Passo per il corridoio. Non
guardo dove
metto i piedi, fisso un punto indefinito davanti a me. Un ragazzo
biondo, allunga il piede e mi fa cadere. Si mette a ridere, quando
sbatto il ginocchi per terra, e poi se ne va. Deve essere un ottima
giornata, per lui, per non avermi atto altro per tutto il giorno.
Tornato
in
camera mia, preparandomi per il test di algebra. La mia camera
è
vuota.
Nessuno...si è
ricordato che
giorno è oggi. Non mi importa.
A volte mi ero illuso, che
Mello in
fondo mi volesse bene. Ma una persona, se ti vuole, bene, non si
scorda queste cose.
Passarono minuti. Ore. Tra poco
ci sarebbe stato il test settimanale. Nessuno, neanche il
vecchio Roger, si era disturbato a farmi visita.
A volte qualcuno si lamenta
perchè
è troppo stressato da gli altri.
Almeno a te
rivolgono la parola.
Nessuno,
può
capire quello che sento io adesso. E se qualcuno non mi
aiuterà,
non cambierò mai.
Non
sono stupido,
perchè gioco con i giocattoli. Sono gli unici che mi
ascoltano. Una volta, un filosofo ha detto “Meglio essere
odiati
che ignorati.” Aveva maledettamente ragione.
Magari
aveva
passato tutta la vita in solitudine, per trarre quella conclusione.
Ma io ne sono certo.
Finito
il test,
torno in camera mia. Anche se non lo do a vedere, sono contento che
sia andato bene, anche se non mi importa molto. Nemmeno in classe
qualcuno mi ha rivolto la parola. Tutti mi trattano come se non
esistessi. Eppure, io, faccio di tutto per farmi notare. Tranne
qualcosa che mi metta in imbarazzo o sia sbagliata. Ed è
quello il punto. E' lì dove sbaglio.
Ho
provato sulla
mia stessa pelle che la vita fa schifo.
Perchè
mi
impegno tanto, sperando segretamente che L muoia presto? Io lo amo.
Ho
almeno, è
l'unico che mi faccia continuare a vivere. Senza di lui, potrei anche
andare al diavolo.
Mi
distendo sul mio
letto, sospirando. Guardo il soffitto. Possibile che nessuno?
Poi il
mio sguardo
si sposta su una cosa ai piedi del letto.
Un
pacchetto con su
scritto “Da L. Buon compleanno.” Scarto il
pacchetto e ci trovo
un robot, con dei pezzi di ricambio da staccare e riattaccare. Come
ha fatto a capire quale regalarmi?
Non
importa ormai.
Nessuno
mi ha
rivolto la parola tutta la settimana.
Non
importa ormai.
Mello
mi ha preso
in giro anche oggi, mi ha fatto cadere.
Non
importa ormai.
Prendo
il regalo da
L con il biglietto e lo abbraccio forte.
Una
lacrima mi
bagna il volto, poi un altra, e un altra ancora.
Non mi
importa più.
L
è l'unica
mia ragione di vita, e non ce ne sarà mai un altra.
Stringo
ancora più
forte quel dono contro il mio petto, quasi incidendo la pelle, sotto
la leggera stoffa della camicia. Le lacrime non si fermano, ma non mi
importa.
Solo
solo io ed L
Solo io.
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