run
*waves*
Il cantante etc. etc. ed il batterista dei Muse,
fortunatamente per loro, non hanno nulla a che vedere con tutto
ciò. Spero che le righe di cui sotto siano gradite. Insomma,
non sputate contro lo schermo quando leggete. Lo dico per il vostro
laptop più che altro.
Probabilmente sarebbe stata una mossa intelligente non pubblicare
questa cosa, ma ovviamente vado ad impelagarmi in cose assurde .
*Jiyong-ah ciao*
Sayonara ~✿!
"I have a lot of thoughts
that don't make sense, like aah~"
Cinque teste era quello che riusciva a vedere da almeno un'ora. Gli
sembrava un po' di essere ritornato ai tempi della scuola quando era
solito sedere in fondo alla classe.
Sedere in fondo alla classe significava anche poter guardare
ogni minimo
movimento degli altri verso di lui. Il ragazzo nuovo che
parla
raramente e che, assai più raramente, gravita ora
intorno ad un gruppo ora ad un altro.
Un enigma per i suoi compagni. Probabilmente era un enigma anche per
quei quattro tecnici del suono e per Mike, il manager della band.
Chris è in giro per Londra, pensò.
Si sistemò più comodamente sulla poltrona e
trattenne forte un sospiro tra la gola e lo stomaco.
Dom è al dormitorio, pensò pure.
Decise di muoversi verso il pianoforte e, lì, si
trovò a fissare i
granelli di polvere che galleggiavano nell'aria. Brillavano
attraversati da un raggio di sole, quasi poesia
in movimento.
Ah, ma fuori c'era il sole.
"Dammi le chiavi della tua macchina, per favore", disse a Mike che
aveva iniziato a fissarlo, indispettito dalla sua inedia.
"Le mie chiavi? Perché tutto ad un tratto le cerchi?".
"Avevi detto che mi avresti prestato l'auto una volta finito di
registrare l'album".
L'uomo gli si avvicinò fingendo di non avere la
più pallida idea di cosa stesse parlando.
"Ti stai rimangiando la parola?".
"Ehm, finiamo di sistemare le ultime cose qui e poi ne
riparliamo? Uhm, devo essere giusto un po' con tutti. Non posso
favorirti anche se mi sei più simpatico".
"Allora, sempre dopo, riparliamo degli ultimi accorgimenti al
contratto".
Matt era davvero un ragazzino tremendo. "Mi chiedi l'auto ma non sei
occupato a finire di registrare le parti vocali per Falling Down?".
"Sono libero per almeno due giorni. Le chiavi?".
Panico.
La disputa era diventata nel giro di un paio di minuti una vera sfida
tra numeri uno quanto a testardaggine. I fonici seguivano il tutto
iniziando davvero a divertirsi.
"Facciamo che te le presto dopo l'uscita del primo singolo, ok?".
"Te ne potresti pentire", digrignò Bellamy tra i denti
trascinandosi fuori dalla stanza.
Andò da Andrew, il portinaio, a chiedere quali
altre band
avrebbero dovuto registrare quel giorno e se c'era la
possibilità di ordinare il pranzo.
Vide le chiavi della Porsche appese in bacheca.
"Fa niente per la pizza".
Esitò guardandosi intorno.
Il vecchio stava controllando i registri.
"Solo per una corsa veloce", impose a se stesso.
Prese il telefono. "Che fai? Ti passo a prendere per un giro. Uhm,
sì. Porta anche il monopattino, Dom".
Matt uscì repentinamente dagli studi RAK giocando con la
preziosa refurtiva tra le mani e portandosi il braccio vicino alla
bocca per non ridere troppo.
"Ho bisogno di un complice perché non posso andare a fondo
da solo" fischiettò.
***
"Entra, entra, entra".
"Che succede?", chiese Dominic sistemandosi in auto.
"Tranquillo, per oggi è mia, mia".
"Ma non è la macchina di Mike?".
"Sì, certo. No, aspè... Per oggi è
mia".
La versione maschile di Thelma e Louise
scorrazzò in
centro per almeno una ventina di minuti finché non decise di
fermarsi al parco,
mosso più dall'incredibile voglia di fish and chips che da
un'incalzante coscienza.
Dom e Matt si ritrovarono su una panchina a guardare il fiume. Inutile
dire che nessuno dei due aveva con sé più di una
sterlina.
