Differenze a tavola
La storia di un’insensata intolleranza e del suo lieto fine.
C’era
una volta un ristorante in cui tutti mangiavano la pasta con una forchetta,
tranne poche persone che usavano solo le bacchette e non riuscivano proprio ad
usare la forchetta perché la trovavano scomoda ed inadeguata,
così come quelli che mangiavano con la forchetta trovavano a
dir poco impossibile mangiare con le bacchette.
Questo
ristorante teneva ad intervalli regolari dei tornei a chi mangiava più
pasta, ma con una regola: i partecipanti dovevano utilizzare la forchetta
mentre mangiavano. Così quelli che usavano le bacchette
provarono ad usare la forchetta per avere qualche possibilità
di vincere, ma trovandola scomodissima e innaturale rinunciarono ad usarla finendo per perdere, frustrati.
Condannati
a perdere sempre in quel torneo, alcuni di loro si depressero e si sentirono
sbagliati, da curare. Alcuni utilizzatori di forchetta (d’ora
in poi forchettari) cominciarono addirittura a prendere in giro gli
utilizzatori di bacchette (d’ora in poi bacchettari). Non riuscivano
proprio a capire il senso e il motivo di usare le bacchette. Trovavano
addirittura simpatico prendere in giro i bacchettari e fare battutine su una
minoranza così strana.
Nacquero
addirittura dei fantomatici centri in cui alcuni forchettari convinti
dichiaravano di poter guarire i bacchettari utilizzando metodi improbabili,
come ad esempio costringendoli a pregare innumerevoli ore il prodigioso mostro di
spaghetti volante in modo che egli discendesse su di loro per mostrargli la via
della forchetta.
Per
i bacchettari era diventato impossibile vivere: se entravano nel ristorante e
si facevano vedere ad usare le bacchette, apriti o cielo! C’era
sempre il forchettaro intollerante di turno, pronto a girare la forchetta dalla
parte del manico e a prendere in giro il povero bacchettaro, afferrando per
scherzo la pasta usando la forchetta al contrario e sogghignando.
Un
giorno, però, i bacchettari non ne poterono più:
decisero quindi di radunarsi per chiedere il diritto di mangiare come vogliono,
in santa pace. Organizzarono per lo scopo una grande parata con carri e festoni
colorati per farsi conoscere e per lanciare il loro messaggio: “Noi
siamo orgogliosi di mangiare con le bacchette, come voi siete orgogliosi di
mangiare con la forchetta. È ingiusto che noi non possiamo mangiare solo
perché secondo voi siamo sbagliati e innaturali!”.
Molti
altri forchettari vennero così a conoscenza delle angherie che
dovevano sopportare i bacchettari nella vita di tutti i giorni e decisero di
sostenere volontariamente la loro causa, difendendo a spada tratta il loro
diritto di mangiare con le bacchette.
Tanti
anni dopo, nacque un social network di nome Cookbook: il suo scopo era quello
di permettere agli utenti collegati in rete di parlare liberamente di cibo,
ristoranti e argomenti correlati.
Inutile
dire che, dopo poco, alcuni forchettari decisero di portare il loro odio anche
su questo social network, utilizzandolo per mettere in cattiva luce i
bacchettari con ogni mezzo che avevano a disposizione, leale o no, ma anche per
cercare di convincere altri forchettari ad odiarli. Per fortuna, però,
i bacchettari e i forchettari volontari non sono rimasti a guardare: hanno
infatti creato piccole comunità su Cookbook per aiutare i
bacchettari discriminati a superare i momenti di crisi causati dai forchettari
intolleranti e si sono impegnati per mostrare a tutti come i forchettari intolleranti
facciano le vittime, quando invece cercano in ogni modo di giustificare il loro
odio, definendolo addirittura un'opinione.
Cookbook
si accorse dell'odio e delle falsità che circolavano in queste pagine
bacchettofobe e decise di bloccarle, in quanto non permettevano il pacifico
rispetto reciproco che è alla base del social network.
Non
contenti, gli intolleranti crearono vere e proprie manifestazioni, come la
Manif Cuscus, che lanciando numerosi falsi allarmi come "I bacchettari
distruggeranno il nostro diritto ad usare la forchetta!" oppure "I
figli dei bacchettari saranno costretti ad usare le bacchette!" riuscì
ad attirare una notevole massa di persone, che diede automaticamente per vero
tutto ciò che questa manifestazione diceva, unendosi all'odio,
senza minimamente immedesimarsi in quello che poteva provare un bacchettaro.
Inutile dire che tale organizzazione era mossa dal semplice concetto
"Dimostriamo che siamo in tanti, così il nostro rancore verso i
bacchettari sarà motivato perché lo provano tante persone".
