–
笑み –
Sorride. Da quando
lo conosco, l’ho visto davvero poche volte assumere
un’espressione preoccupata o arrabbiata.
Il suo sorriso poi
è uno di quelli contagiosi. Tutta la squadra sta
bene, se c’è lui nei paraggi.
Tutti sono
più felici.
Soprattutto lei.
“Ukitake-taichou!”
Una voce familiare, abbastanza grossa
per essere femminile,
e soprattutto troppo profonda per provenire da un corpo così
minuto, mi chiamò
quella mattina con un sorprendente entusiasmo.
“Dimmi, Kuchiki.”
Si fermò davanti a me, il
viso leggermente arrossato per la
corsa.
Trasse dei lunghi respiri, prima di
inchinarsi davanti a me
e farmi quell’insolita richiesta.
“Potrei usare i campi
d’addestramento della tredicesima
compagnia?”
Avrei voluto chiederle il motivo, ma
mi precedette prima che
potessi aprire bocca:
“Vorrei allenarmi assieme
ad Inoue, se non le dispiace.”
Mentre me lo chiedeva, il suo tono
era duro e deciso. Il
viso traspariva determinazione, e voglia di diventare più
forte. Sapevo che
voleva fare ciò in vista della dura battaglia che di
lì a qualche mese avrebbe
coinvolto tutti noi.
Alzò leggermente la testa
e mi guardò dritto negli occhi.
Non c’era ombra d’incertezza in quello sguardo.
“Beh, io non ho nulla in
contrario…”
Solo ero leggermente sorpreso. Fino
ad allora Kuchiki non
aveva mai fatto alcun tipo di richiesta, né a me
né agli altri membri della
compagnia.
Di solito ubbidiva ciecamente agli
ordini e, dalla sua morte, si
allenava per conto suo,
nella mansione dei Kuchiki.
“Grazie infinite,
Ukitake-taichou.” La voce di Kuchiki si
era fatta più dolce, carica di gratitudine. Alzai lo
sguardo, e vidi nel
giardino, dietro la porta semi aperta, una ragazza dai capelli castano
chiaro
che ci osservava.
“Vieni pure dentro anche
tu.” La invitai ad entrare.
Le due sobbalzarono
all’unisono. Kuchiki mi guardò un po’
confusa, poi si voltò dall’altra parte e fece un
segno di assenso con la testa
verso l’altra ragazza.
Quella, titubante, fece qualche passo
verso di me, poi fece
un grazioso inchino.
“Tu non sei una dei
ryoka?” le chiesi, sorridendola.
“Sissignore!” si
mise buffamente sull’attenti “Orihime
Inoue, signore!”
“Non
c’è bisogno di essere così
formali!” le dissi “Chiamami
pure Ukitake-taichou.”
Annuì con la testa.
Kuchiki sorrise verso di lei, poi guardò
me, attendendo.
“Bene allora, potete
andare. Permesso accordato.”
Le guardai salutarmi con un
rispettoso inchino, ed uscire
una dietro l’altra.
“Com’è
cambiata,Kuchiki.” Mi ritrovai a pensare, guardandola
parlare animatamente con la ryoka. Decisi di andare ad osservare il
loro
allenamento, ma solo dopo aver fatto un salto da Kaien.
Essì, avevo tante cose da
raccontargli. Indossai l’haori.
Fuori c’era un venticello fresco che avrebbe anche giovato
alla mia situazione.
Mi sistemai i capelli. Ormai mi arrivavano quasi al fondo schiena.
Erano
diventati forse troppo lunghi, ma non m’importava.
Insomma, per colpa della malattia
avevano perso colore. Se
li avessi tagliati corti, sarei sembrato un vecchietto.
“Ma
tu sei un
vecchietto.”
Mi tornarono in mente le parole di
Shunsui. Me l’aveva detto
una delle tante volte in cui stavo male.
Gli avevo parlato di questa mia
fissazione dei capelli, e
lui l’aveva liquidata con questa spiritosaggine.
Però in effetti, io e Shunsui
non siamo proprio dei baldi giovani.
Mi incamminai
verso il luogo in cui seppellimmo i corpi di Kaien e sua moglie. La
radura dove
quella notte si consumò la tragedia. Faceva sempre un certo
effetto andare lì.
Aleggiava sempre un’aria
fin troppo tranquilla, sinistra. Mi
addentrai tra gli alberi e dopo qualche passo, scorsi le due lapidi di
marmo
grigio.
“Come va
ragazzi?” mi inchinai davanti alla tomba con le
mani giunte e recitai una preghiera in loro ricordo.
Dopodichè mi sedetti. Le due
lastre luccicavano al sole perfettamente pulite. Sembrava quasi che il
tempo su
di loro non avesse agito. Nonostante gli anni, non avevano
un’ammaccatura o un
graffio. La iscrizioni si leggevano ancora chiaramente:
“Qui
giace il grande
Shiba Kaien. Fratello generoso, compagno impavido e stimato guerriero.”
“Qui
giace Shiba
Miyako. Moglie devota come tante, soldato esemplare come
poche.”
Nonostante il loro aspetto
impeccabile, le poche volte in
cui riuscivo ad andarci le lucidavo con cura e prima di andarmene,
depositavo
ai loro piedi dei piccoli mazzolini di fiori freschi.
