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Commento
d'apertura
Collaborazione
con SuperLuigiGalaxy (attualmente sta lavorando alla sua prima fan
fiction) per lo sviluppo della trama.
Vivevano
felicemente nella loro villetta immersa nel verde delle colline, non
molto lontani dal paesino che aveva accolto il loro arrivo con tanto
affetto e dove erano stati i benvenuti dal primo giorno.
Il
giardino fuori casa era ampio, colmo di piante colorate e profumate e
di alberi maestosi. Sul retro, si trovava anche una piccola fontana
bianca, decorata con riccioli argento e nero. L'interno piuttosto
ampio per solo due persone, ma loro certamente non se ne lamentavano.
Le pareti e le decorazioni erano per lo più di colori chiari,
solitamente bianche o panna, nonostante Blumiere si fosse concesso
qualche piccolo ritocco nel suo stile. Certo, Farfalà non poteva
accorgersene, ma per lui era fondamentale che l'abitazione
rispecchiasse i gusti della moglie.
I
giorni erano tranquilli, cosa che i due coniugi si godevano
pienamente, e lo scorrere del tempo, eccetto che per il susseguirsi
delle stagioni, pareva assente. Dopo che il Lord si era completamente
ripreso dall'effetto terribile che aveva avuto su di lui il
Profeticus Tenebrae, aveva ricominciato ad apprezzare ogni minimo
aspetto della vita, dall'alternarsi di sole e luna al cinguettare
degli uccellini, dalla diversità dei colori dei fiori alla dolce
musica che la fontana mandava ininterrottamente.
“Il
Paradiso esiste... e lo si può raggiungere senza aspettare il Game
Over...”
Questo
è ciò che si ripeteva ogni volta che scovava da qualche parte un
nuovo particolare affascinante dal mondo che lo circondava, che si
trattasse di una cosa banale o innovativa.
“Come
ho potuto... cercare di mettere fine a tutto questo? E questo posto
non è che una minuscola parte, quasi niente di tutto ciò che
volevo... che il Conte Cenere voleva distruggere...”
Per
il Conte esistevano solo due modi per non cadere in depressione per
quello che aveva cercato di fare: far finta che il Conte Cenere fosse
stato un'altra persona (il che non era del tutto insensato, dal
momento che era stato come se il Profeticus stesso si fosse
impadronito della sua mente, rendendolo folle), o cercare conforto in
Farfalà. Lei sapeva sempre cosa dire per tirarlo su di morale, e
senza il suo aiuto, probabilmente il Lord non avrebbe retto per molto
tempo con quel peso sulla coscienza.
Era
proprio Farfalà, secondo lui, che riusciva a fargli apprezzare ogni
particolare della vita. Quando si trovava con lei, era sempre così
felice che vedeva la bellezza in qualsiasi cosa.
Dal
canto suo, Farfalà non poteva chiedere di meglio di suo marito.
Forse, sosteneva, lui era un po' troppo assillante, a volte. Avrebbe
passato tutti i momenti della sua esistenza con lei, se questo non
avesse dato fastidio ad entrambi. Ma lei non poteva biasimarlo: dopo
quel che era successo, Blumiere non se la sentiva di passare troppo
poco tempo con la donna della sua vita, per la quale aveva girato
infinite dimensioni ed alla fine aveva cercato di distruggere tutto.
L'aveva persa per troppo tempo, ed ora cercava di recuperare il tempo
perso standole sempre appiccicato. Fortuna che Farfalà era una tipa
piuttosto tollerante, e soprattutto, in fondo non le dispiaceva quel
suo modo di fare eccessivamente premuroso.
“È
una parte del suo essere. Non può farci nulla, è più forte di lui”
Blumiere
amava il romanticismo e i piccoli gesti d'amore nella vita di tutti i
giorni, come i baci, gli abbracci etc.
Talvolta,
quando andavano a fare una capatina nel paese lì vicino, il Conte si
dimostrava anche un po' geloso. Ogni volta che a loro si avvicinava
un uomo o comunque un ragazzo, Blumiere iniziava a sentirsi a
disagio, e lei poteva chiaramente percepirlo.
