1 palm beach
1. Palm Beach
- Eddai Ryan!-
- No Seth, te l'ho già detto.-
- Se solo mi dassi tre stupidi ed insignificanti motivi per non andarci
potrei...- annuì Seth anche se poco convinto, troppo deciso ad
ottenere quello che voleva per farsi scoraggiare dalla poca iniziativa
al divertimento tipica di Ryan.
- Seth..- sospirò Ryan fermandosi nel bel mezzo del corridoio.
Guardò Seth dall'alto al basso, lo fissò negli occhi
tuttavia pieni di entusiasmo e speranzosi. - ...ti sei scordato che
l'ultima volta ci stava per scappare il..-
- Ferito!- esclamò Seth alzando gli occhi al cielo e annuendo.
Sapeva bene che Ryan sarebbe andato a parare a quell'evento.
Ryan Atwood si era da poco trasferito a New Port, la famiglia Cohen lo
aveva preso in affidamento e nonostante le prime difficoltà il
ragazzo di strada si era ben ritrovato in quell'ambiente pieno di
ricchi azionisti e parassiti. Certo, ancora non amava le feste sfarzose
e quelle di beneficienza, ma aveva imparato ad apprezzare la nuova
famiglia, ad essere tacitamente grato per la nuova opportunità
che gli stavano offrendo. Una vita senza alchol e madre ubriaca, una
vita senza teppisti, polizia e infrazioni della legge, una seconda
opportunità in cui fare capire chi fosse davvero Ryan Atwood.
L'opportunità che chiunque vorrebbe cogliere al volo,
l'opportunità di riprendere in mano la propria vita ed iniziare
da capo. E Ryan ci stava riuscendo davvero, dopo qualche scazzottata,
litigata e qualche cuore infranto era riuscito a farsi apprezzare da
qualche amico, aveva trovato in Seth un amico ed un fratello cinico e
divertente, due genitori affezionati e addirittura una ragazza. Una
vera, s'intende, non una di quelle a cui era abituato bensì una
ragazza carina, adorabile, bellissima e fine quanto incasinata e
problematica. Marissa Cooper non era l'idilliaco quadro della
serenità, non in quel periodo. La separazione dei genitori, la
bancarotta del padre, il tradimento di Luke, e il brutto rapporto con
la madre non avevano di certo aiutato. Neppure quel viaggio in Messico
insieme al cocktail misto di alcol e pillole. Ultimamente si era creato
anche il problema Oliver,che seppure risolto era ancora lì sullo
zerbino davanti la porta, un ricordo sì, ma un ricordo fresco.
- Sì...ferito che poteva morire!- esclamò Ryan
ricordandosi di quella volta in cui Seth era andato ad una di quelle
feste in compagnia di Donnie. Ryan sapeva che il caro Donnie non era un
modello di castità e correttezza, ma Seth troppo preso dalle
nuove esperienze non gli aveva dato retta e ci era scappato per davvero
il ferito. Il ragazzo aveva sparato a Luke che per fortuna ne era
uscito con uno sparo di striscio sulla spalla.
- E' vero, è vero, ma grazie agli inutili anni impiegati alla
pallanuoto Luke ne è uscito quasi immune. Un pò come
superman, no? I legamenti e muscoli allenati devono avere fatto come da
scudo.- inventò di sana pianta Cohen gesticolando entusiasta.
Ryan scosse la testa e riprese a camminare diretto all'uscita della
scuola, a volte non riusciva a capire come Seth fosse in grado di
sdrammatizzare e minimizzare ogni cosa.
- Oh avanti Ryan!- lo rincorse goffamente il moretto - Oltretutto
è Luke che ci ha invitato sai?Amici suoi, nessuno sparo, nessun
svitato e nessuna rissa, direi che è perfetto!- continuò
imperterrito.
- Da quando adori la compagnia di giocatori di pallanuoto?-
biascicò Ryan ironico scendendo i gradini diretto alla macchina.
- Uhm, da mai.- rispose subito l'amico senza doverci neanche pensare -
Forse da quando sono stato piantato da Anna, e tu hai rischiato di
essere rinchiuso in manicomio insieme ad Oliver. Beh certo, prima che
si facesse sgamare con una pistola in mano chiuso in albergo con
Marissa.- si cimentò nella frase così tanto velocemente e
con foga che si accorse solo in un secondo momento di avere detto una
stupidagine, e lo sguardo storto di Ryan glielo confermò
immediatamente.
- Sì, scusami..- infatti mormorò abbassando colpevole lo
sguardo - A proposito come sta?- s'interessò seriamente
preoccupato.
- Non saprei..- ammise Ryan con lo sguardo basso pensieroso e ombroso
come sempre - Avere a che fare con uno psicotico non è cosa di
tutti i giorni.- cercò di divagare lui rimanendo sul generico.
- Sicuro.- confermò Seth apprensivo - E tra voi?- domandò incerto, ma indubbiamente curioso.
- Ehm...beh, con quello che è successo non c'è stato modo
di parlare come si deve di noi. E' scossa, non se lo aspettava
e...l'unica cosa che posso fare è lasciarle tempo e spazio.-
sospirò Ryan guardando Seth con lo sguardo di chi davvero era in
difficoltà.
Lui lo aveva detto di Oliver, lo aveva capito subito, ma nessuno,
Marissa compresa, gli aveva creduto. Non era certo di essere arrabbiato
con lei per questo, l'unica cosa che gli importava era che fosse sana e
salva, che stesse bene. Questa era l'ultima cosa che ci voleva per
migliorarle il quadretto generale.
- Ottimo piano, concordo.- annuì Seth lentamente - Quindi questa
sera non sei impegnato con lei e puoi venire con me a Palm Beach!-
aggiunse tirandogli un pugnetto amichevole sulla spalla.
- Seth non lo so...- ammise Ryan contrito - Sandy e Kirsten magari non mi...-
- Ma va!- lo bloccò lui minimizzando - Alla fine sei stato
punito ingiustamente, Oliver e la sua pazzia lo hanno confermato a
tutto il mondo, quindi vai tranquillo sei libero amico!-
- E Summer?- domandò Ryan guardando con quello sguardo indagativo e penetrante il fantasioso Cohen.
