Capitolo 2
Sono
le sei di mattina, il ticchettio della sveglia mi rimbomba nelle
orecchie, mi sveglio pronta per cominciare una nuova giornata. Mi alzo,
non curante di chi dorme tra le mie ginocchia, il mio gatto emette uno
strano miagolio, l'avro' di sicuro svegliato. Ha il pelo nero e
lucente, una macchia bianca che si espande sul muso e arriva sino alla
coda e degli occhi gialli e vispi che lo contraddistinguono. Si chiama
Jack, in onore di Jack Skeletron. Ho sempre desiderato avere un gatto
sin da bambina, ma non ne ho mai potuto portare in casa poichè
mia madre ne era allergica. Adesso andavo così scoprendo i lati
migliori del vivere da sola. Mattiniera come non mai,mi vesto in fretta
del mio solito colore, il nero, metto le mie all star viola un filo di
matita e senza neanche aver pettinato i capelli, racchiusi in una coda
,scendo a fare i miei soliti quattro passi giornalieri.
Amo essermi trasferita a New York. L'estate è stata soffocante
ma adesso comincia a farsi sentire quella leggera brezza nell'aria,
l'autunno è alle porte. Mi incammino verso il Central Park,
interamente coperto da una distesa di foglie gialle e arancioni.
L'immensa distesa verde sembra quasi sparita, oscurata da questa
visione calda e colorata di foglie autunnali. Sono i primi di
settembre, il mio primo anno senza studiare, fantastico penso tra me e
me, non ne potevo più delle continue lotte familiari e con i
professori e nonostante tutto ero uscita dalla maturità con un
voto abbastanza decende tanto che i miei mi hanno lasciata arrivare sin
quì. La città è ancora addormentata, la mattina
amo venire a trascorrere il tempo quì, a notare quanto la natura
cambi a seconda dei mesi e delle stagioni, sono già abituata a
questo ritmo di vita che non intendo abbandonare. Mi avvio sulla mia
panchina, tra alcuni cespugli anch'essi già ingialliti dal
tempo, con di fronte un laghetto dove le anatre starnazzano tra loro
lottando per qualche pezzo di pane. Sorridente come non mai tiro fuori
dalla tasca della felpa il mio ipod bianco da 30 gb, un intero
serbatoio di musica, metto in brani casuali, e cerco di rilassarmi tra
le dolci note della musica che comincia a risuonarmi nelle orecchie, So
Long Goodbye dei Sum 41, che ascolto volentieri guardando la
città che a poco a poco si va svegliando.
Qualche ora e il parco è già pieno di bambini che corrono
facendo disperare le loro madri, la città invece è
già piena di uomini d'affari che con la loro 24 ore al seguito
corrono da un marciapiede all'altro. Decido di avviarmi verso casa di
Elena, la tastierista della band nonchè mia migliore amica, per
chiedere se ha notizie dell'incontro con l'etichetta discografica, non
sto piu' nella pelle ormai.
Elena sta a circa due isolati di distanza da casa mia, nemmeno sono
già arrivata dentro casa che da fuori si sentono le note di
''Welcome To The Black Parade'' seguita da una straordinaria
''Famous Last Words" alla tastiera, mi devo complimentare con lei,
perchè queste due cover dei My Chemical Romance, una delle
nostre band preferite, la preferita per me, sono davvero fantastiche.
Dopo essere stata dieci minuti ad asoltarla da fuori decido di bussare, mi viene ad aprire Mary, la nostra manager.
''E tu che ci fai quì?" esclamo. Non mi aspettavo di trovarla quà, non credevo fosse in America.
"Io? sono venuta poichè questo pomeriggio avete l'incontro con la casa discografica''.
Sorride. Mary era la mia vicina di casa a Cefalu', il paesino della
Sicilia di dove era originario mio padre, e dove alloggiavo tutte le
estati, tutte tranne quella, occhi castani vispi e furbi ed i capelli
anch'essi castani che le ricadevano scalati sulla fronte. Mi avvicino e
l'abbraccio. "Spava, non sai quanto sono felice per te, per gli altri,
finalmente il vostro sogno si sta per realizare".
"Non c'è niente di meglio che tu possa dire"
Al suo fianco compare Elena, capelli biondi non molto lunghi, che le
ricadono sugli occhi nocciola sottolineati da un pesante strato di
matita nera.
"Hey, guarda che da fuori si sente benissimo, complimenti"
Esclamo io piena di entusiamo, certe volte proprio non mi riconosco.
Forse finalmente sono felice, perchè suonare è tutto ciò che voglio fare, per sempre.
Elena arrossisce un pò, è sempre stata così timida.
"Sono contenta che queste cover ti siano piaciute"
"Adesso passiamo alle cose importanti - mi rivolgo ad entrambe - Mary
percio' tu qualche mese fa hai contattato tutte le etichette
discografiche disposte a lanciare nuovi gruppi, no?"
"Certo capo"
"Non chiamarmi capo" Che faccia da schiaffi è Mary.
"Dai scherzavo, continua"
"Okay, quindi, e tu hai contattato questa etichetta discografica, no?"
"Beh, - mormora confusa - credo di non aver mandato nessun demo a questa.."
"Cooosa? - sgrano gli occhi - E allora come fanno ad aver sentito i nostri demo?"
" Non lo so, non ne ho la più pallida idea, ma il ragazzo con
cui ho parlato sapeva anche i titoli delle canzoni, quindi..."
"Ma quindi cosa? Almeno ti ricordi il nome di questa casa discografica?"
" Ehm, se ti dicessi di no..?"
" Mi incazzerei..."
Sbuffo e continuo. " Ma come facciamo ad andarci questo pomeriggio se nemmeno sappiamo il nome?"
" Abbiamo l'indirizzo, diciamo semplicemente che i "The Smiles" sono arrivati.."
" Okay.."
Beh dentro di me ho un terribile presentimento, ma alle altre non lo dico..
Credo di sapere quale sia questa casa discografica, forse lo so proprio
perchè ho provato mille volte a mandargli i nostri demo via
internet, e finalmente li hanno ascoltati a quanto sembra..
Non voglio farmi illusioni, staremo a vedere.
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