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Un
ricevimento per il nuovo avvio del Nichols Group, l’evento per
festeggiare l’acquisizione del progetto più importante da quando Caleb
Nichols aveva fondato l’azienda: la ricostruzione della parte
edificabile di tutta Newport.
Un lavoro che avrebbe portato via
parecchie energie a Kirsten, ma totalmente stimolante, anche se questo
comportava l’eliminazione del campo da golf dove era solito giocare suo
marito e quindi l’arrivo di un cucciolo di bassotto, per colmare i suoi
“hobby” era sempre più certo a casa Cohen.
Oltre alle famiglie più in vista, ci sarebbero stati tutti i probabili
acquirenti provenienti da diverse parti del mondo, il fatto che tutte
le riviste di architettura ne avrebbero parlato era una cosa buona ma
ora riusciva solo a sperare che niente andasse storto, non voleva che
la prima domanda dei giornalisti con cui avrebbe avuto interviste il
giorno dopo fosse su qualcosa di assurdo.
"Andrà tutto bene" le disse Sandy abbracciandola, non esisteva
nessuno che la capisse quanto lui e che facesse ogni gesto nel modo
giusto.
"Papà diceva sempre che l'inizio di un progetto è..."
"Fondamentale" concluse lui, che conosceva quella frase a memoria.
Per quanto non andasse d'accordo con Caleb si ritrovava spesso a
pensare che se fosse rimasto ancora un pò con loro sua moglie sarebbe
stata molto più serena.
"Papà diceva un sacco di stronzate... rilassati!" le disse Hailey prima
di uscire, lasciandola sulla porta.
All’arrivo pensò di avere sbagliato
posto; come se ci fosse un radar fu subito riconosciuto e i
commenti si sprecavano, lo immaginava ma ora lo stava vivendo ed era
diverso, per questo trovò il primo bagno e ci si buttò dentro. Era uno
di quei bagni bellissimi classico per quei ricevimenti, ci si poteva
mangiare da tanto che era ordinato; sapeva di essere agitato, lo capì
bene quando fece fatica a togliere le lenti e cambiarle con il paio di
occhiali, gli sembrava che i suoi occhi stessero andando a fuoco. Si
appoggiò al lavandino per paura di svenire, sentiva le gambe pesanti
e leggere allo stesso tempo, s’infilò nel primo gabinetto di corsa
giusto per stare solo un po’ e far regolarizzare il respiro.
Seth era seduto nel gabinetto
accanto, aveva l’ipod nelle orecchie, dio solo sa quanto trovava noiosi
questi eventi e lui doveva esserci per forza: organizzato dalla sua
ragazza e per rilanciare il gruppo di famiglia. Non aveva scampo.
Rispetto al solito con la presenza
di Hailey si era divertito a prendere in giro tre quarti degl’invitati
prima che sua madre li richiamasse all’ordine, poi era riuscito a
litigare con Summer per una stupidaggine e infine si era chiuso in quel
cesso. Grande serata. “Un’ultima
canzone ed esco” era così che si
era ascoltato le dodici tracce dell’ultimo album degli Oasis.
Ryan si chiedeva perché ci fosse
andato. Quasi certamente perché dava troppo retta alla sua migliore
amica, o forse perché non voleva più scappare, per aiutare Summer, per
vedere contenta sua madre o per rivedere Hailey. Doveva assolutamente
aiutare Summer, l’aveva vista così bisognosa di staccare da Seth e
vuotarsi la mente che aveva promesso, avrebbe riallacciato quanto prima
i rapporti con suo fratello… ecco perché era lì.
“Incredibile che sia qui” dicevano
due ragazzini ai lavandini di quello stesso bagno.
Due o tre commenti sulla faccenda,
su Marissa, su quanto fosse bella… sull’aver visto Summer e Ryan che si
salutavano… e in un attimo Seth si precipitò fuori, non poteva
crederci. Nello stesso istante, dal gabinetto adiacente, Ryan ancor
prima che quello finisse la frase scattò fuori come una molla e lo
spinse con la faccia contro lo specchio. L’altro ragazzo si mise
istintivamente al muro.
“Non farmi male” sarebbe bastato un
movimento e la testa di quel ragazzo avrebbe potuto frantumarsi contro
il vetro.
“Non sono io quello che picchia dei
due!” fece Seth alzando le mani e sperando che tutto non degenerasse,
quelle situazioni lo agitavano ancora adesso anche se si trattava solo
di due mocciosetti che non avranno avuto nemmeno diciott'anni, sperava
non fosse l'unico ad essersene accorto.