- Summer? Summer chi?- fece il finto tonto ovviamente invano. Per
l'ennesima volta uno degli eloquenti sguardi di Ryan lo indussero ad
abbandonare le sue pose idiote.
- Questa serata mi farà bene anche per quello. Anna mi ha
lasciato perchè ho fatto il cretino, non avrei dovuto essere un
così bravo insegnante di fumettologia, ma finchè non
sistemo le cose con lei non mi sembra corretto vedere Summer. Ho
già fatto abbastanza casini con loro due.- ammise Seth
sospirando affranto.
- Quindi Palm Beach?- domandò Ryan non esattamente entusiasta
della cosa, ma quasi sentendosi in dovere di appoggiare Seth. Dopo
l'ultima esperienza non se la sentiva di lasciarlo da solo, se lo erano
ripromessi. Separati sarebbe potuto scappare il ferito, ma insieme
erano invincibili. E forse una serata del genere gli sarebbe servita
anche per cercare di non pensare o pensare a come sistemare le cose con
Marissa.
L'idea di non sapere come prenderla dopo quell'accaduto lo mandava al
manicomio per davvero! Avrebbe voluto rassicurarla, e dirle che per lui
era tutto ok, ma le uniche occasioni di incontrarsi si erano ridotte
alla scuola e i loro discorsi cadevano sul banale e il generale.
Nessuno dei due era ancora pronto a parlare dell'accaduto e Ryan voleva
aspettare che lei lo fosse, anche perchè non era tipo da dialogo
e discorso, anche se in quel caso avrebbe voluto almeno un pò
della parlantina di Seth per potere parlare con la ragazza che amava.
- Palm Beach, baby!- esclamò Seth annuendo con un sorrisetto e
lasciando il pugno a mezz'aria sospeso in attesa di quello di Ryan che
arrivò con un debole sorriso e poca energia in realtà.
**********************
-
Benvenuti a Palm Beach ragazzi!- esclamò un entusiasta Luke
parcheggiando la macchina poco lontano da quella che sembrava essere
una festa a dire poco grandiosa.
La musica si sentiva addirittura da lì, c'era un enorme
falò poco lontano dall'acqua e un sentiero di torce infuocate
portavano all'ingresso di una casa rialzata gremita di ragazzi e
ragazze con birre e coktail in mano. Seth e Ryan lo guardarono
parcheggiare, la macchina davanti alla sua le mani in tasca forse un
pò annoiati o forse intimiditi.
- Oh avanti è una festa!- esclamò Luke salutandoli con
una pacca sulla spalla e una stretta di mano informale - Andiamo a
divertirci un pò!- aggiunse facendo loro l'occhiolino.
- Dimmi un pò Luke, l'avresti mai detto che io e te saremmo mai
andati ad una festa insieme?- domandò Seth guardando la grande
casa con ammirazione e stupore e con una certa attenzione per alcune
ragazze in bikini sulla spiaggia che li salutavano maliziose con la
mano.
- Direi di no Cohen.- ammise Luke con un ghignetto salutando da lontano
un gruppo di ragazzi. - Beh che dici Ryan?- domandò al biondino
che sembrava essere più che a disagio. Ormai erano all'ingresso
della casa, tirarsi indietro o fare il guasta feste non era il caso a
maggior ragione che aveva la nomina e la fama per essere il guasta
feste per eccellenza.
- Beh...- mormorò indeciso su cosa rispondere - Almeno non ho
dovuto mettermi lo smoking o la camicia.- ammise con mezzo sorriso
divertito.
- Bravo!- rise Luke divertito - Questo è lo spirito! Vado a
salutare un paio di amici, arrivo subito!- esclamò prima di
inoltrarsi tra la folla.
- Non credo lo rivedremo più.- contastatò Seth guardandolo fin dove la massa di gente glielo consentiva.
- Già lo credo anche io.- confermò Ryan ancor più
sconsolato di prima se possibile. Senza Luke rimanevano lui e Seth e
tanto vale rimanere a casa no?
- Beh che si fa quindi?-
- Non saprei. Io non mi diverto alle feste, le faccio finire ricordi?- replicò Ryan cinico ed ironico.
- Mmh odio quando fai l'ironico.- lo guardò Seth scuotendo il
capo - L'ironia è una mia caratteristica, con copyright davvero.
Beh arrivati a questo punto credo che andrò a bere qualcosa,
vieni anche tu?-
- Sì, e poi chi guida?-
- Oh, giusto. Beh ci sarà qualcosa di analcolico...-
Ryan lo guardò alzando le sopracciglia dubbioso più che mai.
- Ok come non detto, stiamo qua allora.- iniziò a dondolarsi sui piedi Seth.
Ryan scosse il capo spingendolo appena dalla spalla.
- Vai pure, vedi di non esagerare, io vedo di fare un giro e...non so fare qualcosa.- inventò Ryan seppur poco convinto.
Si stava già pentendo di essere venuto fino a lì, ma dopotutto Seth aveva bisogno di cambiare aria.
- D'accordo mamma. Se cambi idea io sono al tavolo degli alcolici.-
- Ok tranquillo, comunque penso che....andrò sulla spiaggia.-
decise Ryan guardando proprio verso la spiaggia da cui si vedeva il
falò ardere.
- Uhm bravo ottima scelta! Tutte quelle ragazze in bikini stuzzicano anche me.-
Ryan si lasciò scappare un sorrisetto scuotendo appena il capo ed entrambi presero direzioni diverse.
Per il ragazzo di Chino non fu esattamente una serata divertente.
Arrivato sulla spiaggia non si era impegnato più di tanto a
socializzare con nessuno dei presenti, figurarsi con le ragazze in
bikini. Si era seduto in riva alla spiaggia a fissare le onde scure che
s'infrangevano sulla sabbia, un pò come i suoi pensieri infondo.
Troppi si rincorrevano nella sua testa e tutti avevano come fulcro solo
lei, Marissa. Si chiese se non avesse dovuto andare da lei e fare il
primo passo, di cercare per una buona volta di aprirsi. Sapeva che
avrebbe dovuto farlo, ma non era cosa per lui.
Guardò l'orologio annoiato, era quasi mezzanotte forse il caso
di strappare Seth da quella festa, o quanto meno vedere se aveva
intenzione di battere in ritirata.
