ALL'ALBA DELLA BATTAGLIA - Tales of Vampire

di Mia101
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Quella mattina, due ore dopo essere miracolosamente riuscita ad arrivare a casa, ero vestita di tutto punto e pronta per andare a scuola. Una deliziosa camicetta a fiori, leggins neri e un paio di vans grige. Pulita e pettinata come se come una delle mie tante coetanee fossi stata tutta la notte comodamente sdraiata nel mio letto. Beh loro piu che dormire erano in qualche bar, a bere o a ballare. Forse sarebbe bello andarci un giorno. Ma mi vedrebbero, vedrebbero chi sono davvero. E probabilmente mi emarginerebbero ancora di piu di quanto fanno gia. Ma si forse e meglio cosi. La solitudine fa bene, ti abitui al silenzio e puoi rimanere li, da sola e faccia a faccia con te stessa. Puoi imparare a guardarti da un altra angolazione, smettere di essere egoista e cominciare ad apprezzarti, almeno un po'. Comumque da questo momento della giornata, forse il peggiore, perdo anche l'unico amico che ho. Castiel prende la moto e va a scuola da solo. Non so perchè ma è una sorta di patto non scritto che ce fra di noi. La notte siamo una cosa sola il giorno siamo due sconosciuti. Tiro su lo ziano verde scuro della eastpack mezzo vuoto, lo so che prenderó la solita nota per non aver fatto i compiti. "Meregalli di nuovo senza compiti." "Meregalli sorpresa ripetutamente senza il materiale scolastico richiesto." "Meregalli presenta il compito con tre giorni di ritardo, incompleto." Passo dalla cucina, saluto mia madre e la madre di Castiel, tiro su un pancake e lo ficco in bocca, poi esco, tirandomi dierto la porta che sbatte per la corrente e da dentro sento mia madre che mi urla una piccola imporecazione. Devo camminare un po', ma mi piace, bastano due auricolari e anche solo due canzoni (che tanto ascolti sempre quelle) alla nostra generazione per passare il tempo. Arrivo a scuola. Entro, supero il portone vetrato del liceo e cerco disperatamente di arrivare in classe incontrando meno persone possibili. Saluto fugacemente Boris, uno dell'amministrazione, il mio unico "amico", che sta parlando con un ragazzetto biondo. Mi fa cenno di avvicinarmi, ma faccio finta di non vederlo fiondandomi nella folla di ragazzi e ragazze che raggiungono le loro aule. Ma Boris insite e devo per forza, controvoglia, fermarmi. «Embyy, ciao, tutto okay?» «Sisi grazie Boris scusa ma ora ho lezione devo scappare.» cerco disperatamente, ma con una certa gentilezza, di liquidarlo. «Oh si solo un momento bellezza mia. Volevo presentarti Nathaniel Hunt, eheh non lo conosci perchè è di un altro corso, ma adesso sto' ragazzone mi aiuterá un po' con l'amministrazione.» Prima di rispondere esitai un attimo, mi ricordai di quel cognome. Hunt, Hunt, Hunt. Certo è che l'ho gia sentito. «Piacere Amber.> Quel saluto, quella voce cristallina ed educata, delicata ma in qualche modo attraente, quasi ammaliante. «Piacere mio, ehm scusate devo scappare.» Volevo restare ancora un po' ad ascoltare quella voce e a guardare quel volto bianco contornato da ciocche biondissime. «Se ti fa piacere ti accompagno in classe Amber. Con Boris inizio tra una mezzora, quindi...» «Che gentiluomo, che gentilumo. Vai vai pure Nath!» Boris aveva accettato per me. Mi incamminai, un po' imbarazzata seguita dal biondino. Parlammo velocemente di Boris e poi io entrai in classe. Ci salutammo e lui si allontanò lasciandomi lì pronta per un'altra giornata d'inferno. Almeno era iniziata bene. Pensai un attimo a cosa mi diceva il cognome Hunt. Sobbalzai, ricordandomi di un articolo di giornale letto il mese scorso. GREGOR SIMON HUNT, IL PIÚ GRANDE ED ESPERTO CACCIATORE DI VAMPIRI DELLA CONTEA, SI TRASFERISCE CON I DUE FIGLI NELLA NOSTRA CITTÁ. In pratica forse mi ero presa un colpo di fulmine per il figlio di quello che probabilmente prima o poi mi ucciderá.




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