I promise you.

di Lady Atena
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“Quindi” iniziò Coulson, abbassando i fogli “il suo nome è Clint Barton”.
Clint inarcò un sopracciglio indicando il fascicolo sulla scrivania, incrociò le braccia.
“È tutto scritto lì” rispose.
Coulson lisciò la pila di fogli, guardò l'agente e poggiò la schiena contro la sedia.
“Sì, ho già letto il suo fascicolo nei dettagli. Vorrei ugualmente delle risposte da lei, agente”.
Clint roteò gli occhi.
“Sì. Mi chiamo Clint”.
Coulson annuì, sfogliò due pagine e si alzò tenendole in mano; girò attorno alla scrivania.
“Lei ha dichiarato di non avere famiglia. Non c'è nessuno da cui potrebbe tornare?”.
Clint inarcò un sopracciglio ghignando.
“Mi sta chiedendo se voglio scappare?”.
Coulson si poggiò alla scrivania, abbassò i fogli.
“Le sto chiedendo se ha qualcuno. Amici, famiglia, conoscenti molto disponibili”.
Clint incrociò le braccia muscolose al petto, scrollò le spalle.
“Avevo un paio di amici al circo, ma nessuno che abbia un posto in cui ospitarmi”.
Coulson poggiò i figli alle proprie spalle, strinse il bordo della scrivania con le mani e piegò il capo.
“Posso sapere i loro nomi?”.
Clint scosse la testa, indurì lo sguardo fissando il superiore negli occhi.
“Sono fuggiti dal circo, quindi immagino non volessero esattamente essere ritrovati”.
Coulson annuì, tese le labbra.
“Apprezzo la sua discrezione. È una dote preziosa in un'agenzia segreta”.
Clint aggrottò le sopracciglia corrucciando la fronte.
“È serio?”.
Coulson arricciò il labbro verso l'alto, si scostò dalla scrivania rizzando la schiena.
“Io non scherzo facilmente, agente” disse, incrociando le braccia, “lei verrà assegnato alla mi squadra. Si sente pronto?”.
Clint ghignò, allargò le braccia.
“Sono pronto ad eseguire gli ordini, signore” disse, sarcastico.
Coulson corrucciò le sopracciglia, gli si mise di fronte e lo fissò.
“Le prometto che non sarà un modo di dire”.




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