“Ma sono sicuro che se ora
schizzate via non vi faremo niente e io non userò i miei magici
superpoteri!” guardò Ryan che lasciò andare il ragazzo, il quale
impaurito sparì subito insieme all’amico.
Ryan si appoggiò di nuovo al
lavandino “Ciao” disse riprendendo fiato “Ti nascondi spesso nei
bagni?”
“Abbastanza spesso, questi eventi
sono noiosi ne vedi uno li vedi tutti”
Ecco la prima cosa da fare, non era
pentito solo era difficile dirlo.
Se lo avesse detto subito il proseguimento sarebbe stato migliore,
almeno per lui.
“Ti devo dire una cosa” “Una cosa
grande” aggiunse subito dopo.
“Che genere di cosa?” domandò Seth
un po’ turbato, non sapeva bene se da quello che era appena successo o
dalla situazione totalmente inaspettata, non vedeva suo fratello da
tempo e
anche se esteriormente non lo dava a vedere poteva percepire la sua
agitazione nel trovarsi lì.
“Una cosa e basta”
“Spara”
“Ho avuto una mezza storia co…
Nello specchio videro Kirsten
comparire alle loro spalle, cercava suo figlio non immaginava di
trovarne due,
Summer le aveva parlato di una sorpresa, ma pensava a dei fuochi
d’artificio a fine serata, questo era molto meglio. Meglio di qualunque
cosa.
“Che ci fate qui?” chiese con un
gran sorriso pieno di stupore, Seth la guardò divertito, indicando
l’insegna sulla porta “Che ci fai tu qui… ti prenderanno per una
maniaca!” sapeva di essere nel bagno sbagliato e non voleva passare per
maniaca, ma cosa poteva farci se i suoi figli avevano l’insana
abitudine di nascondercisi dentro? li pregò di andare al tavolo, per
essere certa lì spinse fino a metà strada indicandogli le sedie come
fossero bambini e si accorse che tutti gli altri posti erano vuoti,
mettere tutta la famiglia allo stesso tavolo durante un evento era
sempre stata un’ impresa che solo suo padre riusciva a compiere, ma per
una volta fu contenta che suo marito le avesse disobbedito alzandosi…
Lo raggiunse dall’altra parte della
sala al buffet dove immaginava fosse, stava ridendo con Hailey e
per quanto non le facesse piacere, preferì non indagare sul motivo, la
sua felicità superava di gran lunga ogni altro stato d’animo: “Amore,
al tavolo, c’è una sorpresa per te! provo a recuperare Summer!”
Il primo pensiero fu che sua moglie
avesse la febbre; non voleva alzarsi da quel tavolo dove aveva promesso
sarebbe stato ma poi Hailey aveva proposto un “piccolo” giro di
perlustrazione per vedere i trip della gente per bene, una cosa stupida
che facevano, ma così divertente… al primo posto avevano messo “quella
che con le sue protesi ci sfama l’ Africa” e di solito Kirsten non
tollera vederlo fare comunella con Hailey, ma questa volta sembrava non
averci neppure fatto caso, si precipitò al tavolo per vedere cosa
avesse quell’effetto a dir poco magico.
Pensò che fosse un miraggio o
qualcosa di molto simile. Sapeva che prima o poi sarebbe accaduto, ma
ora era reale...
“Ma… cioè… ciao!”
Lo salutò con un caloroso
abbraccio, era ormai passato più di un mese da quella cena e pensava lo
avrebbe rivisto chissà quando.
“Vi siete già presentati? lui è il
marito di Hailey”
Per ora Seth si era limitato a un
sacco di battute su quanto fosse vecchio e ricco e lui stava lì ad
ascoltare, perché era bello sentirlo fare battute, anche se la metà le
aveva già sentite dalla presunta moglie.
“Steve Morris”
“Ryan Cohen”
“Famiglia
Cohen” diceva il foglietto posto al centro del tavolo. Ed era
proprio così.
Un sorriso si dipinse su più volti.
Sandy non era uno che si emozionava facilmente, ma quando in macchina
quella sera, di ritorno da Portland dopo la cena, Kirsten non
resistendo aveva subito tolto la tesi della borsa e si era fermata a
fissare la copertina imbambolata, non poté fare altro che inchiodare
con
la macchina a sua volta.
