0.0.0.

di Francesco Coterpa
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Il giorno tanto temuto era infine giunto.

Erano già passati due anni da quando anche l'ultima profezia del medico provenzale Michel de Nostredame fu finalmente compresa. Scetticismo e indifferenza furono le reazioni dei molti. Non fu particolarmente facile l'accettazione della fine, soprattutto da parte della scienza. Ci vollero anni prima della notizia.

Ricordo il giorno in cui dalla fredda sedia di ferro si alzò il gracile corpo del direttore della comunità scientifica internazionale, e con cupo sguardo annunciò che nel giorno 0.0.0. una delle più forti tempeste solari mai nate dalla mente del sole, avrebbe cancellato Mercurio, Venere e la Terra con tutte le forme di vita che vi erano. In un primo momento la Terra non sarebbe dovuta sparire ma i suoi schermi protettivi e tutte le forme di vita non avrebbero nemmeno avuto il tempo di comprendere cosa stesse succedendo. Successivamente il nucleo sarebbe imploso, lasciando solo frammenti nello spazio. La speranza divenne un concetto antico e filosofico, privo di qualsiasi significato. Qualsiasi via di scampo portava comunque alla morte. Come avrebbero fatto gli inferi a contenere così tante anime in un tempo così breve? Come avrebbe fatto Caronte?

L'uomo era impotente, era nulla, era già storia.

L'economia tracollò in sole due ore. Il cibo scarseggiò subito, la gente non lavorava più, l'acqua scarseggiava. Era il panico, il terrore. Le strade divennero veri e propri poligoni aperti a tutti. Le armi divennero l'ossigeno per molti, troppi. Dopo pochi mesi già il 9% della popolazione mondiale era morta. Suicidio. Alcuni omicidio. Le vittime erano incalcolabili.

Il caos tempestava l'intero globo. La violenza e l'odio annientarono l'amore e la pace. Nella notte solitaria rimanevano solamente fuochi che come fiaccole degli inferi mostravano un oblio più tremendo della morte stessa. Dinnanzi alla fine l'uomo può divenire l'essere più malvagio mai pensato.

Cosa rimaneva in mano ai pochi? Polvere e ossa. Iniziò “La conversione”. La scienza decadde immediatamente, tutto perse senso e utilità. Il mondo stava rifugiandosi nella preghiera. O nella devastazione. O nel nulla.





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