“Mi
vuole tutta per se. Be', io non ho alcuna intenzione di stare con un
altro, cosa crede?”
Si
domandava spesso, senza essere mai riuscita a capire il vero motivo
per il quale suo marito a volte diventava così strano.
Comunque,
era solita a ricordarsi, se avesse voluto vivere da sola ed in pace
non avrebbe accettato la proposta di matrimonio che lui le aveva
fatto prima della terribile tragedia che aveva colpito ambedue.
Insomma,
eccetto qualche difettuccio altamente tollerabile, la vita dei due
amanti sarebbe stata perfetta... se solo Farfalà non fosse stata
cieca.
Aveva
perduto la vista a soli nove anni, e ricordava vagamente le forme e
ancor più vagamente i colori. Questo faceva sì che non avesse mai
visto Blumiere in faccia. E di questo, il Lord della Tribù
dell'Oscurità ne era fin troppo consapevole. Farfalà viveva con
l'anima in pace da molti anni, ma lui non poteva evitare di chiedersi
come sua moglie avrebbe reagito se avesse potuto vederlo. Spesso,
quando si trovavano in paese, si chiedeva se la gente pensasse male
di lui, di come avesse approfittato per la cecità della moglie per
via del suo aspetto. Il Conte, secondo lo standard di quelli della
sua “razza”, i cosiddetti “Oscuri” (utilizzo volgare, che a
volte era ritenuto un po' offensivo), era anche piuttosto bello, ma
pochi membri della Tribù dell'Oscurità avevano abbandonato le loro
origini per vivere in posti più conosciuti, e quindi vedere un
Oscuro non era cosa poi tanto comune.
La
prima impressione che Blumiere dava quando entrava in un locale o in
un negozio, lui ci aveva fatto caso, era di grande stupore. Questa
sorpresa non tardava a trasformarsi in disgusto e soprattutto orrore
quando anche Farfalà si faceva avanti, rendendo il Lord bersaglio di
pregiudizi e pensieri poco eleganti. La sua figura, lui ne era
convinto, doveva apparire come quella di un'egoista sfruttatore. Gli
Oscuri, infatti, potevano apparire in un qualche modo affascinanti
agli occhi degli Umani, ma quasi certamente non “belli”.
Una
mattina di queste, mentre i due piccioncini se ne stavano seduti al
tavolo della pasticceria migliore del paese (un conte del suo calibro
poteva permettersi qualche spesuccia in più), una ragazza si era
avvicinata trotterellando a loro due.
«Ehylà!
Guarda guarda chi si rivede! Le voci che vivevi qui vicino erano
fondate, dopotutto!»
Blumiere
si voltò, notando per la prima volta la giovane donna che si trovava
di fronte al tavolo circolare. Farfalà, invece, fece per dire
qualcosa, ma poi richiuse la bocca, incerta sul da farsi.
«Ci
conosciamo?»
Blumiere
era perplesso. Ricordava di aver visto quella ragazza da qualche
parte, diversi anni prima, ma non riusciva a rammentare chi fosse.
«Rosanne...!»
Intervenne
la Lady prima che la giovane dai capelli rosso-bruno potesse
rispondere. Blumiere si ricordò di quel nome, poi chiese:
«La
cugina di...» Ma non ebbe il tempo per finire che questa lo
interruppe.
«Di
Farfy, ovvio. Non ti ricordavi?»
Quel
modo di fare troppo confidenziale della ragazza lasciò Blumiere
perplesso, ma si ricordò ben presto che quello era sempre
stato il suo modo di fare. Aveva avuto la sfortuna di incontrare
Rosanne quando aveva conosciuto Farfalà, però da una parte doveva
ringraziarla: se non ci fosse stata lei assieme alla cugina,
probabilmente Farfalà non lo avrebbe mai trovato disteso per terra
ai piedi del crepaccio, privo di sensi, e probabilmente lui sarebbe
morto.
«Che
ci fai tu qui?»