Aveva cambiato cognome e
sentirglielo dire così con la massima naturalezza era una specie di
orgoglio da padre che non si poteva spiegare e soprattutto sapeva che
il più felice era Seth. Suo figlio non aveva commentato, ma di certo
aveva sbirciato quella tesi che appositamente avevano lasciato sul
mobile della cucina, era certo che Seth aveva letto anche la dedica e
che l’ordine dei nomi non era casuale:
“A Seth, Sandy
e Kirsten, le prime persone che hanno creduto in me, la mia famiglia”.
Poteva ritenersi soddisfatta, era
rimasto un unico posto libero, quello di Summer e solo perché era
impegnata a fare in modo che andasse tutto per il verso giusto, non ci
fu verso di toglierla da tutte le cose che stava controllando, ma la
perfezione per Kirsten c’era già: i suoi figli erano lì, non
desiderava nient’altro.
Anche Sandy era felice, quella era
la sua famiglia, bè Steve era un pò un intruso, lo aveva visto tre
volte in tutto e non sapeva nulla di lui, certo è uno degli azionari
più famosi di tutto il Texas, quelle poche volte che ci aveva parlato
si era trovato a disagio, non sapeva neppure perché ci parlasse, era un
matrimonio di convenienza cosa poteva chiedergli?
“Non
chiedergli nulla... sicuro in tutta la vita gli hai parlato più tu di
quanto abbia fatto io! è un
matrimoniofake!” gli aveva candidamente risposto Hailey, prima
di
uscire di casa, mentre si infilava la fede che metteva solo in quelle
occasioni, facendo contorcere Seth delle risate; a lei piaceva farlo
ridere, soprattutto se considerava che di lì a poco si sarebbe preso un
palo in piena faccia, a lei piaceva farlo divertire sempre, anche se
quel termine aveva portato ad una discussione con sua sorella.
“E’ fantastico essere tutti qui
no?”
“Direi! è il ricevimento più
importante degl’ultimi vent’anni anni!” fece Steve di rimando.
Era ovvio che sarebbe successo,
come il sole d’estate, Seth si passò una mano sulla testa e infilzò con
lo sguardo suo padre, se forse non avesse usato quel aggettivo
indefinito sua madre non si sarebbe ricordata della presenza di Hailey
e avrebbe continuato a fissare orgogliosa lui e Ryan.
“Puoi evitare di essere annoiata?”
“Come posso evitarlo se lo sono?”
Quella bomba a orologeria che
s’innescava ogni volta che stavano nello stesso raggio per più di dieci
minuti era esplosa un’altra volta.
“Non farmi fare figure con gli
amici di papà”
“Non dirò a quella signora che con
una delle sue protesi ci sfama l’Africa, se proprio ci tieni” rispose
lei ricordando e indicando la famosa tizia, Seth voleva evitare, aveva
ancora impresso quello schiaffo, di cui poi non aveva trovato modo di
parlare con sua madre e l’ultima volta che aveva provato a sedare una
discussione tra loro non era andata bene, ma questa volta non era solo,
aveva Ryan:
“Ehi, quanto tempo è che non vedi
Hailey?”
“Anni”
“Secoli”
“Infinito?” aggiunse lui senza
sapere il perché, il tentativo di cambiare discorso era fallito
miseramente, certo suo fratello e sua zia avrebbero potuto aiutarlo un
po’ di più…
“Mostra un minimo d’interesse,
almeno durante la presentazione”
Hailey, guardò per aria, c’era
forse un manuale che spiegava come si facesse a mostrarsi interessati?
“Senti: ti giuro che l’interesse
per questa cosa mi sgorga nelle vene, dio riesci ad accontentarti del
fatto che sono qui?”
Era questo che non sopportava, ogni
volta che partecipava a queste cose sembrava facesse una grazia al
mondo.
“Guarda che tu non fai un favore a
nessuno a essere qui, tu devi essere qui”
“Io non devo proprio niente e se mi
dici un'altra volta che devo qualcosa a qualcuno che vegeta qui prendo
il microfono e dico quello che penso di papà, accontentati della mia
noia”
“Perché non ci date un taglio?” a
Sandy non piaceva affatto intromettersi, ma se fossero andate avanti
così avrebbero catturato l’attenzione di tutti e non voleva che sua
moglie si rovinasse la serata più importante solo perché nessuna delle
due sapeva frenarsi.
“Io mi stavo facendo i fatti miei”
“E’ proprio quello il problema”
Ecco appunto. Non si sarebbe mai
abituato a questo loro spasmodico bisogno di avere l’ultima parola su
ogni cosa e Steve non lo aiutava per niente, certo se avesse detto
qualcosa probabilmente il suo matrimonio oltre ad essere finto sarebbe
anche finito.
“Hai almeno dato un occhio alla
bozza se ti fanno domande?"
