COSA
▬
C A P I T O
L O U
N I C O ▬
“ Sceglierti giorno dopo giorno
„
«
Ora che
siamo liberi così
di sceglierci ogni
volta invece che
lasciare troppe cose
già decise
a scegliere per noi
che siamo liberi da qui
di lasciarci andare e
poi
riprenderci
perché
l'amore non finirà
se è anche
libertà »
Liberi - Tiromancino
Chissà
poi per quale ragione Emma aveva deciso di andare con lui in riva al
mare al sorgere della luna, con la melodia della marea a fare da
colonna sonora a una passeggiata senza parole. Se pensava a come quella
mattina gli aveva urlato contro, furiosa per quella sua aria
strafottente con la quale l’aveva svegliata, tra montagne di
lenzuola condite e il profumo dell’alba a filtrare dallo
spiraglio lasciato aperto delle finestre, era costretta a guardare le
proprie parole per quello che erano: dubbi infangati da un dolore
antico, un pantano nel quale si sentiva intrappolata – sabbie
mobili della sua anima a impedirle di credere in un altro futuro,
migliore.
Stranamente,
per la prima volta, Killian Jones non si era messo ad assecondare il
fiume di gratuite cattiverie – e soprattutto immotivate
– che gli aveva riversato addosso. Aveva replicato,
sarcasticamente e con un ghigno di scherno a farla sentire una bambina sperduta
– una volta di più – lasciata davanti a
cose già decise che avevano scelto per lei,
perché in fondo Emma non aveva mai chiesto di amare
nuovamente qualcun altro. Era un peso il sentimento che provava per il
pirata, un macigno che le si era accollato privandola di una decisione
che avrebbe dovuto essere lei a prendere – e sapeva quanto
ridicolo fosse tale pensiero, il cuore non poteva essere comandato, ma
lei si era illusa di avere il potere di soggiogarlo ai propri egoisti
desideri.
«Sai,
Emma,
dovresti smetterla di pensare di essere la sola a cui la vita ha
riservato scherzi di cui uno avrebbe fatto decisamente a
meno», Hook non urlava quando litigavano, manteneva la voce
pacata – eccessivamente tranquilla, tanto da risultare
notevolmente più frustrante per Emma, costretta a constatare
come fosse l’unica a perdere il controllo di cui necessitava
-, alzando le sopracciglia in arcate più marcate a
sottolineare le proprie frasi. Riempiva il tono di sfaccettatura di
arroganza liquida, capace di insinuarsi in lei, andando a battere su
ferite ed ematomi ancora dolenti, ricordandole le proprie debolezze e
difetti.
Era ridicolo
come fosse sempre e solo mentre si picchiavano a frasi acide che
Killian la chiamava per nome, semplicemente.
Un’intimità viva, quasi a volerle far comprendere
come quei litigi fossero ancora più personali
dell’amore che la notte era lei a chiedergli e lui a non
negarle mai, nonostante i graffi e affondi dei denti a lasciar segni
più sul cuore che sulla carne. Era soprattutto in quegli
attimi saccheggiati al tempo diurno che Emma si lasciava andare,
gridando la propria sofferenza, le incognite che la spaventavano, e ci
gettava dentro qualsiasi pensiero egoistico e maligno, rendendo
più brutali le ombre da cui si sentiva ghermita.
Non importava
quanto la voce di Emma si alzasse, quanti sfoghi gli riversasse addosso
sotto forma di parole affilate, colmando gli occhi non di disprezzo o
cattiveria, ma di suppliche trattenute in gola, a bruciarle le corde
vocali che avrebbero desiderato più di ogni altra cosa
chiedergli di trovare un modo, uno
qualsiasi, per farla sentire meno succube di un mondo che
aveva preso decisioni per lei. Non aveva rilevanza nemmeno quanta
ironia pungente usasse Hook per difendersi e contrattaccare,
perché alla fine Emma scorgeva sempre nei pezzi di oceano
che aveva al posto delle iridi quanto volesse unicamente aiutarla, e lo
faceva rimanendo lì a prendersi gli schiaffi di insulti che
gli gettava addosso. Era
una forma di condivisione fatta a modo loro, una in cui la reciproca
testardaggine gareggiava e in cui nessuno dei due avrebbe mai ammesso i
propri torti, ma solo le proprie ragioni. Alla fine,
qualsiasi fosse l’estensione delle tumefazioni dentro di
loro, si ritrovavano sotto costellazioni di mondi diversi a passeggiare
tenendosi per mano.
