Il ritorno del passato

di WindWater
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Harry era lì, al rifugio dell'Ordine. Seduto nella penombra e nella polvere, teneva le braccia distese sulla poltrona e guardava fisso davanti a sé.
 Erano passati due mesi dalla morte del Signore Oscuro, ma lui, ovviamente, ripensava a tutto quello che era successo ogni volta che poteva, era diventata quasi un'ossessione. Le immagini di morte e di felicità gli scorrevano in una danza eterna davanti agli occhi, vedeva Remus disteso privo di vita, vedeva se stesso privo di vita, ma allo stesso tempo ricordava l'abbraccio di Ron ed Hermione ed il caldo bacio di Ginny.
Ogni volta che ne aveva bisogno si recava in quel posto, per stare con i suoi pensieri, per stare in solitudine, nella calma più totale, aveva bisogno di tempo, tempo per riprendersi, erano successe tante cose, anche terribili, e lui non aveva ancora metabolizzato il tutto. 
Aveva trascorso gli ultimi mesi a casa Weasley, ma neanche tra il calore di coloro che lo amavano, era riuscito a liberarsi dalle tenebre, che continuavano a popolare cuore e mente, quasi il chiacchiericcio dei suoi amici cominciava ad infastidirlo. 
Un raggio di sole attraversava il suo corpo, entrando da una finestra più in alto. Per un momento, un breve istante, si sentì rilassato. Poi, improvvisamente, il freddo, brividi percorrevano il suo corpo e poi dei passi. Passi pesanti, che percorrevano lentamente, ma rumorosamente, il corridoio che dava sul salotto. Harry sfoderò la bacchetta senza pensarci un secondo di più ed andò nel corridoio. Non sapeva chi poteva essere, temeva di avere qualche sorpresa, e nel profondo era arrabbiato di essere stato disturbato. Erano ciascuno alle due estremità. Harry lo intravide davanti a sé, un'ombra nulla di più e gridò:<< Stupeficium >>.
L'incantesimo, con gran stupore del mago, attraversò l'essere. Potter continuò, ma era tutto invano. 
L'altro avanzava, senza timore, sicuro di sé, la sua presenza era forte, antica e maligna. Allora il giovane mago curioso e preoccupato, quasi spaventato disse: << Lumos >>. 
A quel punto lo vide, pizzetto nero, barba ben curata, capelli neri, alto, immobile nel corridoio, illuminato a distanza dalla sua bacchetta. 
Era sicuro di averlo già visto da qualche parte, ma non ricordava dove, ed aveva qualcosa di fortemente familiare. 
Lo vide aprire la bocca per dire:<< Buon pomeriggio "nipote", grazie ad una tua "sconsiderata" azione commessa sessanta giorni fa, subito dopo aver ucciso il mago oscuro, mi hai permesso di essere qui oggi... >>. 





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