesse commesso. Voi non avete fatto niente di male,
non è stata colpa vostra-
Arrivarono alla stazione senza aggiungere altro. Kimiko si
voltò verso il ragazzo.
-Grazie per avermi accompagnato-
-Di niente-
-Sai, credo che queste siano le prime parole che ci scambiamo
dall’inizio della scuola-
-Credo anche io-
Kimiko si mise a ridere, seguita subito dopo da Gouenji.
-Sarà meglio che vada. Grazie ancora, ci vediamo domani-
-Mizutami?-
Kimiko si voltò.
-Nonomi vuole veramente diventare tua amica. Non ha doppi
fini-
-… lo so, ma non so se voglio fidarmi-
-Concedile almeno un tentativo-
detto questo, Gouenji se ne andò, lasciando Kimiko piena di
pensieri.
-Non dovrebbe essere così in ritardo. Aveva detto che sarebbe
arrivato subito…-
Kazemaru, Endou e Kidou erano al locale di Seigō Hibiki e stavano aspettando
Gouenji. Pur essendo in scuole diverse, avevano deciso di non perdere i
contatti, e ogni tanto si davano appuntamento per raccontarsi come stava
andando. Endou e Kidou erano finiti nella stessa scuola, la Kaiho senior high
school.
-Vedrai che adesso arriva. Magari è stato bloccato a scuola…-
proprio in quel momento, la porta del locale si era aperto, ed
era apparsa la figura di una persona.
-Eccolo! Gouenji, siamo qui!-
Endou si stava sbracciando, salutando il suo amico. Una volta
sedutosi con gli altri, Kazemaru chiese subito il motivo del ritardo.
-Ho trovato la Mizutami in classe che dormiva-
-La Mizutami? Che dormiva in classe?-
chiese visibilmente stupito Kazemaru. Gouenji annuì.
-E questo che c’entra con il tuo ritardo?-
-L’ho accompagnata alla stazione. Prende il treno per venire a
scuola-
i tre ragazzi guardarono stupiti il loro amico.
-Hai fatto tardi per accompagnare una ragazza in stazione?-
chiese uno sconvolto Endou. Gouenji annuì. Fu salvato da Hibiki
-Ha fatto solo quello che andava
fatto. Una ragazza da sola di sera può trovarsi in una situazione pericolosa.
Ben fatto Gouenji. Tieni, avrai fame-
gli disse mentre gli passava un
piatto di spaghetti cinesi.
-Ancora non capisco una cosa… la
Mizutani ha accettato di farsi accompagnare da te? Quella Mizutani? Avrai
scambiato si e no due parole con lei-
-Non le ho dato molta scelta-
Kazemaru guardava sconvolto
il suo amico. Endou passava lo sguardo da uno all’altro, senza capirci molto.
-Scusate, ma chi è questa Mizutani di cui state parlando?-
Fu Kazemaru a risponderle.
-Una nostra compagna di classe. È una che resta molto sulle
sue, non si è fatta molti amici. Anche se Nonomi cerca sempre di coinvolgerla-
-Nonomi… quella Nonomi?-
-Si, la sorella di Toramaru-
Kidou era l’unico che non aveva detto ancora una parola. Aveva
smesso di mangiare, guardava Gouenji con un’espressione leggermente sconvolta.
-Kidou… stai bene?-
-Avete detto Mizutani? Intendete Mizutani Kimiko?-
-Si, proprio lei. Giusto, la conosci? Frequentava la Teikoku-
disse Kazemaru. Gouenji osservò attentamente Kidou.
-Si, la conosco…
e vi do un consiglio-
tutti e tre i ragazzi guardarono Kidou.
-Che consiglio?-
-Statele lontana. Lei era una delle persone più fidare di
Kageyama… non vi fidate di lei. Vi tradirà alla prima occasione-
scese il silenzio. Tutti, Endou, Kazemaru, Gouenji e lo stesso
Hibiki osservavano Kidou.
-Lei non è quella che sembra. Fidatevi di me, lasciatela sola
e non fatevi coinvolgere da lei per nessun motivo-
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Ciao a tutti! Eccomi qua, con una nuova storia, questa volta
più lunga. È la seconda che scrivo per Inazuma Eleven, anche se l’idea mi gira
in testa già da un po’ di tempo. Alla fine ho preso coraggio e mi sono messa a
scrivere. Mi piaceva l’idea di questo personaggio femminile un po’ strano e che
venisse dalla Teikoku. Lo ammetto, quella scuola mi ha sempre affascinato… e
allora ho pensato, e se la protagonista fosse una sorta di “Principessa della
Teikoku” che non si sa se è buona o cattiva? E come avrebbero reagito poi
quelli dell’Inazuma? Ed eccomi qua!
Spero che questo inizia vi abbia intrigato, grazie per chi è
arrivato a leggere fino a qui. Se volete, come sempre, lasciate una recensione.
Spero di potere aggiornare presto, non credo di riuscirci
questa settimana, diciamo che mi aspetta una lunga settimana piena di impegni,
ma spero per la prossima di aggiornare! Ecco, l’unica cosa che chiedo, se
volete seguire questa storia, è pazientare un pochino. Io ce la metto tutta per
scrivere, ma gli impegni sono tanti e non voglio fare le cose di fretta solo
per dire “ho aggiornato”.
Dopo questo mio sproloquio, vi lascio.
Un bacione a tutti,
Juls