- Ryan!- sentì la voce di Seth seppure in lontananza, ne colse
un che di agitato, per questo scattò in piedi all'istante.
Strinse gli occhi a due fessure nel tentativo di scorgerlo tra le tante
persone sulla spiaggia, lo vide venirgli incontro con il passo ben
ferrato, quasi correndo forse. Iniziò a muovere qualche passo
verso di lui alzando una mano per farsi vedere. L'agitazione evidente
anche a distanza di Seth era quasi contagiosa, sapeva che c'era
qualcosa che non andava, ne era quasi certo.
- Che succede?- domandò alzando appena la voce per sovrastare la
musica e ricoprire la distanza di qualche metro che ancora li separava.
Seth stava per aprire bocca e rispondere, ma prima che potesse emettere
qualche suono venne letteralmente caricato da dietro, colpito e cadde
sulla sabbia umida.
- Seth!- gridò Ryan semplicemente non aspettandosi niente di
quello che aveva appena visto, troppo veloce e inaspettato da poter
prevedere. Corse ricoprendo in pochi secondi quei metri, pronto ad
aiutare l'amico e colpire chiunque avesse osato toccarlo, ma prima che
si avvicinasse troppo un secondo ragazzo lo tenne fermo, più
imponente e grosso di lui lo strinse tanto da fargli mancare il fiato.
- Che hai combinato Seth?!- boccheggiò Ryan cercando di
divincolarsi e nel frattempo vedere se il suo amico fosse integro.
Era ancora accasciato sulla spiaggia, si massaggiava la spalla colpita
e nonostante all'apparenza stesse ancora bene non poteva giurare
sarebbe stato bene anche per i prossimi colpi. Il ragazzo che lo aveva
placcato era alto, forse non troppo muscoloso, i capelli scuri a
spazzola, la pelle olivastra e gli occhi neri. Non sembrava essere un
bravo ragazzo, Ryan era quasi sicuro che un pugno di quello sarebbe
bastato a mettere K.O. Cohen.
- Io niente, lo sai!Non sono il tipo da combinare qualcosa!- si
giustificò Seth guardando Ryan un pò allarmato, mentre si
toglieva di dosso la sabbia dai vestiti. - Davvero, io sono il tipo
solitario, quello nell'angolino alle feste!- disse cercando di essere
convincente e quanto più umile possibile. Sapeva di non avere la
ben che minima chance in un confronto corpo a corpo con Ryan fuori
gioco.
- Senti, non vogliamo guai.- biascicò Ryan cerando di attirare
l'attenzione su di sè e liberarsi ancora, o quanto meno
allentare la presa che lo mettevano in difficoltà anche a
parlare.
- Vaffanculo biondino di merda, il tuo amico ci stava provando con la
mia donna!- sbraitò l'altro avvicinandosi pericolosamente al viso
di Ryan il quale potè sentire forte l'odore di fumo che emanava
quel tale.
- Quale ragazza? La bionda dici? Io le ho detto di
lasciarmi stare, giuro!- esclamò Seth allargando le braccia come
in segno di resa avvicinandosi ai due nel tentativo disperatamente
coraggioso di non fare pestare Ryan. Ci riuscì eccome,
perchè il ragazzo senza il ben che minimo sforzo gli
piazzò un pugno dritto allo stomaco che bastò a mettere
fuori uso Seth, cadendo nuovamente al tappeto.
- Lascialo stare!- urlò Ryan dimenandosi selvaggiamente
assestando gomiti nell'addome purtroppo allenato del suo carceriere.
Venne messo a tacere da un pugno di quel tale, e assorbì il
dolore senza dire niente, immaginò quanto potesse essere
devastante quello per Seth che tuttavia aveva perso dalla visuale
avendo davanti quel pugile mancato.
- Cosa c'è, cerchi guai anche tu stronzetto?- lo minacciò
questa volta lasciando perdere Seth che rimase a terra tentando di assorbire il colpo invano.
- No, ma se ti azzardi a toccarlo sarai tu ad avere problemi.-
replicò immobile e ferreo il biondino fissandolo duramente negli
occhi spavaldo e pieno di rabbia ignorando il pugno appena incassato e
la stretta ferrea sui suoi arti e le sue costole. Avrebbe difeso Seth
anche se fosse dovuto ricorrere alla
violenza. Uno come quelli avrebbe disintegrato Seth con un solo pugno e
forse lo aveva già fatto.
- Ehi Gale, smettila!-
Tutti si voltarono, Seth a fatica e a scoppio ritardato.
Dalla luce del falò si avvicinava a grande passo una figura,
purtroppo con il controluce del fuoco non riuscirono a capire chi
fosse, ma l'ombra sembrava troppo esile e insignificante per potersi
permettere quel tono minaccioso e arrogante verso un armadio a quattro
ante come quello.
Si inginocchiò appena e aiutò Seth a rimettersi in
piedi. Era una ragazza, le lunghe gambe snelle e quegli shorts aderenti
lo confermavano, indossava un top blu scuro che le fasciava le curve e
l'addome snello, i capelli rossi svolazzanti al vento di mare. Ryan non
riuscì a vederla bene in viso, e neppure di spalle, tuttavia gli
si dipinse un espressione di sorpresa, sguardo che le riservarono anche
gli altri due presenti. Lei tuttavia sorrise
gentile a Seth e lo tirò su faticando appena.
- Grazie !- biascicò Cohen con una smorfia ancora dolorante
rimettendosi in piedi e togliendosi di nuovo la sabbia dai vestiti.
- Sparisci ragazzina, non sono affari tuoi questi!- le intimò lo
sconosciuto scopertosi Gale voltandosi per poterla affrontare di petto.
- Sicuro.- replicò lei assicurandosi che Seth riuscisse a
rimanere in piedi da solo. A quel punto si voltò verso di lui, si mise proprio davanti al ragazzo con le braccia
conserte in una posa minacciosa. - Ma lui non ti ha fatto niente. E' la
tua ragazza idiota che gli ha offerto da bere, ma tu eri
talmente occupato a trafficare roba che non te ne sei accorto.-
replicò lei per niente intimorita tuttavia mantenendo lo sguardo fisso in quello nero di lui.
Ryan guardò la scena sentendosi impotente, avrebbe voluto dirle
di andarsene, che quello non era tipo di fermarsi davanti ad una
ragazza, che sarebbe finita male anche per lei, ma tutte quelle parole
gli morirono in gola per non sapeva bene quale ragione.