“Si certo che ho dato un occhio;
trovo assurdo lasciare del verde di fianco ad un’autostrada che
produrrà smog come fosse ossigeno, hai intenzione di costruire anche
degli igloo sotto il sole?”
Questa volta fu Seth ad alzare gli
occhi al cielo, forse uno
schiaffo sarebbe stato meglio, sua madre ci aveva messo circa due anni
ad acquisire il progetto e quella che girava per casa era una semplice
bozza, su cui però lavorava da quasi un anno e ora arrivava sua zia a
fare battute ecologiche come niente fosse, si aspettava di vedere il
tavolo ribaltarsi da un momento all’altro.
“Ti spiace se andiamo a parlare di
là?”
Si era stancata di
quest’altezzosità da anticonformista di sua sorella - non che fosse una
novità - ma soprattutto
aveva paura, una paura folle che quella mina vagante mandasse a rotoli
la serata. Sarebbe stata capace di farlo, aveva perso il conto di
quanti ricevimenti avesse rovinato a suo padre, tanto da convincerlo a
mandarla dall’altra parte del mondo…
A Ryan spiaceva che Hailey fosse
nervosa, forse perché non l’aveva mai vista così, bè tranne l’ultima
volta, ma più che nervosa in quel caso gli parve proprio incazzata; si
accorse che era terribilmente a disagio; finì con il domandarsi come
potesse essere
completamente tranquilla mentre gli chiedeva un prestito per saldare un
debito per cocaina e totalmente nervosa nello stare con quella che in
fondo dovrebbe essere solo la sua famiglia.
“Ti
dispiace se andiamo a parlare di
là?” Kirsten accentuò di più il tono, questa volta Hailey non poté fare
finta di non sentirla e si alzò per allontanarsi con lei,
non le dispiacque nemmeno, levarsi da quella situazione così intricata
per il suo cervello.
Ryan voleva fare
qualcosa per
lei o almeno sapere se stesse bene, cercò il suo sguardo un paio di
volte senza trovarlo mai, anche se era ovvio avesse altri pensieri, era
chiaro lo stesse evitando.
Se
Anna lo avesse visto, avrebbe avuto nuovi punti per avvalorare le sue
tesi ma Anna è la stessa persona che dice "non bisogna pensare sempre a
tutto prima di fare una cosa, a volte è meglio farla e basta".
Ed era giusto si evitassero, erano nel posto sbagliato, il momento era
sbagliato, per fare qualunque cosa, ma in fondo non costava niente e
non ci avrebbe fatto caso nessuno, il tempo di pensarlo e l'aveva già
fatto.
Quando Hailey gli passò vicino per allontanarsi con Kirsten le sfiorò
la mano.
Summer in un angolo piuttosto
nascosto della sala oltre a lanciare sguardi omicidi a qualche
cameriere che non faceva abbastanza bene il suo lavoro si prese un
attimo per respirare: era dalla mattina che non si fermava, tutto
sembrava funzionare, era così agitata, organizzare un evento del
genere, un conto erano le feste per i compleanni della gente ricca, un
altro occuparsi di un evento che sarebbe stato ricordato per i prossimi
trent'anni. Kirsten aveva insistito tanto, assicurandole che
non lo faceva solo perché era la fidanzata di Seth, poi Ryan aveva
promesso che se lei si fosse buttata si sarebbe buttato anche lui ed
ora eccoli;
Incrociò per sbaglio o forse no, il
suo sguardo, così senza attendere risposta, prese Ryan e se lo portò
sulla pista da ballo, certa se ne fosse accorto anche lui.
“Come va?”
“Non bene”
“Sei un pezzo di ghiaccio”
“Come fai a stare qui?” chiese
accentuando l’ultima parola come se quel “qui” dovesse essere
infinitamente famigliare a entrambi.
“Abitudine? devi solo aspettare una
mezzoretta succederà qualcosa di più eccitante, tipo un ubriaco che
vomita da qualche parte e il fatto che tu sia qui passerà in secondo
piano”
La guardò poco convinto. Cosa
poteva esserci di più interessante per dei pettegoli arricchiti di Ryan
Atwood che ritorna a Newport dopo la morte di Marissa Cooper?
“Fidati, c’è sempre qualcosa
di più interessante… se vuoi, prendo il microfono e dico che ti fai
Hailey Nichols, sai che botto!”
Lo sentì ridere appena e non c’era
nulla di divertente in realtà, era colpa di Summer e di come diceva le
cose.
“Dopo parlo con Seth” la rassicurò.
