La svista

di Ciuffettina
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Gabriel si affrettò verso l’ufficio di Metatron dove era stato convocato, era abbastanza sicuro del motivo della chiamata, anche se, in effetti, era un po’ stupito in quanto se l’aspettava molto prima.
«Gabriel, mi hanno riferito che quotidianamente, due volte il giorno, scendi sulla Terra, senza che ti siano state affidate delle missioni. Potrei saperne il motivo?» gli chiese lo scriba, con i gomiti appoggiati sulla scrivania e le dita unite a pigna, come al solito non l’aveva invitato a sedersi.
Quindi Metatron non sa niente. Strano.” Gabriel prese fiato: «Vado a occuparmi di una donna sola e del suo bambino molto speciale.»
«Tu… che cosa?» Metatron rimase per un attimo senza parole ma non tardò molto a ritrovarle «Ma dico, sei impazzito? Vuoi forse Cadere? Ti sei dimenticato quello che è successo ad Azazel e a quegli altri angeli(1)? Esigo delle spiegazioni, immediatamente
«Sei tu che hai dimenticato qualcosa… anzi qualcuno. Ti ricordi che l’anno scorso mi hai affidato un’Annunciazione?» chiese Gabriel serafico.
«Non era l’anno scorso, era quest’anno e non cambiare argomento!»
Metatron che non ricorda qualcosa? Questa è da segnare sul calendario, sotto la voce “I grandi avvenimenti storici”!” «Non sto parlando di quella del Figlio di nostro Padre ma quella del cugino del Figlio di nostro Padre(2).» “’Sti legami familiari sembrano essere diventati uno scioglilingua.” «Giovanni, il futuro Battista, i suoi genitori, Elisabetta e Zaccaria… ricordi ora?»
«Ah sì! E con questo?»
«Con questo?» Gabriel appoggiò le mani sulla scrivania e si piegò leggermente verso Metatron «Mi hai mandato ad annunciare meraviglie su quel pargoletto e poi ti dimentichi di mandare uno di noi a metterlo in salvo dai soldati di Erode? Che figura ci avrei fatto?» Si fermò un attimo per godersi la vista dello scriba completamente spiazzato, poi riprese con un sorriso: «Per fortuna ci ho pensato io, purtroppo non sono arrivato in tempo per salvare il padre ma la madre e il bambino si trovano ora al sicuro in una grotta sulle montagne e mi sembra ovvio che, almeno per un po’, qualcuno deve pur pensare al loro sostentamento, non trovi?»
«E perché non me ne hai parlato prima?» chiese Metatron, sbalordito.
«E farti notare quanto tu sia stato negligente e smemorato? Non lo farei mai, non sarebbe stato carino. No, non mi ringraziare» concluse Gabriel, agitando una mano con enfasi teatrale e, prima che Metatron potesse aggiungere qualcos’altro, uscì soddisfatto dall’ufficio.
Era quasi impossibile mettere in imbarazzo lo scriba di Dio ma quelle rarissime volte in cui ci riusciva, Gabriel provava sempre un piacere sublime.

*****

Racconto liberamente ispirato ai capitoli 22 e 23 del “Protovangelo di Giacomo”: Elisabetta, con il figlio Giovanni, è stata messa in salvo da un angelo, solo quando era già sulle montagne, non riusciva più a proseguire e pregò a gran voce di essere salvata, da lì ho pensato che ai Piani Alti si fossero distratti.
Gabriel si aspetta di essere chiamato da Metatron per fargli mettere in salvo il piccolo Giovanni.
1) Vedere il racconto “I nephilim
2) Vedere il racconto “L’Annunciazione (no, non quella)




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