- Come ti permetti tu..?!- domandò offeso lui prima di provare
a spintonarla per poterla togliere dai piedi, ma lei fu abbastanza
veloce da abbassarsi e con grande sorpresa di tutti i presenti
sferrò un pugno contro la mascella del ragazzo che dolorante si
andò a prendere tra le mani.
- Woo oh!- esclamò Seth divertito indicando la scena con la bocca spalancata.
Ryan sobbalzò appena, non aspettandosi una reazione simile da quella sconosciuta, e beh non da una femmina insomma!
Ora sicuro come l'oro che l'avrebbe stesa con un pugno solo, per questo
cercò di strattonare una terza volta ancor più forte per
aiutarla, ma vide che non ce ne fu bisogno.
La sconosciuta non diede tempo al moro di riprendersi che gli
sferrò un calcio
forte e preciso in mezzo alle gambe, lasciandolo cadere dolorante in
ginocchio. A quel punto il ragazzo che teneva bloccato Ryan
allentò la presa tanto quanto bastava da permettergli di
sfuggirgli e colpirlo con due pugni sul naso, abbastanza forti da
lasciarlo disteso sulla spiaggia.
- Andate, prima che si riprenda.- disse lei voltandosi appena con il
volto verso Ryan a qualche passo al fianco di lei senza abbondonare la sua
posizione.
- Gr..grazie.- azzardò Ryan annuendo senza sapere che cosa dire.
Quella scenetta aveva dell'assurdo, non riusciva davvero a crederci.
Era lui che solitamente faceva a pugni e salvava la situazione.
- Sìsì come vuoi..- spiccicò lei frettolosa senza
voltarsi e facendogli un cenno del capo verso la fine della spiaggia.
- Ehi ehi fermo!- provo Seth a spintonare Ryan che gli era corso
incontro in meno di due secondi e lo stringeva dalla spalla pronto a
portarlo via. - Vuoi davvero abbandonare
l'incarnazione di Catwoman!?- domandò lui senza smuoversi di una
virgola sotto lo sguardo furente del suo amico. - Quello appena si
riprende la fa a pezzetti!- si lamentò Seth preoccupato
seriamente.
Effettivamente si sentiva in colpa nel dovere lasciare la loro
salvatrice in balia della rabbia di quell'idiota, ma portare Seth a
casa sano e salvo aveva la priorità.
La risata divertita della ragazza a quella scenetta richiamò l'attenzione di Ryan
che si voltò a guardarla, per riuscire a
vedere giusto in tempo che il ragazzo alle sue spalle si era rialzato e
brandiva un coltellino tra le mani.
- Attenta!- gridò Atwood spalancando gli occhi a dismisura
questa volta temendo per il peggio, temendo che il ferito si sarebbe
per davvero trasformato in morto, anzi morta!
L'avviso del giovane probabilmente le salvò la vita,
perchè per la seconda volta riuscì a spostarsi, ma non
abbastanza velocemente per uscirne illesa.
La lama affondò nella carne per qualche millimetro
nell'avambraccio, e l'urletto di lei bastò a confermare che si
era fatta male per davvero ed era una cosa seria.
- Ryan!- esclamò Seth non riuscendo a completare o dire altro,
ma indicando la ragazza ferita. Doveva intervenire, doveva
assolutamente fare qualcosa.
- Questa poi...!- sbraitò la ragazza
constatando che l'entità della ferita era piuttosto preoccupante
e specialmente dolorante.
Ryan si materializzò al suo fianco e prima che lei o l'altro
potessero fare o dire altro sferrò uno dei suoi pugni ben
assestati sulla mascella di Gale cogliendolo di sorpresa.
Indietreggiò e barcollò appena lasciando cadere la lama
tra la sabbia fredda. L'opera la concluse la ragazza che reggendosi il
braccio con l'altra mano gli sferrò un calcio in pieno petto tuttavia
perdendo l'equilibrio e cadendo a terra.
- Stai bene?- domandò Ryan apprensivo piegandosi sulle ginocchia
riuscendo a concentrarsi solo e soltanto sulla ferita del braccio che
sanguinava copiosamente.
- Sì, sì sto bene.- minimizzò lei allontanandolo
con una spinta leggera. - Andatevene prima che si riprenda.-
mormorò lei senza guardarlo negli occhi, cercando di capire come
cavarsela con quella brutta ferita.
- Ryan, non possiamo lasciarla qui...- sentì Seth a qualche passo dietro di lui, e questa volta aveva pienamente ragione.
- Sì.- confermò infatti annuendo e senza molte cerimonie
la prese in braccio, ovviamente non senza le proteste di lei. -
Dovresti adare all'ospedale.- le disse accorgendosi del braccio di lei
ancora sanguinante.
- Andrà bene.- replicò lei fredda senza molti giri di parole e senza mai alzare lo sguardo verso di lui.
- Nessuno si preoccupa di me?- domandò Seth con la voce da bambino viziato.
- Tu stai zitto, quando torniamo faremo i conti.- sibilò Ryan
sorreggendo con un braccio la ragazza e
tirando fuori dalla tasca dei jeans le chiavi del fuori strada di
Kirsten con cui erano arrivati. Aprì la macchina e la portiera
dei posti posteriori, lasciò sedere Seth di dietro, mentre
adagiava delicatamente la ragazza al posto davanti vicino al guidatore.
- No è colpa sua, la ragazza di quell'idiota è una facilotta.- lo giustificò lei mentre adagiava la
testa sul sedile chiudendo gli occhi indebolita dal sangue che perdeva.
- Un posto niente male insomma! Ragazzi con coltellini, ragazze
strane..- la guardò Ryan con sospetto. Non sapeva niente di lei,
chi gli assicurava che non centrasse qualcosa?
A quel punto la misteriosa eroina si degnò di voltarsi verso di
lui ancora appoggiato al tettuccio della portiera ancora aperta. E Ryan
la guardò, la guardò con attenzione per la prima volta in
tutto quel caos. Lei si sciolse i capelli,
che si rivelarono una lunga cascata di rosso fuoco che cadeva lungo
le spalle
e più giù. Carnagione chiara, gli occhi grandi
di un azzurro forte e freddo come il ghiaccio, in contrasto con
quell'ardente chioma e le labbra carnose e sensuali.