“Grazie, anche perché tra cinque
giorni parto e quindi…” lasciò la frase sospesa, consapevole che
avrebbe dovuto
lasciarlo e voleva farlo quanto prima... se da una parte aveva la morte
nel cuore per com’erano
andate le cose, dall’altra non vedeva l’ora di staccare e partire,
questa volta era il suo turno e Ryan lo aveva capito, lui si era preso
fin troppo tempo e poi era così determinata che non avrebbe mai cambiato
idea.
Aveva deciso di non dirgli la
destinazione, per paura di ritrovarsi Cohen sottocasa e lui, la
discrezione fatta a persona, non gliel’avrebbe mai chiesta, ma in fondo
sarebbe stata una cosa carina da fargli sapere.
“Vado in Irlanda!”
Doveva essere un bel posto, Ryan
sarebbe dovuto andarci con Hailey ed altri suoi amici prima che succedesse di Kaitlin e gli
sarebbe piaciuto un sacco, ma poi avrebbe dovuto dirle così tante cose
che…
“Acumeportamivia, lo so che ha una
casa, infatti vado là” disse lei con naturalezza.
“Lei non la può usare, ora è presa
con il lavoro, è stata così gentile da prestarmela…”
Non ne era stupito, in fondo Hailey
era la persona più gentile che conoscesse, se poteva far star bene una
persona o regalare un sorriso lo avrebbe sempre fatto, di questo era
sicuro, era una delle cose che gli piacevano di lei, lui non era così
bravo a regalare sorrisi e felicità.
Strabuzzò gli occhi. Forse era il
cognome a rendere lenta la comprensione del cervello femminile.
“Pensi davvero che mi presti casa
sua perché le sto simpatica? vediamo: Seth è l’unico motivo per cui
ogni tanto si palesa qui e io lo sto per lasciare, io adoro sua sorella
e lei la odia, io sono il prototipo della ragazza ricca e viziata,
tutto ciò che a quanto pare schifa dal profondo… penso che sia carina
con me solo perché tu hai speso buone parole nei miei riguardi!”
”Io ho speso buone parole per te?
dav-ve-ro-?”
“Ooh si! e con più persone!
altrimenti non mi spiego perché Kaitlin Cooper mi abbia passato il
succo senza prima sputarci dentro”
Kaitlin la mattina era stata
educata con lei, non certo amichevole, ma educata, ed era già un ottimo
risultato comprendeva la sua ostilità, ma se lei e Marissa erano come
sorelle cosa poteva farci?
"Sembra tutto a posto no?" era sicuro che Summer ce l'avrebbe fatta,
quando gli aveva detto di essersi buttata nel lavoro, pensò che se lo
aveva fatto con la stessa foga con cui lui si era buttato sullo studio,
quella serata dovesse essere estremamente importante, per questo era lì,
per dargli tutto il suo appoggio. Se si fossero rialzati sarebbe stato
insieme e se fossero caduti sarebbe stato ugualmente insieme.
"Hai visto Hailey? ti sembra in procinto di fare qualche cazzata?"
"Che domanda è?" Ryan strizzò gli occhi
"Non ne ho idea, ma sai, Kirsten mi ha fatto mettere due camerieri in
più per controllarla ed è un pò inquietante, anche il signor Nichols lo
faceva sempre... io avrei evitato ma Kirsten è più preoccupata dalla
sua presenza che da qualsiasi altra cosa..."
Nonostante lei fosse almeno cento volte più brava di lui a non darlo a vedere, ora sapeva che anche Summer aveva, come lui
dei momenti in cui si ritrovava a pensare che se ci fosse stata Marissa
una cosa assolutamente difficile sarebbe stata la più facile del mondo.
"Chino voleva essere un complimento?"
Scrollò le spalle, era solo una cosa che aveva notato e sapeva che il
merito era suo, effettivamente poteva scegliere altro.
"Fammi capire tra tutti i complimenti che potevi farmi per un
ricevimento del genere scegli di dirmi che i cessi sono molto puliti?"
poi rise, era decisamente buffo vedere quanto volesse essere carino,
non riuscendo a trovare le parole giuste, ma in fondo era lì per lei e
quella notte a Portland era stato quanto di più chiaro ci potesse
essere per entrambi.
"Hai capito no quello che volevo dire..."
"Si, ma è divertente vederti così..." rise di nuovo.
Per quanto era un piacere vederla un
filo più rilassata, pensò di rendersi utile, le fece notare che c’era
davvero un cameriere che stava sputando, nei cocktel però, nello
sguardo di Summer che si avventava sul malcapitato aveva visto almeno
venti modi per trucidare quel “Ragazzetto brufoloso”.
