Era così che era
iniziata
(con Brian
che cercava le proprie sigarette nelle tasche dei jeans e Matt che
voleva smettere di fumare)
Era così che era
iniziata, con Brian che cercava le proprie sigarette nelle tasche dei
jeans e Matt che voleva smettere di fumare, quindi se regalava a
qualcuno le sue poco male. Poi però avevano cominciato a
parlare e a sorridere, lo facevano entrambi un sacco e a volte si
sentivano a disagio, però alla fine era piacevole stare bene
di tanto in tanto perciò avevano finito per non pensarci
più, anche perché era impossibile smettere di
sorridere davanti ai capelli lunghi e impossibili del primo e alle
fossette del secondo; si ritrovarono avvolti nel buio senza neanche
accorgersene e poi si scambiarono i numeri di telefono, che magari
un'altra fumata a metà se la facevano volentieri anche
un'altra volta.
E così alla
fine avevano finito per incontrarsi tutte le sere allo stesso posto
dopo il lavoro, fuori da quel pub dove si erano incrociati per la prima
volta: se ne stavano lì fuori senza fare niente, Brian
fumava e Matt lo osservava espirare fuori il fumo grigio.
Parlavano del tempo,
del fatto che non c'erano soldi, che le loro vite erano tristi e vuote
e forse anche un po' troppo solitarie, che non c'erano più
le mezze stagioni e che non sapevano chi diavolo votare alle
presidenziali, tanto i loro portafogli sarebbero rimasti gli stessi e
le giornate pure.
«Ci andresti
a San Diego?» chiese Matt, con la schiena appoggiata al muro.
Brian fece spallucce.
«Non lo so,
perché dovrei andarci?»
Si accese un'altra
Marlboro, fece il primo tiro e poi lasciò cadere il braccio.
«Era
così, per dire. Io ci vado, adesso, salgo in macchina e
guido fino a quando non mi faranno male le caviglie».
E l'altro ragazzo
strabuzzò gli occhi, sorpreso, non aveva senso mettersi in
macchina a guidare se non avevi nessun posto in cui andare. Matt un
posto non ce l'aveva, si illudeva solo che percorrendo chilometri a
caso avrebbe trovato se stesso.
«Non dici niente?» aggiunse, sfiorandosi le
labbra con la punta dei denti.
«Che dovrei dire, che sei un
idiota?»
«Che magari ti va di
accompagnarmi».
Matt e Brian si
conoscevano da troppo poco tempo per fare una cosa del genere, quelle
erano scene da film dove i due migliori amici di una vita decidevano di
fare una cazzata e andavano contro il mondo, perché alla
fine l'avrebbero di certo scampata. Era comunque un film, dopotutto. E
invece loro due non avevano niente in mano, solo qualche inutile parola
impastata di tabacco e promesse mai dette, si erano raccontati tutto
quello che avevano dentro solo guardandosi negli occhi ma non lo
avevano ancora capito.
«Magari no», si affrettò a
ribadire Brian, freddo.
«Possiamo anche non arrivarci,
a San Diego. Basta che partiamo».
L'altro stava per
chiedere il motivo, ma d'altronde non gliene fregava un cazzo e quindi
non disse niente. Poteva andare dove voleva, ma lui stava bene
lì ad Huntington Beach con la sua vita mediocre e le
sigarette, l'alcol scadente ed una casa che nessuno avrebbe mai voluto.
Ripensandoci,
però, forse voleva sapere perché ci tenesse ad
andare con lui.
«Io e te?»
«Io e te»
«Perché?»
«Perché da quando ci
incontriamo qui ogni sera, la mia vita fa meno schifo e magari un
viaggio destinato a non arrivare da nessuna parte, potrebbe riservarmi
qualcosa di inaspettato, se mi accompagnassi».
Fu lì,
proprio in quel preciso istante, che Brian capì.
Squadrò velocemente Matt dall'alto in basso e si rese conto
che quel corpo, le braccia e le gambe e lo stomaco, la loro forma,
conosceva tutto alla perfezione e persino le espressioni che gli
attraversavano il volto le aveva ormai viste tutte; si conoscevano da
un paio di mesi per qualche ore alla settimana, ma forse non c'era
nient'altro da sapere ed era arrivato il momento di lasciare tutto e
partire, perché non era vero che la sua vita gli piaceva e
nemmeno quella casa di merda tutta piena di crepe.
E neanche l'alcol,
quello scadente che poteva permettersi era imbevibile.
Forse le sigarette
sì, perché aveva iniziato con le Marlboro quando
Matt gli aveva offerto le sue. Non fumava più, e Brian si
era sempre chiesto come ci fosse riuscito.
«Però la musica la
scelgo io».
«Andata» concluse il ragazzo con i
capelli corti.
Aveva sorriso tante
volte, ma quello che stava esibendo in quel momento era di certo il
più largo di tutti.
Brian gli avvolse un
braccio intorno al collo e lo avvicinò a sé, per
poi allontanarsi insieme verso l'auto di Matt. Il secondo aveva una
voglia matta di baciarlo, l'aveva avuto da quando lo aveva visto
lì a rovistarsi le tasche, però aveva tutto il
tempo del viaggio per farlo e quindi decise di aspettare, di godere
della presenza di Brian che gli era accanto senza troppe pretese; al
resto avrebbe pensato a tempo debito.
Mise in moto e
abbassò del tutto il finestrino, l'altro accese la radio e
partirono, forse alla conquista del mondo.
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