Allora... in
un tempo assai lunge,
felice fui molto; non ora:
ma quanta
dolcezza mi giunge
da tanta
dolcezza d'allora!
Silena si rigira tra le
mani l'elmo dorato. Un velo di sorriso le corre sulle labbra,
stranamente non truccate di un colore brillante. Sta ripensando al suo
adorato Chars, alla sua pelle color cioccolato fondente, ai suoi occhi
scuri e caldi.
Per un attimo, un po' di tristezza la invade, ma una dolce, di quelle
che si provano quasi con sollievo. La dolcezza, quella riempie i suoi
ricordi più cari. Quella che le impedisce di buttare via
l'elmo, ancora stretto tra le sue mani, ed indossare nuovamente quel
braccialetto, l'inizio del suo tradimento.
Quell'anno! Per anni che
poi
fuggirono, che fuggiranno,
non puoi, mio pensiero,
non puoi,
portare con te, che
quell'anno!
La figlia di Afrodite
prende con riluttanza il braccialetto di Crono, che l'aveva segnata
come sua spia. Come ha fatto ad accettare un ruolo tanto subdolo? Si
domanda, guardandosi negli occhi attraverso lo specchio.
Solo una cosa l'aveva fatta ragionare: la morte del suo amato. Al
ricordo di Percy che le riporta quella nefasta notizia, gli occhi le si
riempiono di lacrime. Se ne asciuga una, repentinamente, e si gira,
dando le spalle allo specchio. Prende in mano la foto di lei e Chars
insieme, posando l'elmo dorato, e l'accarezza, prima di baciarla con
tenerezza.
-Ti porterò con me, amore mio.-
Sussurra, prima di infilarla in una tasca.
Un giorno fu
quello, ch'e' senza
compagno,
ch'e' senza ritorno;
la vita fu
vana parvenza
si' prima, si'
dopo quel giorno!
Nel metterla via,
però, la ragazza non può non pensare che non
toccherà più il suo ragazzo, che non
potrà più baciarlo o sentire la sua profonda voce
sussurrarle le cose più dolci che lei abbia mai sentito.
A quel sentimento inarrestabile di tristezza, Silena non può
che farsi trascinare in un pianto selvaggio, appoggiandosi al muro. Si
lascia scivolare contro la parete, fino a che non si siede a terra, con
la testa nascosta tra la mani ed il corpo scosso dai singhiozzi.
Dopo un tempo che le pare infinito, si alza, si asciuga le ultime
lacrime, che le rigano le guance, e sul suo volto nasce un'espressione
determinata. Torna a guardarsi nello specchio ed indossa l'elmo.
"Sembro davvero Clarisse. Perfetto."
Pensa, uscendo dalla sua cabina e dirigendosi verso le scuderie.
Un
punto!... cosi' passeggero,
che
in vero passo' non raggiunto,
ma
bello cosi' che molto ero
felice,
felice, quel punto!
Il vento le scompiglia i pochi capelli che escono
dall'armatura. E' tesa, ma sa anche che è la cosa migliore,
quella più giusta da fare: sacrificarsi per i suoi veri
amici. Sa che uno degli obiettivi del nemico è Clarisse, per
questo le ha rubato l'armatura. Salvare la sua migliore amica, l'unica
che le è rimasta sempre accanto, è l'unica cosa
che conta.
A New York la battaglia imperversa intorno a lei. Silena individua
subito il suo bersaglio, il drago, che sta addosso ai suoi amici. Non
può permettergli di fare loro del male.
Sprona i cavalli-scheletro, che trainano la biga della cabina 5, per
farli correre incontro alla bestia, impugna la lancia e parte alla
carica, urlando per attirare l'attenzione del drago su di lei.
Tutto intorno alla ragazza è una macchia indistinta di
semidei e mostri, perché la sua attenzione è
tutta per il drago che ha davanti.
Dopo attacchi e parate, la creatura mitologica colpisce la figlia di
Afrodite.
Caduta a terra, viene subito circondata dai suoi amici, dalla sua
famiglia. Clarisse piange di fianco alla ferita, che le sorride. Silena
cerca di alzare la mano, per consolare la semidea.
-Ssh.. Va bene così.-
Cerca di consolarla, con la voce che è quasi un sussurro
flebile.
-Io... Io lo vedo-
Queste sono le sue ultime parole, prima di sorridere radiosa ed esalare
l'ultimo respiro.
Silena ora è felice. Ha finalmente ritrovato il suo amato,
che tiene stretto in un abbraccio.
-Ti stavo aspettando, mia dolce colomba.-
-Sempre insieme, Chars. Nulla ci separerà.-
E, mano nella mano, la figlia di Afrodite ed il figlio di Efesto si
allontanano, entrando insieme nei Campi Elisi.
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