“I mille modi in cui può svoltare
una serataaa” era una specie di motto che usava Luke per raccontare le
cose a lui e Martin, una specie di incipit che finiva con qualche
strano aneddoto o qualche strano racconto tra le lenzuola di qualche
ragazza.
Quando tu ti prefissi un’idea su
come devono andare le cose e poi succede tutt’altro.
Lui non l’aveva mai usato e Martin
meno che mai, ma forse a questo giro sarebbe stato il suo turno.
Aveva deciso di cercare Seth, gli
avrebbe parlato, chiesto se potevano tornare ad avere un rapporto e
sarebbe tornato a Portland sperando non lo odiasse, per la storia di
Hailey; questo era il piano.
Era all’entrata, di solito lui e
Seth si trovavano lì, uscivano dall’entrata.
Solo che invece di Seth aveva
trovato Julie Cooper, ubriaca e delirante.
Hailey l’aveva salvato, molto di
più che saldare un debito per droga e aveva salvato quel party, quella
serata:
aveva preso la macchina, convito Julie a salirci senza dare
nell’occhio -cosa per niente facile- aveva assecondato i suoi deliri e
i suoi insulti a Ryan
semplicemente prendendola in giro e smorzando il tutto, l’aveva portata
a casa ed era riuscita anche a non litigare con Aron Fishman, il nuovo
marito di Julie, un tipo poco simpatico che non si era accorto sua
moglie fosse uscita da casa.
Lui l’aveva solo assecondata come
un automa, uno spettatore il cui film è la sua vita.
Seth ci aveva pensato a lungo in
quei giorni, dare una possibilità a Ryan o no.
Aveva rivisto quel filmato quante
volte? cento? duecento? come se da quel minuto e tredici di video
potesse vedere cinque anni di silenzio. Dopo quella sera non aveva più
sentito Anna, le aveva mandato un messaggio ma lei non aveva risposto,
sapeva che il loro rapporto era così, cinque ore ogni tre anni per loro
valevano più di ventiquattro ore tutti i giorni. Durante la loro cena
non aveva scoperto molto di Ryan, proprio nulla in verità Anna evadeva
ogni domanda come solo lei sapeva fare e lo aveva lasciato con quel
filmato. Poi era arrivata la tesi, aveva provato a leggerla un po’ di
notte, quando sua madre la lasciava incustodita, ma oltre a non capirci
nulla si fermava solo all’intestazione e alla dedica, in fondo si dice
sia quello l’importante di una tesi...doveva ammettere almeno a se
stesso che era felice che avesse cambiato cognome, lui un tempo ci
teneva tanto che Ryan lo facesse… e ora era lì, insomma era lì in carne
e
ossa, avrebbe potuto chiuderlo in una stanza e raccontargli gli ultimi
cinque anni della sua vita, a dire il vero moriva dalla voglia di
farlo… e poi si fidava di Anna, per questo scelse di andarlo a cercare.
Sapeva dove alloggiava ed era
pronto, a patto che anche a lui interessasse davvero sapere della sua
vita.
Si fece lasciare davanti all’hotel
non si sarebbe fermato per la notte, aveva previsto di provare a
rimanere anche per la colazione, ma sarebbe tornato a Portland, non
vedeva l’ora di sentire le lamentele di Kaitlin perché quel casco per
capelli in realtà non è per nulla diverso da un casco normale, poi
forse avrebbe cercato Seth.
Ora erano da soli e lui si sentì
istintivamente meglio, come succedeva sempre. La guardò per un attimo,
pensò che per quanto odiasse doversi mettere elegante era davvero
bella, doveva proprio essere sfinita per aver lasciato persino
scegliere il vestito ad altri, quel vestito blu le stava benissimo, ma
lei odiava il blu.
Era bellissima se doveva essere sincero. Non le aveva mai fatto quel
genere di complimenti e iniziare ora sarebbe stato... stupido.
“Parliamo un po’?” il suo
tono fu un sussurro nonostante fossero soli, quasi volesse
cancellare i modi decisamente bruschi usati le ultime volte che si
erano visti.
La vide rabbrividire per il freddo
e le diede la sua giacca. Lei sorrise. Gli piaceva vederla sorridere e
quella sera non era mai capitato.
“Grazie per…”
“Figurati, mi fa piacere portare
Julie Cooper a casa perché ubriaca persa che ci racconta di suo marito
impotente, così mi sento davvero a Newport! fino ad ora è stato tutto
tranquillo, troppo, il massimo della vita è stato Sandy che ha cambiato
il colore della tavola da surf!”
