Sono
le dieci passate qui in casa Mayne e l'ora della nanna per le nostre
pesti è vicina.
Liam
proprio ora sta diventando pazzo nel rincorrere uno dei nostri bimbi
per farlo andare a dormire. Una volta recuperata April, la prende in
braccio portandola nella cameretta che divide con il fratellino
più piccolo, Josh.
Io
e Josh siamo già sdraiati nel letto mentre Liam è
preso a mettere il pigiama alla principessa di casa.
Una
volta infilato il suo pigiama preferito la piccola si lancia sul letto
del fratellino baciandolo sulla guancia e sulle labbra il
papà per poi sdraiarsi nel suo letto dove
c’è Liam che l’aspetta a braccia aperte.
Una
volta messa comoda, la piccola fa la domanda che tutti i bambini fanno
ai propri genitori.
《
Papà Zayn, come vi siete conosciuti tu e papà
Liam? 》
Sorridendo
solo al pensiero, mi metto comodo nel letto del piccolo Josh e inizio a
raccontare.
"Zayn
pov."
Camminavo
in centro per Londra con il cellulare in mano, avevo appena litigano
con il mio, attualmente, ex ragazzo.
Non
avevo una meta precisa e non ero collegato con il mondo esterno.
-Presente
quei momenti che ci sei fisicamente ma non ci sei mentalmente? Bene,
ero così.-
Ricordo
come se fosse ieri, alzai gli occhi al cielo per non far scendere le
lacrime e in quella frazione di secondo ci scontrammo; Lui era preso a
messaggiare con qualcuno senza guardare dove andava.
Quando
ci scontrammo caddero a terra entrambi i cellulari e per sbaglio lui
prese il mio e io il suo.
Lui
raccolse e infilò il cellulare in tasca sorridendomi e
chiedendomi 'scusa' in quel momento tutto intorno a me si è
come fermato, sentivo solo il cuore battere all'impazzata.
Lo
guardai pochi secondi negli occhi e poi lui scappò via
mentre io rimasi li fermo come un idiota cercando di realizzare cosa
fosse successo.
Continuai
a camminare tutto il pomeriggio e solo una volta arrivato a casa mi
accorsi che non era il mio telefono quello che avevo in tasca.
Digitai
velocemente il mio numero e inviai la chiamata.
Non
sapevo neanche il suo nome però il pensiero che lo avrei
rivisto per restituirgli il cellulare mi rendeva felice.
Ci
mettemmo d'accordo sul luogo e l'ora dove vederci per scambiarci
nuovamente i cellulari.
Come
il ragazzo rispose, la conversazione fu tipo:
Liam:
《Pronto?》
Zayn:
《Ciao, si ehm》 –mi presi qualche secondo per trovare le
parole- 《sono il ragazzo con la quale ti sei scontrato oggi, volevo
dirti che ci siamo involontariamente scambiati i cellulari e che io ora
ho il tuo》
Il
ragazzo ridacchiò appena sentendo il mio nervosismo
così rispose- 《Ciao, si mi sono accorto di qualcosa di
strano ma ora purtroppo è tardi. Ti va di vederci domattina
da Starbucks?》
Quando
sentii ‘ti va di vederci’ persi qualche battito ma
subito dopo iniziai a balbettare emozionato e imbarazzato- 《S si,
allora a domattina》
Tutta
la notte restai sveglio a pensare a quello sconosciuto e spiare le sue
foto nel cellulare.
La
mattina dopo ero emozionato nel rivederlo così arrivai
un'ora prima nel luogo prescelto.
Mi
mandò un sms, sul suo telefono, chiedendomi se
l'appuntamento era confermato e io dall'agitazione scrissi qualcosa di
incomprensibile e subito dopo aver riletto, il testo appena digitato,
gli chiesi di scusarmi per la mia dislessia e lui per riderci su
rispose 'Dai sempre la colpa alla tastiera'.
Scoppiai
a ridere.
Esiste
un detto che dice "Per farlo innamorare devi farlo ridere", bhe, non
esiste detto più vero di questo.
Lui
arrivò in ritardo ma io non mi accorsi di ciò,
ero preso a fantasticare su di lui.
Parlammo
pochi minuti, ognuno si riprese il proprio cellulare e poi ci salutammo.
Passarono
settimane e non smisi di pensare a lui neanche un secondo.
Dopo
circa un mese presi coraggio e gli inviai un sms; lui non avendo il mio
numero salvato mi scrisse un freddo 'chi sei' così gli
rinfrescai la memoria però purtroppo parlammo solo quella
sera, lo senti strano e non lo cercai più.
Passò
un'altra settiamana, nel mentre persi il cellulare e con esso il suo
numero.
Ricordo
perfettamente che mi sentivo come vuoto.
Di
lui mi rimanevano solo i ricordi di quei due, veloci, incontri.
Fortunatamente
non è stato l'unico a fare colpo, cioè, anche lui
si era preso -se così si può dire- di me.
Mi
inviò un sms e questa volta io gli chiesi chi fosse e quando
mi disse che era lui sentì il cuore fermarsi per qualche
secondo.
Parlammo
per qualche ora e poi decidemmo di vederci la sera stessa da Starbucks.
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