- Non è Catwoman!E' la Vedova Nera, sì è lei!- si
lasciò sfuggire Seth guardandola appoggiandosi con il viso in
mezzo allo schienale dei posti avanti. I due lo guardarono
distrattamente, prima che lei potesse rispondergli.
- Un grazie può anche bastare eh!- esclamò offesa -
Sono quella che vi ha salvato il culo!- replicò
alzando appena la voce.
Solo in quel momento Ryan si rese conto che dubitare di chi si era
preso una coltellata per difendere due perfetti sconosciuti non era
esattamente da attaccare, specialmente se era una ragazza! Ancora non
riusciva a crederci!
- Hai ragione scusa.- si scusò infatti non riuscendo bene a
concepire l'idea che quella ragazza si era ferita a causa loro. Avrebbe
dovuto impedirlo. - Lo riporto a casa e ti accompagno
in ospedale.- le disse precipitandosi al posto guida.
- Non ho bisogno dell'ospedale, passerà.- disse lei nonostante
il dolore le faceva fare espressioni poco convinte a riguardo.
Ryan mise in moto la macchina senza dovere sentire ragioni.
La sconosciuta si voltò guardando la casa ancora gremita di persone ignare
della piccola rissa che si era svolta poco lontano da loro,
dopodichè tornò a guardare Ryan che già guidava e fissava la strada.
Lei sbuffò, scocciata di dovere ricevere aiuto da qualcuno,
tuttavia pare non avesse scelta.
- Come va?- riuscì solo a dire senza distogliere lo sguardo dalla strada il piccolo Atwood.
La ragazza si guardò quasi schifata la ferita sul braccio
cercando di capire quanto si fosse fatta male. Poi fece spallucce e lo
guardò.
- Ho visto di peggio.- disse semplicemente.
- Mi dispiace...- scosse il capo Ryan sentendosi in colpa per non essere intervenuto prima per evitare che si facesse male.
- Non dispiacerti. Non mi devi niente, mi sono messa di mezzo di mia
spontanea volontà.- replicò lei con lo stesso tono
distaccato e freddo di poco fa.
- Si, e perchè?- domandò questa volta Seth.
- Quel tipo è un idiota. Aspettavo da tempo un modo per
mettergli le mani addosso.- ci mise un pò a rispondere, seguita
da una risata divertita.
Si voltò con il capo per osservare Seth.
- Tu lì dietro come te la cavi?- gli domandò lei con un tono spensierato, come se niente fosse successo.
- Uhm non so, sono un pò confuso...- biascicò lui
grattandosi la testa. - Un tizio voleva uccidermi, siamo stati salvati
da
una specie di incrocio tra la Vedova Nera e Catwoman e cosa più
importante di tutte...- disse lasciando cadere una pausa enfatica
allargando le braccia come ad annunciare il gran finale, proprio come
farebbe un direttore di orchestra. - ...questa volta non è stato
Ryan Atwood a fare il guasta feste, nè a fare rissa signori e
signore!- terminò ridendo apertamente.
La ragazza tornò a guardare la strada senza astenersi dal ridacchiare.
- Così tu sei Ryan Atwood e lui è...- lasciò in
sospeso la frase guardando Seth appoggiato in mezzo ai due sedili.
- Seth Cohen.- si presentò lui con un sorrisetto. - Dimmi che
sei Catwoman ti prego.- aggiunse speranzoso lui incrociando le dita.
Lei rise divertita e di gusto scuotendo però il capo.
- Johanna.- si presentò semplicemente lei voltandosi verso Ryan
per qualche istante e incrociando il suo sguardo che tuttavia distolse
immediatamente.- Che ci facevi in quel posto?- domandò Ryan senza perdere di vista la strada.
- Beh, quello che ci facevate voi presumo.- replicò lei semplicemente con una smorfia nel sistemarsi sul sedile.
- Non ha tutti i torti.- s'intromise Seth annuendo enfaticamente e
ricevendo un'occhiataccia dallo specchietto retrovisore da Ryan.
- Chi era quel tipo?- domandò nuovamente Ryan cercando di capire
in che guaio si fosse cacciato Seth e che cosa centrasse la nuova
conoscente.
- So che si chiama Gale, è un'idiota che si trova in un bel giro
di droga qui sulle spiaggie di Orange Country. Un piccolo pesce
all'interno della rete, ma decisamente stupido, credetemi.-
spiegò Johanna appoggiandosi con il braccio sano al finestrino.
- Il tipico muscoli e niente cervello eh?- domandò Seth con la
sua solita ironia - Beh so con certezza che i muscoli compensano la
materia grigia.- aggiunse con una smorfia al ricordo del pugno
massaggiandosi lo stomaco.
- Sei stato fortunato ad avere a che fare con lui e non con
qualcun'altro.- replicò duramente la ragazza guardando davanti a
sè persa nei suoi pensieri.
- Puoi spiegarmi cos'è successo Seth?Cosa stavi combinando?-
s'inserì Ryan volendo capire che diamine avesse fatto Seth in
quella mezz'ora di tempo che si erano allontanati.
- Assolutamente niente Ryan!- esclamò Seth indignato - Dopo un
pò ho individuato Luke, ma era in compagnia di petti rasati e
pallanuoto, quindi mi sono messo nell'angolino su un divano
finchè non è arrivata una bionda tutta rossetto e tette e
ha iniziato a volermi fare massaggi, ad offrirmi da bere! Ovviamente io
ho gentilmente rifiutato, ma quella insisteva. Poi ho visto quello
scimmione urlante che si avvicinava con intenzioni poco gentili e me la
sono filata.- spiegò molto sinteticamente la sua innocenza.
- Prova a chiedermi un'altra volta di andare ad una festa del genere
Seth.- lo minacciò Ryan riservandogli un'occhiataccia furiosa
dallo specchietto retrovisore. - E spera che i tuoi genitori stiano
dormendo.- aggiunse sbuffando nervoso.
- Staranno già dormendo figurati!- esclamò Seth dando
un'occhiata al suo orologio da polso che indicava già l'una e un
quarto di notte. - Piuttosto cosa facciamo con Johanna? La vuoi davvero
portare in ospedale a quest'ora?- chiese guardando schifato il sangue
che ancora usciva dalla ferita.