Ryan sorrise, insomma fino a poco
fa stava su una macchina con Julie Cooper che l'attimo prima gli diceva
avrebbe ammazzato anche Kaitlin e poi che era un bravo
ragazzo…totalmente invasata. Ora era semplicemente sereno, per la
prima volta in tutta la sera, in tutto il giorno, sarebbe stato ore a
parlare con Hailey di qualunque cosa. A volte capitava passassero
nottate intere a parlare, non erano molte le persone con cui gli
piaceva confrontarsi ma con lei sì, non aveva mai conosciuto una
persona così intelligente nel modo di pensare e non solo, credeva che
Hailey nella vita sarebbe potuta riuscire in qualunque cosa.
“Dov’è che sei sparita?” glielo
chiese solo perché certo di poterlo fare.
Lei fece finta di pensarci su,
catturando il suo sorriso.
“Io devo esserci a questi eventi,
ma poi a un certo punto devo sparire!”
Anche lui aveva provato la voglia
di sparire più volte in quella serata.
Questa volta restò lì a rispondere
al telefono, ormai immaginava Hailey sapesse tutto e aveva visto
Kaitlin, quindi non aveva alcun senso allontanarsi.
L’aveva chiamato solo per
augurargli la buonanotte e per assicurarsi stesse bene, per una
volta evitò di essere opprimente, era con Anna e quindi non c'era nulla
di cui preoccuparsi.
“Fai la cosa giusta con Kaitlin”
disse quando lui stava rimettendo in tasca il cellulare. Sapeva che
aveva bisogno di quelle parole ma visto che lo pensava veramente dirlo
non fu difficile; lo stimava davvero, lei riusciva a malapena a
prendersi cura di se stessa, non doveva essere stato semplice scegliere
di prendersi cura di una persona da un giorno all’altro.
“Crescere con uno tra Julie e Jimmy
equivale a schizzare fuori di testa” spiegò Ryan togliendo le mani
dalle tasche.
“Come scegliere tra una colonscopia
e una rettoscopia” precisò lei, risero per la scelta della metafora
quanto più azzeccata.
La verità era che a Hailey oltre a
non esserne capace, non
andava di rendere l’atmosfera tesa, era stata una serata pesante per
entrambi e stavano bene così.
Ryan fu felice di essere lì e tutto
si sarebbe aspettato quella sera ma non di essere felice e spensierato
anche per un solo istante… gli fu però chiaro che
stavano chiudendo un qualcosa che non aveva nome ma che comunque aveva
fatto parte della sua vita per quasi due anni e voleva dirglielo di
Marissa, avrebbe voluto dirlo prima… e invece era finita come Anna
aveva detto: “Se non glielo dici tu
finirà che lo saprà da altri” non
era importante prima, ma ora avrebbe voluto tornare indietro per
poterglielo dire.
Tutta quella schifosa situazione di
gente che ne aveva parlato e Julie Cooper in macchina che vaneggiava
gli aveva almeno facilitato il compito, così come se fosse tutto
implicito lo disse: “E visto che hai scoperto perché sono andato via da
Newport, ti sarà più chiaro anche il perché sono qui: non mi piace
lasciarmi male con le persone”
Hailey fu presa in contropiede,
così dovette inventarsi una cazzata. Disse la prima che le venne in
mente e non ne aveva mai detta una così grande.
“Voglio riprendere i rapporti
con la mia famiglia e non credo che venire a letto con te sia un buon
presupposto per guardare negl’occhi mia sorella”
“Tu e Kirsten avete tanto da
ricostruire e avete già perso troppo tempo ma… davvero!?” era a dir
poco incredulo. Così lei s’inventò una cazzata ancor più grande.
Era brava in questo. Raccontare una
versione alternativa. “Quando siamo uscite, ci siamo chiarite su un po’
di cose e abbiamo deciso di riprendere il nostro rapporto,
ricostruirlo…” era una cosa a cui nessuno avrebbe creduto, nessuno
tranne lui.
In realtà era semplicemente stata
nella sala degli abiti a giocare a Ruzzle e messaggiare con le sue
amiche, ma non gli dispiaceva, aggiungere un merito alla visione già
idilliaca che lui aveva di Kirsten.
