La
giornata per Kith Sithas, giovane soldato elfico del regno di
Camthalion Vardamir, era cominciata relativamente bene, doveva
solamente spostarsi con la truppa nel vicino villaggio di Feanor
Vardamir, che recentemente è stato flagellato da multipli
attacchi di goblin e orchi. Il viaggio non è stato molto
lungo, ma quello che debilitava i fisici atletici e possenti dei
soldati, era il fatto che dovevano attraversare le pianure del regno
elfico sotto un sole cocente. Arrivati in paese, la truppa prese
alloggio in un palazzo attaccato alle mura. Era un palazzo in disuso
da ormai un decennio ma sempre in ottime condizioni e confortevole,
nonostante che le sue stanze erano infestate da distese di polvere,
ma per quello c'era rimedio, e difatti dopo qualche ora i locali
erano agibili e pronti a ospitare tutto il X reggimento
dell'esercito.
Quella
sera toccava a Kith e a Mackeli il presidio dell'entrata nord del
villaggio, compito che il giovane elfo non sopportava e faceva senza
voglia. Un suo modo per rilassarsi era di viaggiare con la mente ai
suoi precedenti combattimenti, quelle scene di sangue lo rilassavano
al punto tale che dopo doveva scrollare la testa per tornare alla
realtà e riacutizzare i sensi per notare ogni minimo rumore
nei dintorni del portone nord. La notte continuava monotona e ormai
il sole si stava alzando, il suo turno stava per finire e l'elfo si
rivolse al suo compagno:
“Hey
Mackeli, qua per ridare vita allo stomaco ci vorrebbe un po di grappa
elfica. Nello stomaco ho più polvere che nei mobili di casa.
“
I
due compagni scoppiarono a ridere, ogni tanto allentare la tensione
faceva bene, ma non si dimenticarono che erano sul posto di lavoro e
avevano un importante compito da svolgere, controllare che nessun
“personaggio strano” entri nel paese.
Ad
un tratto, apparve all'orizzonte un elfo guerriero, una donna,
terribilmente provata dal lungo viaggio fatto a piedi, dato che aveva
perso la cavalcatura visto che nella corsa si era fratturata una
gamba. La giovane donna si avvicinò a passo lento verso il
paese, in cerca di un letto e un buon pasto con cui ritemprare il
proprio corpo. I due soldati ovviamente avvistarono la figura di una
persona in lontananza, ancor più messa in risalto dalla luce
arancione del sole che stava sorgendo.
“Ehi
Kith, ci sono visite...te ne occupi te? Io intanto vado a fare
rapporto, torno fra poco....”
Disse Mackeli mentre si stava
incamminando vero
il centro cittadino, intanto il giovane elfo si apprestava a fare il
suo controllo di routine.
“Alt!
Per entrare nel villaggio di Feanor Vardamir è necessario
che
mi dite nome e i motivi che vi portano in questo paese.”
Disse Kith alla giovane donna,
mostrando
sicurezza e serietà con il suo tono di voce, e intanto la
giovane donna era arrivata proprio a due passi dal corpo del soldato
che teneva la mano pronta sull'elsa della sua spada.
“Il
mio nome è Aranel e sono qui in cerca di ristoro dopo giorni
che cammino senza sosta.”
Tutto
era chiaro nella testa del soldato, la ragazza non stava mentendo e
la lasciò passare senza fare storie, dato che la vide in uno
stato a dir poco pietoso, e una volta passata Kith riprese la sua
posizione di controllo. La calma durò ancora qualche istante
quando Mackeli uscì per la strada e urlò qualcosa
verso
il compagno che presidiava la porta, e ci volle poco a capire che
stava succedendo qualcosa di strano. Kith si mise a correre verso il
centro cittadino, ordinando agli abitanti, che erano scesi in strada
a controllare quello che stava succedendo, di rientrare nelle case
per non intralciare le operazioni dell'esercito, e pochi istanti
prima di arrivare nel luogo i cui si sentivano le urla, il giovane
soldato si appiattì dietro al muro di una casa, da cui
poteva
guardare la scena senza essere scoperto. Il soldato vide cinque
guardie dell'esercito che avevano circondato un uomo a dir poco
bizzarro, vestito con una casacca rosso porpora e come pantaloni
aveva dei pezzi di armatura nera borchiata, ma la cosa che faceva
rabbrividire era la maschera ossea che portava sul viso. Non era un
semplice umano perché la sua presenza diffondeva nell'aria
un'aura maligna che teneva a debita distanza le guardie, che non
osavano avvicinarsi per attaccarlo, anche se non ci voleva molto a
capire che quell'essere aveva intenzioni ostili. Kith conosceva molto
bene Feanor, e soprattutto conosceva tutti i vicoletti, difatti si
infilò in uno di questi piccoli budelli, estraendo la sua
spada e il suo fido pugnale, e se non aveva fatto i calcoli sbagliati
doveva spuntare proprio dietro a quel losco figuro. Il soldato non fu
l'unico che si mosse in quel frangente, ma la ragazza appena entrata
in città, ebbe appena il tempo di dare un morso al suo pasto
quando decise di andare a vedere cosa stava succedendo, e lo
spettacolo che comparve ai suoi occhi non era dei più
rassicuranti. Kith stava avanzando in modo lento ma silenzioso, tra
le ombre dei palazzi, quando quell'essere ruppe il silenzio con le
sue urla.
“GAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!!
SOLO QUESTO?! QUESTA E' LA POTENZA DI CAMTHALION?! AH! POTREI
DISTRUGGERVI TUTTI IN MENO DI 3 SECONDI!Ma ho da fare, e non ho tempo
da perdere con voi, nemmeno 3 secondi. Quindi, scusatemi, ma se avete
urgenza di parlarmi prima dovrete discutere con i miei emissari.”