Prima che Ryan potesse aprire bocca si riprese tutto d'un tratto la diretta interessata.
- No, niente ospedale. Mi basta un rubinetto, dell'acqua ossigenata e qualche cerotto davvero.-
- Ti hanno ferita con un coltello.- le ricordò Ryan voltandosi
appena per poterla guardare - Hai bisogno di qualche punto magari, non
mi sembri così grande da avere una laurea in medicina.- aggiunse
con una punta di ironia.
- A proposito, sei stata...wow! L'ho già detto che sei un
incrocio tra la Vedova Nera e Catwoman? Dove..dove hai imparato? Sono
abituato alle scazzottate dei bassi fondi di Chino, ma la lotta
versione femminile è...forse uno dei miei sogni sessualmente
impossibili.- si lasciò andare alla fantasticazione il caro
Cohen ricevendo allo stesso tempo le occhiate dubbiose e stranite di
entrambi i suoi compagni di viaggio.
- Leggi pochi fumetti devo dire.- commentò la ragazza divertita
- Mi spiace sono una semplice ragazza, nessun super potere.-
replicò ghignando.
- Una semplice ragazza non affronta tipi come quelli, non per due
sconosciuti.- disse Ryan ancora non credendo di essere stato salvato da
una ragazza a furia di scazzottate.
- So badare a me stessa, mettiamola così.- mormorò quella
con forse una certa nota di malizia nella voce guardando Ryan con un
ghignetto sulle labbra.
- Non abbastanza da non andare all'ospedale.- però replicò Ryan ignorando quella sua voce provocatoria.
Lei sbuffò contrariata ravvivandosi la lunga chioma rossa con una mano.
Nessuno aprì più bocca, fu Seth a pregare qualche dio o
eroe che i suoi genitori stessero già dormendo quando entrarono
nel vialetto.
Ryan fu il primo ad uscire dalla portiera e velocemente si
affrettò ad aiutare Seth ad uscire e mettersi quanto meno in
posizione eretta.
- Sto meglio Ryan, strano, ma vero.- constatò lui riuscendo a
stare in piedi da solo. Quel colpo che aveva ricevuto sembrava essere lontano.
- Sei un vero incassatore allora.- ironizzò lei ridendo appena
uscendo dalla macchina e chiudendo la portiera. Quel gesto le
costò una fitta non da poco al braccio, e quel gemito strozzato
lo rese pubblico.
- Ehi...- le si accostò Ryan mettendole una mano sulla spalla -
Resisti.- aggiunse cercando di guardare quanto fosse grave quella
ferita.
- Non è niente.- mormorò lei tra i denti annuendo e
allontanandosi dal biondino. - Un pò d'acqua e qualche cerotto e
sarò come nuova.- minimizzò dandogli le spalle.
Ryan rimase qualche istante fermo a guardarla, ma si decise a salire i
gradini seguendo Seth che apriva la porta.
Johanna li seguì sui gradini e attraverso la porta e tutti e tre seguirono la fioca luce proveniente dal solotto.
- Ragazzi...!- sentirono la
voce di Sandy avvicinarsi in cucina e tutti e tra sapevano che scappare
non sarebbe servito a nulla.
Sandy ci mise poco a collegare ciò che gli si presentava. Seth
sporco di sabbia, Ryan e una ragazza mai vista che stava perdendo
decisamente troppo sangue.
- Che cosa è successo?- sibilò guardando entrambi i
ragazzi. - Ryan io non ci credo..- iniziò Sandy pronto ad una
delle sue arringhe genitoriali, ma subito interrotto.
- Questa volta non centra niente sai? Strano, ma vero il guasta
feste rissoso non è stato Ryan.- intervenne Seth non riuscendo a rimanere serio neanche quella volta.
- Seth sta bene.- intervenne Ryan in quell'enorme confusione cercando
le parole per spiegare tutto. - Un armadio a due ante a tentato
di mettergli le mani addosso.- tentò di riassumere l'intera
rovinosa serata.
- Sta bene ancora per poco vorrai dire!- tuonò Sandy dando uno scappellotto al figlio.
- Ehi calma calma, c'è anche una cosa figa e sconvolgente in
tutta la serata.- si scaldò Seth ignaro che quel comportamento
spavaldo nel torto il giorno dopo lo avrebbe pagato. - Inaspettatamente
è intervenuta Catwoman e insieme a questa potenza dei bassi
fondi di Chino ci ha salvati!Batman e Catwoman gente!- raccontò
epicamente Seth.
- Sì.- confermò Ryan mentre lo sguardo di tutti si posava
sull'ignorata Johanna nell'angolo della cucina. - E nel farlo quel
tizio l'ha ferita con un coltello, mi dispiace non sono riuscito ad
impedirlo.- si giustificò Ryan ancora in colpa per la cosa.
- Tu fila subito a letto, domani facciamo i conti!- esclamò
furioso Sandy al figlio Seth che nonostante fu tentato di disobbedire
salutò la ragazza e Ryan con un veloce gesto della mano.
Sandy a quel punto si avvicinò alla ragazza che non spiccicò parola.
- Posso...?- domandò l'avvocato cercando il tono più gentile che possedeva.
Johanna guardò dapprima Ryan, che annuendo la incitò ad obbedire accostandosi a Sandy.
Così il grande Cohen potè accertarsi dei danni, per fortuna non troppo gravi.
- Non mi sembra un taglio così profondo, però credo sia
il caso di portarti in ospedale per sicurezza.- disse Sandy un pò a disagio
nel guardare quel taglietto grondante sangue.
- La porto subito, poi la riaccompagno a casa.- si offrì subito
Ryan per tentare di porre rimedio al suo mancato intervento.
- No!- esclamò la ragazza ritraendo in fretta il braccio.
Iniziò a sentire il cuore battere sempre più furioso, le
forze abbandonarla lentamente, quello che le serviva non erano problemi
che in ospedale avrebbe sicuramente riscontrato. - Sarebbe perfetto se
poteste farmi dare una sciacquata e darmi qualche cerotto, davvero non
chiedo altro.-
- Johanna stai diventando sempre più pallida, non stai bene.- replicò ferreo Ryan.