“Sono contento… ti accorgerai
che… è fantastica” in quelle parole poteva sentire tutta la sincerità
del mondo, per questo guardò altrove, non avrebbe mai e poi mai pensato
una cosa del genere di sua sorella, aveva sempre evitato di parlar male
di lei con Ryan, l’unica volta che successe litigarono come mai nella
vita, ma era sicuramente l’ultima persona con cui avrebbe riallacciato
un rapporto, se avesse potuto avrebbe rotto anche quel poco che c’era.
"Così Summer..."
"E' una brava ragazza... anche se mi ha piazzato due camerieri addosso"
"Era moolto dispiaciuta, avrebbe evitato! era anche convinta non te ne
accorgessi"
"E' un pò ingenua" aggiunse, cosciente che Hailey non era una a cui la
si faceva facilmente.
Non c'erano molti motivi per cui Ryan tornasse a Newport, quindi il motivo era quello, ma lei era tranquilla, quasi divertita.
"Credevo che poi quando sarebbe successo non saresti stata davvero
tranquilla" disse ridendo, era incredibile. Non che lui fosse agitato,
ma nemmeno così calmo.
Lei non era tranquilla, ma per altri motivi. Aveva deciso a sedici anni
che non le sarebbe importato niente di quello che pensavano gli altri e
poi aveva abituato Seth ad aspettarsi qualunque cosa da lei e
soprattutto
sapeva che Seth le avrebbe sempre voluto bene perchè era l'unica
persona per cui finiva a Newport.
"Da me non si aspetta niente, visto che ci siamo persi per colpa mia"
"Non sempre deve esserci una colpa, magari non vi siete mai persi"
Sorrise, erano poche parole a cui però gli sarebbe piaciuto credere.
Sandy, Kirsten. Seth e Summer. Quanto fosse stata gentile a prestarle
casa.
Kaitlin. Quanto fosse difficile tenere il suo passo.
Luke e la sua nuova idea mensile, fare il pompiere e quella
divertentissima cena piena di frecciatine su di loro che lo ha portato
alla gloria.
Suo marito. Un simpatico vecchio. O un
vecchio simpatico.
E poi Newport. I
ricevimenti di Newport, era divertente dirle che ne aveva salvato uno.
Non le era mai capitato e questo macchiava un pò il suo curriculum. E
Hailey ci teneva a quel curriculum...
"Domani parleranno lo stesso più di me che di te"
"Non credo proprio" disse Ryan sicuro.
"A tutti gli eventi a cui ho partecipato ho combinato qualcosa, invece
ieri niente, questo fa più notizia che qualsiasi altra cosa, fidati"
"Mi sento quasi in colpa, magari fai ancora in tempo..."
"Non l'ho rovinato, ma nemmeno salvato... dai... insomma non dire più
così"
"Okok" rise lui alzando le mani. "Però... un pò lo hai salvato..." Ryan si divertiva, stava lì appoggiato
alla moto a prenderla in giro, senza nemmeno ricordarsi di essere a
Newport.
"Puoi dire a Kirsten
che siamo andati a letto insieme ma non che ho salvato quella cosa..."
"Anzi... soprattutto a Seth, deve credere che io stavo stendendo un
tappeto rosso per far entrare Julie Cooper..."
Ryan
li aveva proprio esauriti tutti gli argomenti per restare ancora lì con
lei. Rimaneva solo quanto fosse bella la luna ma non era il caso, per
questo continuava a prenderla in giro perché si lasciava prendere in
giro, non aveva mai conosciuto una persona così poco permalosa e poi la
sua risata è bella e coinvolgente.
Doveva essere un bacio casto e puro
ed inizialmente fu così, ma poi, forse entrambi, pensarono che sarebbe
stato l’ultimo. Nonostante
la giacca
rabbrividì ancor di più, il freddo non centrava niente.
“E’ solo che tu…”
“Ti prego non lo fare, non
guardarmi con occhi diversi perché mi è morta la ragazza”
Si fermarono dopo un tempo
imprecisato, solo perché non avevano più fiato.
Sussurravano. Tenendo le fronti
vicine.
Se fosse riuscita a guardarlo in
quel modo sarebbe stato tutto più facile.
E ci aveva provato tutta la sera, mentre tutti ne parlavano a pensare a
lui in quel senso.
In realtà non c'era un modo preciso di parlare di queste cose per loro,
passavano da una cosa stupida a una cosa del tutto seria e visto che
non stavano insieme era normale che qualunque cosa fosse potesse finire
in qualsiasi modo.
Anche con un bacio.
Non poteva credere a quel che stava
vedendo, a dir la verità pensava di svenire.
O di schiantarsi in macchina, o
anche solo di non riuscire più a cancellare quell’immagine dalla sua
mente.
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