“Avete visto che bella
giornata oggi? C’è un bel sole, ma il
venticello è quello d’autunno. Sarebbe una
giornata perfetta per uno di quei
pic-nic d’allenamento che facevamo tutti assieme. Ti ricordi,
Kaien? Ti piaceva
un sacco portare tutta la squadra in trasferta nei boschi. Me lo
chiedevi
spesso. Ci divertivamo un sacco, e quando tornavamo in caserma eravamo
sempre
esausti ma contenti. Ci manca la tua allegria. Quel posto vuoto
è davvero
triste… Come ti avevo già detto, le tue mansioni
a volte le occupano Kotsubaki
e Kotetsu, ma sai come sono quei due… Sempre a litigare per
avere la meglio.”
Tossii un poco, e respirai a fondo. “Shunsui sta bene, come
al solito. Dorme,
beve, fa il cascamorto con Ise, e lei puntualmente lo liquida con
freddezza. Io
faccio un giorno in piedi e dieci a letto… Come vedi, noi
non siamo cambiati di
una virgola. Come dici? Vuoi sapere come se la passa la tua prediletta?
Calmo,
ci stavo arrivando.
Kuchiki-dono è
l’unica fra noi che è cambiata, sai? Mi
ricordo bene che, nei primi periodi in cui era entrata a far parte
della
divisione, mi dicevi sempre che era troppo chiusa. Ti lamentavi spesso
che
probabilmente non le piacevi e cose così. Beh tu non
l’hai mai saputo, e come
un perfetto tonto non te ne sei accorto… Ma Kuchiki-dono era
innamorata di te,
vecchio mio. Chissà perché non te ne ho parlato
prima… Essì,
proprio così. Se fossi ancora vivo, di
sicuro avresti fatto la tua solita faccia sorpresa, quella che ti
faceva
risaltare la fossetta sul naso. Però, dai. Che ingenuo che
sei stato. Si
vedeva, altrochè se si vedeva. Se ne sono accorti tutti,
tranne il diretto
interessato. Pensavi fosse solo restia nei tuoi confronti,
perché lei era un
sottoposto senza grado e tu un tenente.
Mi ricordo con quanta testardaggine
hai cercato di
instaurare un rapporto con lei. Purtroppo Kuchiki era estremamente
timida a
quel tempo. E suo fratello poi… Come ti guardava, quando le
stavi vicino e le
parlavi in tono così confidenziale…
Ora Kuchiki è diventata
più socievole. Da quando ha
incontrato quel ragazzo, Kurosaki Ichigo, la sua vita ha preso una
svolta. Sai
che ti assomiglia parecchio? Siamo rimasti tutti sconcertati. Non parlo
solo
dell’aspetto poi. Anche il suo modo di fare, così
spavaldo e sicuro…
Sono molto legati quei due. E sembra
che ci sia qualcosa di
più da entrambe la parti, ma temo che orgogliosi come sono,
non
l’ammetterebbero mai… Ah e poi Kuchiki ha anche
un’amica ora. E’ una bella
ragazza dai capelli castani, molto allegra. Oggi si allenano assieme.
Sembrano
andare davvero d’accordo… Sono felice che
finalmente si sia aperta a qualcuno.
Trovo che sia diventata anche più bella, da quando sorride
di più. E anche
molto più forte.” Feci un attimo di pausa, per
riprendere fiato.
“Fra
poco andrò ad
osservare il loro allenamento, sono curioso di vederle in azione.
Soprattutto
Orihime-chan… ha dei poteri davvero insoliti, che non ho
idea da cosa siano
dovuti.”
Mi alzai in piedi e mi avviai verso
il campo di fiori lì vicino
per coglierne di nuovi. Erano piccoli e bianchi, dal profumo
dolciastro. Il
vento si stava alzando e dovetti ripararmi meglio. Tossii
un’altra volta, più
forte. Accidenti, non ci voleva in un momento come quello.
Tornai indietro e misi i fiori ai
piedi delle tombe di Kaien
e Miyako.
“Ecco qua, freschi freschi
appena colti!” Giunsi nuovamente
le mani e mi inchinai “Statemi bene,
lassù.”
Quando mi voltai per andare verso il
campo d’addestramento,
mi sembrò quasi di sentire Kaien che mi ringraziava, con
quella sua voce troppo
alta e imperiosa, ma dal tono gentile.
Sorrisi. Anche io, da quando se
n’era andato, lo facevo
sempre più spesso.
“Sei
contento, Kaien?
Hai contagiato anche me.”
(xxx)
Nota
dell'autrice:
Lo so, le
one shot
sono corte e blabla.... Ma adoro scriverle. Dirette ed incisive... O
almeno
spero lo siano XD
Questa
è stata buttata
giù in una calda mattina di agosto, e il risultato... Boh,
decidete voi xD
La scelta di
Ukitake
come,diciamo, voce narrante, è stata alquanto sofferta.
C'erano tanti modi per
raccontare quelle cose, ma forse Kaien avrebbe preferito che fosse
Ukitake a
raccontargliele. Dico forse perchè su loro due in fin dei
conti, sappiamo poco.
Davvero poco. Il che mi porta ad immaginare come doveva essere il loro
rapporto.
Superiore e sottoposto, certo, ma sullo stesso livello. Erano amici.
Ukitake
era l'unico confidente di Kaien, da quando aveva lasciato la casa degli
Shiba.
Era la persona più vicina a lui. Secondo me non aveva questo
rapporto nemmeno
con Miyako. Nonostante fosse sua moglie.
Spero che
possa
piacervi, e scusate se scrivo queste note inutili xD Grazie per gli
eventuali
commenti e recensioni <3
Grazie a
Frances che
come sempre mi sostiene e mi sopporta <3
Grazie a Ri
per avermi
consigliato sul titolo xD
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