- Ryan ha ragione, vuoi sdraiarti un attimo?- propose Sandy apprensivo.
- Io...- biascicò lei iniziando a vedere la stanza girarle
attorno - Non posso...non all'ospedale per favore.- riuscì solo
a supplicare prima di perdere del tutto i sensi e sentire le gambe
cedere.
- La pressione è regolare ed ha riacquisito colorito.-
- Non crede quindi sia necessario farle fare qualche controllo in ospedale?-
- No signora, non credo sia necessario. E' svenuta perchè ha
perso tanto sangue e probabilmente si è agitata.- rispose il
dottore alzandosi dal materasso su cui era seduto e sistemando il
fonendoscopio nella borsa di pelle si sistemò gli occhiali sul
naso prima di rivolgersi a Sandy e Kirsten. - L'importante è che
stia a riposo per almeno una settimana e che si medichi ogni giorno la
bendatura fatta dagli operatori di ambulanza per non fare sorgere
infezioni ai punti di sutura.-
- Certo.- annui Kirsten stringendosi nelle spalle.
- Grazie ancora per il disturbo dottore.- si avvicinò
Sandy porgendogi una banconota per ripagarlo del servizio
discreto a
domicilio.
- Buona giornata.- salutò di rimando quello uscendo dalla porta
vetro a cui era appoggiato Ryan, al quale Sandy fece cenno di entrare.
- Si è svegliata?- domandò lui con tono grave e
assonnato. Il giovane Atwood aveva dormito sul divano quella notte per
lasciare la casetta in piscina alla ragazza che aveva perso i sensi la
notte prima.
- Non ancora, ma il dottore dice che non è grave.- lo tranquillizzò Sandy.
- Ryan non sai niente di questa ragazza?- domandò Kirsten
preoccupata - I suoi genitori devono essere in pena, dovrebbero sapere
che si trova qui e che sta bene.- aggiunse sentendosi abbracciare dal
marito probabilmente in empatia in quel momento. Se fosse successa una
cosa simile con Ryan o Seth sarebbero impazziti a non sapere niente.
Ryan scosse la testa dispiaciuto sbuffando appena.
- No, ve l'ho detto. So solo che si chiama Johanna e che per colpa mia si è ferita.-
- Ryan non è stata colpa tua.- subito mormorò gentile Kirsten.
- Infatti, non provare a colpevolizzarti anche su questo. E' successo,
non puoi avere sempre la meglio su ogni rissa.- diede man forte Sandy
guardandolo con quegli occhi blu penetranti.
- No, però...- sospirò Ryan non riuscendo a liberarsi da quel senso di colpa e impotenza.
- Che...che succede? D..dove mi trovo?-
Fu tanto flebile e sottile la voce di lei che dovettero tutti e tre avvicinarsi ai piedi del materasso per riuscire a sentirla.
- Johanna..- mormorò Ryan sedendole di fianco e aspettando che
aprisse gli occhi mentre rigirava con qualche smorfia la testa nel
cuscino.
Quando li aprì si trovò completamente spiazzato, senza parole, più del solito s'intende.
L'assenza di luce della notte prima non gli avevano reso giustizia,
aveva gli occhi di un azzurro così forte e al contempo
cristallino da glaciare il sangue.
- Che..cosa...?- tentò di alzarsi lei sui gomiti confusa, ma
Ryan la fece adagiare nuovamente a letto accostato subito da Sandy.
- Ti trovi a New Port. Ti ricordi che cosa è successo ieri?- domandò il grande Cohen guardandola dall'alto.
Lei corrugò la fronte cercando di sforzarsi, ma con scarsi risultati.
- Johanna, ieri eri ad una festa a Palm Beach, ti sei scontrata con un
ragazzo che ti ha ferita il braccio.- le disse Ryan mantenendo la voce
stabile nonostante il ricordo gli metteva una certa agitazione e rabbia
- Hai aiutato me e Seth a tornare a casa, sei venuta con noi, ricordi?-
Lei lo guardò concentrata e immersa nei suoi ricordi, poi
un'espressione illuminata fece capire a tutti che iniziava a ricordare.
Infatti si andò a guardare il braccio ferito ricoperto da una candida fasciatura e sembrò afferrare al volo.
- Quel bastardo di Gale...- mormorò passando una manina sul candore artificiale che ricopriva la ferita.
- E' un buon segno, inizia a ricordare.- mormorò Sandy alla moglie.
- Sai chi è stato cara?- le chiese Kirsten avvicinandosi anche
lei alla ragazzina che lentamente si mise a sedere - Puoi denunciarlo
alla polizia.- suggerì poi guardando il marito per avere
supporto, infatti quello annuì.
- Polizia? No, no.- mormorò quella agitata scattando subito in
piedi e avendo un giramento di testa non da poco, tanto che se non
fosse stato per Ryan che la sorresse con una mano dalla schiena sarebbe
caduta nuovamente sul materasso.
- Lasciami!- esclamò quella scostandolo malamente ed
appoggiandosi ad una poltrona. - Dove sono?- chiese ancor più
confusa e agitata.
- Kirsten vai a preparare la colazione, arriviamo subito.-
mormorò Sandy alla moglie che uscì subito dalla casetta
in piscina. - Johanna, stai tranquilla. Sei a New Port, questa è
casa mia, nostra..- disse includendo Ryan guardandolo il quale
annuì appena - Ieri sera sei tornata con Ryan e Seth e sei
svenuta.- aggiunse nuovamente l'avvocato con molta calma.
Nello sguardo di Johanna si dipinse il terrore.
- Mi avete portato in ospedale?- domandò infatti.
- No.- replicò Sandy tuttavia un pò dubbioso a quella sua
"allergia" per l'ospedale. - Abbiamo chiamato un'ambulanza. Ti hanno
messo dei punti, e questa mattina è venuto a visitarti il nostro
medico. Dice che non è niente di grave, ma che devi rimanere a
riposo per una settimana e medicarti.- spiegò gentilmente.
A quelle parole la ragazza si tranquillizzò all'istante,
annuì infatti sempre però sorreggendosi alla poltrona.
- Mi gira terribilmente la testa.- ammise Johanna chiudendo appena gli occhi e sorreggendosi la testa con una mano.