Dal nulla comparvero una dozzina di
scheletri,
di cui due seguirono il necromante e i restanti dieci si divisero a
coppie per ciascuna guardia. Il necromante voltò le spalle
alla piazza e si diresse a passo lento e cadenzato verso la zona sud
della cittadina. A Kith non ci volle molto a capire quello che aveva
intenzione di fare. Il mago oscuro si stava dirigendo verso il tempio
e dopo aver lanciato con il pensiero delle scuse verso le guardie,
dato che non poteva aiutarle, si diresse verso i budelli più
interni di Feanor, consapevole che poteva tagliare la strada a quel
mago. Aranel aveva seguito tutta la scena, ma lei non volle aiutare
il necromante e puntò verso una scorciatoia che faceva
quando
era piccola e giocava a nascondino con i suoi amici,quella
scorciatoia l'avrebbe portata dritta verso il tempio. La strada
principale, percorsa dal mago oscuro, veniva intersecata in
più
punti dalle stradine interne di Feanor, ed era proprio in una di
quelle che Kith stava aspettando, mescolatosi con le ombre dei
palazzi. Il drappello composto dal mago e dai due scheletri
passò
proprio a due passi dal nascondiglio dell'elfo, e una guardia
scheletrica venne agguantata in modo rapido e silenzioso da Kith che
la scaraventò per terra per fracassargli il cranio con un
calcio, operazione andata quasi a buon fine, se non fosse che la
testa della guardia era molto resistente, difatti si incrinò
solamente. L'altra guardia vide di sfuggita quello che stava
accadendo nel vicoletto e senza indugiare accorso in aiuto del
compagno, aiuto che non arrivò dato che Kith se ne accorse
in
tempo e con un fendente staccò la testa dal resto del corpo,
per poi vederlo cadere inerme a qualche passo da lui, ma l'altro
scheletro che giaceva a terra sdraiato, approfittò della
distrazione del giovane elfo per infilzarlo al polpaccio, mossa che
non andò a buon fine per l'intervento di Aranel, che con una
stoccata spaccò la testa al secondo scheletro. L'elfo
alzando
lo sguardo, riconobbe quella ragazza,e le disse:
“Oh
grazie per l'aiuto, a quanto pare il consiglio di non partecipare o
fare casini non è stato colto e ti ringrazio per non avermi
ascoltato. Ma ora scusami, ho un po da fare”.
Dopo quel breve dialogo Kith scomparve dietro l'angolo, correndo
velocemente per andare a scoprire cosa poteva e voleva fare quello
strano mago nel tempio di Feanor. Il mago arrivato di fronte alle
porte del tempio non entrò come un comune mortale, ma le
sfondò con una potente onda d'urto, per poi entrare mentre
il
monaco era rimasto impietrito di fronte all'altare. Qualche istante
dopo Kith arrivò alle porte, e si appiattì dietro
al
muro che fino a qualche istante prima ospitava i cardini del portone,
ma qualche minuto dopo spuntò dal vicoletto anche Aranel. I
due si misero d'accordo sul da farsi, ma in quel momento uscirono
delle grida strazianti da una stanza del tempio, il mago aveva ucciso
il monaco e l'apprendista non resse la visione del sangue e svenne.
Kith entrò nel tempio per primo dato che era agile e
silenzioso, riuscì a arrivare alla stanza dove era entrato
poco prima l'oscuro individuo, ed estraendo la spada corta Kith si
avvicinò alla schiena del mago caricando un arco che per
qualsiasi umano era mortale, ma quell'essere era molto furbo, era a
conoscenza della presenza dell'elfo sin da quando le due guardie
scheletriche erano state uccise, e in questo caso bloccò il
colpo con l'ausilio della sua spada lunga per poi liberare una
risata.
“AHAHAHAHAHAHAHAH!!
Davvero pensavi non mi fossi accorto di te? Patetico! Solo un elfo
poteva pensare qualcosa del genere. Se non ti dispiace stavo
lavorando. Se proprio vuoi giocare i miei amici qui ci sono apposta.
E basteranno anche per la tua amica laggiù.”
Dal
nulla si materializzarono tre scheletri, di gran lunga meglio
equipaggiati dei precedenti, e il necromante intaccò
l'albero
secolare, che era il dono alla dea Elladan a cui era ispirato
l'antico culto, religione madre della terra degli elfi, con uno
strano pugnale dorato che piano piano risucchiava l'essenza del
colossale albero. Intanto in quella stanza di scatenò un
duro
combattimento tra Kith, supportato da Aranel che da poco era giunta
in quella stanza, con tre scheletri armati di spade corte e difesi da
armature pesanti e da scudi tondeggianti in acciaio. La sfida era
piuttosto impari ma i due elfi se la cavavano discretamente bene,
uccidendo uno scheletro ciascuno, ma quando stavano per uccidere il
terzo, apparve nella stanza una luce verde molto strana che poco alla
volta cresceva fino a prendere forme umane, era un altro necromante
che disse all'altro.
“I'Shyish
che cosa sta succedendo... perchè ci stai mettendo cosi
tanto
ad estirpare i Culti inferiori da queste terre contaminate dalla
bontà?!”
A
quanto pare il primo necromante si chiamava I'Shyish, e rispose al
nuovo arrivato.
“Chiedo
venia, Neth, ma ho incontrati alcuni piccoli inconvenienti, come
questi due gentili ospiti quì. Ma oramai ho concluso.”
Dopo
quella breve conversazione i due necromanti sparirono e lo scheletro
superstite si accasciò al suolo senza dar segno di vita.
L'avventura era giunta al termine, con il culto di Elladan estirpato
dal tempio di Feanor e con una guerra contro le oscure armate di
Kemmotar che stava per avere inizio.
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