Into light, into darkness

di Midnight the mad
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EPILOGO
Il sole stava calando lentamente oltre la linea dell’orizzonte e io me ne stavo lì, seduta sugli scogli, a guardare il mare. Il libro che mi ero portata da leggere era appoggiato accanto a me. Era una bella domenica di primavera e la gente aveva deciso di passarla in compagnia facendo pic-nic o cose del genere, ma io avevo preferito venire lì. Da sola.
Non sapevo bene come mi sentissi. Un po’ strana, probabilmente. L’ultimo anno era passato così in fretta, ed era stato così strano. Vedere Elgrandir prepararsi per quello che probabilmente sarebbe stato un periodo di pace era stato qualcosa che probabilmente non era mai successo prima. Ma il gesto di Samael e Lucifero era riuscito a cambiare qualcosa.
Non mi veniva da piangere. Avevo pianto spesso, di notte, nell’ultimo anno, e tutte le volte avevo trovato Mike ad abbracciarmi e a piangere con me. Avevamo ottenuto la pace, ma lui aveva perso un padre e io... un amico. Perché, per quanto Lucifero non fosse mai davvero stato un padre per Mike, forse sarebbe potuto diventarlo. E per me... alla fine, in qualche modo, ero riuscita quasi a volergli bene.
Eppure capivo che quella che aveva fatto era l’unica cosa possibile, e non ce l’avevo con lui. E, stranamente, neanche con Samael. Avevano fatto entrambi degli errori, ed entrambi adesso sapevano di aver risolto le cose. Probabilmente era l’unica soddisfazione che si erano potuti permettere in un momento del genere.
E, dopo, le cose erano andate meglio. Davvero meglio. Il Paradiso si era aperto, e così le prigioni dei Caduti. E io ero rimasta lì, ad aspettare che le cose facessero il loro corso, a riuscire finalmente ad essere me. A non essere un angelo per metà, a non essere Eva, ma solo una ragazza di diciannove anni con ancora un bel po’ di vita davanti, e qualcuno con cui viverla.
Presi il libro, lo aprii. Sulla prima pagina, c’era una dedica. Una dedica che avevo letto e riletto centinaia di volte.
E se vale la pena rischiare, io mi gioco anche l’ultimo frammento di cuore.
Il libro me l’avevano regalato Mike e Jo, quasi un ricordo di quell’ultimo giorno, della volta in cui mi ero giocata la vita perché valeva la pena rischiare.
Sì, ne valeva la pena, e ne sarebbe sempre valsa la pena.
Mi alzai in piedi e presi un respiro. Non avevo più volato da quando Lucifero era morto. Usare le sue ali mi faceva troppo male. Ma quel giorno, per la prima volta, riuscii ad aprirle.
Sentii il vento scivolarmi tra i capelli, e pensai che forse era quello il punto. Giocarsi l’ultimo frammento di cuore per riuscire a ritrovarsene uno intero, forse.
- E allora giochiamo. – mormorai, anche se nessuno poteva sentirmi.
E spiccai il volo.


E quindi eccoci alla fine... ringrazio tutti quelli che hanno seguito e recensito, e spero che ci vedremo con altre storie.
Ciao a tutti :)
Whatsherface

 




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