E poi tutto
finì.
«Semir...
guardami,
ascoltami, andrà tutto bene.» ripeteva Ben ormai
quasi automaticamente,
lanciando un’occhiata alla strada ed una al collega.
L’uomo annuì leggermente controllando la
velocità a cui stavano viaggiando: 180
km/h.
«Ben ha ragione, tranquillo.» continuò
Max dal sedile posteriore.
Bronte era rimasto all’aeroporto.
L’ambulanza davanti a loro sfrecciava sicura a sirene
spiegate verso l’ospedale
della città accanto perché quello di El Fahim non
era sufficientemente
attrezzato.
Ma quanto distava ancora questo ospedale?
~~~
Clara
si sedette sul
divano dopo aver cacciato un urlo, piegata in due dal dolore, di nuovo.
Aveva appena avuto una contrazione, sì, la seconda
contrazione, ne era sicura.
Ma perché così presto? Ancora mancavano
più di due mesi alla data stabilita per
il termine della gravidanza.
Fece un respiro profondo, tentò di tranquillizzarsi.
Afferrò il cellulare e compose in fretta il numero di suo
padre.
~~~
Semir
intravide solo
per un attimo il viso della moglie, appena prima che le porte della
sala
operatoria gli si chiudessero in faccia. Ma quell’attimo fu
più che sufficiente
a mandarlo ancora più nel panico: era immobile e
pallidissima, non sembrava nemmeno
respirare.
Si lasciò cadere su una sedia del bianco corridoio e,
finalmente, pianse.
~~~
Clara
tremava.
Seduta su quel letto in una stanza del freddo ospedale di Colonia, la
mano
nella mano del padre, tremava come una foglia e non per il freddo ma
per la
paura.
«Stai tranquilla, andrà tutto bene, sono qui con
te.» disse il signor Offback
con voce calda, accarezzandole delicatamente i capelli.
«Papà, ho paura.».
Ben non c’era. Lei stava per partorire in anticipo di due
mesi e Ben non era
con lei. Non sapeva nemmeno se fosse vivo o meno.
Un’altra contrazione, ormai erano molto ravvicinate.
Calde lacrime cominciarono a scorrere lungo le guance della ragazza,
nel giorno
che sarebbe dovuto essere il più felice della sua vita.
~~~
Ben
si sedette accanto
all’amico «Ehi... Semir, calmati, andrà
tutto bene...».
L’ispettore scosse il capo, tra le lacrime «No...
non andrà tutto bene... il
medico... prima di entrare ha detto che...».
«Lo so, che sarebbe stato un intervento difficile. Ma questo
non vuol dire che
non riesca!».
«Ben... dovevo essere colpito io! Ero io il bersaglio,
maledizione!».
Il più giovane sospirò, senza sapere come poter
tentare di tranquillizzare
l’amico «Semir, ascoltami, Andrea ce la
farà!».
Ma il turco non sembrava nemmeno ascoltarlo, era disperato,
completamente.
«Io non ce la faccio se... se...» e riprese a
piangere, scosso da violenti
singhiozzi.
In cinque anni di lavoro fianco a fianco Ben non ricordava di averlo
mai visto
così disperato prima di quel momento.
~~~
Clara
urlò ancora una volta
mentre una serie di persone in camice bianco si disponevano
attentamente
attorno a lei pronte ad aiutarla a partorire.
«Signora, adesso però deve
tranquillizzarsi.» le disse il medico con voce
delicata ma ferma «Deve concentrarsi, va bene?».
La ragazza scosse il capo terrorizzata.
Ben, dov’era il suo Ben? Perché non era accanto a
lei, perché non c’era?
«Mi ascolti... deve stare tranquilla e tra poco
sarà tutto finito.».
~~~
Max
misurava il
corridoio a grandi falcate senza fermarsi un momento. Il senso di colpa
lo
stava divorando letteralmente dall’interno.
Suo padre aveva appena sparato alla moglie di Semir, non riusciva a
crederci!
Se prima lo odiava e basta, adesso si vergognava di avere nel sangue il
sangue
di quell’uomo orribile. Sperava che quella donna che nemmeno
conosceva si
riprendesse, o non se lo sarebbe mai perdonato.
Ben, poco distante, aveva un nodo in gola che non voleva saperne di
sparire.
Era terrorizzato dall’idea di ciò che potesse
accadere ad Andrea, a quella
donna che gli aveva sempre voluto bene come se fosse stato suo figlio.
E allo stesso tempo aveva un altro strano presentimento... Clara...
~~~
«Forza,
dai, ancora un
piccolo sforzo!» quasi gridò il medico
«Forza, spinga che ci siamo quasi!».
Ancora uno sforzo, un dolore mai provato e poi a Clara
sembrò per qualche breve
istante di non sentire più nulla.
Chiuse gli occhi e quando li riaprì un’infermiera
le stava già porgendo un
piccolo fagotto bianco.
La ragazza lo prese e lo osservò per un attimo senza parole.
Era una femmina.
Bianca... era così piccola...
Clara scoppiò a piangere, di nuovo, ma questa volta le sue
lacrime esprimevano
una gioia incontenibile.
Rideva e piangeva insieme, non riusciva a crederci...
Bianca!
~~~
Quando
le porte
scorrevoli si aprirono, Semir non ebbe il coraggio di alzare
immediatamente lo
sguardo.
Sentì il medico avvicinarsi e vide il collega seduto accanto
a sé scattare in
piedi e andare incontro all’uomo che avanzava in camice
bianco.
Poi alzò gli occhi e lo vide.
Vide Ben chiedere al dottore e questi rispondergli in un sussurro.
Vide Max da distanza fare altrettanto e in risposta ricevere da parte
di Ben
un’unica, eloquente occhiata.
Quindi diresse lo sguardo direttamente negli occhi del medico e lo
interrogò
senza parlare.
Anche lui rispose senza bisogno di parole.
Bastò un rapido movimento del capo per comprendere.
Bastò quel “no” appena accennato.
... E poi tutto finì.
THE
END
Eh
già, questa volta
niente lieto fine. O meglio, dipende dai punti di vista, almeno Clara
è
riuscita a partorire e Ben è diventato papà anche
se ancora non lo sa. Ma
Andrea...
Grazie, grazie davvero a tutti coloro che hanno seguito questa storia e
un
grazie ancora più grande a chi ha recensito. Grazie a Maty,
Furia, Chiara,
Rebecca, Miki, BlackFire per i consigli e per le vostre opinioni
capitolo per
capitolo, mi hanno fatto davvero molto piacere.
Per concludere la serie mancano ancora due storie, la prima delle quali
arriverà presto, spero che vorrete seguire anche quella.
Grazie mille ancora e alla prossima, sperando di non avervi annoiato.
Un bacio
Sophie :D
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