Nella Valle dell’Ombra si aggirano anomali viandanti senza meta; il loro giorno non è ancora sorto, perché nessun sole vuole più levarsi in una terra guasta, dove gli alberi inaridiscono prima della fioritura, e il grano raggelato non dá frutto – biondi chicchi che addolcivano inverni di peste o carestia, sostituiti da bacche, foglie d’erba e radici più dure del ferro.
L’Erede della polvere attende in grotte impervie.
Il suo regno è in tumulto, da quando gli Dei hanno abbandonato le vie degli uomini, e i marinai disertano i campi infecondi del mare, e i mercanti – naviganti di terraferma – non fanno più affari.
La zolla erbosa è diventata roccia, indurita per l’assenza del cortese contadino fuggito nelle zone di pace.
Solo la pianta del carnefice, interrata nel centro della piazza, è ancora florida: brama teste assorte nel silenzio turbato di una pubblica agonia, aspettando prigionieri senza macchia, aspettando che scocchi l’ora finale, giacché così è scritto.
Chi fermerà il destino, sul sentiero per nessun luogo? Chi accenderà la luce del mondo? Chi è che dirà la Verità?
Oh, la Terra, la Terra è guasta: solo pietre, sabbia rossa, miraggio d’acque stillanti dove brillano pallidi e lucenti i raggi della luna, e, in quel chiarore strano, danzano senza pensieri streghe ammalianti sfuggite all’ultimo rogo…
By Chladenius (Domenico Turco) - Proprietà letteraria riservata@
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