Farfalà
pareva più sorpresa del marito.
«Sono
venuta a rompervi le scatole. Qualche problema?»
Sfoderò
uno dei suoi sorrisetti maligni, che a Blumiere non erano mai
piaciuti. Ma Farfalà non poteva notarlo.
«Rosanne,
finiscila di fare la bambina...»
«Su,
cuggy, sono venuta a trovarti! Pensavo che l'avresti presa meglio...»
Mise
il muso, sospirando.
«Sono...
felice che tu sia qui – si corresse gentilmente la Lady – ma sono
anche molto sorpresa. Non pensavo che... ti avrei più rivisto, ecco.
Come va a casa?»
«Oh,
tutto bene... più o meno. Zia si è messa il cuore in pace quando ha
saputo che eri ancora viva... – con “zia”, Rosanne stava
sicuramente riferendosi alla madre di Farfalà, pensò Blumiere – e
io sono riuscita a impedire che si trasferisse qui per starti con il
fiato sul collo come faceva quand'eri ragazza, a patto che io venissi
a controllare che tu stessi effettivamente bene!-
Farfalà
piegò leggermente il capo da una parte, i riccioli biondi che le
accarezzavano le spalle scivolarono dietro la schiena.
«Avresti
dovuto farla venire con te... sicuramente non vedrà l'ora di
vedermi... di persona intendo, e poi mi avrebbe fatto piacere...»
Mentre
le due cugine discutevano, la mente del Lord andò un attimo alla
sua, di madre... era ancora viva? Stava bene? Dopo essere stato
mutato dalla Profezia, il Conte aveva condannato suo padre allo
stesso crudele destino che era stato riservato alla fidanzata, prima
che i due avessero potuto sposarsi, ma lui dubitava altamente che
adesso il vecchio Conte dal cuore più nero della sua pelle si fosse
trasformato in un Pixl e stesse svolazzando per il mondo in preda ad
un'amnesia totale. Con tutta probabilità era morto.
Ma
sua madre? Che ne era della Contessa Fanette? Purtroppo, non aveva
partecipato molto alla vita di Blumiere quando questo era solo un
pargolo, ma era comunque sempre stata dalla sua parte e aveva sempre
preso le sue difese, anche quando aveva scoperto che se la intendeva
con un'Umana.
Poi
Rosanne lo riportò con i piedi... o meglio, con la coda quasi
immateriale per terra.
«E
quindi, insomma, non vorrei sembrare scortese, ma devo lasciarvi.
Entro domani devo essere nel Regno Guanciale per lavoro...»
Farfalà
la interruppe:
«Puoi
prendere l'aereo questa sera, l'Isola Guanciale non è troppo
lontana... potresti venire da noi a pranzo, nel frattempo»
Poi
si rivolse al marito, voltando leggermente la testa verso di lui –
senza però avere la certezza se il suo viso incontrasse quello di
Blumiere – e continuò:
«Se...
se anche per te va bene, amore»
Blumiere
squadrò per un attimo la faccia a forma di cuore di Rosanne, ma poi
acconsentì con il tono più gentile che gli uscì fuori.
«Oh,
ne sarei... grata. E, erm, è tuo marito che cucina, vero?»
Farfalà
comprese dall'asprezza della voce dell'altra che non era del tutto
convinta di tale invito.
«Spesso,
ma perché ti interessa saperlo?»
Era
stato lui a rispondere, con la mascella serrata e lo sguardo torvo.
Rosanne non gli era mai piaciuta, aveva la lingua troppo tagliente ed
i modi alquanto bruschi. Lei continuò a sostenere il suo sorrisetto.
«Farf
non è mai stata una brava cuoca»
Sogghignò.
Blumiere notò che sua moglie era piuttosto rilassata. In fondo, era
molto più abituata alle battute della cugina di quanto non lo fosse
lui.
