Insanity

di Nemorah
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                                                         Insanity 

E ancora mi lasci con quello strano senso di vuoto, somiglia ad una voragine al centro del petto.
Afferro con le dita il bianco tessuto della mia veste e stringo come per impedire ad una ferita aperta di sanguinare.   
Attraverso la stanza, scendo le scale, sbatto contro ogni oggetto che mi si presenta davanti, fa male.
Corro!
Inciampo.
Mi rialzo, con una spinta stringo più forte, no non ci sei più, non più davanti a me. 
Mi ritrovo nel cortile con il viso asciutto, il dolore è sordo, stringo intensamente. 
Faccio un altro passo, la pioggia colpisce il mio corpo, fredda, anestetizza, mi fermo lì al centro sotto le gocce, lo sguardo rivolto a terra. Piccoli cristalli scivolano sui miei capelli neri, sulle mie ciglia, e tutto torna a fare male.
Stringo la mano sulla mia carne, vorrei stappare, vorrei scavare, polverizzare il centro di quel dolore. 
Affondo le dita, fa male, ma niente di più, non riesco a stappare, non riesco a sentire lo scorrere del sangue sulla pelle. 
Ah! Come lo vorrei!

E' inutile! 
Sono troppo debole.
Le ginocchia cedono, la mano si abbassa e io piango. 
Piango la mia impotenza, il mio dolore. 

E' tutto cosi dolce! 
Fa sentire dannatamente vivi! 
Una risata! 

Ne voglio ancora ! 

Ti vengo a cercare.              




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