Non
mancò chi decise di monetizzare su tutte queste persone
convinte e ipnotizzate dalla Manif Cuscus, creando un libro chiamato
"Voglio la minestra", facendo parlare di sé,
guadagnandoci sopra e dando agli intolleranti alcune motivazioni infondate e
facilmente smentibili, ma che al più puntavano sul piano emozionale,
convincevano e cercavano di scandalizzare altri forchettari basandosi su alcuni
stereotipi e estremizzazioni insensate riguardanti i bacchettari.
I
forchettari intolleranti, ancora infelici e corrosi dal fatto che, i
bacchettari, da esseri nascosti, derisi e sottomessi si stessero muovendo per
avere dei diritti uguali a tutti loro, si trovarono sempre più
sconcertati ed arrivarono addirittura a chiedere aiuto ai kebabbari: un gruppo
di persone che da sempre è stato rivale del prodigioso mostro
di spaghetti volante, ma che aveva in comune con loro l'intolleranza nei
confronti dei bacchettari.
Fu
così che i forchettari intolleranti e i kebabbari si unirono
in un ultimo estremo tentativo di giustificare il loro odio, fondando le
Sentinelle Sedute a Tavola: un movimento che agiva in modo apparentemente
tranquillo, con i partecipanti che leggevano i menù di vari
ristoranti, seduti nelle piazze... ma che in realtà
nascondeva il muto desiderio di tornare ai vecchi tempi, di tornare ad avere la
libertà di schernire quegli odiosi bacchettari che non avevano
mai potuto sopportare e che ora più che mai consideravano una minaccia
reale all'integrità dei ristoranti e al modo di
mangiare.
Dopo
continue e tristi incursioni nelle piazze da parte delle Sentinelle Sedute a
Tavola, i bacchettari e i forchettari favorevoli al diritto di mangiare come si
vuole si stufarono di vedere le loro piazze invase da questi uomini tristi,
portatori di oppressione e organizzati in monotone righe e colonne. Decisero
quindi di provare a portare un po' di colore e allegria nelle loro vite
organizzando balletti, spettacoli con palloncini, colori e festoni. Il ché
fu utilizzato spudoratamente come ulteriore scusa per definire i bacchettari
persone violente e irrispettose.
Successivamente,
venne approvata una legge che proibiva categoricamente a tutti di attaccare verbalmente o fisicamente una persona per via del suo modo di mangiare e che obbligava tutti i
ristoranti a valutare ugualmente tutti i partecipanti dei tornei, indipendentemente dalla posata da loro preferita per
mangiare.
Dopo
parecchi mesi di attività, le Sentinelle Sedute a Tavola
ridussero lentamente i loro raduni, fino a sparire completamente. Alcune di
loro capirono di aver fatto parte di un movimento oppressivo e se ne vergognarono, mentre altre si misero il cuore in
pace sul fatto che non potevano decidere la posata che gli altri dovevano
utilizzare, mentre la Manif Cuscus continuò a protestare con i sempre più
pochi membri che aveva, fino a quando non fu totalmente ignorata.
Passarono
alcuni anni, ma alla fine tutto si risolse nel migliore dei modi: i tornei nei
ristoranti erano finalmente equi. I primi bacchettari furono felici di
competere nel migliore dei modi insieme ai forchettari e di portare a casa
commossi i loro meritati primi trofei vinti con le bacchette. Tra forchettari e
bacchettari nacque un inaspettato legame di collaborazione e amicizia. Tutte le
preoccupazioni della Manif Cuscus, delle pagine su Cookbook e delle Sentinelle Sedute
a Tavola si rivelarono infondate e perlopiù sciocche.
Oggi
noi tutti ricordiamo i tempi in cui essere bacchettari era un tabù,
dicendo "Ah, quanto eravamo spaventati da qualcosa di così
naturale all'epoca!" oppure "Non posso credere che i nostri genitori
abbiano lottato per avere il diritto di trattare alcuni nostri simili come
degli esseri inferiori!"
Ora
tra forchettari e bacchettari regna la pace. Nessuno si scandalizza più
quando al ristorante qualcuno prova ad usare le bacchette, e ai tavoli si
trovano comunemente entrambi i tipi di posate. Inutile dire che non è
cambiato nulla dal punto di vista numerico: la maggior parte delle persone si
trova ancora bene ad usare la forchetta, mentre i bacchettari sono ancora una
minoranza. Tuttavia, da quando è crollato questo muro di
pregiudizi, mangiare al ristorante è diventato un ottimo modo di
entrare a contatto con diverse culture e stili di vita, arricchendo così
la vita quotidiana di tutti gli amanti della buona cucina.