«Allora
oggi cucinerò io, se tanto ci tieni»
Rispose
seccamente la Lady, con un accenno di sorriso sulle labbra. Il
sorriso sulla faccia di Rosanne, invece, scomparve, rendendo la sua
espressione molto più innocente. Aveva otto anni in meno di Farfalà,
o almeno così ricordava Blumiere, e questo significava che era poco
più che una ragazza. Una ventunenne che però sapeva il fatto suo,
certo. Al Lord ricordava vagamente Mimì, nonostante non riusciva a
capire quale collegamento ci fosse tra le due.
«Però
dobbiamo sbrigarci – Rosanne guardò con aria annoiata l'orologio
che teneva al polso, rosso fuoco come il suo vestito e il fiorellino
che teneva dietro i capelli ramati – sono già le undici e mezzo.
Quanto dista la vostra casetta?»
«Non
molto. Blumiere, andiamo?»
Blumiere
porse gentilmente la mano alla compagna per aiutarla ad alzarsi,
mentre la cugina di questa osservava le gesta cavalleresche del Lord
con un nuovo ghigno divertito. Lui cercò di non farci caso.
«Vado
a comprare un paio di pasticcini per oggi, già che siamo qui?»
Chiese
continuando ad ignorare lo sguardo di Rosanne puntato su di lui.
Farfalà
acconsentì.
«Pensavo
non ti piacessero le case-degli-umani, Blumiere!»
Commentò
con ironia la ragazza, appena messo piede nella villetta dei due,
ricordando al Conte il primo commento disgustato che lui aveva fatto
risvegliandosi in casa di Farfalà, un tempo che ormai pareva remoto.
Blumiere si limitò a piegare un angolo della bocca, seccato.
In
giardino si trovava un albero particolarmente ampio, dove i coniugi
avevano deciso di posizionare un tavolo dove mangiare le giornate
calde. Fu lì che si sistemarono, di fronte alla porta-finestra che
entrava in cucina. Farfalà, dopo essere stata accompagnata ai
fornelli, aveva pregato il marito di lasciarla da sola. Probabilmente
voleva dimostrare alla cugina che era perfettamente in grado di
preparare un pranzo decente.
“Speriamo
non le capiti qualche incidente...”
Come
sempre, il Lord rifiutava di stare calmo, anche perché il più delle
volte che Farfalà cucinava, lui le stava intorno accertandosi che
non facesse danni. Certo, cercava di non farsi sentire, perché
sapeva che l'essere costantemente osservata come una bambina metteva
a disagio la moglie, ma non poteva evitare di farsi sorprendere a
volte. Per quanto gli Oscuri fossero silenziosi, l'udito affinato di
Farfalà era solito ad intercettare anche il minimo frusciare del
mantello del Lord, e questo spesso faceva arrabbiare giustamente la
giovane donna.
“È
da quando ha perso il senso della vista che familiari e amici le
girano intorno in modo continuo. E anche io lo faccio, anche se
capisco il suo stato d'animo...”
Comunque,
per quanto desiderasse andare a vedere se stava filando tutto liscio,
s'impose di restare seduto al tavolo, con Rosanne seduta da un lato
che osservava il giardino. Il tamburellare inquieto delle sue dita
non mise molto ad attirare lo sguardo della giovane in rosso.
«Hai
paura che mia cugina finisca col fare un casino, vero?»
«Ho
paura che tua cugina finisca col fasi male»
Corresse
freddamente lui, gli occhi fiammanti ancora puntati verso la cucina
visibile dalla porta-finestra.
Rosanne
rimase zitta per qualche momento, poi attanagliò la mano del Lord
con un gesto rapido e preciso. Il Conte non fece in tempo a voltarsi
che si ritrovò Rosanne ad un palmo dal naso (metaforicamente
parlando), gli occhi che lampeggiavano di furore, la mano che
continuava a tenere la presa del guanto di lui.
«Tu
sei un mostro, Blumiere... – sibilò con tono assai gelido –
in tutti i sensi. Approfittarsi così di Farfalà... è una cosa
orrenda»
Blumiere
cercò di dire qualcosa, ma le parole non gli vennero su.
«Io
non mi sognerei mai di approfittare di mia moglie...!»