«Sei
piuttosto bravo a non andartene via», osservò a un
tratto Emma, chinandosi ad afferrare un sasso più chiaro
degli altri, a risaltare tra gli altri dalla levigata superficie scura.
Lo soppesò tra le mani, concentrandosi
sull’analisi dello stesso per far finta di aver appena
pronunciato una costatazione banale, invece di una dichiarazione
dall’importanza ricolma di sfumature contrastanti –
ma per quanto nascondesse l’evidenza, Hook era abile a
setacciare tra ogni sillaba pronunciata e negata per trovare i
significati lasciati volutamente in sospeso.
«Sì,
non sono per niente male, ne convengo» scherzò,
sfoderando il più sghembo dei sorrisi nel suo repertorio,
avvolgendolo nella più marcata aria arrogante di cui poteva
dar sfoggio, marcando teatralmente l’autoelogio.
L’occhiata in tralice che Emma gli rivolse valse solo a farlo
ridere sommessamente, prima di farlo continuare con un pizzico di
serietà in più a condire le proprie parole.
«Ma non sono io quello bravo a non andarsene, sei tu quella
che mi trattiene. Ogni volta. E lo fai nel peggiore dei modi che una
persona possa pensare di adottare, ma è efficace, te lo
riconosco.»
Fu in quel
momento che Emma si accorse che non era affatto vero che non avesse mai
compiuto alcuna scelta, perché Killian Jones lei continuava
a sceglierlo ogni giorno, perseverava ad arrabbiarsi con lui
– insieme a
lui – e ad affondare le proprie dita nelle carni
della sua anima, intrappolandolo in una morsa in cui desiderava
trattenerlo a sé. Lui
era la sua decisione, ripetuta quotidianamente.
M A N I
A’ s W
O R D S
Codesta
shot
è stata scritta tempo addietro. Ma proprio tanto.
Più o meno a febbraio/marzo. Me l’ero dimenticata,
ecco. Stavo setacciando la cartella con le mie fanfiction e storie
varie, e cosa ti trovo? Questa storia. Così, non sembrandomi
poi tanto male, ho deciso di postarla.
Ricordo che
è nata sull’ispirazione della stessa canzone che
ho citato a inizio storia. E a parte ciò, non ho moltissimo
da dire, quindi niente.
Come sempre
ringrazio tantissimo chi leggere, segue e recensisce le mie storie, e
se vorrete lasciare un parere anche a questa ve ne sarò come
sempre eternamente grata. Lo so che a volte non rispondo o ci metto ere
geologiche per farlo, non è assolutamente un non apprezzare
le vostre parole, tutt’altro – ANZI! È
solo che quando ho un momento libero mi metto a scrivere, per evitare
di fare ritardi ancora più colossali di quanti
già non ne faccia. Ma io
amo ogni vostra recensione, che è un sopporto
incredibile e un incitamento a far sempre meglio. Quindi, a parte il
millesimo grazie, non so cos’altro dirvi per rendere chiaro
il concetto x°D
Credo che prima della fine della
settimana aggiornerò anche la raccolta, quindi
ci si risente presto!
Qui, per chi
volesse, c’è il link alla mia pagina Facebook dove
tento di tenere a mente quello che devo scrivere, posto estratti,
aggiorno sulle pubblicazioni e cose così: M A N I A
Alla prossima,
Mania
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