Un paio di chilometri passa rapidamente

di LemiraB
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Scendi le scale di corsa ed esci. Appena sei fuori casa ti accorgi del freddo che fa ma non importa perché sei in ritardo, hai paura che se non ti sbrighi non lo trovi più.
Corri al garage, non trovi le chiavi; maledici la tua scarsa memoria.
‘Dove sono?’ rovisti la borsa nervosamente per un po’ prima di ricordare che le avevi messe in tasca; sbuffi, ti dai dell’idiota.
Prendi il motorino, parti e senti il pungere l'inizio dell'inverno nel tuo felpone pesante ma non abbastanza da sopportare il vento e tremi sulle dita appoggiate ai freni. Ti obblighi a controllarti, non vuoi fare casini, devi stare attenta come al solito, non turbarti.
Pensi che ieri sei stata irritante e ti devi scusare. Lo hai trattato male e perché? Perché ti andava, perché il quattro a matematica dopo tutto quello che tu ritenevi ‘studio pesante’ non lo avevi proprio sopportato e ti sei sfogata su chi di colpe non ne aveva. Ora vuoi farti perdonare così hai pensato a una sorpresa: piombare sotto casa sua e chiedere scusa, magari canti qualcosa, quella canzone che piace tanto a entrambi, quella che vi fa battere il cuore... rifletti su questo mentre l'asfalto sparisce velocemente dietro di te. Trovi un semaforo rosso, fermandoti sfreghi le mani gelide e muovi le dita intorpidite;
‘Finalmente un po' di calore’ pensi ma torna subito il verde e tu riparti sfrecciando.
‘È proprio freddo!’ Metti i polsini sui palmi per avere un po' di torpore, vedi il semaforo successivo sperando che diventi rosso almeno puoi riscaldarti. Verde, devi proseguire
‘Manca poco, ce la faccio’ ti rincuori,
‘Un paio di chilometri passa rapidamente’ sospiri e curvi.
Ah! L’ultimo tratto! Meno di 200 metri e sei arrivata! Il cuore batte veloce e ti scordi del freddo, questa volta sei felice che il semaforo sia verde.
Una macchina dalla tua destra sta arrivando a tutta velocità, meglio fermarsi, non sembra che l'auto abbia intenzione di farlo. Cerchi di premere i freni ma ti accorgi troppo tardi che il vento gelido ti ha bloccato le dita, che non si muovono più; hai solo un secondo per renderti conto che ti travolgerà. Senti un rumore assordante e vedi solo il buio; nemmeno il tempo di sentire dolore.
Il tuo ultimo pensiero è che casa sua si affaccia sulla strada, magari ti vedrà, magari capirà che stavi andando a chiedere scusa.
E magari ti perdonerà.




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