Riuscì
a pronunciare tutto d'un fiato, alla fine. Lei affondò le unghie
nella sua mano, ma lui continuò a restare impassibile.
«Non
c'è limite alla cattiveria, non trovi?»
Blumiere
si liberò dalla presa con un gesto brusco.
«Non
so di cosa tu stia parlando»
Mentì,
sapendo invece benissimo a cosa l'altra si stava riferendo.
«Lo
sai bene, invece. Pensi che Farfalà ti avrebbe mai sposato se avesse
visto cosa sei?»
In
quel momento, la ragazza dai capelli che lanciavano bagliori di fuoco
ogni volta che si muovevano stava mettendo voce ai suoi dubbi.
«Farfalà
mi ama per quello che sono, non le interessa come sono»
«Oh,
certo, ci credo. Lei non può vederti!»
Ribatté
ancora più aspramente. Il cuore di Blumiere prese a pompare sangue
all'impazzata. Odiava quell'argomento, ed iniziava a domandarsi se
Rosanne avesse ragione.
«Lei
sa come sono fatto. Non deve necessariamente vedermi per saperlo»
«Ah,
immagino che qualche parola sul tuo conto e qualche carezza da parte
sua servano molto... ma quando lei tocca la tua pelle perfettamente
liscia, lo sa che è corazzata? E... cosa le hai detto? Lo sa che sei
blu?»
Il
Conte perse la pazienza, si alzò di scatto dalla sedia, torreggiando
sulla figura minuta dell'Umana, riducendo gli occhi a due fessure
rosse:
«Certo
che lo sa. Sa tutto di me, nei minimi dettagli, e non ha bisogno di
vedermi per confermarlo! A lei non interessa il mio aspetto! E
comunque, sono sicuro che mi amerebbe lo stesso se fosse capace di
vedere cosa sono!»
Questo
parve acquietare la giovane, che assunse un'espressione poco convinta
ma comunque sottomessa. L'angoscia di Blumiere, invece, iniziò a
crescere a dismisura. Era raro che si lasciasse sfuggire delle bugie,
eppure per difendersi ne aveva fatto ricorso. In realtà aveva sempre
parlato di se in modo vago, in modo da non “spaventare” la
moglie, e non era del tutto convinto che Farfalà lo avrebbe amato
nonostante il suo aspetto.
Rosanne
si rimise seduta, e così fece il Lord. Passarono altri minuti di
silenzio, quando la giovane riaprì bocca:
«Certo
che sei poco furbo»
Commentò
rozzamente. Lui non rispose, domandandosi però cosa intendesse.
«Sai
che la mia cugina è cieca, eppure la vostra casa è uguale a quella
di un normale Essere Umano. Perché?»
Chiese
piegando il capo da un lato in modo innocente. Blumiere cercò di
tenere a bada la rabbia:
«Prima
dici che approfitto troppo di Farfalà, ed ora mi vieni a dire che me
ne approfitto troppo poco?»
Rosanne
sorrise tristemente.
«Okay,
forse ho esagerato un pochino... chiedo perdono, sono fatta così. La
mia lingua non ha freni...»
“Me
ne ero accorto, grazie...”
«Però
è strano che tu non ti sia concesso un luogo lugubre e tetro. A lei
cosa può importare?»
Blumiere
sentì il sudore scendergli lungo il collo. Una strana sensazione lo
colse allo stomaco.
«Per
prima cosa – iniziò mantenendo la calma – questa era la casa di
suo nonno, che poi lasciò a lei in eredità senza che lo sapesse, e
soprattutto... soprattutto ogni cosa deve essere perfetta per lei.
Lei si
merita
la perfezione, mentre io...»
«Mentre
tu no, o sbaglio?»
Concluse
lei. Il Conte dell'Oscurità abbassò il capo.
«Certo,
mia cugina ha avuto coraggio a sposare un maniaco assassino come te.
Io non ci sarei mai riuscita, anche se fosse stata l'unica cosa da
fare per salvare tutto il creato»
«Ero...
sotto l'effetto del Profeticus...»
