Wait for sleep

di Porrima Noctuam Tacet433
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She has too much pride to pull
the sheets above her head

Dream Theater-Wait for sleep.

 

L’orgoglio lo imparasti da lei. Ricordi bene come bruciava, e come bruciavi anche tu, nel suo sguardo folgorante.  Uno sguardo che ancora ti perseguita, nei tuoi sogni.

Sono sogni strani, tra l’incubo e la pace. Tra la paura e la malinconia, l’odio che non eri mai riuscito a provare veramente e l’amore e il desiderio di rendere felice la vita di Walburga Black.

Tua madre non era mai stata un mistero per nessuno. Voleva apparire esattamente come quel che era, con il suo feroce desiderio di essere notata, ammirata, temuta. Il suo sguardo ardeva di rimpianti e orgoglio, di rabbia e vanità. Non riuscisti più a distinguere questi sentimenti l’uno dall’altro, una volta che tua madre sprofondò nella follia.

Pensavi a lei in ogni momento, e per ogni azione che compievi. Desideravi essere come lei, avere il suo stesso sguardo temuto, anche solo per farti amare da tua madre. Ma crescendo imparasti solo metà dei suoi impliciti insegnamenti. Era Sirius quello che sarebbe riuscito a raggiungere il traguardo, ad avere la sua stessa ferocia distruttiva negli occhi, a rilasciare il suo stesso calore. Non tu.

Non ti sei mai completamente arreso a questa idea.

Però, una cosa l’avevi imparata. L’orgoglio, quello sì, la tua anima ne era intrisa, infettata nella sua essenza più profonda.  Quell’orgoglio che da piccolo ti frenava quando provavi il desiderio di nascondere la testa sotto alle coperte, pensando che lei non lo avrebbe mai fatto. Che un Black, non l’avrebbe mai fatto.

Questo stesso sentimento di rivalsa verso il mondo vedesti allo specchio quando decidesti di morire, o di iniziare a vivere, una volta e per sempre.

Quella notte, ti trovasti sulla soglia della sua camera, ad osservare i riflessi che la luce della luna creava sul suo lenzuolo immacolato. Lei non urlava, non farneticava. Non sembrava più folle, mentre piangeva sotto alle coperte, ma piccola e indifesa e triste. Non le dicesti addio, né qualunque altra cosa.

D’altra parte, ti aveva insegnato l’orgoglio, non la consolazione.

Prendesti il medaglione di Salazar, chiamasti il tuo fedele elfo, e ti sentisti più vicino a tua madre di quanto fossi mai stato.

Anche tu, in quel momento, aspettavi di addormentarti, desiderando che la pace arrivasse in fretta.





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