- Devi mangiare qualcosa.- s'intromise Ryan avvicinandosi a lei - Vedrai che starai meglio.-
- Esatto. E sei fortunata che sia sabato! Il sabato mattina la
colazione è favolosa.- disse Sandy mettendo una mano sulla
spalla di Ryan accostandosi a lui.
E così i tre si avviarono verso la cucina, ogni tanto fermandosi
per i capogiri della ragazza, la quale non pareva essersi ancora resa
conto in che luogo era.
Quando entrarono seduti al tavolo per accoglierli c'erano Seth e Kirsten pronti a favorire dei waffle appena sfornati.
- Buongiorno Catwoman, hai una faccia...!- esclamò Seth sorridendole.
- Seth!- lo rimproverò immediatamente la madre, tuttavia
riuscendo a fare apparire un piccolo sorriso sulle labbra di Johanna,
la quale prese posto davanti a Ryan, seduto al fianco di Seth, agli
estremi del tavolo Sandy e Kirsten.
- Serviti pure, hai bisogno di rimetterti in forze.- le disse Kirsten avvicinandole un piatto di waffle e sciroppo d'acero.
- Grazie.- si limitò a dire lei con un timido sorriso servendosi la colazione.
Il primo boccone sembrò essere una medicina prodigiosa, si
sentì subito in forze, e il giramento di testa sembrava
dissolversi con il passare dei secondi.
- Allora...ci potete spiegare per bene cosa diavolo è successo
ieri?- domandò Sandy guardando il figlio e Ryan che in quel
momento s'immobilizzarono entrambi guardando Johanna. La sera prima con
lo svenimento della ragazza Sandy non aveva indagato oltre, ma non
aveva intenzione di lasciare correre a maggior ragione che si era pure
ferita una persona.
- Seth ha fatto arrabbiare lo squilibrato della situazione.-
tagliò corto Ryan lasciando a Seth il mero compito di spiegare.
- Grazie mille amico.- sibilò infatti il moretto guardandolo di
sbiego - Beh sì, ingiustamente. Sosteneva che ci provassi con la
sua ragazza, ma non è del tutto corretto dire che le cose siano
proprio andate in questo modo. Anzi io ero nell'angolino, come sempre
del resto, a farmi gli affaracci miei!- si spiegò ancora una
volta il giovane Cohen tuttavia non convincendo nessuno.
- E' vero.- s'intromise Johanna ricevendo l'attenzione di tutti i
presenti. Dopotutto era la ferita di guerra, e a parte i deliri della
sera prima e del primo mattino non aveva conversato granchè. -
Io li ho visti. Seth è stato sfortunato a catturare l'attenzione
di una sciacquetta insignificante. E beh, Gale è un'idiota
patentato, se la prende con il primo che passa, davvero.- spiegò
lei sorseggiando una tazza di succo di frutta.
- Quindi lo conosci?- domandò Kirsten quasi sollevata. Per lei
le cose erano più semplici così: se lo conosceva potevano
sporgere denuncia e giustizia sarebbe stata fatta. La sua idea non
andava esattamente sulla stessa linea d'onda di Johanna.
- Non proprio. Lo conosco di vista. E' un piccolo galletto a cui piace
giocare allo spacciatore qui sulle spiagge di Orange Country, ma
credetemi non ci sa fare per niente, è davvero imbecille. Era
questione di giorni che qualcuno gli mettesse le mani addosso.-
replicò lei tenendo tra le manine la tazza vuota.
- Coltellini, droga...davvero una bella festa.- commentò
duramente Sandy guardando male i due ragazzi che abbassarono lo sguardo
incapaci di sostenere quello penetrante dell'avvocato.
- E' ovunque così purtroppo.- s'intromise Johanna con aria grave
- E' da un pò che sono da queste parti e non c'è festa in
cui non passi certa roba.- aggiunse ripulendo il proprio piatto dai
waffle rimasti e catturando gli sguardi di tutti. Quei suoi commenti
non le facevano esattamente guadagnare una buona posizione agli occhi
dei presenti.
- Johanna vorrai chiamare i tuoi per dirgli dove sei e che stai
bene...fossi in loro starei impazzendo.- disse Kirsten spezzando quel
silenzio carico di domande e dubbi non espressi.
- Uhm si.- rispose lei vaga con un mesto sorriso - Forse meglio di no.
Sono qui con degli amici...mia madre si agiterebbe da morire se le
dicessi quel che è successo ieri, e poi è abbastanza
lontana da non farla preoccupare. Grazie comunque signora Cohen.-
ringraziò Johanna con un sorriso rivolto alla giovane donna. -
Anzi...- iniziò ad alzarsi facendo strisciare piano la sedie
alle sue spalle - Vi ringrazio per la generosa ospitalità, per
il medico, per la splendida colazione davvero, ma ora è il caso
che me ne vada.-
- Aspetta!- esclamò Ryan alzandosi velocemente e ricevendo
sguardi interrogativi dai familiari - Ti accompagno io.- si propose
titubante.
- No davvero, non è necessario. So badare a me stessa.-
- E questo l'abbiamo visto tutti.- commentò Seth annuendo ancora sognante al ricordo della rissa del giorno prima.
- Palm Beach è lontana da fare a piedi.- constatò tuttavia Ryan deciso a non mollare il colpo.
- Il dottore ha detto che devi riposare, era l'unica condizione posta
affinchè non ti portassimo all'ospedale.- s'intromise Sandy
questa volta sicuro che avrebbe accettato l'offerta del passaggio - Non
è un problema un semplice passaggio.- disse dando il mazzo di
chiavi a Ryan.
Johanna lo guardò impassibile non sapendo come svignarsela questa volta.
- Ok.-
Spazio Autore
hEccoci alla fine.
Spero vi sia piaciuto come primo capitolo ^^
E' poco lo so, ma è stato fatto apposta così piccino per suscitare in voi una certa curiosità u.u
Come sicuramente avrete capito questa Johanna è fin troppo
misteriosa! Nel prossimo capitolo ci sarà più luce
prometto!
La situazione O.C. è il periodo subito dopo la cattura di
Oliver, ma prima di Teresa per renderci conto....e in questo breve
periodo ne succederanno delle belle con questa nuova spumeggiante
ragazza!
Attendo qualche recensione, sempre se vi ho incuriosito ;)
xoxo Nao94
|