Cercò
di giustificarsi. Ma prima che la lingua tagliente di Rosanne potesse
colpire ancora, un grido fece sobbalzare entrambi. La mente
dell'Oscuro fu velocissima: grido →cucina→Farfalà→incidente.
In meno di mezzo secondo il Lord, bianco in faccia, si smaterializzò
davanti al volto incredulo della cugina della Lady.
«Farfalà!!!»
Fu
l'unica cosa che riuscì a dire appena si fu teletrasportato in
cucina. Farfalà si trovava poco lontana dalle pentole messe a
cuocere sui fornelli, con una smorfia di dolore dipinta sul volto. Si
reggeva la mano destra con la sinistra, tremante. Blumiere non perse
tempo ad attirare a se la moglie con un “abbraccio” per poi
prenderle delicatamente la mano nella sua. Il palmo era completamente
arrossato, ma nel complesso non sembrava esserci altro.
«Blumiere...?»
Chiese
sapendo già la risposta. Lui le chiese se andava tutto bene, e lei
rispose con un sorriso tranquillizzante:
«Non
preoccuparti, non è successo nulla. Mi sono solo scottata... sarebbe
stato peggio se mi si fosse rovesciato il pentolone bollente addosso»
Nonostante
avesse cercato di apparire il più calma possibile, la bocca
contratta dal dolore continuava a far star male Blumiere.
«Uh,
emm, e... e il pranzo comunque è pronto...»
Ma
l'altro avrebbe avuto lo stomaco chiuso per tutto il giorno.
«Su,
ti vado a prendere delle bende per la mano, tu stai ferma qui e non
toccare nulla...»
«Ma
Rosanne...»
«Rosanne
dovrà aspettare, tesoro»
Poteva
apparire una cosa ridicola, ma Blumiere si ostinava a chiamare la
mogliettina con vezzeggiativi quali “amore, tesoro...”, anche nei
momenti più improbabili.
Mentre
il Conte cercava una pomata e delle fasce, Rosanne raggiunse la
cugina.
«Che
hai combinato?»
Farfalà
sventolò leggermente la mano dolorante.
«Volevo
prendere il sale... ed ho toccato la pentola»
Rosanne
esaminò la pelle martoriata dal calore:
«Non
è nulla di serio, però dovresti metterla sotto l'acqua...»
Fece
avvicinare la parente al rubinetto dell'acquaio, per poi aprire la
cannella e far mettere la mano della cugina sotto il getto.
«Ma
è calda...!»
«Deve
essere calda, o rischi che ti ci venga una vescica e che poi ti
faccia il doppio del male»
Rosanne
si accertò che Blumiere non fosse ancora tornato, poi ne approfittò
per sghignazzare una delle sue battute di poco spirito:
«Be',
certo che non potevi trovarti marito più brutto!»
Farfalà
ribollì di rabbia come la pentola ancora sul fuoco:
«Non
m'interessa com'è fatto Blumiere! Io lo amo»
E
con quel tono sferzante, mise fine alla discussione.
Commento
No,
non abbiate paura, non ho intenzione di iniziare una nuova fan
fiction lasciando le altre a metà. Semplicemente questa doveva
essere una one-shot ma è venuta troppo lunga per essere postata in
un solo capitolo. Quindi ho deciso di dividerla in due parti.
Allora...
Rosanne è un personaggio inventato da me che avevo intenzione di far
apparire nella storia di BxF, terza della saga di Luce&Oscurità.
Ma dato che qui tornava bene, ho anticipato la sua comparsa. Adesso
vi rendete già conto di come sia affilata la sua lingua... e di
quanti pochi scrupoli si faccia a dire quel che pensa. Inoltre... no,
vi prego, non attaccatemi perché ho reso cieca la povera Farfalà.
Scoprirete alla fine che i vostri dubbi erano infondati ;)
In
questi giorni pubblicherò la seconda parte, non preoccupatevi,
perché sarò veloce. Quindi per il momento vi saluto, ciao!
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