"Dovremmo andare a Brighton".
"Brighton?".
"Uhm, sì, non ci andiamo da agosto scorso".
"Io ci sono andato Bells".
"Oh, già, con Tom e Jimmy. Che avete fatto di
bello?".
Howard rise. "Perché fai domande sul nulla?".
"E' niente? E' un'esperienza, tua. I ricordi sono importanti", fece una
pausa lunga rendendosi conto di essere stato abbastanza
sdolcinato, "Stavo cercando di ovviare alla fame".
"Questo sei tu: rubi un auto da non so quanti bigliettoni senza
portarti almeno dieci sterline per sfamarti".
Matt fissò l'ambulante che vendeva fish and chips poco
più in là. "Tu rimani qua".
Howard ovviamente non si mosse. Era davvero troppo stanco per mandarlo
al diavolo e l'aria era piacevole.
Faceva innaturalmente caldo e quella breve pausa da Matthew
giovò anche al suo cervello. Riuscì finalmente a
connettere quanto potesse essersi messo nei guai accettando l'invito
dell'amico per una rapida scampagnata. Bellamy seriamente era capace di
incasinare la vita al mondo a lui circostante e Dom aveva davvero
voglia di buttarsi dritto sull'asfalto picchiando da sè
forte la testa.
Il "Toh, ecco qua, ti ho portato dei popcorn" di Matt interruppe
Dominic dall'articolare più profondamente quanto
fosse
strano quel suo amico.
"Non dirmi che hai avuto il coraggio di rubare anche un pacco di
questi?", fece Howard esplorando con la mano il contenuto della busta
al fine di arraffare quanto più poteva.
"No".
"...".
Bellamy afferrò le estremità delle maniche della
camicia
spiegazzata tirandole giù nella misura in cui poteva. "Ho
offerto al tizio come compenso un album con dedica non appena
sarà uscito".
"E lui ha accettato?".
"No".
"Sapevo che questi popcorn erano frutto di un altro reato",
esclamò Dom con la bocca quasi del tutto piena.
"Il tizio ha detto di regalargli un buon verso di una possibile canzone
da rivendersi nelle giornate magre".
"Dunque?".
"Suona un po' tipo...Non dire nulla alle droghe, loro non possono
sentirti".
"Matt non fare così, sembri un disagiato quando
pensi certe cose". Dominic portò il capo all'indietro
scoppiando a ridere. Bellamy era davvero qualcosa di diverso. Ingenuo e
pericoloso.
Matthew sentì il proprio ego accartocciarsi intorno al
cuore. Era stato così difficile elaborare quel pensiero in
un così breve tempo e con una vulnerabilità
sempre più spiccata per il senso di colpa. Si era
davvero impegnato a procacciare qualcosa da mettere sotto i denti ed
era stato abbastanza grato del risultato. Forse quel venditore
ambulante gli avrebbe offerto lo stesso qualcosa, ma Howard aveva
distrutto tutto quel laborio mentale in un istante. Gli prese
la mano: "Vuoi finire in acqua per caso?".
"Ho capito, ho capito. La smetto subito. E' risaputo che se ti
focalizzi su una cosa, la ottieni. Sei un genio dopotutto".
A Bellamy sembrò che la presa in giro stesse continuando e
che lo zimbello di turno fosse lui. "Non è un po' esagerato
andare in giro con i bermuda?".
"Era tutto in lavatrice".
"Non mi piace che qualcun altro guardi ai tuoi quadricipiti".
Si piegarono entrambi dalle risate. Erano entrati nel loro proprio
mondo di nuovo.
"Con tutto il rispetto possibile, dovresti finirla di dire
cose così, così gay".
"Andiamo allo studio? Vuoi sentire come è uscita l'ultima
canzone?".
"Ok".
Si rimisero in auto e non dissero niente per tutto il tragitto. Dom lo
guardò. Matt era distante, perso in pensieri lontani dove
nessuno probabilmente sarebbe stato in grado di raggiungerlo.
Howard si sentì tutto ad un tratto sazio, abbastanza
compiaciuto del talento dell'amico. Bè, era abbastanza
scontata come cosa visto che aveva puntato gran parte del suo futuro e
della propria autostima in quel progetto fatto album insieme.
Sperò soltanto che Mike non avrebbe preso di mira anche lui
una volta ritornati.
"La prossima volta chiama Chris, eh".
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